Cinque belle canzoni d’amore rap

Le migliori canzoni d'amore rap italiane

«Ma io non faccio canzoni d’amore… No, sono delle cazzate e poi non riesci mai a dire… cioè, l’hip hop non è adatto per fare… non riesco a scrivere cose sensate…». Con queste parole si apre Capirai, canzone di Bassi Maestro che nel 2004 segnò una svolta – non accettata da tutti – nella sua produzione musicale. E sono parole che riprendono un’opinione diffusa: il rap e l’hip hop non sono fatti per parlare d’amore. Non possono esistere canzoni d’amore rap.

Temi non solo dolorosi

La ritmica e la forza delle parole sembrano infatti funzionare meglio con temi duri, dolorosi, di denuncia. Dominati da una sofferenza che di sicuro non può andare d’accordo con l’amore come lo intendiamo di solito nella canzone all’italiana. Eppure, da qualche anno ci sono alcuni rapper che hanno provato a cimentarsi col difficile tema. Ovviamente a modo loro: non troverete rime “cuore-amore”, per fortuna, ma neppure eccessi sdolcinati. L’hip hop può anche concedersi una puntata in un territorio non suo, ma lo fa col proprio stile.

Abbiamo selezionato cinque tra le più belle canzoni d’amore rap uscite negli ultimi vent’anni. E le abbiamo scelte solo nell’ambito italiano, perché possiate gustare le parole senza i limiti imposti dalla lingua. Troverete rapper celeberrimi ed altri di nicchia. In tutti i casi si tratta di artisti che hanno fatto la storia del genere.

 

1. Kaos – Cose preziose

da L’attesa (1999)

L'attesa, l'album di Kaos che contiene Cose prezioseAndiamo in ordine cronologico. Uno dei primi rapper italiani è stato Kaos One, al secolo Marco Fiorito. Nato a Caserta nel 1971, ha iniziato ad esibirsi già a metà anni ’80, alternando le canzoni alle esibizioni di breakdance. Nei primi anni ’90 è passato dalla lingua inglese a quella italiana e ha contribuito quindi alla crescita del movimento. Con i Radical Stuff mise in cantiere due album, prima di intraprendere una vera e propria carriera solista. Il primo disco in proprio fu Fastidio, uscito nel 1996.

Nel 1999, quando ormai era un artista maturo e completo, Kaos ha dato alle stampe L’attesa. Il disco è segnato da influenze funk e da una serie di collaborazioni importanti. Le basi musicali sono curate perlopiù da Chico MD, mentre fanno la loro apparizione anche Sean e Gopher.

Cose preziose – il cui sottotitolo è Variante di Lunenberg – è il pezzo che abbiamo scelto per aprire la nostra cinquina. Un brano che in realtà non è una canzone d’amore propriamente detta, visto che è un inno che si rivolge alla musica e alla cultura hip hop. Ma anche l’amore per la musica è amore a tutto tondo.

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2. Fabri Fibra – Come te

da Turbe giovanili (2002)

Fabri Fibra e la sua Come teFabri Fibra, probabilmente, lo conoscete tutti. È uno dei rapper che sono riusciti a sfondare e a conquistare anche un pubblico che, di solito, con l’hip hop ha tutto sommato poco a che fare. Il suo ruolino di marcia parla di un milione di album venduti in carriera, premi, dischi d’oro e di platino. Anche se questo successo non è stato esente da critiche, sia da parte dei soliti benpensanti, sia da alcuni settori dell’ambiente hip hop.

L’album d’esordio, pubblicato quando ancora Fabri Fibra non era il fenomeno di oggi, è stato Turbe giovanili. L’anno era il 2002 e fino ad allora Fabrizio Tarducci aveva fatto parte di alcuni collettivi, senza però riuscire a sfondare al di fuori della zona della natia Senigallia. Grazie alla produzione di Neffa, quel disco, però, si pose subito all’attenzione di tutta la scena italiana, forte di una capacità introspettiva non comune. E alla traccia numero 10, con la collaborazione di Al Castellana, c’era Come te.

