Cinque attori che si sono affermati come politici

Ronald Reagan e Arnold Schwarzenegger, due attori americani prestati alla politica

In Italia da qualche anno ci lamentiamo di come la politica si sia spettacolarizzata, di come il dibattito pubblico sia stato confinato quasi esclusivamente alle trasmissioni televisive e di come all’incontro faccia a faccia con l’elettore si sia sostituito il confronto all’americana.

Non che queste lamentele abbiano poi così tanto fondamento: anche i vecchi comizi anni ’50 che hanno dominato la scena politica per decenni erano di fatto degli spettacoli propagandistici, solo svolti con tecniche comunicative più grezze e arretrate; ma pur sempre propaganda era.

D’altro canto, se di spettacolarizzazione si vuole parlare, bisogna anche far notare come questa non sia poi un fenomeno così recente ma parta da qualche decennio più addietro, quando ad esempio negli Stati Uniti accadde che un attore hollywoodiano diventasse governatore di uno degli stati più importanti del paese e poi addirittura presidente, intraprendendo una carriera politica che nessuno avrebbe potuto immaginare così proficua.

Stiamo parlando, ovviamente, di Ronald Reagan, ma il suo non è il solo caso di un attore che ha conquistato cariche politiche più o meno importanti: la storia americana è anzi costellata di interpreti che hanno tentato la via elettorale.

E paradossalmente di attori non appartenenti al Partito Democratico, a cui Hollywood viene spesso associata, ma molto più spesso di candidati del Partito Repubblicano. Allora vediamo insieme cinque importanti attori che si sono affermati come politici, partendo proprio dal più famoso di tutti.

 

1. Ronald Reagan

Un anticomunista ad Hollywood

Il primo, più celebre e più importante attore americano prestato alla politica è stato sicuramente Ronald Reagan, quarantesimo presidente degli Stati Uniti e, assieme a Margaret Thatcher, il politico conservatore che più ha contraddistinto gli anni ’80.

Nato nel 1911 in Illinois, iniziò a lavorare come commentatore radiofonico prima di sostenere, nel 1937, un provino che lo portò ad esordire ad Hollywood.

Ronald Reagan è il più celebre degli attori americani diventati politici

Non sfondò mai veramente nel cinema, interpretando ruoli da protagonista solo in pellicole di serie B (Delitti senza castigo o Knute Rockne All American) o recitando in ruoli secondari (Tramonto con Bette Davis e Humphrey Bogart, Il sapore del delitto sempre con Bogart e Edward G. Robinson o I pascoli dell’odio con Errol Flynn e Olivia de Havilland).

In compenso, però, divenne presidente dello Screen Actors Guild, il principale sindacato degli attori. Da questa posizione privilegiata collaborò attivamente con la commissione McCarthy denunciando in segreto all’FBI svariati attori sospettati di simpatie comuniste.

La svolta repubblicana

Fu proprio in questo periodo che la sua coscienza politica prese una direzione nuova: negli anni ’30 e ’40 infatti aveva sostenuto il Partito Democratico, ma con l’avvento della Guerra Fredda si orientò sempre di più verso i Repubblicani.

Questo cambiamento si concretizzò nel sostegno che Reagan diede a Barry Goldwater nella sua corsa alla presidenza contro Lyndon Johnson nel 1964, facendo anche un accorato e celebre appello televisivo.

La visita di Madre Teresa alla Casa Bianca nel 1985, con Reagan presidente
La visita di Madre Teresa alla Casa Bianca nel 1985, con Reagan presidente

Nel ’66, ormai dismessi i panni dell’attore e grazie alla sua capacità oratoria (di cui abbiamo parlato anche qui) fu così candidato alla carica di governatore della California in un periodo in cui da un lato la guerra del Vietnam e dall’altro la contestazione iniziavano ad agitare gli animi.

Dopo due mandati in California, nel ’76 si candidò subito alla presidenza ma alla convention repubblicana fu sconfitto dal presidente uscente Gerald Ford, che però poi avrebbe perso contro Jimmy Carter.

Nel 1980 ci riprovò e, forte della crisi economica alla quale proponeva di rispondere con un calo degli interventi statali e un maggior interventismo in politica estera, riuscì a conquistare prima la nomination e poi la Casa Bianca, facendosi rieleggere anche in maniera trionfale quattro anni più tardi.

 

2. Shirley Temple

La star che divenne una diplomatica

Qualche anno fa, alla sua morte, abbiamo dedicato a Shirley Temple un’ampia retrospettiva, raccontandone la carriera di giovanissima diva del cinema attraverso i suoi cinque film più importanti.

