
Un tempo la barba era sinonimo di trasandatezza. O, al limite, di indole rivoluzionaria che non si piegava alle esigenze borghesi del buon gusto. Oggi, invece, essa sembra essere ritornata emblema di virilità e fascino. Negli spot televisivi sono comparsi dal nulla uomini dotati di numerosi tipi di barba. Nei film, divi sia giovani che meno giovani hanno provato con successo a radersi un po’ meno. Perfino nello sport abbiamo visto spuntare pelurie di varia foggia.
Non sappiamo dire – e forse non lo sa dire nessuno – quale sia stato il movente di questo cambiamento di prospettiva, la profonda causa antropologica di questa nuova moda. Essa è però davanti agli occhi di tutti e in molti, di conseguenza, hanno pensato di seguire la tendenza e smettere di radersi.
Tagli di tutti i tipi
Al di là della classica “barba completa”, però, l’uomo nel corso dei secoli ha saputo creare una serie pressoché infinita di variazioni sul tema. Variazioni che aumentano se nel computo aggiungiamo anche i baffi. A seconda di quanto (e di dove) si tagliano l’una e gli altri, abbiamo così anche diversi stili. Look a volte retrò, altre volte fin troppo moderni. A volte seriosi e altre volte decisamente balordi.
Vi state chiedendo qual è, quindi, il taglio giusto per voi? Per scoprirlo vi consigliamo di leggere la guida che abbiamo approntato ai principali stili di barba e all’effetto che possono avere su un viso e sul look di una persona.
Ma, visto che ci siamo, se volete sperimentare soluzioni più ardite vi consigliamo di fare un giro pure sul bel sito di Jon Dyer1. Questo blogger da vari anni sta provando, un po’ alla volta, tutti i possibili “tagli“. Così potrete vederli messi alla prova: sono varie decine, tra cui anche quelli ispirati ai nostri Garibaldi e Verdi.
Indice
1. Barba completa

La barba completa è la scelta più semplice e, forse, pure la più efficace quando si vuole dare un’impronta chiara e netta al proprio viso. Basta scegliere di smettere di radersi per vedersi, nel giro già di tre-quattro settimane, dotati di una folta peluria.
In genere questa scelta funziona bene sui visi “a forma di cuore“, nei quali può essere portata anche piuttosto lunga. Buoni risultati si ottengono comunque anche con quelli “rettangolari” e allungati, dove però è meglio non eccedere in lunghezza.
Le sensazioni che una barba del genere può generare sono molte e spesso diverse. Su un fisico ben strutturato può dare l’idea del tagliaboschi, del rude uomo delle montagne. Su un corpo longilineo e magro, invece, potrebbe non stare bene.
Dal rude boscaiolo all’hipster, passando per il padre di famiglia
Ma questo è un tratto comune a tutto il nostro articolo: non basta decidere di volere tenere la barba di un tipo o di un altro. Bisogna considerare come quel preciso taglio si sposa con la nostra faccia e col nostro corpo.
Se abbinato ad un look che alterna trasandato e ricercato darà l’immagine del tipico hipster, mentre con un abbigliamento più normale e banale può anche comunicare l’idea di un buon padre di famiglia.
La barba completa, quindi, offre tutto e il contrario di tutto. Dall’uomo sexy al papà, dal disadattato al rivoluzionario. Per questo bisogna aver presente, prima di farsela crescere, a quale categoria si vuole appartenere.
Come curare la propria barba
Nonostante non ci sia molto da fare se non lasciare che la barba cresca, ci sono alcune cose però che possono andare storte e per le quali bisogna prestare una certa attenzione.
In primo luogo, quando la barba si è ben infoltita bisogna in qualche modo scolpirla. Il che vuol dire che bisogna limitarla, segnarne i confini, come in un certo senso si fa con le piante tramite la potatura.
Perciò può essere importante segnarla sulle guance. È vero che nella maggioranza dei casi la barba cresce già dal punto giusto, ma in certe persone può invece cominciare dagli zigomi e arrivare fino quasi agli occhi. È quindi utile prendere in mano il rasoio per farla partire un po’ più in basso.
Dopodiché bisogna segnarla anche sul collo, anche se pure qui è consigliabile non tagliare troppo, ma al limite eliminare solo qualche pelo che cresce lontano dai suoi “fratelli”.
