Altri cinque storici giochi per bambini all’aperto e di strada

Un, due, tre, stella, un classico tra i giochi per bambini all'aperto

Qualche mese fa, quando la bella stagione iniziava ad affacciarsi all’orizzonte, vi abbiamo proposto un articolo con alcuni storici giochi per bambini da fare all’aperto, spiegandovene le regole e raccontandovi un po’ della loro storia. Ora che l’estate è arrivata non ci dovrebbe essere tempo per interessarsi più di tanto ai giochi da fare in strada o al parco, sostituiti da quelli da spiaggia, con tuffi, nuotate, partite a beach volley e quant’altro.

Ma il meteo è abbastanza inclemente e, a noi come forse anche a voi, è capitato spesso in questi giorni di dover intrattenere dei bambini costretti a stare – a causa della pioggia – sotto ad una tettoia. Per questo vi vogliamo presentare una sorta di “seconda puntata” della nostra guida, in modo da darvi qualche altro suggerimento che magari potrebbe non venirvi in mente al momento opportuno. Ecco quindi altri cinque storici e bei giochi per bambini all’aperto.

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Un, due, tre, stella!

Statue, corse e alcune varianti internazionali

Un, due, tre, stella, un classico tra i giochi per bambini all'apertoUn gioco molto antico e diffuso con leggere variazioni in tutto il mondo è Un, due, tre, stella!. Un gioco che assicura una buona dose di divertimento se si è in un gruppo numeroso e consente di giocare sia all’aperto sia, se la stanza è grande, al chiuso. Le regole tradizionali in Italia prevedono che un bambino si metta a un capo del campo, appoggiato contro un muro o un albero, e tutti gli altri giocatori al capo opposto. Mentre quello che “sta sotto” comincia a contare, gli altri devono correre per avvicinarsi a lui, ma quando la conta finisce (con la formula «Uno, due, tre, stella!») e chi sta sotto si gira, i giocatori si devono immobilizzare. Se non riescono a mantenere la posizione e il controllore li scorge muoversi, questi devono retrocedere – a seconda delle versioni – o all’inizio del campo o alla posizione che occupavano prima dell’ultimo turno di corsa.

Vince chi per primo riesce ad arrivare a toccare chi “sta sotto” mentre questi è girato e, volendo, a pronunciare la parola «Stellone!». Interessanti, però, anche alcune versioni internazionali. Nei paesi anglosassoni il gioco è chiamato Statues o Red Light/Green Light, o ancora Grandmother’s Footsteps, ma le regole sono le stesse. L’unico cambiamento è che chi sta sotto può girare tra le statue per controllarle meglio e, in questa fase, se non visti, i giocatori possono avanzare di qualche passo.


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Inoltre, quando si gioca a Luce rossa, luce verde si può aggiungere una “luce arancione” (a mimare il semaforo) che impone ai giocatori di camminare invece di correre. Una variante meno dinamica, infine, è Le belle statuine. In questo caso, chi sta sotto conta fino a 10 e quando si gira tutti i giocatori devono aver assunto una fantasiosa forma di statua. Chi sta sotto sceglie la più bella cedendo così il posto da giudice a un altro giocatore.

 

Bastian contrario

Un gioco di logica che s’ispira ad un’espressione idiomatica

Il bastian contrarioDivertente non solo per la dinamica interna al gioco stesso ma anche per i suoi intrighi logici è anche il Bastian contrario, attività che si ispira alla celebre espressione idiomatica italiana. Le regole sono semplici. C’è una persona che come al solito “sta sotto” mentre tutti i giocatori gli si pongono di fronte, girati verso di lui; chi sta sotto dà quindi un ordine (ad esempio «In piedi!», o «Alzate il braccio destro!», o «Ridete!») e i giocatori non devono eseguire quell’ordine, ma fare l’esatto contrario. Quindi, rispettivamente, sedersi, alzare il braccio sinistro, piangere e così via. Chi sbaglia ad eseguire l’ordine esce dal gruppo e il gioco – che diventa più complesso man mano che le istruzioni vengono date velocemente – termina quando rimane un solo giocatore in campo. Questi viene proclamato quindi vincitore e passa a dare le direttive per la nuova manche.