Concentriamo quindi ora sul suo percorso politico, che la pose sicuramente meno sotto l’occhio dei riflettori ma non fu di certo di secondo piano.

Shirley Temple è stata ambasciatrice per gli Stati Uniti in vari paesi

Ritiratasi dal cinema a fine anni ’40, quando aveva poco più di vent’anni, una figlia e già un matrimonio fallito alle spalle, nel 1950 la Temple si sposò con l’uomo d’affari californiano Charles Black.

Dopo aver avuto due figli ed aver fatto la mamma per qualche anno (salvo presentare alcuni show televisivi dedicati alle favole), nel 1967 decise di candidarsi nelle fila dei Repubblicani ad un seggio rimasto vacante al Congresso, seguendo in tono minore l’esempio del collega Reagan.

Tra ONU, Africa ed Europa

Fu sconfitta, nonostante la celebrità di cui ancora godeva, dall’avversario democratico, ma continuò a guidare alcuni movimenti di destra e circoli che si riunivano attorno a San Francisco, cosa che le avrebbe fatto guadagnare ulteriore peso nel partito anche se non sarebbe comunque mai riuscita a conquistare cariche elettive.

Solo un paio d’anni dopo, così, il presidente Nixon la nominò per qualche mese rappresentante americana alle Nazioni Unite, incarico a cui seguì, per volere del nuovo presidente Ford, quello di ambasciatrice in Ghana tra il 1974 e il 1976.

Passò poi per un anno ad occupare, prima donna di sempre, il posto di Capo del Protocollo (il più importante consigliere del Presidente e del Segretario di Stato per questioni relative al protocollo diplomatico), prima di essere inviata per tre anni a fare da ambasciatrice in Cecoslovacchia nel difficile passaggio tra il regime comunista e l’apertura all’Occidente.

Terminato quest’incarico si ritirò a vita privata, concedendosi alcune sporadiche apparizioni in tv nelle vesti di ex attrice.

 

3. Sonny Bono

Il cantante candidato per ripicca

Ricordate Sonny & Cher? Il duo musicale che negli anni Sessanta sfornò successi come Bang Bang, I Got You Babe e The Beat Goes On? Ebbene, se la carriera di Cher successiva a quell’esperienza è ben nota a tutti, pochi sanno cosa ne è stato di Sonny.

Nato nel 1935 da una famiglia di origine siciliana, Salvatore Bono detto Sonny esordì nel mondo della musica giovanissimo, prima scrivendo pezzi per altri autori e, verso i trent’anni, iniziando ad incidere anche qualche brano personale.

Sonny Bono è stato deputato al Congresso

La svolta della sua carriera arrivò nel 1964, quando scoprì la diciottenne Cherilyn Sarkisian, che avrebbe presto assunto il nome d’arte di Cher.

I due iniziarono una relazione sentimentale – che li avrebbe portati in quello stesso anno al matrimonio (il secondo per Bono, che ne avrebbe collezionati in tutto quattro) – e soprattutto un sodalizio artistico che li fece diventare una delle coppie di maggior successo della scena musicale a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.

Con Cher

Alle canzoni i due alternarono anche un varietà televisivo di buon successo sulla CBS, ma il rapporto si ruppe a metà anni Settanta e si arrivò al divorzio, con rapporti che rimasero comunque sempre buoni.

Nei primi anni Ottanta, poi, Bono approfondì la sua carriera da attore, comparendo in tv in Love Boat, Fantasilandia e L’uomo da sei milioni di dollari, mentre al cinema ebbe parti di rilievo nelle commedie L’aereo più pazzo del mondo… sempre più pazzo e Grasso è bello.

Alla politica giunse quindi relativamente tardi: a metà anni Ottanta possedeva un ristorante ad Hollywood e voleva aprirne un altro a Palm Springs, ma la farraginosa burocrazia locale glielo impedì. Per vendetta si candidò a sindaco della cittadina del sud della California risultando eletto nel 1988 e fondandovi, tra le altre cose, un importante Festival Internazionale del Cinema.

Dopo un primo tentativo senza successo nel 1992, nel 1994 venne quindi eletto al Congresso nelle fila del Partito Repubblicano, facendosi notare soprattutto per un disegno di legge per estendere i termini del diritto d’autore e per alcune cause ambientaliste.

Nel gennaio del 1998, però, quand’era ancora nel pieno della sua carriera politica, è morto a causa di un incidente sugli sci durante un periodo di vacanza. È stato sostituito sul seggio parlamentare dalla quarta moglie, Mary Bono Mack.

 

4. Clint Eastwood

Il duro che non vuole le armi o le guerre

Sulla carriera cinematografica di Clint Eastwood credo non ci sia bisogno di spendere tante parole.

