
I videogiochi sparatutto in prima persona – o first-person shooter, all’inglese – vengono periodicamente accusati dalla stampa di essere la causa di diverse stragi che si verificano nel mondo e che coinvolgono qualche giovane, magari appassionato di videogiochi. Chiaramente questo è un modo semplicistico di affrontare le questioni e la violenza in giro per il mondo, che affonda le radici in ben altri problemi. Però è innegabilmente vero che gli sparatutto un prima persona ormai sono incredibilmente realistici e ben fatti.
Il genere, però, non è affatto recente, visto che i primi grandi titoli di questo tipo risalgono ai primi anni ’90. Oggi cercheremo di ripercorrere la storia del genere tramite i migliori sparatutto in prima persona di tutti i tempi.
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Indice
1. Doom
Il padre degli sparatutto in prima persona
Il primo sparatutto in prima persona della storia dei videogame pare essere Wolfenstein 3D, gioco pubblicato nel maggio 1992 dalla Activision oggi disponibile anche per iPhone.
Sicuramente, però, il titolo che ha posto le basi del genere è stato Doom, lanciato un anno e mezzo dopo sempre dalla Activision. A lavorarvi, d’altronde, furono gli stessi sviluppatori di Wolfenstein e in particolare a John Romero e John Carmack di id Software.
Diffusissimo a metà anni ’90 – tanto è vero che provocò interrogazioni e proteste in vari paesi per il suo elevato livello di violenza e di realismo –, è un semplice sparatutto in cui il personaggio principale, che viene scelto dal giocatore su una rosa di cinque possibilità, deve fermare una possibile invasione aliena.
Per farlo, deve affrontare, in ambienti spesso claustrofobici, una serie di mostri e cercare la porta d’uscita che conduce al livello successivo.
I capitoli della saga
Acclamato, da varie riviste specializzate, come uno dei giochi più importanti del decennio e dell’intera storia dei videogame, è sicuramente il titolo che ha lanciato il genere.
Non è un caso che, per parecchio tempo, per i suoi emuli non si sia parlato tanto di sparatutto, quanto di giochi alla Doom (o Doom clone, in inglese). Tutto questo a dimostrare quanto il gioco della id Software avesse lasciato il segno.
Il successo clamoroso, e per la verità difficilmente quantificabile, del primo capitolo ha portato anche a numerosi seguiti.
Nato su MS-DOS ma presto portato su Windows 95, il primo Doom è stato periodicamente adattato e ripubblicato per diverse piattaforme. Già nel 1994 è poi uscito Doom II, seguito l’anno dopo da The Ultimate Doom. Nel 1996 è stata quindi la volta di Final Doom, mentre nel ’97 è arrivato Doom 64.
Tra gli ultimi capitoli usciti figura anche Doom, reboot del 2016 ben accolto dalla critica. Il gioco ha interrotto un lungo digiuno, visto che Doom 3 era datato addirittura 2004, ma di recente è arrivato anche un nuovo titolo, di cui parliamo più avanti nella nostra lista.
2. Half-Life
L’era del 3D e delle grandi trame
Come detto, Doom fu il gioco che più di tutti fondò un nuovo genere videoludico. E la id Software fu la software house che per anni portò avanti l’innovazione in questo settore. Già nel 1996, infatti, la casa texana lanciava Quake, caratterizzato da un nuovo motore grafico che utilizzava un sistema di rendering per la prima volta in vero 3D.
Questo motore, anche se con modifiche importanti, sarebbe stato utilizzato nel 1998 dalla neonata Valve per il suo primo gioco, Half-Life, un esordio tutto sommato niente male per una software house. Half-Life, infatti, ha vari meriti che lo rendono memorabile.
In primo luogo, diede il via a una serie apprezzatissima. Basti dire che anche Half-Life 2, probabilmente, avrebbe meritato un posto in questa prima cinquina (e comunque ne parleremo più avanti).
Più in generale, fece registrare passi in avanti da gigante nella futura evoluzione del genere, da un lato fornendo una trama finalmente elaborata e coinvolgente che veniva dispiegata non tramite filmati ma all’interno del gioco stesso, dall’altro presentando una più complessa intelligenza artificiale degli avversari.
Contro gli alieni e contro l’esercito
Ambientato in una specie di Area 51 nel Nuovo Messico, il gioco ha per protagonista un certo Gordon Freeman, un sopravvissuto a un esperimento che si trova a dover affrontare sia degli alieni provenienti da un altro mondo, sia l’esercito degli Stati Uniti mandato lì per uccidere tutti ed insabbiare la vicenda.
Ben accolto sia dalla stampa specializzata che dal pubblico dei giocatori, ha venduto nel corso degli anni quasi dieci milioni di copie.
