Le 14 poesie d’amore più belle di sempre

Le migliori poesie d'amore

Se dovessimo cercare di darne una definizione, probabilmente diremmo che i poeti sono grandi scrittori che con la parola sono in grado di raccontare e mostrare i recessi più profondi dell’animo umano. Sanno descrivere la rabbia e la gioia, la paura e la tristezza, la speranza e la delusione. E proprio questa loro capacità, però, è stata riversata soprattutto in straordinarie poesie d’amore.

Già altre volte abbiamo dedicato, nel nostro sito, spazio a questa particolare forma d’arte, mostrando poesie d’amore brevi, o scritte da alcuni specifici autori. Oggi invece vogliamo cercare di individuare quelle più famose e più belle di tutti i tempi. Un’impresa ben difficile, per la quale ci siamo “allargati” fino a 14 liriche. Eccole.

 

1. Eugenio Montale – Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

Cominciamo da una lirica italiana, una delle più famose di Eugenio Montale. Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale venne scritta nel 1967, in tarda età, in seguito alla perdita dell’amata moglie Drusilla Tanzi. È lei infatti la donna a cui il poeta aveva dato così spesso il braccio.

Le migliori poesie di Eugenio Montale
Proprio questa tematica così personale e intima portò Montale ad abbandonare in questa poesia, per una volta, i suoi riferimenti quasi ermetici e ad abbracciare un linguaggio più colloquiale e accessibile. In cui si usano pochi simboli e molte immagini di vita reale, come la miopia della moglie, che però in un certo senso sapeva vedere meglio del poeta.

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Un estratto della poesia di Eugenio Montale

 

2. Gaio Valerio Catullo – Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo

Catullo è stato uno dei più grandi poeti latini e uno dei primi a mettere da parte la poesia tradizionale, dedicata alle gesta di eroi o divinità, per raccontare le cose semplici e quotidiane. In particolare ha dedicato i suoi versi principalmente all’amore e alle emozioni da esso suscitate.

Busto di Catullo

La donna da lui amata e cantata era la celeberrima Lesbia, nome dietro cui si nascondeva probabilmente Clodia Pulcra, sorella del tribuno Clodio. Una donna con cui ebbe un rapporto burrascoso, fatto di avvicinamenti ed allontanamenti periodici. Ma che gli ispirò alcuni dei versi più belli della letteratura latina.

Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo,
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille,
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.

Un estratto della poesia di Catullo

 

3. Charles Bukowski – Sì sì

Charles Bukowski non è certo un poeta romantico. È difficile associarlo ad un genere letterario, proprio per l’originalità della sua opera, ma quello a cui viene più facilmente avvicinato è quello del “realismo sporco1, che ovviamente fin dal nome fa capire che si lascia andare a ben pochi voli pindarici, soprattutto sull’amore.

Charles Bukowski e le sue poesie
Tutti gli scritti di Bukowski, non a caso, sono caratterizzati da un estremo realismo, addirittura brutale, e dalla scelta di un linguaggio basso, colloquiale, spesso volutamente volgare. Questo non gli ha vietato, però, di tanto in tanto, di far suonare anche le corde della sensibilità.

Quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra
 
Quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo
 
Ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.

Un estratto della poesia di Bukowski

 

4. William Shakespeare – Sonetto 18

William Shakespeare non ha certo bisogno di presentazioni. Le sue tragedie e le sue commedie hanno fatto la storia del teatro moderno e alcuni dei suoi personaggi – come Amleto, o Romeo e Giulietta – sono fondamenti della nostra cultura. Pochi sanno, però, che ha scritto anche belle poesie d’amore.

William Shakespeare al suo tavolo di lavoro, mentre cerca l'ispirazione per una delle sue memorabili frasi
Una delle più celebri è il sonetto 18, che non a caso viene spesso citato anche in film o canzoni inglesi. È ritornato di recente in auge, inoltre, anche perché Michelle Williams l’ha letto al funerale di Heath Ledger, il celebre attore morto improvvisamente nel 2008 e che era padre di sua figlia.

