A Hong Kong hanno trionfato i democratici

Di solito nelle nostre pagine parliamo poco di politica, sia perché le cose belle, in quell’ambito, sono poche, sia perché la politica sa essere in certi casi altamente divisiva. Ci sono delle occasioni, però, in cui quello che avviene non può che essere giudicato assai positivamente da chi ama la libertà e la giustizia: e tra queste c’è sicuramente la recente affermazione dei democratici alle elezioni distrettuali di Hong Kong.

Nel weekend scorso si sono tenute infatti delle importanti elezioni locali utili a tastare il polso dell’elettorato di Hong Kong dopo le numerose proteste delle scorse settimane. Il primo risultato, salutato con entusiasmo dagli osservatori, è stata la grande affluenza alle urne.

Lo skyline di Hong Kong, una delle città più popolose della Cina
È andato a votare infatti il 71,2% degli aventi diritto, una percentuale che in Italia potrebbe essere vista come normale o addirittura deludente, ma che ad Hong Kong rappresenta un record storico. Basti pensare che nel 2015 i votanti erano stati appena il 47%.

Inoltre, questa grande affluenza ha decretato il trionfo del fronte pro-democrazia, che si è aggiudicato quasi il 90% dei seggi disponibili, ovvero 396 su 452 totali. Il fronte avverso, quello legato all’establishment locale e quindi alla Cina, ha invece ottenuto una sessantina scarsa di seggi, perdendone 240 rispetto a quattro anni fa.

Tra i nuovi eletti ci sono molti dei leader della protesta che ha coinvolto la città. Il governo di Carrie Lam ha ammesso la sconfitta e ha annunciato che «rispetterà il risultato del voto». Il Ministro degli Esteri cinese, però, ha ribadito che «Hong Kong è parte integrante della Cina, a prescindere dal risultato elettorale». Vedremo a quali novità questo risultato porterà.

   

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