Il bacio nell’arte: 21 quadri e sculture famose

Il bacio tra Amore e Psiche di Antonio Canova, uno dei più famosi della storia dell'arte (foto di sailko via Wikimedia Commons)
Il bacio tra Amore e Psiche di Antonio Canova, uno dei più famosi della storia dell'arte (foto di sailko via Wikimedia Commons)

Per vari motivi, il bacio è spesso stato al centro dell’immaginario dei poeti, soprattutto di un certo periodo storico. La definizione che ne diede a fine ‘800 Edmond Rostand, identificandolo come un apostrofo rosa tra le parole “T’amo”, è leggendaria.

Ed è il simbolo di un’epoca tardoromantica in cui i sentimenti la facevano da padrone e la poesia aveva il compito di rappresentarli appellandosi alle più alte vette della lingua.

Quando le arti rappresentano il bacio

Ma non è stata solo la letteratura ad esaltare il bacio. Anche le arti visuali ci hanno provato, con esiti a volte ancora più convincenti della poesia. Qualche tempo fa, non a caso, vi abbiamo presentato alcune delle più celebri e significative foto di baci, ma oggi vogliamo completare l’opera andando direttamente alla radice della questione.

E cioè analizzando le opere di pittori e scultori che per secoli hanno tentato di affrontare questo tema. Tra Cupidi e miti antichi, baci casti e baci passionali, leggende cavalleresche e vicende bibliche, le possibilità di scelta erano abbastanza ampie.

Abbiamo cercato di concentrarci sulle opere più celebri e rappresentative, individuando i baci famosi nell’arte che a nostro parere vale la pena ricordare. Eccoveli.

 

1. Amore e Psiche di Antonio Canova

La tensione amorosa non ancora sprigionata

La favola di Amore e Psiche è uno di quei racconti che, nel corso della storia dell’umanità, hanno influenzato artisti, poeti ma anche semplici appassionati di letteratura e amanti.

Raccontata da Apuleio all’interno del romanzo L’asino d’oro (o Le metamorfosi, che era probabilmente il titolo originale), è una storia di iniziazione misterica che probabilmente lo scrittore latino aveva tratto da alcune tradizioni orali.

Il bacio tra Amore e Psiche di Antonio Canova, uno dei più famosi della storia dell'arte (foto di sailko via Wikimedia Commons)
Il bacio tra Amore e Psiche di Antonio Canova, uno dei più famosi della storia dell’arte (foto di sailko via Wikimedia Commons)

Psiche, donna di ineguagliabile bellezza, suscita proprio per la sua avvenenza l’ira di Venere, che le manda contro il figlio Cupido (ovvero Amore), perché questi la faccia innamorare dell’uomo più brutto della Terra.

La curiosità e le prove da superare

Un errore con le frecce, però, fa sì che sia Cupido ad innamorarsi di lei, dando origine a un rapporto proibito e nascosto in cui il dio non rivela la sua vera natura all’amante. Proprio la curiosità di lei sarà causa, però, di una separazione che verrà ricomposta solo dopo il superamento di varie prove.

Questo soggetto, già rappresentato centinaia di volte nell’arte, divenne a fine ‘600 il modello per una serie di celebri sculture in stile neoclassico realizzate da Antonio Canova. L’artista era allora poco più che trentenne ma già grande promessa dell’arte europea.

Tre versioni della stessa opera

Canova ne realizzò tre versioni, una con i personaggi in piedi che è conservata a San Pietroburgo, una con Amore e Psiche in piedi e appoggiati l’uno all’altro che è al Louvre e infine quella più celebre – e realizzata per prima – che vedete qui di fianco, conservata anch’essa al Louvre di Parigi.

L’opera coglie, secondo i dettami del Neoclassicismo, l’istante immediatamente precedente al bacio, in cui la tensione tra i due amanti è massima e le emozioni e la passione non sono ancora state rilasciate. Posta su una pedana rotante per volere dello stesso Canova, è una scultura che può e deve essere ammirata a tutto tondo, da diverse angolazioni.

Vale la pena infatti di cogliere il morbido intreccio tra i corpi, il “senso della carne” che l’artista cercava in ogni sua opera, la costruzione piramidale richiamata anche dalle braccia di Psiche che segnano, col loro profilo, il punto focale del gruppo.

 

2. Il bacio di Francesco Hayez

Amore e Risorgimento

Allievo del Canova, almeno nei suoi anni giovanili, fu anche il veneziano Francesco Hayez. Una figura nella quale il Neoclassicismo cedeva il passo al Romanticismo e in particolare al Romanticismo storico, corrente che – in pittura come in letteratura – esaltava la memoria del Medioevo come epoca in cui erano sorti gli spiriti nazionali.

Il romanticismo di Hayez è sempre stato ritenuto piuttosto freddo, ed in effetti anche il suo Bacio non è paragonabile, per passionalità, a quello quasi contemporaneo di Rodin, che vedremo a breve.

Il bacio di Francesco Hayez

Non si può però non riconoscere al maestro italiano da un lato l’impeccabile capacità figurativa, dall’altro la fedeltà ai valori del Risorgimento, di cui fu anzi forse il principale interprete nella penisola.