Interprete tra i più in vista fin dagli anni Sessanta (basti citare la trilogia del dollaro, senza contare la saga dell’Ispettore Callaghan) e pure regista negli ultimi anni (Gli spietati, Mystic River, Million Dollar Baby, Gran Torino, solo per elencare i più celebri), ha segnato il cinema americano e non solo, spesso interpretando ruoli da duro che lo farebbero pensare il perfetto repubblicano.

Alla scoperta dei migliori film western italiani, in compagnia anche di Clint Eastwood

Le sue idee politiche, invece, sono tutt’altro che semplici: ad esempio, si è sempre pronunciato a favore di una legislazione più restrittiva sulla vendita e la detenzione di armi.

Effettivamente repubblicano per una certa parte della sua vita, tanto da aver sostenuto Eisenhower negli anni Cinquanta e Nixon a cavallo tra i Sessanta e i Settanta, ha poi avuto parole molto dure su quest’ultimo dopo lo scoppio dello scandalo Watergate.

In ogni caso ha sempre criticato la partecipazione statunitense alle guerre di Corea, Vietnam, Afghanistan ed Iraq, in un’ottica sostanzialmente isolazionistica.

Il sindaco più famoso della California

Di se stesso dice di essere «troppo individualista per essere di destra o di sinistra» e ultimamente ha sostenuto il Partito Libertariano, un partito minore (non ha rappresentanti in parlamento) di stampo liberale che propone politiche liberiste in economia e una maggior difesa dei diritti e delle libertà civili.

Non ha comunque risparmiato critiche a Barack Obama e nel 2008 ha sostenuto John McCain, che conosceva personalmente.

Per quanto riguarda il suo apporto diretto, Eastwood è stato sindaco indipendente di Carmel-by-the-Sea, cittadina molto caratteristica sulla Pacific Coast Highway di cui abbiamo già parlato, tra il 1986 e il 1988, dove ha aperto anche alcune attività commerciali.

Inoltre i governatori Davis e Schwarzenegger, del quale parleremo in chiusura, l’hanno nominato nella California State Park and Recreation Commission, che si occupa di tutelare i parchi della zona, commissione con la quale ha assunto posizioni molto forti per evitare la creazione di nuove strade che avrebbero minacciato alcuni luoghi di interesse naturalistico.

 

5. Arnold Schwarzenegger

Il governatore nato in Austria

Concludiamo con l’ultima star di Hollywood che è riuscita a guadagnarsi un ruolo di primo piano sulla scena politica statunitense, l’austriaco naturalizzato americano Arnold Schwarzenegger.

Culturista (ed ex giocatore di curling) classe 1947, cresciuto in Stiria e poi formatosi a livello atletico tra l’Austra, la Germania e l’Inghilterra, Schwarzenegger acquisì prima fama internazionale grazie a vari concorsi dedicati a premiare la forma fisica come quelli di Mister Austria, Mister Europa, Mister Universo e Mister Olympia.

Terminator 2, con Arnold Schwarzenegger

Da lì fu relativamente facile passare al cinema, prima con particine piuttosto anonime, poi, a partire dal 1976, con ruoli sempre più importanti: vinse un Golden Globe con Il gigante della strada, ma fu soprattutto con Conan il barbaro che acquisì fama internazionale.

Tra la metà degli anni Ottanta e la metà dei Novanta divenne l’attore di film d’azione più pagato, grazie a blockbuster come Terminator e i suoi seguiti, Predator, Atto di forza e altri ancora.

La storia del pube

Sposato con Maria Shriver, esponente del clan Kennedy, durante tutta la sua carriera non aveva mai nascosto le sue simpatie repubblicane, appoggiando esplicitamente la corsa di George Bush padre nel 1988 e venendone ricompensato con una serie di incarichi governativi legati alla promozione dell’attività fisica.

Nel 2003, dopo vari tira e molla, decise quindi di candidarsi alla carica di Governatore della California tramite un annuncio al talk show di Jay Leno, dicendo che era la decisione più difficile che aveva preso dopo quella di depilarsi il pube nel 1978.

Fu eletto con buone percentuali e governò per due mandati, fino al 2011, ma la Costituzione americana gli impedì di seguire le orme del suo predecessore Ronald Reagan e di candidarsi per la Casa Bianca non essendo nato negli Stati Uniti.

Proprio nel 2011, pochi mesi dopo il termine del mandato, Schwarzenegger e la moglie Shriver – nipote di John Fitzgerald Kennedy e di fede democratica, ma che ha comunque sostenuto la carriera politica del marito – hanno annunciato la separazione a causa di un figlio avuto dall’ex governatore assieme a una collaboratrice domestica della famiglia.

 

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