La barba folta
Più complesso è invece il discorso se la barba non cresce folta. Come con i capelli, avere o no una barba folta è un mero fatto di genetica, e non ci si può far molto, se non affidandosi a esperti a pagamento.
Il consiglio, se la barba non dovesse essere abbastanza cospicua, è quello di orientarsi verso altri tagli. Alcuni li vedremo qui di seguito, e si adatteranno meglio alla vostra faccia.
Infine, però, la barba va curata. Sul mercato esistono ormai da tempo degli ottimi regolabarba elettrici, che permettono di tenerla della lunghezza voluta senza troppo sforzo. Se uno ha tempo, però, ci sono sempre pure le care e vecchie forbici.
Inoltre la barba va ovviamente lavata allo stesso modo in cui si lavano i capelli. Molti usano il sapone, ma quando è molto folta può essere una buona idea provare anche uno shampoo.
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2. Pizzetto

Discusso del taglio più semplice, passiamo ora a quelli un po’ più elaborati. Partiamo dal pizzetto, che è andato di moda negli anni ’90 e oggi sembra essere passato in secondo piano rispetto alla più semplice barba completa.
Questo taglio si adatta bene a mascelle quadrate e prominenti, a visi ovali e a facce “a diamante”, nelle quali riesce a far sembrare più largo il mento.
L’impressione che dà, anche in questo caso, è legata alla lunghezza del pizzetto stesso. La prima idea, soprattutto se curato e appuntito, è quella di un viso furbetto e diabolico.
Dal diabolico al beatnik
Non a caso, storicamente, il primo a portare un pizzetto è stato il dio Pan, il cui aspetto è stato poi cooptato in quello di Satana dal cristianesimo. Tornò poi di moda nel XIX secolo e all’inizio del XX. Nell’Ottocento fu il marchio di fabbrica dei giovani bohémien. Nel Novecento divenne invece sinonimo di beatnik.
Tanto è vero che per un certo periodo, se portato senza baffi, era diventato sinonimo di controcultura.
Dagli anni ’90 in poi, però, si è diffuso – tenuto abbastanza corto – in tutte le fasce della popolazione. Oggi ha pertanto perso una connotazione specifica ed è usato solo per dare un tocco particolare al viso senza l’impegno di una barba completa, che è più difficile da curare.
Il Van Dyke, il metal, quello coi baffi e quello senza
Per dotarsi di pizzetto prima di tutto bisogna farsi crescere una barba completa per qualche giorno. Questo permette anche di rendersi conto di come verrebbe il nuovo taglio e se la crescita dei peli è tale da renderlo apprezzabile. Non devono essere presenti, infatti, grossi “buchi” nella zona che non andrebbe tagliata.
In questa fase si può anche decidere quale tipo di pizzetto tenere. Ad esempio, c’è la versione senza baffi. Oppure, c’è il cosiddetto Van Dyke, in cui i baffi sono staccati dal pizzo vero e proprio e sia i baffi che il pizzo sono ben appuntiti. Inoltre c’è il pizzetto metal, in cui la barbetta è tenuta bella lunga. E poi molte altre tipologie.
Una volta deciso cosa si vuole ottenere, si inizia a radere la barba sulle guance, lasciando inizialmente intatto un cerchio attorno alle labbra, largo circa 5 centimetri dalla bocca da entrambi i lati. Bisogna anche radere la barba sul collo, completamente.
A questo punto si lavora sul pizzetto, usando le forbici o un rasoio specifico per barba, dando al proprio taglio la forma desiderata.
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3. Barba incolta
Su ogni tipo di viso, anche se con qualche precauzione

Può darsi che riteniate che una barba completa e folta sia troppo impegnativa per voi e per la vostra pelle. O che un pizzetto sia troppo démodé. E allora, per voi la soluzione migliore può essere la classica barba incolta, che un tempo era segno di trascuratezza ma oggi è a volte più curata e ricercata di tutte le altre soluzioni della nostra cinquina.
Dal punto di vista estetico, la barba trasandata funziona bene su una grande quantità di visi. Il suo carattere poco impegnativo, infatti, esalta qualsiasi linea del mento. Infatti si posiziona bene su visi quadrati ma anche rotondi, triangolari o ovali.
