Cinque anime giapponesi d’amore che dovete vedere

Hanayori Dango ovvero Mille emozioni tra le pagine del destino per Marie Yvonne, uno dei migliori anime giapponesi d'amore

I giapponesi conoscono estremamente bene il pubblico a cui si rivolgono quando imbastiscono le loro storie. Soprattutto se si tratta di adolescenti: da decenni producono ogni settimana migliaia di pagine di fumetti, di ore di cartoni animati e di film, di parole di romanzi e racconti, di pixel di videogiochi, e ogni volta il mercato riesce ad assorbire i loro prodotti. Anzi, per molti di questi prodotti è in genere pronta anche l’esportazione, perché riescono ancora a conquistare gli adolescenti di ogni latitudine.

Così abbiamo assistito negli anni all’invasione dei manga, degli anime, dei videogame, sia che fossero pensati per gli adulti sia che si rivolgessero ai bambini, sia che parlassero di lotte sia che raccontassero l’amore.

Anime shōjo

E oggi ci concentriamo proprio su quest’ultimo caso, cioè sugli anime d’amore, quelli che solitamente vanno sotto il nome di shōjo perché sono diretti a teenager di sesso femminile.

Di serie a cartoni animati di questo tipo ce ne sono a bizzeffe, alcune più riuscite di altre. Noi abbiamo cercato di selezionarne cinque che coprissero più o meno tutti i sottogeneri, che arrivassero da periodi diversi e che potessero, speriamo, piacervi ancora oggi.


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Si tratta di serie che sono state tradotte e doppiate in italiano e sono, quindi, anche relativamente facili da recuperare. Eccole.

 

1. Temi d’amore fra i banchi di scuola

Un anime malamente censurato da Mediaset

Il più vecchio degli anime che vi proponiamo è Temi d’amore fra i banchi di scuola, che fu mandato in onda per la prima volta in Giappone nel 1996 e in Italia nel 2000.

Come accade quasi sempre con i cartoni animati nipponici, lo spunto arrivava da un manga, Temi d’amore, realizzato da Yuu Yabuuchi e pubblicato nei primi anni ’90 in madrepatria. Un manga che è arrivato, trascinato dalla serie TV, anche in Italia grazie ai tipi di Planet Manga che l’hanno pubblicato in 14 volumi tra il 2001 e il 2003.

Una scena di Temi d'amore fra i banchi di scuola

La trama vede al centro delle vicende la giovane Yumi (Yukio nell’originale giapponese), una ragazza timida e ingenua che frequenta le scuole superiori. Accanto a lei c’è Hiroshi, suo amico d’infanzia che lei ha, di conseguenza, sempre considerato come un fratello, ma che nel corso delle vicende si rivelerà qualcosa di più di un semplice amico.

A complicare un po’ le cose, almeno all’inizio, è inoltre l’amica Rika (Takako), che sarà il terzo vertice di un classico triangolo amoroso.

47 episodi

Il fumetto è stato adattato in un anime da 47 episodi, i cui diritti furono prontamente acquistati da Mediaset, che all’epoca basava gran parte dei suoi palinsesti per ragazzi sulla produzione nipponica.

Come spesso accadeva, però, alla sua prima apparizione su Italia 1 – all’interno del contenitore Bim Bum Bam – l’anime fu ampiamente censurato, e un episodio (il 39°) fu saltato per intero.

Tra i tagli più pesanti che vennero operati ci furono quelli legati ai cambiamenti tipici dell’adolescenza, che nell’anime originale venivano spesso mostrati ma non vennero ritenuti adatti per il pubblico italiano del pomeriggio.

Il caso del 5° episodio

È molto famoso, ad esempio, il caso legato al 5° episodio, intitolato Grandi cambiamenti. Qui la protagonista aveva le sue prime mestruazioni e quell’evento rimaneva al centro di tutto l’episodio.

Visto che il cartone veniva presentato ai bambini, a Mediaset pensarono di tagliare quel fatto, stravolgendo però anche il senso di tutti i dialoghi successivi. Con una tale politica, si verificavano spesso situazioni surreali e assurde, che il pubblico ovviamente non comprendeva.

Nonostante questo, però, la serie rimane comunque bella e interessante, ricca di spunti e tensione emotiva.

