Per quanto esistano patologie ben peggiori e invalidanti, il daltonismo è comunque una malattia e quindi, a rigore, non dovrebbe figurare in questo sito di elenchi di belle cose; anche perché può essere causa di derisione – problema storicamente diffuso soprattutto nell’infanzia – o di discriminazioni di vario tipo: basti pensare che in Romania i daltonici ancora oggi non possono prendere la patente.
Ciononostante, è un deficit molto diffuso (solo negli Stati Uniti si stima che colpisca circa il 7% della popolazione maschile, mentre è notevolmente più raro in quella femminile) e sempre più diagnosticato, nei confronti del quale è in atto, giustamente, un lungo ma positivo percorso di informazione, accettazione e riduzione dei disagi causati dalla patologia1.
In quest’ottica, ci sembra positivo ricostruire brevemente la vita di alcune persone che sono riuscite ad imporsi ai massimi livelli della loro professione indipendentemente dal problema alla vista. Vediamole insieme.
Indice
1. Paul Newman
Il divo dagli occhi blu
Gli occhi più belli di Hollywood erano daltonici: sembra un paradosso, ma l’attore che più di tutti ha impressionato il pubblico per la bellezza del suo sguardo, aveva gli occhi malati.
La diagnosi arrivò tutto sommato piuttosto tardiva: nel 1943, terminato il liceo e poco dopo essersi iscritto alla Ohio University, Newman si arruolò nell’aviazione della marina americana, ma durante le visite mediche ci si accorse della sua daltonia e per questo fu dirottato dal ruolo di pilota, a cui aspirava, a quello di marconista e mitragliere.
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Nel 1945 si trovava, tra l’altro, a Okinawa poco prima della celebre battaglia, ma fu spostato a causa dell’infezione all’orecchio del pilota a cui era assegnato; il suo sostituto trovò la morte durante la battaglia. Nell’agosto di quello stesso anno, infine, volando in una zona a 300 km a sud di Hiroshima, ebbe modo di vedere da lontano il fungo atomico.
Solo verso la fine degli anni ’40 decise di intraprendere la carriera di attore, frequentando prima un corso alla Yale University e poi all’Actor’s Studio. Classe 1925, è scomparso nel 2008. Sul mercato sono presenti varie biografie, ma tutte di lingua inglese; una delle più apprezzate è quella di Marian Edelman Borden.
2. Bill Clinton
La sfida con Bob Dole
Torniamo per un attimo al 1996: negli Stati Uniti, Bill Clinton sta lottando per essere rieletto ed ottenere quindi il secondo mandato presidenziale. Il suo avversario è il repubblicano Bob Dole, 73 anni suonati (23 più del rivale), dato notevolmente in svantaggio nei sondaggi e quindi bisognoso di una campagna elettorale tutta votata all’attacco.
E per convincere gli elettori che Dole non è troppo vecchio per governare, il suo staff attacca l’immagine di Clinton: vengono messe in giro voci su malattie veneree del presidente in carica – ben prima che scoppi lo scandalo Lewinsky – e vengono contemporaneamente rese pubbliche le cartelle mediche di Dole, che appare in perfetta forma.
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Gli unici difetti riscontrabili nella salute del senatore repubblicano sono infatti due: il fatto che anni prima gli sia stata asportata la prostata e il daltonismo che non gli permette di distinguere il rosso se accostato al verde (la forma più diffusa).
A stretto giro di posta risponde la Casa Bianca, che dirama gli esiti di tutti gli esami medici sostenuti dal presidente, anche se – cosa che non molti notano – non si menziona nulla sul daltonismo. Il fatto che anche il presidente ne sia affetto è emerso però poco dopo.
Durante i dibattiti televisivi a cui si sottoposero i due sfidanti, entrambi manifestarono problemi con le luci colorate (rossa e verde) che dovevano far loro capire quando era il loro turno di parola. Bill Clinton poi vinse quelle elezioni, ottenendo così la riconferma che gli permise di governare fino al 2000. Nel 2004, quattro anni dopo, ha dato poi alle stampe la sua autobiografia, My Life.
3. Amadeus
Le celebrità italiane
Come detto, la daltonia nelle sue varie forme più o meno gravi, interessa circa il 7-8% della popolazione maschile mondiale; il più delle volte si tratta semplicemente di una difficoltà a riconoscere certi colori (deuteranomalia), ma in alcuni casi può rivelarsi più grave.
In Italia studi specifici sull’argomento ce ne sono pochi, ed è anche raro imbattersi in personalità famose affette da questa malattia e in grado di confessarlo pubblicamente.
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Le eccezioni sono due: la prima è storica e riguarda il celebre astronomo (un mestiere per il quale la vista è ben importante) ottocentesco Giovanni Schiaparelli, uno dei più rilevanti studiosi del pianeta Marte; la seconda è il presentatore televisivo Amadeus, al secolo Amedeo Sebastiani.
Già in alcune precedenti conduzioni televisive il dj aveva manifestato dei problemi con alcuni colori, ma nel 2007, presentando 1 contro 100, l’ha dichiarato chiaro e tondo, rincarando la dose tre anni dopo con un’intervista alla rivista Ok Salute in cui confessava: «Un paio di volte sono stato lì lì per comprare al mio piccolo José [il figlio, ndr] camicie rosa».