Interessante è anche la storia del nome del gioco e quindi dell’espressione “bastian contrario”. Presente solo nella lingua italiana, infatti, questa frase ha dato parecchio filo da torcere ai linguisti, che nel corso dei decenni ne hanno proposto tre diverse origini. Le prime due si richiamano l’una con l’altra e potrebbero avere la stessa radice. Nel primo caso si ricorda un brigante leggendario, tale Bastiano Contrari, morto impiccato per le sue malefatte e da lì diventato l’emblema per antonomasia – complice anche il cognome – di chi fa sempre il contrario di quanto gli viene richiesto. Nel secondo, la città di Castelvecchio di Rocca Barbena, in provincia di Savona, fa riferimento a un certo Bastian Contrario, che lì morì in battaglia combattendo da mercenario.


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Esiste, come detto, però anche una terza versione che si rifà al fatto che l’espressione ha avuto forse origine in Piemonte. In questo caso si ricorda il Conte di San Sebastiano che, a metà del ‘700, durante la battaglia dell’Assietta, disobbedì agli ordini che gli dicevano di ripiegare e, così facendo, riuscì a consegnare la vittoria all’esercito sabaudo nei confronti dei francesi.

 

Buca il palloncino

E poi fallo correre

Coi palloncini si possono creare molti giochiMolto divertente e dinamico è anche il terzo gioco della nostra cinquina, in cui per una volta sono però necessari anche alcuni elementi che bisogna essersi procurati per tempo, cioè dei palloncini già gonfiati e dello spago. Le regole sono molto semplici. Ad una delle caviglie di ogni bambino viene legato un palloncino e, quando si dà il via, ognuno dovrà cercare di far scoppiare, col piede libero, il palloncino di un avversario. Allo stesso tempo dovrà però difendere il proprio. Vince chi rimane, per ultimo, col proprio palloncino ancora integro.

Un gioco simile, almeno per strumenti necessari, è anche La corsa dei palloncini, che si può iniziare una volta che ci si è stufati del primo. In questo caso, si prepara una linea di partenza dietro alla quale vengono posti tutti i giocatori, ognuno con un palloncino bello gonfio in mano. Al via questo deve esser messo a terra e, usando la forza dei propri polmoni e del proprio soffio e senza toccarlo, i giocatori dovranno cercare di spingere avanti il loro palloncino, in una sorta di corsa.

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Vince chi per primo arriva al traguardo (che è consigliabile non porre troppo distante, perché spingere avanti i palloncini col soffio può essere un’esperienza estenuante). Una variante interessante a quest’ultimo gioco è quella che prevede l’uso della testa (ma non delle mani o dei piedi) per portare avanti il palloncino, strisciando sul terreno.

 

Rubabandiera

E le sue varianti per adulti e in stile guerresco

Rubabandiera, uno dei più famosi giochi per bambini all'apertoArriviamo dunque a quello che è forse il più classico, antico e famoso gioco di questa nostra cinquina, Rubabandiera, noto a volte – in base alle varie tradizioni regionali – anche come Bandierina o Fazzoletto. Le regole sono arcinote: ci si divide in due squadre composte dallo stesso numero di giocatori, e i contendenti si dispongono su due file parallele che si guardano l’una con l’altra. Ad ogni giocatore viene assegnato un numero progressivo, in modo che ci siano due numeri 1 (uno per ciascuna squadra), due numeri 2 e così via.

A metà strada tra le due file si pone chi dirige il gioco, esibendo un fazzoletto, una bandiera o qualcosa di simile. A lui il compito di chiamare i numeri che dovranno contendersi, di volta in volta, la bandiera. Quando questi chiama un numero, infatti, i due avversari dovranno correre verso di lui per prendere la bandiera, senza però, una volta presa, farsi toccare dall’altro. Il punto va infatti al giocatore (e, di conseguenza, alla sua squadra di appartenenza) che riesce a rubare la bandiera e portarla oltre la linea del proprio team senza venir sfiorato dall’avversario. Se invece chi non riesce a prendere la bandiera riesce però a toccare il nemico, guadagna il punto.