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Il quadro, commissionato da Alfonso Maria Visconti di Saliceto e mostrato al pubblico per la prima volta all’esposizione di Brera del 1859, ha infatti un significato che va al di là della prima lettura. Il colore delle vesti (rosso con penna verde per lui, azzurro per lei) sembra infatti richiamare le bandiere della nascente Italia e della Francia.

L’alleanza tra Italia e Francia

Con quel bacio, Hayez avrebbe insomma voluto simboleggiare la nuova alleanza tra i due paesi, siglata a Plombières appena l’anno prima e ratificata nel 1859. Inoltre, la scena, con l’uomo che ha la gamba già su uno scalino mentre un’ombra si avvicina sullo sfondo, lascia pensare a un patriota pronto per partire verso la guerra che saluta, quindi, l’amata forse per l’ultima volta.

In questo senso, l’ambientazione medievale data dall’architettura che si intravede sullo sfondo e dai vestiti dei soggetti sembra più che altro una forma di camuffamento a cui Hayez non era nuovo. L’opera, d’altro canto, fu iniziata probabilmente ancora sotto il dominio austriaco e resa pubblica appena tre mesi dopo l’ingresso di Vittorio Emanuele II a Milano.

Il quadro, il più celebre dell’artista veneziano e probabilmente di tutto il Romanticismo italiano, è oggi conservato nella Pinacoteca di Brera di Milano, dove lo stesso Hayez insegnò per molti anni.

 

3. Il bacio di Auguste Rodin

L’amore tragico di Paolo e Francesca

La seconda delle sculture che abbiamo scelto per la nostra lista è Il bacio, realizzata tra il 1888 e il 1889 da Auguste Rodin. L’opera fu pensata inizialmente per essere inclusa ne La porta dell’Inferno, un poderoso portale di oltre sei metri d’altezza che il francese stava realizzando per il nascituro Musée des Arts Décoratifs.

Si tratta di un gruppo scultoreo in marmo alto quasi due metri che intende rappresentare il rapporto passionale tra Paolo e Francesca così com’è descritto da Dante nel quinto canto dell’Inferno.

Il bacio di Auguste Rodin

La storia dei due amanti è nota. Nel cerchio dei lussuriosi Alighieri incontra infatti Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, due amanti lì finiti per adulterio. Francesca era infatti sposata al fratello di Paolo, Gianciotto, ma leggendo con il cognato le storie di Lancillotto e Ginevra non seppe resistere alla tentazione dell’amore che tra i due stava nascendo.

Amor, ch’a nullo amato…

Amor, ch’a nullo amato amar perdona è il celebre verso con cui Dante, tramite le parole di Francesca, spiega l’ineluttabilità del rapporto d’amore tra i due. Un rapporto iniziato con un bacio e sfociato poi nella morte per mano del geloso Gianciotto.

Rodin era un grande ammiratore di Dante. Di lui scriveva: «Dante non è solamente un visionario e uno scrittore; è anche uno scultore. La sua espressione è lapidaria, nel senso buono del termine. Quando descrive un personaggio, lo rappresenta solidamente tramite gesti e pose».

Per questo decise di cogliere proprio l’istante del bacio tra i due giovani, già soggetto di molte altre rappresentazioni nella storia dell’arte. Secondo alcuni nelle fattezze di Francesca si ritroverebbe l’allieva, e amante di Rodin, Camille Claudel.

Le date tra l’incontro con Camille e la realizzazione dell’opera non sembrano però corrispondere. Da comunque che il gruppo – oggi conservato al Musée Rodin di Parigi – destò grande scandalo all’epoca per la nudità dei soggetti.

 

4. Il bacio di Gustav Klimt

La sessualità secondo la Secessione viennese

Come vi abbiamo spiegato qualche settimana fa, se vi dovesse capitare di fare un giro a Vienna vi consigliamo di soffermarvi per un po’ al Belvedere, il celebre museo che ospita alcune delle più importanti e recenti opere d’arte austriache.

Tra queste, un posto di riguardo merita la produzione di Gustav Klimt, padre della Secessione viennese e più in generale uno dei più importanti esponenti dell’Art Nouveau (o Liberty, che dir si voglia) europea.

Il bacio di Klimt

Il bacio, tela realizzata tra il 1907 e il 1908, è giustamente uno dei suoi lavori più noti. Si tratta di un quadrato di 180 centimetri di lato in cui è rappresentato un uomo che, piegandosi, bacia una donna inginocchiata su un prato.

L’immagine però ha ben poco di naturalistico e quindi si distacca nettamente anche dal punto di vista visivo da tutte le altre opere presenti in questa lista.


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Solo i volti, le braccia e i piedi, infatti, sono dipinti in maniera verosimile. Tutto il resto è decorazione, mosaico (ispirato chiaramente a quelli ravennati), sovrabbondanza di oro, motivi e simboli.

Cerchi, fiori, rettangoli

I due corpi sono racchiusi da un ovale e le vesti – che richiamano le tuniche che a volte lo stesso Klimt era solito portare – sono riempite di simboli sessuali che si richiamano almeno in parte alla psicanalisi.