Posso paragonarti a un giorno d’estate?
Tu sei più amabile e più tranquillo.
Venti forti scuotono i teneri germogli di Maggio,
E il corso dell’estate ha fin troppo presto una fine.
Talvolta troppo caldo splende l’occhio del cielo,
E spesso la sua pelle dorata s’oscura;
Ed ogni cosa bella la bellezza talora declina,
spogliata per caso o per il mutevole corso della natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà svanire,
Né perder la bellezza che possiedi,
Né dovrà la morte farsi vanto che tu vaghi nella sua ombra,
Quando in eterni versi al tempo tu crescerai:
Finché uomini respireranno o occhi potran vedere,
Queste parole vivranno, e daranno vita a te.

Un estratto della poesia di Shakespeare

 

5. Nazim Hikmet – Il più bello dei mari

Negli ultimi decenni Nazim Hikmet è diventato, ben dopo la morte, uno dei poeti più apprezzati del mondo, nonostante sia stato a lungo semisconosciuto in Occidente. Turco, passò una parte della sua vita in galera per via della sua fede comunista, ma proprio quest’esperienza così estrema gli fornì molto materiale per le sue liriche.

Nazim Hikmet, al centro, a Berlino nel 1952 (foto di Horst Sturm dagli Archivi Federali Tedeschi)
Nazim Hikmet, al centro, a Berlino nel 1952 (foto di Horst Sturm dagli Archivi Federali Tedeschi)

Nelle sue poesie si ritrovano spesso temi personali e d’amore, mescolati a volte anche a questioni politiche. Questa poesia che abbiamo selezionato è però completamente dedicata all’affetto per la persona amata ed è una delle più significative di tutto il Novecento, non a caso arcinota e citata.

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.

Un estratto della poesia di Hikmet

 

Altre 9 poesie d’amore, oltre alle 5 già segnalate

Vi abbiamo presentato finora cinque poesie che probabilmente avete già sentito o letto da qualche parte. Ma quelle più famose e belle sono ancora molte. Qui di seguito ne trovate ad esempio altre nove che non abbiamo avuto la forza di lasciare fuori dalla nostra trattazione.

 

Charles Baudelaire – La morte degli amanti

Avremo letti pieni di profumi leggeri,
divani profondi come tombe,
e sulle mensole fiori strani,
dischiusi per noi sotto cieli più belli.
A gara bruciando gli estremi ardori,
saranno i nostri cuori due grandi fiaccole,
specchianti le loro doppie luci
nei nostri spiriti, specchi gemelli.
Una sera fatta di rosa e di mistico azzurro,
ci scambieremo un unico bagliore,
come un lungo singhiozzo, grave d’addii;
e un Angelo più tardi, schiudendo le porte,
lieto e fedele verrà a ravvivare
gli specchi offuscati e le fiamme morte.

Jacques Prévert – Baciami

In un quartiere della ville Lumiére
dove fa sempre buio e manca l’aria
e d’inverno come d’estate è sempre inverno
lei era sulle scale
lui accanto a lei e lei accanto a lui
faceva notte
c’era un odore di zolfo
perché nel pomeriggio avevano ucciso le cimici
e lei gli diceva
“È buio qui
manca l’aria”
E d’inverno come d’estate è sempre inverno
il sole del buon Dio non brilla da noi
ha fin troppo lavoro nei quartieri ricchi.

“Stringimi tra le braccia
baciami
baciami a lungo
baciami
più tardi sarà troppo tardi
la nostra vita è ora
qui si crepa di tutto
dal caldo e dal freddo
si gela si soffoca
manca l’aria.
Se tu smettessi di baciarmi
credo che morirei soffocata.
Hai quindici anni ne ho quindici anch’io
in due ne abbiamo trenta
a trent’anni non si è più ragazzi
abbiamo l’età per lavorare
avremo pure diritto di baciarci.
Più tardi sarà troppo tardi
la nostra vita è ora
baciami!”

 

Elizabeth Barrett Browning – Se devi amarmi

Se devi amarmi, per null’altro sia
se non che per amore.
Mai non dire:
“L’amo per il sorriso,
per lo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare
così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno”.
Queste son tutte cose
che posson mutare,
Amato, in sé o per te, un amore
così sorto potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto
chi ebbe a lungo
il tuo conforto, e perderti.
Soltanto per amore amami
e per sempre, per l’eternità.