Il look che dà è piuttosto giovanile e casual, comunicando l’idea di una persona che non bada troppo al proprio aspetto fisico e la cui bellezza – ammesso che ci sia – è quindi tutta naturale. Ovvio che per questi motivi la barba trasandata può essere anche un’arma a doppio taglio.
Se si ha un bel viso, dei bei capelli e dei begli occhi la barba incolta dà un tocco in più al volto, rendendolo affascinante e un po’ maledetto. Se però il viso non offre altri elementi capaci di catturare l’attenzione, questa barbetta può infatti dare l’idea di un’eccessiva trasandatezza, diventando controproducente.
Come procedere col regolabarba
Per farsela crescere, prima di tutto bisogna scegliere la linea della propria barba, ovvero il punto oltre al quale la si vuole far comparire. Dopodiché, con un regolabarba regolato ad una misura intermedia si comincia ad accorciare. Rasando invece completamente prima di quella linea di cui parlavamo prima e su buona parte del collo.
Una tacca alla volta
A questo punto bisogna decidere se questa prima accorciatura già basta, o se c’è bisogno di tagliare ulteriormente, riducendo ancora la misura del regolabarba. In ogni caso, per le prime volte è consigliabile procedere spostando la regolazione del rasoio di una tacca alla volta, fino a raggiungere la misura desiderata.
Nelle occasioni successive, invece, sarà sufficiente ricordarsi la misura che ci ha dato la barba desiderata. In ogni caso, per ottenere un effetto sempre perfetto è consigliabile ripetere l’operazione una volta al giorno o al massimo ogni due giorni.
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4. Basettoni
Un gusto anni ’70

Concludiamo, ora, con due stili meno diffusi e a loro modo più estremi, ma per questo anche più originali. Partiamo dai basettoni, tanto di moda negli anni ’70 soprattutto tra i motociclisti. Oggi sono tornati in auge – almeno al cinema – grazie al personaggio di Wolverine e al suo interprete Hugh Jackman.
Anche in questo caso le variazioni possibili sono un’infinità. Le basette si possono unire ai baffi in una versione chiamata alla Cecco Beppo. Nome che è un omaggio a Francesco Giuseppe, l’ultimo imperatore d’Austria che così le portava.
Le basette a punta
Oppure farle finire a diverse altezze, come appena sotto l’orecchio o in prossimità del mento. O ancora se ne può modellare la fine, in modo che sia a punta – come andava di moda negli anni ’90 – oppure larga e arruffata, con un sapore un po’ ottocentesco.
Alla Elvis o con i Ray-Ban
Anche qui l’effetto sul look può essere molto diverso a seconda dei casi. Se vi piace pettinarvi con un gusto un po’ retrò, la basetta lunga può farvi sembrare un uomo d’altri tempi, uscito dagli anni ’60 e ’70 del tardo Elvis Presley.
Se invece lasciate che le basette crescano cespugliose potreste assomigliare ad un vecchio bavarese appassionato di birra. Nella maggior parte dei casi, però, un paio di lunghe basette si possono associare bene con degli occhiali da sole tipo Ray-Ban e dare l’idea del biker. O comunque dell’uomo che non si piega e non si conforma alle mode del tempo.
Come ottenerli
Il modo per farsi crescere i basettoni è molto semplice. Come al solito, conviene prima di tutto far crescere la barba completa per una o due settimane, in modo che si infoltisca bene.
Poi bisogna tagliare via, partendo dal mento e dal labbro superiore, la barba in eccesso, fino a segnare la misura delle basette preferita. Infine, a seconda che le si voglia normali o folte, si usano un regolabarba o le forbici per ottenere l’effetto desiderato.
5. Mosca
Il taglio di jazzisti e artisti

Concludiamo, tra i tanti possibili tagli eccentrici od originali, con la mosca. Con questo nome si intende un accenno di barba ancora piuttosto diffuso, sia in Italia che all’estero. Per farla semplice, si ottiene la mosca quando si lascia crescere un po’ di peluria al di sotto del labbro inferiore, senza però che essa arrivi a coprire il mento vero e proprio.
Questo taglio viene portato spesso da solo ma può essere anche associato ad un paio di baffi, a dare un effetto di eleganza. In ogni caso conferisce un aspetto un po’ ispanico al volto, soprattutto se i capelli e la barba sono neri.
