Anche un biglietto d’odio anonimo può generare qualcosa di buono

A fine luglio Randa Ragland, una donna di Pinson, in Alabama, ha trovato nella sua cassetta delle lettere una missiva anonima. In essa la donna veniva attaccata per il modo in cui teneva la sua casa, un modo così indecoroso da svalutare le altre case del circondario. La Ragland non si sarebbe però immaginata che nel giro di pochi giorni quella lettera carica d’odio si sarebbe trasformata in una risorsa.

«Il tuo obbrobrio abbassa il valore di rivendita delle nostre case. Chi vuoi che voglia comprare una casa vicino alla tua e guardare ogni giorno verso di essa? Non serve chissà quale sforzo, deve solo fregartene. Fai meglio!!!», vi si leggeva. L’anonimo autore non ha considerato, però, la particolare situazione della Ragland.

Il marito della donna ha infatti da poco perso il lavoro e, soprattutto, al figlio di 3 anni è stato diagnosticato un cancro, un neuroblastoma al quarto stadio. In una situazione del genere nessuno, ovviamente, ha il tempo o la voglia di curare il giardino.

Presa dallo sconforto per la missiva, la Ragland l’ha fotografata e postata su Facebook, forse alla ricerca di una parola gentile da qualche amico. La cosa però è andata ben oltre: in breve il post è diventato virale in città, così come la storia della Ragland. E uomini e donne del posto hanno creato una pagina Facebook di sostegno.

Nel giro di poche ore casa Ragland era piena di volontari: il prato è stato tagliato, i detriti rimossi, la dispensa si è riempita. Tra i volontari c’era anche un uomo, Joey Harding, che ha perso da poco una figlia per la stessa malattia del piccolo dei Ragland. Ha dichiarato che l’aiutare quella famiglia è stato utile anche a lui, per iniziare ad affrontare il lutto.

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