D’altronde, era stato Freud pochi anni prima proprio a Vienna a identificare in maniera inequivocabile il cerchio e il fiore come simboli dell’apparato genitale femminile. I rettangoli, invece, spigolosi e allungati, sono un chiaro riferimento fallico.

Klimt veniva da aspre critiche e accuse di pornografia per le decorazioni che aveva realizzato sul soffitto dell’università di Vienna. Quest’opera però – i cui temi erano, a ben vedere, i medesimi – fu accolta in maniera entusiastica fin dalla sua prima esposizione ed è tuttora la più nota ed apprezzata del pittore viennese.

 

5. Gli amanti di René Magritte

Un bacio mortale

Non sempre la rappresentazione di un bacio implica felicità, passione o amore. In certi casi, paradossalmente, può anzi essere in un certo senso un presagio di morte, un ricordo angoscioso.

 
È questa l’impressione, ad esempio, che dà il celebre quadro di René Magritte, Gli amanti, realizzato nel 1928. L’opera in realtà non esiste in un unico esemplare ma in due versioni tra loro molto simili, una conservata alla National Gallery of Australia di Canberra e l’altra – la più famosa – al MoMA di New York.

Le molte interpretazioni

Il bacio che Magritte rappresenta, infatti, è contraddistinto dai due lenzuoli che gli amanti tengono sul volto. Una scelta atipica che ha portato a numerose interpretazioni.

Da un lato, c’è chi vede in questa particolarità un richiamo al suicidio della madre di Magritte, che si buttò nel fiume Sambre quando il figlio era appena adolescente e, soprattutto, con una camicia da notte avvolta in testa. Dall’altro, si ritiene che il pittore belga volesse in questo modo esprimere l’incomunicabilità, l’impossibilità di conoscersi realmente dell’uomo moderno.

Gli amanti, una delle opere di René Magritte più famose
D’altronde, l’adesione al movimento surrealista rende evidente come da un lato Magritte volesse mostrare il lato onirico dell’esperienza umana, dall’altro come non volesse fornire un’interpretazione ufficiale alle sue opere. Esse dovevano scuotere, interrogare le coscienze, spingere lo stesso fruitore a cercare un’interpretazione personale e sempre diversa.

Da notare, infine, come l’uomo sia vestito in banalissimi abiti borghesi, richiamando un motivo ricorrente della pittura di Magritte, che sulla spersonalizzazione e la perdita d’identità dell’individuo avrebbe costruito decine di opere.

 

Altri 16 baci nell’arte, oltre ai 5 già segnalati

Il tema del bacio nell’arte, però, non si può limitare solo a queste cinque, bellissime opere. Ce ne sono molte altre che meritano infatti un’occhiata, e le principali le abbiamo raccolte qui di seguito.

 

A letto: il bacio di Henri de Toulouse-Lautrec (1892)

Il bacio a letto di Henri de Toulouse-Lautrec, che raffigurava due prostitute lesbiche intente in atti d'affetto

 

Il compleanno di Marc Chagall (1915)

Il compleanno di Marc Chagall

 

Il bacio di Pablo Picasso (1969)

Il bacio di Picasso

 

Mobile Lovers di Banksy (2014)

Mobile Lovers, recente lavoro di Banksy

 

Amore e Psiche, bambini di William-Adolphe Bouguereau (1890)

Amore e Psiche, bambini di William-Adolphe Bouguereau

 

Romeo e Giulietta di Frank Dicksee (1884)

Romeo e Giulietta di Frank Dicksee

 

L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta di Francesco Hayez (1823)

L'ultimo bacio di Romeo e Giulietta di Francesco Hayez

 

Pigmalione e Galatea di Jean-Léon Gérôme (1890)

Pigmalione e Galatea di Jean-Léon Gérôme

 

Il bacio di Constantin Brâncuși (1913)

Il bacio di Constantin Brâncuși

 

Il bacio con la finestra di Edvard Munch (1892)

Il bacio con la finestra di Edvard Munch

 

Il bacio di Henri Toulouse-Lautrec (1892)

Il bacio di Henri Toulouse-Lautrec

 

Ancora un bacio di Italo Nunes-Vais (1885)

Ancora un bacio di Italo Nunes-Vais

 

Il bacio rubato di Jean-Honoré Fragonard (1788)

Il bacio rubato di Jean-Honoré Fragonard

 

Il bacio di Roy Lichtenstein (1962)

Il bacio di Roy Lichtenstein

 

Ercole e Onfale di François Boucher (1753)

Ercole e Onfale di François Boucher

 

Il canto del guanciale di Kitagawa Utamaro (1788)

Il canto del guanciale di Kitagawa Utamaro

 

E voi, quale bacio nell’arte preferite?

Ecco cinque famosi baci nell'arte: vota il tuo preferito.

 

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2 COMMENTI

  1. Complimenti
    Vi ho già imviato uma @ appena ho visto i titoli! Confermo e aggiungo 1.ho condiviso sui Socials 2. Tecnicamente siete bravi 3. di facile lettita e condivisione.
    Grazie Giovanna Pintus

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