Altre cinque cover di canzoni insospettabili

Un'immagine dal video di It's Oh So Quiet, celebre canzone di Björk che in realtà è una cover

Chi ascolta ogni giorno musica alla radio, si imbatte con ogni probabilità in una cover, un rifacimento di una canzone del passato da parte di un altro cantante. Una pratica molto più diffusa di quanto non si immagini e che va avanti ormai da decenni.

Già in una precedente occasione, infatti, vi abbiamo parlato di alcune celebri canzoni che in realtà sono cover. Ma questo argomento è troppo vasto e interessante per esaurirlo in un unico articolo.

Ecco dunque a voi altre cinque canzoni, di un lontano o recente passato, che possiedono tutte la caratteristica comune di essere delle cover.

 

1. Twist and Shout

I Beatles arrivano per terzi

Twist and Shout è una canzone interpretata dai Beatles e incisa nel 1963, inserita nell’album Please Please Me [1].

La versione originale di Twist and Shout viene però scritta nel 1961 da Phil Medley e Bert Berns e registrata una prima volta nel 1961 dai Top Notes. Berns tuttavia rimane profondamente insoddisfatto del risultato finale, non facendosi problemi a esternare ciò al produttore Phil Spector.

I Beatles e il loro disco Twist and Shout, in realtà una cover

Deciso a portare il pezzo da lui scritto sotto le luci della ribalta, Berns – nel ruolo di produttore – affida nel 1962 la prima cover di Twist and Shout al gruppo degli Isley Brothers, ottenendo finalmente il successo bramato. Questa è la versione che più si avvicina a quella dei Beatles, che ne hanno dato una interpretazione comunque unica e inimitabile.

Per il loro album d’esordio, i Beatles incidono 14 canzoni. Dieci di queste, per motivi di budget, vengono registrate in una sola sessione di tredici ore avvenuta l’11 febbraio 1963.

Twist and Shout è l’ultima canzone registrata e sottopone a uno sforzo considerevole le corde vocali di John Lennon, il quale poi si rifiuta di ricantarla. Il produttore George Martin non insiste e mantiene così la prima registrazione, quella che tutti voi conoscete.

 

2. Ring of Fire

Tutto in famiglia

Ring of Fire è una canzone interpretata da Johnny Cash e incisa nel 1963, venendo pubblicata come disco singolo [2].

La versione originale di Ring of Fire viene però scritta nel 1962 da June Carter e Merle Kilgore. June Carter aveva avuto e avrebbe avuto relazioni amorose travagliate – una delle quali con lo stesso Johnny Cash – e trasferisce le sue impressioni sui suoi amori cocenti in questa canzone, con l’apporto del musicista Merle Kilgore.

Ring of Fire di Johnny Cash

Il pezzo viene affidato alla sorella di June, Anita Carter, la quale ne incide la prima versione nel 1962. Cash ne rimane intrigato, ma sente che manca qualcosa nella musica, e gli piacerebbe aggiungere un sottofondo musicale di trombe. Quindi dice ad Anita Carter che, se entro sei mesi Ring of Fire non diventerà una hit, lui ne realizzerà una sua versione.

Così accade e Johnny Cash re-incide la canzone, modificando anche in maniera leggera il testo originale. Essa diviene quindi un successo internazionale, oggetto di decine di altre cover negli anni successivi.

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Johnny Cash e June Carter avrebbero infine estinto le fiamme “dell’anello di fuoco” nel 1968, unendosi in matrimonio dopo una relazione durata 13 anni.

 

3. I Fought the Law

Un inno contro la guerra di quattro generazioni

I Fought the Law è una canzone interpretata dal gruppo dei Clash e incisa nel 1979, inserita nell’album The Cost of Living [3].

La versione originale di I Fought the Law viene però scritta nel 1958 da Sonny Curtis – in circa 30 minuti, a detta dell’artista – e incisa l’anno successivo dal gruppo dei Crickets. Anche se il pezzo non consegue un grande successo, viene apprezzato da numerosi artisti della scena musicale americana.

I Fought the Law, uno dei pezzi più famosi dei Clash

Uno di questi, Bobby Fuller, ne incide una cover nel 1965 con la sua band, Bobby Fuller Four, ottenendo un grande riscontro. Il ventitreenne cantante, però, non fa in tempo a godere dei benefici di questa fama in quanto, pochi mesi dopo, muore a causa di una asfissia mentre si trova nell’auto di sua madre.