 

2. Mille emozioni tra le pagine del destino per Marie Yvonne

Una ragazza sola contro gli “F4”

Andiamo avanti nel tempo e spostiamoci alla fine degli anni ’90. Prodotta dalla Toei Animation, tra il 1996 e il 1997 fu infatti trasmessa in Giappone una nuova serie d’amore intitolata Hanayori Dango, che in lingua locale significa “Meglio i ragazzi dei fiori”.

A differenza di altri anime, in questo caso non scattò immediatamente l’opzione italiana e per qualche anno la serie rimase inedita sui nostri schermi. Almeno fino a quando, tramite Mediaset, non venne trasmesso su Italia Teen Television (a partire dal 2004).

Hanayori Dango ovvero Mille emozioni tra le pagine del destino per Marie Yvonne, uno dei migliori anime giapponesi d'amore

Il titolo che fu dato all’adattamento italiano, però, non conserva la sintesi dell’originale nipponico. Lo show fu infatti intitolato Mille emozioni tra le pagine del destino per Marie Yvonne. Ma la modifica del titolo non fu l’unica intromissione ascrivibile agli adattatori italiani.

Anche in questo caso, nonostante la serie non sia stata trasmessa su un canale generalista, numerosi sono stati infatti gli interventi censori. Inoltre due episodi originali sono stati completamente tagliati dalla sequenza originaria.

Una scuola di bulli

La storia è quella di Marie Yvonne (che nell’originale si chiama Tsukushi), una sedicenne che, a dispetto del nome vagamente altezzoso che le viene imposto nella versione italiana, è di origini piuttosto modeste. Si trova però iscritta a un prestigioso liceo, frequentato da figli di famiglie assai facoltose, e per questo fa fatica ad inserirsi.

D’altronde, non ha il denaro per tenere il passo dei compagni, né sopporta il diffuso bullismo che domina in quella scuola. In particolare a darle fastidio sono quattro ragazzi soprannominati gli “F4”, i più ricchi, violenti e crudeli studenti dell’istituto.

Il guaio è che Marie Yvonne, nonostante cerchi di mantenere un profilo basso, finisce presto nelle spire dei quattro bulli, che decidono di renderle la vita impossibile per punirla per alcune parole che le sono sfuggite.

La pratica non è nuova agli “F4”, che già altre volte hanno costretto dei compagni a cambiar scuola, ma Marie Yvonne dimostra molto più carattere del previsto. E finisce presto per conquistare il cuore dei ragazzi.

 

3. Ufo Baby

Due quattordicenni e un alieno

Si deve invece alla Rai l’adattamento italiano di Ufo Baby, anime giapponese prodotto in patria tra il 2000 e il 2002 a partire da un manga omonimo Mika Kawamura.

La serie, composta da 78 episodi, è stata infatti mandata in onda in prima visione da Rai 2 a partire dal settembre 2001, quando l’originale giapponese era ancora in corso. Inoltre in quello stesso periodo la casa editrice Play Press si impegnò a tradurne anche l’originale fumettistico in 9 volumi.

Ufo Baby, divertente anime d'amore

Al centro della trama ci sono due ragazzi quattordicenni, Miyu e Kanata. Per una serie di vicissitudini, i due coetanei si trovano improvvisamente a vivere insieme, da soli e senza adulti.

I genitori di Miyu infatti sono partiti per gli Stati Uniti per collaborare con la NASA, mentre il padre di Kanata, che si era offerto di ospitare Miyu, deve intraprendere un viaggio in India. Lo spunto iniziale, quindi, c’è tutto, visto che già la convivenza autonoma di due quattordicenni di sesso opposto rappresenterebbe, di per sé, un bel problema.

Come due genitori

Tutto però si complica quando nella loro vita entra un neonato alieno, precipitato sulla Terra assieme al suo babysitter, BauMiao, che si presenta come una sorta di incrocio tra un gatto e un cane (anche se può pure trasformarsi in umano).

Di fatto, mentre aspettano che BauMiao proceda alla riparazione dell’astronave, Miyu e Kanata agiscono come se fossero i genitori di Lou, il neonato. E le situazioni comiche e imbarazzanti si presentano ovviamente ogni giorno, anche perché i due ragazzi devono anche continuare ad andare a scuola.


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La serie affronta ovviamente tematiche amorose, ma le mescola con un po’ di fantascienza e con una buona dose di ironia.

Da notare che il successo del manga ha portato la sua autrice e la casa editrice Kōdansha a realizzare un sequel, intitolato Ufo Baby! 2 – Le nuove avventure di Lou. Questa seconda serie, composta di solo due volumi, è arrivata in Italia ma non è stata adattata in versione anime.