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3. Bassi Maestro – Capirai

da L’ultimo testimone (2004)

Capirai, una delle più belle canzoni d'amore rap, firmata da Bassi MaestroAnche Bassi Maestro è uno della vecchia scuola. Nato a Milano nel 1973 col nome di Davide Bassi, ha iniziato a farsi conoscere sul finire degli anni ’80. L’esordio discografico è datato 1996 ed è intitolato Contro gli estimatori. A cui sono seguiti, a buon ritmo, tutta una serie di altri lavori, che hanno confermato il talento del rapper. Nel 2004 sono usciti addirittura due album in un solo anno. Ovvero L’ultimo testimone e Seven: the Street Prequel, entrambi pubblicati da Vibrarecords.

Se il secondo era uno street album, esperienza ancora inedita nella discografia di Bassi Maestro, il primo era un disco di svolta. Un po’ per una precisa volontà, un po’ forse anche per il bisogno inconscio di cercare nuove strade, il disco è caratterizzato infatti da qualche timida apertura verso il pop.

Dalla rabbia alla morbidezza

Lo dimostra anche la frase con cui abbiamo aperto questo articolo, che introduce Capirai. Da rapper arrabbiato, che rifiutava ogni compromesso, Bassi Maestro sembrava voler ora raccontare una dimensione nuova della propria vita. Anche ammorbidendo il proprio sound. Ma non dimenticando le proprie origini.

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4. OneMic – Mi confonde

da Sotto la cintura (2005)

Mi confonde è contenuta nell'album Sotto la cintura degli OneMicGli OneMic non sono probabilmente noti come gli altri artisti che abbiamo segnalato in questa cinquina. A remare contro la loro fama c’è, da un lato, la scarsa produzione, visto che il terzetto torinese ha fino ad oggi fatto uscire appena due album, e dall’altro una musica poco commerciale, che si insinua tra l’hardcore rap e l’alternative rap, pur con qualche apertura sporadica verso il pop. Il gruppo è formato da Rayden, Raige e Ensi, che però negli anni hanno coltivato anche carriere soliste.

Sotto la cintura, uscito nel 2005, è stato il loro primo album, a cui anni dopo è seguito Commerciale. In quel disco, edito da La Suite Records, comparivano nomi eccellenti come quelli di Tormento/Yoshi, Jake La Furia, Principe e Mistaman. Mi confonde, traccia numero 17, era però registrata con la collaborazione di Marianna, e raccontava quanto facilmente ci si innamora (e, di conseguenza, ci si confonde) davanti ad una ragazza.

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5. Gué Pequeno – Conta su di me

da Il ragazzo d’oro (2011)

Il ragazzo d'oro, esordio da solista di Gué PequenoConcludiamo la nostra rassegna spostandoci in avanti. Gué Pequeno, infatti, ha avuto successo come solista solo a partire dagli anni ’10 del nostro secolo, anche se già da qualche tempo era balzato agli onori della cronaca (non solo hip hop) come componente dei Club Dogo. Nato a Milano nel 1980, Cosimo Fini – questo il suo nome all’anagrafe – ha dato alle stampe il primo lavoro solista nel 2011, intitolandolo Il ragazzo d’oro.

Quel disco, che vedeva l’apparizione di nomi importanti della scena hip hop come Marracash, Entics, Ensi, Montenero e l’amico Jake La Furia, arrivò fino alla quinta posizione della classifica dei dischi italiani. Conta su di me vi figurava come penultimo brano ed esibiva la produzione di Don Joe e Shablo e la collaborazione di Caprice. Il pezzo è una canzone d’atmosfera, dalle atmosfere “cool”: «Siamo attratti come due poli opposti, saremo ricchi senza contare i soldi, liberi senza contare i giorni», recitava.

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