Questo gli ha permesso di entrare nel Guinness dei Primati come lo sparatutto in prima persona più venduto della storia. Anche perché – come detto – in realtà è difficile quantificare con esattezza il numero di copie distribuite di Doom, rilasciato in origine come shareware.
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Ha dato origine a varie espansioni, sequel e perfino dei remake. A quest’ultima schiera appartengono Half-Life: Source, con un diverso motore grafico, e Black Mesa, sviluppato da una quarantina di volontari nel 2012, a cui abbiamo dedicato qualche riga alla fine dell’articolo.
3. Halo: Combat Evolved
Il gioco che ha aiutato la Xbox
Lo sviluppo dei videogiochi è ormai un affare talmente complesso (e costoso) che non è raro che una software house impieghi anni per lanciare un suo titolo. Anni in cui l’idea iniziale si evolve, torna su se stessa, si lascia influenzare dai progressi della concorrenza e viene rivista più e più volte.
Così può accadere anche che un gioco annunciato per una certa piattaforma e presentato con certe caratteristiche finisca, all’uscita, per presentarsi in modo completamente diverso e rinnovato. Così è accaduto, ad esempio, al primo celeberrimo capitolo di Halo, Halo: Combat Evolved, destinato a fondare una dinastia nonostante un inizio a dir poco incerto.
Il gioco fu infatti annunciato per la prima volta nel 1999 al Macworld Expo come un videogioco strategico in tempo reale destinato a Mac Os X. Quando però venne lanciato sul mercato, due anni dopo, si era trasformato in uno sparatutto in prima persona destinato in esclusiva (complice un’acquisizione da parte di Microsoft) alla neonata Xbox.
Soldati geneticamente modificati
Halo è un pianeta artificiale a forma di anello su cui si rifugia il personaggio del giocatore, Master Chief, l’unico sopravvissuto di un progetto di soldati geneticamente modificati (gli Spartan). Questi soldati sono stati creati per contrastare una serie di razze aliene che hanno come missione il completo annientamento della razza umana.
Apprezzatissimo dalla critica, che lo elevò in certi casi a miglior gioco per Xbox di sempre, contribuì notevolmente alle vendite della console di casa Microsoft. E lo fece sia in questa sua prima versione, sia col seguito – Halo 2 – pubblicato nel 2004.
Punti di forza erano indubbiamente l’aumentata intelligenza artificiale degli avversari e la modalità multiplayer, ma soprattutto un’ambientazione particolarmente curata e suggestiva.
4. Call of Duty 4: Modern Warfare
Il multiplayer all’ennesima potenza
Finora abbiamo visto tre giochi che, in epoche diverse, hanno in qualche modo rivoluzionato il mondo degli sparatutto in prima persona. La nostra quarta scelta – Call of Duty 4: Modern Warfare – invece a nostro avviso non ha in fondo cambiato nulla nel panorama di questo genere, ma l’ha perfezionato.
Mai prima di questo gioco, infatti, avevamo preso parte a una modalità multiplayer così coinvolgente e appassionante. Mai, d’altro canto, anche nella modalità a giocatore singolo eravamo stati presi da un ambiente così convincente, da una serie di situazioni così emozionanti e adrenaliniche.
Pubblicato da quella stessa Activision che avevamo incontrato all’inizio ma sviluppato dalla californiana Infinity Ward, rappresenta il quarto capitolo di una fortunata serie di sparatutto. Giochi che erano stati ambientati però, fino ad allora, all’epoca della Seconda guerra mondiale.
Con la quarta uscita, sentendo che ormai l’ambientazione rischiava di diventare stantia, negli uffici della software house decisero di rendere più moderne le tecniche di combattimento e le armi. Immaginarono così la lotta tra un esercito composto da ultranazionalisti russi e terroristi islamici e uno formato dai Marines statunitensi e dalle Forze speciali britanniche.
I vantaggi del multiplayer
Il punto forte del gioco, come accennato, sta soprattutto nel multiplayer. Lì si possono personalizzare le armi e acquisire punti esperienza tramite specifiche sfide.
E, soprattutto, sperimentare diverse modalità di gioco. Tra queste meritano una menzione la deathmatch a squadre che può essere giocata anche da 64 giocatori, il cerca e distruggi e il tutti contro tutti.
Il successo di questo titolo ha dato origine ad altri seguiti non di Call of Duty, ma direttamente di Modern Warfare.
Sono così usciti nel 2009 Call of Duty: Modern Warfare 2 e nel 2011 Call of Duty: Modern Warfare 3, dopo il quale la serie è stata messa in stand-by per lasciar spazio a Call of Duty: Black Ops e ai suoi seguiti.
Nel 2016 è comunque stato lanciato Call of Duty: Infinite Warfare, mentre nel 2019 è stata la volta di Call of Duty: Modern Warfare.