Tredici anni dopo, Joe Strummer e Mick Jones del gruppo inglese dei Clash si trovano a San Francisco per registrare alcune sovraincisioni del loro album Give ‘Em Enough Rope. Nello studio di registrazione si imbattono in una serie di jukebox nelle cui playlist è inserita anche I Fought the Law, nella versione di Bobby Fuller.

I due artisti ne rimangono conquistati e, tornati in Inghilterra, iniziano a eseguire la loro versione del brano in alcuni concerti, prima di incidere un singolo nel maggio 1979. Il successo è immediato e permette alla band, pochi mesi dopo, di iniziare a farsi conoscere e apprezzare anche negli Stati Uniti.

 

4. Tainted Love

Il successo dopo due flop

Tainted Love è una canzone interpretata dal gruppo dei Soft Cell e incisa nel 1981, venendo pubblicata come disco singolo nel mese di luglio e qualche mese dopo inserita nel loro album d’esordio, Non-Stop Erotic Cabaret [4].

La versione originale di Tainted Love viene però scritta nel 1964 da Ed Cobb e incisa l’anno successivo da Gloria Jones, venendo pubblicata come B-Side.

Tainted Love dei Soft Cell

La canzone passa del tutto inosservata e precipita nell’oblio, fino a quando, circa dieci anni dopo, comincia a essere programmata in alcuni locali underground inglesi. Venuta a conoscenza di ciò, Gloria Jones incide una seconda versione di Tainted Love nel 1976, ma anche questa si rivela un flop.

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In uno di questi locali underground lavora come guardarobiere Marc Almond, che come molti giovani della sua generazione spera di riuscire a sfondare come cantante. Costui fonda nel 1977 insieme al suo amico David Ball il gruppo dei Soft Cell, iniziando a esibirsi in alcuni piccoli concerti live e proponendo nel repertorio anche Tainted Love.

Il successo dei Soft Cell

Notati da una casa discografica, i Soft Cell incidono il singolo di questa cover, usando dei sintetizzatori come vuole la moda del tempo, ma donando così alla canzone anche un sound unico.

Questo singolo ottiene un successo strepitoso, lanciando la carriera del gruppo, ed è da questa versione che Marylin Manson nel 2001 “prende spunto” per creare la sua decisamente personale interpretazione di questa canzone.

 

5. It’s Oh So Quiet

Dalla Germania all’Islanda

It’s Oh So Quiet è una canzone interpretata dalla cantante islandese Björk ed incisa nel 1995, all’interno dell’album Post [5].

La versione originale di It’s Oh So Quiet viene però scritta nel 1948… ed è in tedesco! La canzone si intitola infatti Und jetzt ist es still e viene incisa da Horst Winter, su musica di Hans Lang e testi di Erich Meder. Tre anni dopo, nel 1951, il musicista Bert Reisfeld ne adatta il testo in inglese e crea un nuovo e più accattivante arrangiamento.

Björk e la sua It's Oh So Quiet

It’s Oh So Quiet viene dunque interpretata per la prima volta in inglese da Betty Hutton – attrice anche in svariati film, il più celebre dei quali è Il più grande spettacolo del mondo – e pubblicata come B-Side.

La versione di Björk è praticamente uno specchio fedele di questa ultima interpretazione, compresi i vari “urletti”. Tuttavia, è a lei che il successo infine arride, grazie anche a uno splendido video musicale diretto da Spike Jonze.

 

E voi, quale cover preferite?

Ecco altre cinque cover di canzoni insospettabili: vota la tua preferita.

 

Note e approfondimenti

[1] Qui potete vedere il quartetto di Liverpool eseguire il brano live all’Ed Sullivan Show nel 1964.
[2] Potete riascoltarla eseguita da Johnny Cash in questo video televisivo.
[3] Qui il video ufficiale, realizzato a suo tempo dalla band.
[4] Se non ricordate questa pietra miliare della musica anni ’80 potete riascoltarla qui.
[5] La potete riascoltare – e rivedere – qui.

 

Segnala altre cover di canzoni insospettabili nei commenti.

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