Un po’ di storia di questo tipo di barba
La sua comparsa sulla scena è fatta risalire agli anni ’50 e ’60, quando diventò di moda tra gli afroamericani, in particolare i jazzisti. Venne poi adottato anche dagli artisti, dai musicisti e dai giovani che sentivano di avere uno spirito almeno in parte alternativo.
Da Napoleone III a Frank Zappa
Una versione più lunga e importante, invece, era già in uso al tempo di Napoleone III (che non a caso la portava) ed è per questo spesso chiamata imperiale. Frank Zappa, per citare un nome, la portava infine associata a un paio di baffi a manubrio.
Oggi esibire una mosca è ben poco faticoso. Si tratta di radersi tutta la barba, risparmiando quella che cresce tra labbro e mento, che va accorciata solo di tanto in tanto con un regolabarba o anche solo con le forbici. Dà comunque un tratto distintivo al viso, associandoti all’idea di una persona che, al di là dell’età anagrafica, ama vivere in un certo senso da artista.
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Altri 8 tipi di barba, oltre ai 5 già segnalati
Se i cinque stili che vi abbiamo presentato ancora non vi hanno soddisfatti, non disperate: la scelta in realtà è molto più ampia. E per darvene in qualche modo conto, qui di seguito trovate altri 8 tagli che potrebbero sicuramente interessarvi.
Barba sfumata
Abbiamo parlato di barba intera, incolta e così via, ma esiste anche una via di mezzo tra le varie soluzioni che abbiamo già iniziato a vedere: la barba sfumata. Un taglio, cioè, che si ottiene semplicemente graduando il livello di taglio a seconda delle zone della cute.
Si tratta di un taglio, come si vede anche dalla foto qui di seguito, che ben si addice soprattutto se abbinato ad un corrispettivo taglio di capelli. Se i capelli andranno sfumando scendendo dalla cima del capo verso le basette, anche la barba dovrà in un certo senso replicare cioè quell’andatura.
Questo tipo di stile è diventato piuttosto alla moda negli ultimi anni, e nonostante sia originale e per certi versi di “rottura” riesce a dare anche un senso di ordine e di simmetria. Lo si ottiene, semplicemente, usando dei rasoi elettrici e regolando via via la profondità del taglio a salire man mano che ci si avvicina alle basette.
Van Dyke
Del Van Dyke abbiamo già detto qualcosa nelle righe più sopra, ma vale la pena di approfondire un po’ la questione. In primo luogo, questo particolare stile non prende il nome da Dick Van Dyke, come si potrebbe credere, ma dal pittore fiammingo Antoon van Dyck, che lo rappresentò spesso nei suoi quadri (anche negli autoritratti).
Si tratta di fatto di baffi e pizzetto che rimangono però tra loro disuniti, non comunicanti, e in cui entrambi tendono però ad acuirsi. I baffi dovrebbero infatti distendersi per bene lungo i lati, possibilmente appuntendoli grazie all’uso di apposite creme.
A sua volta, la barba sul mento deve essere lasciata crescere e poi modellata con le forbici ad assumere una forma appuntita. Qui sopra la vedete esibita da Green Arrow, o Freccia Verde, storico eroe dei fumetti, ma negli ultimi anni questo taglio è stato spesso adottato anche da divi del cinema come Johnny Depp.
Garibaldi
Come anticipavamo, di recente sono tornate di moda barbe dal gusto piuttosto antico ed ottocentesco. E in quel campo noi italiani la facciamo da padroni. Esistono infatti una barba “alla Verdi” e, ancora più comune, una barba “alla Garibaldi”. Vediamo nel dettaglio quest’ultima.
Se ricordate le tradizionali rappresentazioni dell’eroe dei due mondi, sapete bene di che cosa si tratta. Garibaldi portava infatti una barba molto folta, lasciata crescere un po’ selvaggiamente tanto da allungarsi e gonfiarsi sotto al mento.
Ovviamente un taglio del genere è tutt’altro che semplice da gestire. La barba richiede pulizia continua e cura, sia per evitare l’eccesso di nodi, sia perché tende ovviamente a sporcarsi. L’effetto però è assicurato sotto diversi punti di vista.