4. Keanu Reeves
Daltonico anche nel casting
L’attore di cui probabilmente è più nota la daltonia è sicuramente Keanu Reeves, icona degli anni ’90, decennio in cui raggiunse fama mondiale – e un cachet da record – grazie a pellicole come Point break, Belli e dannati, Dracula di Bram Stoker, Piccolo Buddha, Speed, Il profumo del mosto selvatico, L’avvocato del diavolo e soprattutto Matrix.
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L’attore non ha mai nascosto il suo difetto visivo e, paradossalmente, è stato protagonista anche di un caso di casting daltonico (o color-blind casting, come lo chiamano in America), cioè l’idea, diffusa soprattutto a livello universitario, di assegnare i ruoli agli attori non sulla base dell’appartenenza o meno a una certa etnia ma delle sole capacità recitative.
Nella riduzione shakespeariana di Molto rumore per nulla diretta da Kenneth Branagh nel 1993, infatti, Reeves interpretava il personaggio di Don Juan, fratello del Don Pedro interpretato dal nero Denzel Washington.
5. Mark Zuckerberg
Quando il colore non è casuale
Se avete visto The Social Network o se comunque conoscete la storia di Facebook, Mark Zuckerberg non ha bisogno di presentazioni: nato nel 1984, ad appena vent’anni, mentre era ad Harvard, ha fondato il più celebre e diffuso dei social network, diventando nel giro di poche stagioni il più giovane miliardario al mondo.
Ma la notizia che più ci interessa oggi è stata rivelata, nel 2010, dalla CNN: Facebook infatti ha come colore dominante il blu semplicemente perché Zuckerberg è daltonico e fa in particolare fatica a distinguere il rosso e il verde.
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E dire che da molti mesi continuano a uscire, sul web, studi su come il cromatismo di Facebook sia una scelta “oculata”, perché influenzerebbe positivamente gli utenti, presentando il caso come un esempio di applicazione geniale della psicologia dei colori.
Molto più banalmente, come spesso accade davanti ai grandi successi, oltre alla programmazione e alle scelte azzeccate ci sono state una serie di circostanze obbligate e una certa dose di fortuna. Ad ogni modo, la storia della nascita di Facebook si può ritrovare nel libro Miliardari per caso di Ben Mezrich e nel film che dal libro è stato tratto, il già citato The Social Network.
Altri 8 daltonici famosi, oltre ai 5 già segnalati
Se i cinque nomi che vi abbiamo fatto non vi bastano e ne volete altri, sappiate che di materiale ce n’è. I daltonici sono più di quanti si creda, anche nel mondo dello spettacolo e tra i VIP. Ecco altri nomi che forse non sapevate appartenevano all’elenco.
Principe William
Il principe William è forse il più noto in questo secondo elenco di personaggi daltonici. Nato nel 1982, figlio di Carlo e Diana, è attualmente il secondo nella linea di successione per la corona inglese. Ha ammesso pubblicamente qualche anno fa di essere affetto da daltonismo. È sposato dal 2011 con Catherine Middleton, dalla quale ha avuto tre figli.
Christopher Nolan
Come abbiamo scritto più volte, il daltonismo non sempre crea particolari problemi. Ci sono però professioni in cui si lavora davvero moltissimo con gli occhi, e una di queste è sicuramente la professione del regista cinematografico. Eppure anche uno dei più grandi registi recenti, Christopher Nolan, è daltonico: soffre infatti di deuteranopia, cioè è insensibile al verde.
Mark Twain
Pare che anche Mark Twain, il primo grande romanziere americano, fosse daltonico. Nato nel 1835 e cresciuto sulle sponde del Mississippi, è autore di alcuni classici della letteratura come Il principe e il povero, Le avventure di Tom Sawyer e Le avventure di Huckleberry Finn.
Eddie Redmayne
Anche Eddie Redmayne è uno che lavora con gli occhi, anche se in realtà soprattutto quelli degli altri. Londinese, classe 1982, è infatti il protagonista di alcuni recenti film di grande successo, come La teoria del tutto, The Danish Girl e Animali fantastici e dove trovarli.
Meat Loaf
Da noi, Meat Loaf non è famosissimo; in America però è una vera e propria star, vincitrice di un Grammy e capace di vendere milioni e milioni di album. Nato nel 1947 a Dallas, paladino dell’heavy metal, è anche lui daltonico, come ha più volte ammesso con la stampa.
Bing Crosby
Più che per i suoi occhi, probabilmente anche questo VIP lo conoscete per la sua voce. Stiamo parlando di Bing Crosby, uno dei cantanti più amati del XX secolo. Sua è la celeberrima versione di White Christmas che sentiamo ogni anno a Natale, ma fu anche attore e comico di primo piano. Oltre che daltonico.
Rutger Hauer
Olandese ma celebre soprattutto per i suoi lavori in America, Rutger Hauer è purtroppo venuto a mancare di recente, nel 2019. Il ruolo per cui è passato alla storia è indubbiamente quello di Roy Batty in Blade Runner, in cui si esibì nel celebre monologo finale: «Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…»
John Dalton
Chiudiamo l’articolo con John Dalton, lo studioso a cui si deve il nome di daltonismo. Vissuto in Inghilterra tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, soffriva egli stesso di questo problema e, secondo la leggenda, se ne accorse quando si recò a una riunione di quaccheri con dei calzini rosso fuoco, che lui però pensava essere marroni.
E voi, quale daltonico preferite?
Note e approfondimenti
- 1 In certe zone del Canada sono stati installati, ad esempio, semafori basati sulle forme geometriche e non più solo sui colori.
