
La donna e la sua condizione sono ormai un argomento di conversazione molto diffuso, soprattutto da quando il tema della violenza femminile non è più un tabù. In Occidente mogli, fidanzate o semplici figlie maltrattate hanno trovato il coraggio di reagire, di ribellarsi al loro carnefice. A sostenerle in questa battaglia non sono solo le altre donne, ma anche la società e, per fortuna, una manciata di leggi a loro favore. Eppure, nonostante queste importanti conquiste, i problemi continuano.
Non siamo soddisfatte perché in realtà sappiamo che la strada perché la parità dei diritti sia totale è ancora molto lunga.
Quando però gettiamo uno sguardo al mondo orientale, non riusciamo a fare a meno di sentirci sollevate e, dall’altro lato, ancora più infastidite per chi non gode di quei diritti che dovrebbero essere ovvietà.
Sulla donna dell’Islam si sussurra spesso coprendo la bocca con la mano, per paura che le ingiustizie si moltiplichino.
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Esistono tuttavia voci discrepanti: alcune tra le dirette interessate esprimono il loro disappunto, magari pagandone pesanti conseguenze; altre invece, a volte soggiogate da uomini che le convincono della loro legittima sottomissione, non si azzardano ad andare controcorrente.
La verità, però, trova lo stesso il modo per emergere e un ruolo fondamentale in questo caso è ricoperto da autori che non esitano a denunciare questo tipo di barbarie: ecco come la descrivono in loro cinque toccanti romanzi.
Indice
1. Suad – Bruciata viva
Dalle fiamme della passione a quelle dell’inferno
Nel 2003 a far vibrare gli scaffali delle librerie francesi è stato il romanzo Bruciata viva, pubblicato in Italia quattro anni più tardi. Suad è lo pseudonimo utilizzato dall’autrice, che disgraziatamente è anche la protagonista del libro.
Gli orrori da lei subiti le hanno dato la forza per reagire e diffondere l’orribile castigo che spetta secondo la legge alle donne che macchiano l’onore della loro famiglia. Ancor più raccapricciante è il modo in cui il libro è stato snobbato dalla realtà che critica.
Suad vive in Cisgiordania e ha diciassette anni quando le accade ciò che, prima o poi, succede a tutte le ragazze della sua età: s’innamora. Tuttavia l’uomo per il quale perde la testa fa parte della categoria più infima di coloro che abbindolano giovani ingenue con promesse che non verranno mai mantenute.
È in questo modo che Suad si ritrova incinta senza qualcuno che l’aspetti all’altare e sa che il suo peccato non rimarrà impunito.
Con una fermezza capace di gelare il sangue e sciogliere il cuore dei lettori, il cognato di Suad la cosparge di benzina prima di darle fuoco.
Nessuno la difende: agli occhi di tutti una morte tanto violenta è un castigo meritato per aver fatto sprofondare tutti nel baratro della vergogna. Suad però è sopravvissuta: le mani di una fata madrina l’hanno strappata quando già si trovava sulla soglia dell’inferno.
2. Elif Şafak – La bastarda di Istanbul
Il peso mortificante di un incesto
La scrittrice turca Elif Şafak pubblica il romanzo La bastarda di Istanbul (2006), in cui il tema della donna islamica è da un lato offuscato dall’eterno astio che corre tra turchi e armeni, ma dall’altro lato è rafforzato dalla presenza di personaggi quasi completamente femminili.
Ad intrecciarsi nella variopinta capitale turca sono le vicende di due famiglie e in particolare quelle di due cugine, Armanoush e Asya, il cui incontro porterà alla luce segreti sepolti dal passato.
Armanoush è una ragazza statunitense, nata da madre americana e da padre armeno, ma cresciuta insieme al patrigno turco.
Insofferente all’invenzione di regole sempre nuove da parte dei genitori, la ragazza diciannovenne decide di partire segretamente per la Turchia e di visitare la famiglia del compagno della madre. Entra così in contatto con una realtà bizzara, in una casa gestita da sole donne.
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Lì incontra Asya, la “bastarda”, che è perennemente in contrasto con la madre Zeliha. La ragazza ha sete di una verità che la madre non le può fornire, soprattutto dopo averla nascosta per così tanto tempo. Anche Zeliha da giovane era scapestrata: sfidava la sorte indossando minigonne, finché non si è ritrovata adulta all’improvviso.
Brutalmente violentata dal fratello, Zeliha ha capito che è tanto insuperabile l’odio tra turchi e armeni quanto lo è l’imparità tra uomo e donna.