5. BioShock
Quando filosofia e politica entrano nel mondo dei videogiochi
Qualche tempo fa il nostro sito ha presentato quelli che a nostro avviso erano i migliori videogiochi usciti nel 2013, spaziando dagli acclamati Grand Theft Auto V a The Last of Us, ma passando anche attraverso titoli meno noti ma non per questo meno belli.
A chiudere la classifica figurava BioShock: Infinite, terzo capitolo di una saga che in realtà è partita nel 2007 e proprio nel primo capitolo, BioShock, secondo me ha toccato il suo punto più alto.
Sviluppato dai tipi di Irrational Games – che tra l’altro ha chiuso i battenti proprio pochi mesi fa – e pubblicato da 2K Games, il gioco ha avuto una lunga lavorazione. Una lavorazione che ha preso avvio da System Shock 2 addirittura del 1999, gioco di cui BioShock è considerato il “sequel spirituale”.
Basato sui romanzi distopici di George Orwell e sulla filosofia individualista della russa Ayn Rand, presenta una trama molto complessa e ricca di risvolti politici e filosofici. Risvolti che comportano riflessioni neppure troppo velate sul capitalismo, l’anarchia e il collettivismo.
Tutto nasce a Rapture, una immensa città sottomarina fatta costruire subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale come un esperimento sociale. Quella realtà presto degenera in una sorta di dittatura, anche per la comparsa di un batterio, Adam, in grado di modificare il patrimonio genetico umano e per questo ambitissimo.
Azione, emozioni e paura
Al di là di queste premesse, però, il gioco rimane uno sparatutto ricco di azione, emozionante e anche a tratti spaventoso, dotato di una grande trama e di una ottima atmosfera. L’elemento più importante, però, è l’ottimo gameplay, migliorato nel corso degli anni nonostante qualche iniziale problema tecnico su PC.
Anche in questo caso, infine, il successo di critica e di pubblico ha fatto sì che gli sviluppatori si mettessero subito all’opera per realizzare dei sequel. Oltre al già citato Infinite, uscito nel 2013, nel 2010 è stato lanciato BioShock 2.
I lavori per BioShock 4 sembrano da tempo in alto mare visto che lo stesso Ken Levine, capo della Irrational Games, ha spiegato come non sia per nulla certo che sarà il suo team a lavorare a questo sequel.
Altri 20 sparatutto in prima persona, oltre ai 5 già segnalati
Il genere degli sparatutto, come dicevamo all’inizio, con gli anni si è ampiamente sviluppato e cinque soli titoli – seppur importantissimi – non possono bastare. Pertanto abbiamo radunato qui di seguito altri 20 videogiochi di questo tipo che, nel passato remoto o in tempi più recenti, hanno fatto la storia.
6. Doom Eternal
Uscito di recente, nel marzo 2020, Doom Eternal è il quinto titolo della serie, seguito del Doom datato 2016. È stato sviluppato da id Software e rilasciato per Windows, PlayStation 4, Xbox One e Stadia. Presto dovrebbe comunque approdare anche su PS5, Xbox Series X e Nintendo Switch.
7. Destiny 2
Destiny 2 è uno sparatutto multiplayer che si gioca online gratuitamente. Sviluppato nel 2017 da Bungie, è uscito prima per PlayStation 4 e Xbox One, a pagamento, per poi arrivare nei mesi successivi su Windows e Stadia. Anche in questo caso sono previste versioni pure per PlayStation 5 e Xbox Series X.
8. Call of Duty: Warzone
Rilasciato nel marzo 2020 per PlayStation 4, Xbox One e Windows, Call of Duty: Warzone è stato sviluppato da Infinity Ward e Raven Software come parte del titolo Call of Duty: Modern Warfare, ma può essere giocato anche indipendentemente da esso.
9. Titanfall 2
Titanfall 2 risale al 2016, disponibile come al solito per Windows, PlayStation 4 e Xbox One. Al centro dell’azione ci sono dei piloti che guidano degli esoscheletri molto agili e ben equipaggiati. Il gioco è stato sviluppato da Respawn Entertainment.
10. Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege
Disponibile dal 2015 per Windows, PlayStation 4 e Xbox One, Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege è un gioco online che non presenta una storia unica, ma varie piccole missioni da svolgere in giocatore singolo. Il gioco è sviluppato da Ubisoft Montreal.
11. Half-Life: Alyx
Quella di Half-Life è una delle serie più gloriose della nostra lista. Eppure prima dell’uscita di Half-Life: Alyx ci sono voluti 12 anni per un nuovo titolo. In compenso, questo nuovo videogioco (uscito nel 2020 per Windows e Linux) non ha affatto deluso le attese.