Barba reale
Viene chiamata, in gergo, “Barba reale”, ma anche in questo caso siamo di fronte a un tipo di taglio più noto per il divo che lo porta che non per il suo nome. Si tratta infatti di una soluzione adottata spesso da star che non hanno una barba molto folta, ma allo stesso tempo vogliono darsi un look trasandato e ribelle.
È stata portata ad esempio dal già citato Johnny Depp, che per la verità nella sua vita di stili ne ha cambiati parecchi. In inglese è nota come “Royal Beard” ed è costituita da baffi che tendono a scendere e un pizzetto che tende a salire, senza però toccarsi realmente.
La barba può poi, a seconda dei gusti, proseguire un po’ lungo la mascella, ma senza esagerare, mentre sulle guance e verso le basette essa va completamente rasata. La lunghezza del pelo, sia sul mento che sui baffi, non è mai eccessiva e sempre ordinata.
Barba corta rifinita
In mezzo a tante barbe folte, si può optare anche per una soluzione completamente diversa. Non smette di andare di moda, infatti, anche il taglio completamente opposto, quello cioè che prevede sì la barba, ma di misura corta e controllata.
Ottenerla non è neppure particolarmente difficile, a patto che si disponga di una barba che cresce in maniera uniforme lungo il proprio viso. Esistono in commercio rasoi elettrici che permettono di settare l’altezza della lama anche in maniera molto precisa, e così disegnare e rifinire perfettamente il proprio taglio.
L’effetto è quello di un viso molto ordinato e curato, a patto che si presti particolare attenzione alle linee e alla simmetria. Essendo un taglio molto curato, esso va infatti eseguito con una certa precisione, impostando con attenzione il punto di taglio sia a destra che a sinistra della bocca.
Ad ancora
La barba ad ancora è una variante del classico pizzetto, che però si allunga sul volto non limitandosi solo ad inquadrare la bocca. Deve il suo nome alla particolare forma che assume al di sotto del labbro inferiore, che ricorda appunto quella di un’ancora.
Realizzarla non è per nulla difficile. Si tratta infatti di rasare completamente la barba in gran parte del volto, ed in particolare lungo le basette, le guance ed il collo. La barba va invece regolata lungo la mascella e fino al mento, collegandola poi ad una mosca sotto al labbro.
Di solito, come si vede anche nella foto qui sopra, viene accompagnata da un paio di baffi, che però devono rimanere scollegati dal resto. In genere questo taglio aiuta a rafforzare la mascella e a delinearla meglio, ed è quindi utile quando la si ha non particolarmente marcata.
Baffi a tricheco
Concludiamo con due tagli che riguardano principalmente i baffi, anche se possono essere comunque accompagnati alla barba. Il primo sono i baffi a tricheco, che prendono il loro nome dalla forma del muso di quel particolare animale.
In genere sotto questo nome rientrano tutti i tagli che lasciano crescere i baffi oltre la soglia tradizionale, rendendoli folti e facendoli andare ad estendersi oltre il confine delle labbra. Rientrano nella categoria sia i baffi alla Nietzsche, per intenderci, sia quelli più gestibili che trovate ad esempio nella foto qui sotto.
Questi baffi andavano di moda soprattutto negli anni passati – li ha portati ad esempio un divo della musica come Freddie Mercury – ma ogni tanto ritornano in auge. Negli anni ’80 erano uno dei simboli del “Castro clone“, uno dei look utilizzati dalla comunità gay americana.
Baffi classici
Non dimentichiamo, prima di chiudere, dei cosiddetti baffi classici, facilissimi da realizzare visto che basta radere completamente la barba lasciandoli crescere appena sopra al labbro superiore, semplicemente accorciandoli di tanto in tanto.
In genere in questo caso i baffi vanno lasciati estendersi dal naso fino al labbro, ma si possono provare anche soluzioni diverse. Ad esempio questi baffi possono essere resi meno spessi, a disegnare una linea più sottile (e in questo caso si parla di baffi a penna).
Oppure ancora possono essere accompagnati da una mosca o da un pizzo, in soluzioni che abbiamo in parte già visto nei punti precedenti della nostra presentazione. L’importante è comunque renderli uniformi, lavorandoli periodicamente con un regolabarba o con le forbici.