3. Khaled Hosseini – Mille splendidi soli
L’unione fa la forza
Mille splendidi soli è il titolo della seconda opera pubblicata da Khaled Hosseini nel 2007. Anche se statunitense, l’autore si dimostra nei suoi romanzi fortemente legato alla sua terra d’origine e ne denuncia le ingiustizie sociali, in questo caso scagliandosi contro la discriminazione femminile.
Per farlo racconta la storia di due donne, Miriam e Laila, i cui destini, dopo un passato torbido e doloroso per entrambe, s’intrecciano per alleviare le loro sofferenze.
Nonostante siano il prodotto di un vissuto e di esperienze diverse, Miriam e Laila si ritrovano ad essere le mogli dello stesso uomo, tutte e due inizialmente spinte dalla convinzione che il matrimonio avrebbe potuto salvarle dalla disperazione.
Miriam, in quanto più anziana, è la prima a sposare Rashid e a dedicarsi a lui con devozione. La maschera di marito perfetto crolla però quando il tempo allontana sempre di più la speranza di concepire un figlio ed è allora che subentra Laila, la giovane che sposa con l’inganno.
Come l’ago della bussola segna il nord, così il dito accusatore dell’uomo trova sempre una donna a cui addossare la colpa.
Se tra le due donne c’è al principio un leggero attrito, l’atrocità con cui Rashid maltratta Miriam convince Laila ad avvicinarsi a lei.
Le due si scoprono così a formare, insieme ai figli di Laila, una famiglia affettuosa e dolce, nella quale è vietato l’accesso alle violenze di Rashid. La sua costante presenza spingerà però una delle due a prendere una soluzione drastica per salvare la vita dell’altra.
4. Rajaa Alsanea – Ragazze di Riad
La censura della modernità
Alla pubblicazione del suo romanzo Ragazze di Riad, l’autrice Rajaa Alsanea era una giovane venticinquenne, una studentessa universitaria praticamente coetanea alle protagoniste da lei stessa inventate.
In realtà non è corretto parlare di una vera e propria pubblicazione, perché di fatto le poche copie in circolazione sono state distrutte immediatamente dopo la scoperta del contenuto di quelle pagine.
Due grandi mezzi di diffusione sono stati quindi internet e il mercato nero, che hanno permesso all’Arabia Saudita di riflettere sulle proprie lacune.
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Giovani studentesse universitarie sono anche le quattro ragazze del titolo, alle prese con problemi tipicamente occidentali e perciò ancora tabù per l’antiquata società di Riad, capitale del maschilismo e della mentalità oscurantista.
Il tema centrale del romanzo è senza dubbio l’amore, quello vero, sognato prepotentemente da Sadeem, Qamrah, Mashael e Lamees, nonostante siano consapevoli che il loro destino sarà quello di sposare l’uomo scelto per loro dalle rispettive famiglie.
Se da una parte sospirano pensando all’amore romantico e all’uomo ideale che le ami e le rispetti, dall’altra le quattro ragazze ridicolizzano il genere maschile, si fanno beffe della società lottando con le unghie e con i denti per conquistare una libertà soppressa per troppo tempo.
Non solo il romanzo è un inno alla speranza, ma anche un grido che intende scuotere i giovani ed invitarli all’abolizione di ideali ormai ammuffiti.
5. Deborah Rodriguez – La parrucchiera di Kabul
Un inganno che salva una vita innocente
Come accade in Bruciata viva, anche La parrucchiera di Kabul racconta un’avvincente e drammatica storia vera, in cui il lieto fine arriva senza portare con sé cicatrici fisiche permanenti, anche se il disagio interiore è comunque tanto.
Questo libro pubblicato nel 2008 è soprattutto il diario di Deborah Rodriguez, una parrucchiera statunitense che nel 2002 ha deciso coraggiosamente di partire per l’Afghanistan, dove ha fondato la prima scuola di parrucchiere del paese.
Le memorie dell’autrice si concentrano in particolare sul rapporto speciale che ha stretto con una delle sue primissime allieve, la giovane Roshanna. Proprio nel salone di bellezza, la ragazza viene notata da una signora che, attirata dal suo atteggiamento spigliato, la vede come la sposa perfetta per suo figlio.
Consapevole che un buon matrimonio è il massimo a cui può ambire, Roshanna sarebbe al settimo cielo, se solo il passato non la perseguitasse.
Roshanna infatti era già stata sul punto di sposarsi e non è vergine perché il suo promesso sposo aveva abusato di lei prima di abbandonarla. Confessare il suo passato non sarebbe comunque sufficiente a farsi perdonare dalla famiglia dello sposo se questo scandalo venisse a galla.
La solidale autrice escogita quindi un inganno per permettere all’amica di costruirsi finalmente una famiglia.
E voi, quale romanzo sulla condizione della donna nell’Islam preferite?