A Pompei gli scavi non si interrompono mai. E ogni tanto portano alla luce degli oggetti che da un lato permettono di riscrivere la storia del luogo, o quantomeno definirla meglio, e dall’altro anche di mostrare aspetti della vita quotidiana dell’epoca a cui non sempre si presta troppa attenzione. A questa seconda schiera appartengono i resti di uno scrigno ritrovati di recente, che ora sono stati identificati come appartenenti forse a una fattucchiera.
Il ritrovamento è stato fatto all’interno della Casa del Giardino, che già da tempo sta fornendo materiale agli studiosi. In una stanza lontana da quelle padronali è stato infatti rinvenuto uno scrigno in legno e metallo, ovviamente molto malridotto, che conteneva però strani oggetti.
Al suo interno c’erano specchi, collane, ma anche amuleti, bamboline, campanelle, un piccolo teschio, una spiga di grano, dei falli e dei pugni chiusi. Tutti oggetti che secondo Massimo Osanna, l’archeologo che dirige il Parco, farebbero pensare a una donna dedita all’attività di fattucchiera o maga.
Probabilmente questi oggetti non appartenevano infatti alla padrona di casa, in quanto poco preziosi (seppur belli). Più probabile che invece fossero di una delle schiave della famiglia, una schiava che però evidentemente era considerata particolarmente abile nello scacciare la malasorte dalle donne che si rivolgevano a lei in cerca d’aiuto.
I romani pensavano infatti che oggetti di quel tipo potessero aiutare nel concepimento, nella seduzione degli uomini, nel buon esito di un parto o di un matrimonio. Gli amuleti probabilmente venivano quindi usati in appositi rituali, e la fattucchiera, se così vogliamo chiamarla, agiva non solo per la famiglia, ma anche per altri abitanti della città.