Mario Luzi – Non andartene

Non andartene,
non lasciare
l’eclisse di te
nella mia stanza.
Chi ti cerca è il sole,
non ha pietà della tua assenza
il sole, ti trova anche nei luoghi
casuali
dove sei passata,
nei posti che hai lasciato
e in quelli dove sei
inavvertitamente andata
brucia
ed equipara
al nulla tutta quanta
la tua fervida giornata.
Eppure è stata,
è stata,
nessuna ora
sua è vanificata.

 

Pablo Neruda – Non t’amo come se fossi rosa di sale

Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.

T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

Alda Merini – Amore vola da me

Amore, vola da me con l’aeroplano di carta della mia fantasia,
con l’ingegno del tuo sentimento.
Vedrai fiorire terre piene di magia e io sarò la chioma d’albero più alta per darti frescura e riparo.
Fa’ delle due braccia due ali d’angelo e porta anche a me un po’ di pace e il giocattolo del sogno.
Ma prima di dirmi qualcosa guarda il genio in fiore del mio cuore.

 

Wisława Szymborska – Un amore felice

Un amore felice. È normale?
È serio? È utile?
Che se ne fa il mondo di due esseri
che non vedono il mondo?

Innalzati l’uno verso l’altro senza alcun merito,
i primi qualunque tra un milione, ma convinti
che doveva andare così – in premio di che? Di nulla;
la luce giunge da nessun luogo –
perché proprio su questi, e non su altri?
Ciò offende la giustizia? Sì.
Ciò infrange i principi accumulati con cura?
Butta giù la morale dal piedistallo? Sì, infrange e butta giù.

Guardate i due felici:
se almeno dissimulassero un po’,
si fingessero depressi, confortando così gli amici!
Sentite come ridono – è un insulto.
In che lingua parlano – comprensibile all’apparenza.
E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,
quei bizzarri doveri reciproci che s’inventano ?
sembra un complotto contro l’umanità!

È difficile immaginare dove si finirebbe
se il loro esempio fosse imitabile.
Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,
di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,
chi vorrebbe restare più nel cerchio?

Un amore felice. Ma è necessario?
Il tatto e la ragione impongono di tacerne
come d’uno scandalo nelle alte sfere della Vita.
Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.
Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,
capita, in fondo, di rado.
Chi non conosce l’amore felice
dica pure che in nessun luogo esiste l’amore felice.

Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire.

Rabindranath Tagore – Lascia il tuo cuore scoppiare

Lascia il tuo cuore
scoppiare finalmente,
cedi, gemma, cedi.
Lo spirito
della fioritura
s’è abbattuto su di te.
Puoi rimanere
ancora bocciolo?

 

Kahlil Gibran – Segui l’amore

Quando l’amore vi chiama,
seguitelo, anche se le sue vie
sono dure e scoscese.
E quando le sue ali vi abbracciano,
arrendetevi a lui.
Quando vi parla, credete in lui,
anche se la sua voce
può cancellare i vostri sogni,
come il vento scompiglia il giardino.
Come covoni di grano, vi raccoglie in sé.
Vi batte fino a farvi spogli.
Vi setaccia per liberarvi dalla pula.
Vi macina per farvi farina bianca.
Vi impasta finché non siete docili alle mani;
e vi consegna al fuoco sacro,
perché siete pane consacrato
alla mensa del Signore.
L’amore non dà altro che se stesso e
non prende niente se non da sé.
L’amore non possiede
né vuol essere posseduto,
perché l’amore basta all’amore.

 

E voi, quale poesia d’amore preferite?

Ecco cinque tra le poesie d'amore più belle di sempre: vota la tua preferita.

Note e approfondimenti

  • 1 L’altro grande esponente della corrente, secondo gli studiosi, sarebbe Raymond Carver, come si può leggere anche qui.

 

Segnala altre poesie d’amore nei commenti.

2 COMMENTI

  1. la traduzione de”la morte degli amanti” di Baudelaire che preferisco è quella di Luigi De Nardis.Ha più musicalità,più eleganza,più fluidità;è bella e infedele,secondo la catalogazione definita da Annibal Caro nel XVI secolo.

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