12. Halo: The Master Chief Collection
Abbiamo deciso di includere nell’elenco anche un gioco-compilation: si tratta di Halo: The Master Chief Collection, rilasciato per la prima volta nel 2014 per Xbox One e poi, qualche anno più tardi, anche per Windows. Comprende ben 5 ottimi titoli della serie.
13. Battlefield: Bad Company 2
Sviluppato dalla svedese EA DICE, Battlefield: Bad Company 2 è stato pubblicato nel 2010 per tantissime piattaforme: oltre alle classiche PlayStation 3, Xbox 360 e Windows, uscì infatti anche per iOS e Kindle Fire. Il teatro di guerra, in questo caso, è il tempo presente.
14. Dishonored 2
Lanciato nel 2016 per Windows, Xbox One e PlayStation 4, Dishonored 2 è un videogioco stealth sviluppato dagli Arkane Studios. La sua caratteristica principale è il gameplay non lineare, che permette di concludere le missioni in molti modi diversi.
15. Wolfenstein II: New Colossus
La saga di Wolfenstein è famosa per essere una declinazione horror del classico sparatutto in prima persona. New Colossus è stato pubblicato nel 2017 per Windows, PlayStation 4 e Xbox One e due anni più tardi per Nintendo Switch.
16. Black Mesa
Black Mesa non è propriamente un titolo a se stante, ma, come abbiamo già anticipato, una conversione di Half-Life tramite le capacità grafiche più avanzate del motore grafico Source. Così il gioco riprende le dinamiche del titolo originale, con però un gameplay più avvincente. È disponibile per Windows e Linux e potrebbe arrivare su MacOS.
17. Overwatch
Overwatch è uno sparatutto in prima persona a squadre sviluppato da Blizzard Entertainment e pubblicato nel 2016 per Windows, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Le squadre sono formate da sei giocatori, ognuno dei quali può scegliere all’interno di un roster da 30 personaggi.
18. Counter-Strike
Anche Counter-Strike è nato come progetto derivato, per conto terzi, di Half-Life. Nel 1998 infatti due studenti universitari modificarono il codice sorgente del celebre gioco, pubblicando gratuitamente la loro mod. Poi col tempo il progetto è stato acquistato da Valve e oggi è disponibile per Windows, MacOS, Linux e Xbox.
19. Apex Legends
Apex Legends è un gioco free-to-play battle royale pubblicato nel 2019 da Electronic Arts (e sviluppato da Respawn Entertainment) per Windows, PlayStation 4 e Xbox One. Ambientato nello stesso universo narrativo di Titanfall, dovrebbe presto arrivare anche su Nintendo Switch.
20. Superhot
Non sono solo le grandi compagnie a lanciare titoli sul mercato degli sparatutto in prima persona; a volte, anzi, un progetto può partire dal basso. È il caso di Superhot, sviluppato dal 2014 al 2016 anche grazie al crowdfunding e poi rilasciato, un po’ per volta, per Windows, MacOS, Linux, Xbox One, PlayStation 4, Nintendo Switch e Google Stadia.
21. Left 4 Dead 2
Torniamo all’horror con Left 4 Dead 2, sviluppato sempre da Valve Corporation per Windows, MacOS e Xbox One nel 2009, a cui si è aggiunto poi Linux nel 2013. Il gioco si basa sul motore di Valve, Source, e si focalizza in particolare su un gameplay collaborativo.
22. Half-Life 2
Abbiamo citato spesso Half-Life ma abbiamo citato anche Half-Life 2, il suo seguito pubblicato nel 2004 da Valve Corporation. Ai suoi tempi il gioco fece epoca, aggiudicandosi una miriade di premi, e anche per questo è arrivato su praticamente tutte le piattaforme: Windows, Xbox, Xbox 360, PlayStation 3, MacOS e Linux.
23. Team Fortress 2
Anche Team Fortress 2 è un classico del suo genere, visto che risale al 2007. Fu sviluppato sempre da Valve tramite il suo motore Source, anche se qui, rispetto ad altri titoli, si esibì un certo humor. Oggi è free-to-play e disponibile per Windows, Xbox 360, PlayStation 3, MacOS e Linux.
24. Metro Exodus
Metro Exodus è invece recente, visto che è stato rilasciato nel 2019 da 4A Games per Google Stadia, PlayStation 4, Xbox One e Windows. Costituisce il terzo capitolo della saga di Metro, avviata nel 2010 e ispirata ai romanzi del russo Dmitrij Gluchovskij.
25. Borderlands 3
Borderlands 3 è anch’esso un sequel, ovviamente di Borderlands 2. Rilasciato nel 2019 per Windows, PlayStation 4, Xbox One e MacOS, successivamente è uscito anche per Stadia. È sviluppato da Gearbox Software e permette ai giocatori di completare diversi obiettivi e varie missioni secondarie.
E voi, quale sparatutto in prima persona preferite?