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Il gioco è quindi di velocità ma anche di arguzia e di intelligenza e non è raro che un giocatore più lento, ma più accorto, possa trionfare. Inoltre esistono anche varianti per gli adulti. Ad esempio chi tiene la bandiera può chiamare anche due numeri insieme, e in quel caso uno dei due membri della squadra dovrà salire sulle spalle dell’altro. Oppure se ne possono chiamare anche tre, con due che intrecciano le braccia a fare una sedia e il terzo che ci sale sopra.

In varie versioni internazionali il gioco (chiamato Capture the Flag) è strutturato infine in maniera diversa, più simile a una vera e propria battaglia. Ci sono ancora le due squadre poste dietro a due linee, ma stavolta ogni squadra ha una propria bandiera – tenuta all’interno del proprio territorio – che gli avversari cercheranno di rubare intrufolandosi (senza farsi toccare) all’interno delle linee nemiche. Quando si viene toccati si finisce in una sorta di prigione (da cui si può essere liberati solo tramite il tocco di un compagno di squadra) e il gioco termina quando un giocatore riesce a portare, incolume, la bandiera avversaria nella propria base.

 

Sedie musicali

E la sua variante Soffia un vento freddo

Il gioco delle sedie musicali fatto da alcuni adultiConcludiamo con un altro gioco classico, che viene giocato al chiuso – e in presenza di un impianto stereo – ma che la diffusione degli smartphone e degli iPad ha ormai reso adatto ad ogni ambiente: Sedie musicali. Si dispongono un certo numero di sedie (una in meno rispetto al numero dei giocatori) o in cerchio con la seduta rivolta verso l’esterno, o in una doppia fila in cui alcune sono orientate a destra e alcune a sinistra. Dopodiché si fa partire la musica e si chiede ai giocatori di cominciare a muoversi in cerchio attorno alle sedie, eventualmente anche ballando. Quando, all’improvviso, la musica viene fermata, tutti i giocatori devono correre per sedersi su una sedia e quello che rimane in piedi esce dal gioco. Al turno successivo viene tolta un’ulteriore sedia e così si prosegue fino a quando rimane una sola sedia per due giocatori e uno dei due vince.

Il gioco è diffusissimo in tutto il mondo, con nomi pressoché simili (tranne nelle Filippine e in Germania, dove si chiama Viaggio a Gerusalemme, in Austria, dove si chiama Viaggio a Roma – forse con un qualche legame col vecchio proverbio «Chi va a Roma perde la poltrona» –, in Romania, dove si chiama Uccellino, sposta il tuo nido, e in Svezia, dov’è noto come Tutto il mare è in tempesta). Esistono, anche in questo caso, molte variazioni sul tema. In assenza di sedie si può infatti giocare facendo in modo che, allo stop della musica, tutti si siedano per terra, con l’ultimo che si siede che viene eliminato. Oppure si può decidere che quando la musica viene messa in pausa tutti si immobilizzino come delle statue, e chi si muove venga eliminato dal gioco.

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Infine, negli anni ’70 è stata sviluppata da Andrew Fluegelman – un editore e programmatore americano, responsabile dell’invenzione del freeware – una versione meno competitiva del gioco chiamata Soffia un vento freddo. In questa variante all’inizio tutti i giocatori sono già seduti sulle sedie e un solo giocatore – quello che “sta sotto” – è in piedi. Quest’ultimo pronuncia la frase «Soffia un freddo vento su…» aggiungendo un modo per identificare alcuni giocatori (ad esempio «…chi indossa qualcosa di blu», o «…chi ha il nome che comincia per A»). A questo punto, tutti quelli che rispondono a quella definizione devono alzarsi e cercare un’altra sedia, mentre nel frattempo anche chi sta sotto cerca di sedersi su una delle sedie rimaste libere. Chi non riesce a sedersi diventa quello che sta sotto e avrà il compito di formulare la nuova frase con «Soffia un vento freddo su…».

 

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