
Il cinema dell’orrore è vario e vasto, racchiudendo in sé le esperienze più disparate comunemente chiamate “sottogeneri”. Eppure tutti noi, nel profondo, riconosciamo come simbolo di un certo modo di fare horror quello sovrannaturale. Demoni, fantasmi, forze misteriose che sembrano sovvertire il naturale ordine delle cose ponendo noi esseri umani in una condizione subalterna quando non minoritaria. Sono le entità paranormali, al centro di fenomeni che sembrano andare contro le leggi della fisica e delle cosiddette “scienze esatte”, che regolano il nostro mondo.
L’orrore che suscita l’inspiegabile ci costringe a fare i conti con le paure che coviamo nel profondo. Temiamo tutto quel che non conosciamo, lo rifiutiamo, ma al cinema l’impossibile diventa possibile e in un film possiamo trovare il modo per esorcizzare i nostri timori ancestrali.
Un bravo regista sa come sfruttare questo da un punto di vista visivo, creando l’atmosfera giusta, coadiuvato da sceneggiatori, staff tecnico e cast.
Nonostante ciò, troppo spesso i film sul paranormale sembrano sempre uguali a loro stessi, fatti con lo stampino, mentre ripropongono dinamiche su dinamiche o trucchetti che alla lunga ottengono il risultato opposto a quello prefissato. Trovare quindi un horror decente di questo tipo sta diventando sempre più un’impresa.
Per tutti questi motivi questo articolo si propone di osservare da vicino cinque film sul paranormale che nel bene e nel male hanno affrontato l’argomento, tra spunti di originalità e il reiterarsi delle meccaniche di genere.
Indice
1. Paranormal Activity
Micah e Katie sono una coppia di giovani fidanzati coinvolti dagli strani e inspiegabili avvenimenti che stanno sconvolgendo la loro routine casalinga.
Paranormal Activity è un film a basso costo scritto e diretto da Oren Peli nel 2007. A metà strada tra mockumentary (falso documentario) e found footage (video ritrovato), il film divenne un vero e proprio fenomeno di culto all’uscita nei cinema nel 20081.
Girato in circa dieci giorni a casa del regista, con attori non professionisti, è l’esempio di come con pochi mezzi e sfruttando le meccaniche di genere si possa creare un horror paranormale in grado di terrorizzare le masse.
Cinema o giocattolo?
Questo non vuol dire che Paranormal Activity sia un buon film e in effetti la domanda sorge spontanea: si tratta di cinema o di un giocattolo atto a intrattenere spaventando?
A conti fatti, infatti, si tratta di un prodotto più simile a un videogioco in cui una serie infinita di jumpscare – intramezzati da noia assoluta – vengono sfruttati per far saltare sulla sedia gli spettatori.
L’orrore delle situazioni comuni
Senza quindi giudicare esteticamente il film, è indubbio che Paranormal Activity sia stato in grado di sfruttare il paranormale per ottenere spaventi a basso costo, un tanto al chilo. In fondo quel che viene rappresentata nel film, d’altra parte, è una situazione comune che sfocia nell’orrore.
A quanti di voi sarà capitato di sentire inquietanti rumori nel cuore della notte? O di trovare oggetti in una posizione diversa rispetto a quella in cui erano stati lasciati?
Se fenomeni come questi avessero una spiegazione unicamente paranormale, probabilmente la vita di tutti noi si trasformerebbe in un Paranormal Activity e forse basta questo pensiero a spaventare lo spettatore.
Il grande successo del film aprì comunque le porte ad un verso e proprio franchising cinematografico che ad oggi conta sei episodi tra sequel e prequel.
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2. The Blair Witch Project
Heather, Joshua e Michael, tre studenti di cinema, decidono di girare un documentario sulla leggenda locale della strega di Blair, che vivrebbe nei boschi presso Burkittsville, nel Maryland, dove tanti bambini sono scomparsi negli anni ’40.
The Blair Witch Project è un mockumentary del 1999 girato dalla coppia costituita da Daniel Myrick e Eduardo Sánchez.
Dal punto di vista cinematografico non solo inaugura la stagione del finto documentario in campo horror, ma rilancia la location del bosco come luogo ancestrale in cui fenomeni paranormali vengono legati a doppio filo con le primordiali paure dell’essere umano.
Il paranormale e la natura
The Blair Witch Project è un film che non mostra l’orrore ma lo lascia intuire. Non vengono mostrati veri e propri fenomeni paranormali ma gli effetti di questi su cose e persone. Niente salti sulla poltrona o trovate ad effetto, solo l’inquietudine che prende possesso, lentamente, tanto dello spettatore quanto degli attori.
Il paranormale ruba quindi spazio al raziocinio conducendo il film sulle strade della follia a partire dalla location, inquietante per via del decentramento che sposta il terrore dalla quotidianità della vita cittadina alla mancanza di punti di riferimento della natura incontaminata.