 

4. Lovely Complex

Altezze molto diverse

Forse il più famoso anime della nostra cinquina è però Lovely Complex, prodotto in Giappone nel 2007 e arrivato nel nostro paese un paio d’anni più tardi, grazie prima ad MTV e poi a Rai 4.

Alla base di tutto c’era anche in questo caso un manga con lo stesso titolo, realizzato da Aya Nakahara e pubblicato dalla casa editrice Shūeisha tra il 2001 e il 2006. Per chi volesse recuperarlo, lo si trova anche in italiano tradotto da Planet Manga.

Lovely Complex

La trama vede per protagonisti Risa e Atsushi, due liceali, rispettivamente femmina e maschio. Ma non due liceali qualsiasi. Lei è infatti alta più di un metro e settanta, cosa ben poco comune in Giappone, dove le ragazze mediamente non superano il metro e sessanta d’altezza.

Lui, al contrario, è particolarmente basso, visto che misura un metro e cinquantasei centimetri. La classica coppia che domina gli shōjo è insomma qui completamente rovesciata, con inevitabili esiti comici.

Fisico diverso, caratteri simili

I motivi per prenderli in giro a scuola, d’altronde, sono molti. In primo luogo vengono soprannominati “All Hanshin Kyojin”, facendo riferimento a un duo comico giapponese di cui ricordano le altezze.

Ma poi Atsushi pretende anche di giocare nella squadra di basket, mentre entrambi hanno un carattere particolarmente focoso, che non li aiuta a passare sopra alle risa. Dalla loro, i protagonisti hanno però molti punti in comune, che nonostante le difficoltà (e forse anche grazie a queste) li avvicineranno parecchio.

La serie si compone di 24 episodi, che sono stati a lungo disponibili in streaming su Popcorn TV ma si possono recuperare anche in formato DVD.

A causa del grande successo, comunque, in Giappone sono stati realizzati anche molti prodotti derivati, come una serie spin-off, Love*Com D, una serie di light novel, un film live action e un videogioco per la defunta PlayStation 2.

 

5. Romeo x Juliet

Quando i personaggi di Shakespeare diventano supereroi

Chiudiamo con un anime relativamente recente, prodotto in Giappone nel 2007 e arrivato nel nostro paese grazie alla Rai un paio d’anni più tardi, nel 2009.

Si tratta di Romeo x Juliet, un prodotto ispirato ovviamente alle due creature di William Shakespeare, fatte rivivere però in un contesto completamente diverso e fatte interagire anche con personaggi che provengono o che sono ispirati ad altre opere del Bardo.

Romeo x Juliet, bell'anime ispirato al dramma di Shakespeare

Autore della serie è Reiko Yoshida, che ha concepito l’anime per lo studio Gonzo, senza che vi fosse prima un manga da cui trarre ispirazione.

Il fumetto, contrariamente a quanto avviene di solito, è infatti arrivato dopo, adattando su carta le vicende già immaginate e disegnate nel cartone animato. Inoltre in Giappone la storia è stata poi riplasmata anche per una versione radiofonica, che però ovviamente nel nostro paese non è mai giunta.

La strage dei Capuleti

Per quanto riguarda la storia, Romeo e Giulietta sono qui due ragazzi che vivono in un continente aereo chiamato Neo Verona.

A dividerli è, come nell’originale, la faida tra le due famiglie, anche se in questo caso c’è un motivo molto chiaro dietro all’odio tra i casati: il padre di Romeo ha infatti preso il potere sulla città uccidendo tutta la famiglia dei Capuleti.

Giulietta è anzi l’unica sopravvissuta e l’odio verso i Montecchi non è quindi qualcosa di lontano, di vissuto solo dai genitori, ma un rancore che le brucia l’anima.

D’altronde, la Giulietta dell’anime non è quella che siamo abituati a conoscere dal dramma shakespeariano. La ragazza è qui invece una sorta di supereroina, che decide di difendere gli oppressi di Neo Verona nelle spoglie del Turbine Rosso, un eroe mascherato.

Questo non le proibirà, però, di innamorarsi di Romeo, senza inizialmente scoprire a quale casato appartenga.

 

E voi, quale anime giapponese d’amore preferite?

Ecco cinque anime giapponesi d'amore da vedere: vota il tuo preferito.

 

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