Aver convinto gran parte del pubblico che quella fosse una storia realmente accaduta ha contribuito a moltiplicare le paure dello spettatore. Perché, si sa, la realtà spaventa più della finzione. E l’idea che certi fenomeni possano essere reali distrugge qualunque certezza.
A The Blair Witch Project sono seguiti due sequel.
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3. Poltergeist – Demoniache presenze
I Freelings sono una normalissima famiglia media americana. Steve e Diane hanno una bella casa, un buon lavoro e tre figli.
Poltergeist è un film del 1982 diretto da Tobe Hooper e scritto e prodotto da Steven Spielberg. Il titolo stesso richiama un fenomeno paranormale che spesso viene confuso (anche a causa di questo film) con quello dei fantasmi, ma che in realtà è tutt’altro.
Il paranormale è quindi motore di una vicenda che coinvolge la tipica famiglia funzionale statunitense. Tutto ciò rende quello di Hopper un classico della cinematografia paranormale.
Un classico del cinematografia paranormale
In Poltergeist non solo il paranormale sconvolge la quotidianità, ma diviene oggetto stesso del film, che abbandona qualunque pretesa di razionalità scivolando nel fantastico (e qui si nota la mano di Spielberg).
L’idea che ci sia qualcosa oltre la morte, una vera e propria dimensione da cui il male potrebbe riversarsi sulla terra, non è certo una novità nel cinema horror. Questo film però è stato in grado forse di sfruttare per la prima volta la necessità di esorcizzare il paranormale attraverso la forza dell’amore. Umano contro sovrannaturale, dunque.
Poltergeist ha così dato vita a due sequel (Poltergeist II – L’altra dimensione e Poltergeist III – Ci risiamo), ad una serie televisiva nel 1996 e ad un remake nel 2015.
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4. 1408
Enslin è uno scrittore sensazionalista che cerca in tutti i modi di smascherare la natura ordinaria nei luoghi infestati più famosi e spaventosi d’America.
Quest’attività lo porta nel famoso Dolphin Hotel di New York, albergo al cui interno è presente la stanza 1408. Lì si dice che il verificarsi di fenomeni paranormali abbia portato ad almeno 13 casi di suicidio e a numerose morti per cause naturali. Ma ci sarà davvero il male in una stanza d’albergo?
Una storia di fantasmi atipica che ha per protagonisti gli spettri della memoria evocati da una camera d’albergo stregata, infestata da una presenza di origine demoniaca.
I fenomeni paranormali sono quindi lo strumento che la camera usa per penetrare quell’angolo oscuro della mente di chi la abita. E così si scatenano le fauci di una presenza malevola che si nutre di esseri umani spingendoli all’autodistruzione, per poi tenere imprigionate le loro anime al suo interno.
Il male in una camera d’albergo
1408 sfrutta il mistero che rappresentano le camere d’albergo, luoghi “inquietanti per definizione”, in cui i fenomeni paranormali prendono una forma estranea, insinuandosi nell’individuo fino all’emergere della paura primordiale di trovarsi imprigionati in un non-luogo.
La follia quindi diviene l’unico rifugio. Ma che succede se i veri fantasmi sono rinchiusi nella mente umana?
Parliamo ovviamente di un film solido ma diretto da un mestierante, che non rimarrà mai negli annali della cinematografia. Nulla di speciale, quindi, soprattutto se paragonato poi ad un capolavoro come Shining di Stanley Kubrick, anch’esso tratto da un’opera di King e che tratta temi molto simili.
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5. L’evocazione – The Conjuring
Gli investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren, demonologo lui e sensitiva lei, vengono coinvolti nel caso della famiglia Perron, vittima di una presenza maligna nella loro casa che sta mettendo in pericolo la loro vita e quella di chi li circonda.
L’evocazione è un film del 2013 diretto da James Wan e liberamente tratto da uno dei casi realmente affrontati dai coniugi Warren, demonologi famosissimi negli anni ’70 soprattutto per essere stati coinvolti nel caso di Amityville (da cui fu tratta un famosa serie di film dell’orrore).
Un film tratto da una storia vera?
I fenomeni paranormali raccontati nel film di Wan permettono – attraverso il classico gioco del vedo e non vedo – di determinare le esistenze di personaggi che, grazie alla bravura del regista e degli sceneggiatori Chad e Carey Hayes, appaiono vivi e di cui non possiamo fare altro che condividere le sorti.
Peccato solo che i tanti jumpscare e il rocambolesco finale minino l’atmosfera di inquietudine fin lì costruita con mestiere.
Ma forse a spaventare di più in The Conjuring è l’idea che la storia del film sia tratta da un caso “reale”. E che quindi, se così fosse, il paranormale potrebbe davvero esistere, distruggendo le certezze di tutti noi spettatori al sicuro nelle nostre case.
A L’evocazione è seguito un sequel (The Conjuring 2) e ben tre spin-off (Annabelle, Annabelle 2 e il recente The Nun).
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