
Ah, quante poesie e canzoni si sono scritte sulla Luna! Da sempre compare in cielo ogni notte, e ogni notte sembra attirare i sogni e i rimpianti dei poeti e di tutti quelli che sono dotati di un animo sensibile. Da Giacomo Leopardi a Frank Sinatra, si sono rivolti a lei personaggi che meritano di stare nei libri di letteratura ma anche cantanti popolari, mostri della cultura di ogni tempo e scribacchini da quattro soldi. Perché effettivamente quella palla gialla nel cielo scuro sembra in grado di parlare a chiunque.
Se ci vogliamo soffermare in particolare sulla musica, gli esempi di questo tipo sono tantissimi. E tutti diversi l’uno dall’altro. C’è chi ha colto il lato ironico del nostro satellite, sottolineando come ci guardi, sorniona, da lassù.
Ma c’è anche chi ha sottolineato le sue capacità ipnotiche, quasi riuscisse davvero ad influenzarci la vita, almeno quando è piena. O almeno così sostengono gli astrologi e gli inventori di storie di lupi mannari.
La Luna sa parlare a tutti
Noi abbiamo selezionato, per questi motivi, cinque diversi brani che parlano in un modo o nell’altro della Luna. Tre sono italiani, e quindi vi permetteranno di gustare appieno il significato del loro testo. Due invece sono in inglese, ma talmente celebri che vi sarà facile recuperarne le liriche. Speriamo vi piacciano e vi facciano compagnia nelle notti di Luna piena.
Prima di cominciare, però, una parola su tutti quei brani che non sono riusciti ad entrare in cinquina. Visto che alcuni sono molto belli, infatti, ve ne segnaliamo una manciata. In Italia bisogna citare almeno la celeberrima Luna rossa, ma anche Spunta la Luna dal monte di Pierangelo Bertoli e i Tazenda e Luna di Gianni Togni.
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Per le canzoni in lingua inglese, invece, vale la pena recuperare Fly Me to the Moon di Frank Sinatra e Harvest Moon di Neil Young. Una menzione, infine, per Brain Damage/Eclipse che apriva il celebre The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd.
Indice
1. Fred Buscaglione – Guarda che Luna
Fred Buscaglione è un cantante che oggi è purtroppo largamente dimenticato. Scomparso a Roma nel 1960, ad appena 38 anni d’età, fu il massimo alfiere dello swing italiano, un cantante che prima di tanti altri seppe coniugare ironia e ritmo, mito americano e melodia.
All’apice della sua carriera, in una notte di febbraio, andò a sbattere con la sua Ford Thunderbird color lilla contro un camion carico di porfido. E morì praticamente sul colpo.
Al suo attivo aveva canzoni che stavano facendo la storia della prima musica leggera italiana. Brani come Che bambola! del 1955, Eri piccola così e Buonasera (signorina) del 1958.
Per la maggior parte erano scritte dallo stesso Buscaglione assieme all’amico Leo Chiosso, suo paroliere di fiducia. Ogni tanto, però, il cantante torinese interpretava brani scritti da altri, in genere traduzioni dall’inglese.
Lo swing che diventa melodico
Dopo aver cantato a lungo di duri, gioco d’azzardo e amori maledetti, verso gli ultimi anni della sua carriera Buscaglione provò ad aprirsi anche ad altri generi e tematiche. È per questo che nel 1959, pochi mesi prima di scomparire, incise Guarda che Luna.
Questo era un brano più tradizionale, legato allo stile melodico che imperversava in Italia. Gli autori della canzone erano Walter Malgoni per quanto riguarda la musica e Bruno Pallesi per le parole, anche se quest’ultimo si firmò con lo pseudonimo di Elgos.
Proprio la versione di Bongusto è stata inclusa, parecchi anni dopo, da Pedro Almodóvar nella colonna sonora del suo film La legge del desiderio con Antonio Banderas.
2. Van Morrison – Moondance
È una sorta di swing anche la seconda canzone della nostra cinquina. Forse, in effetti, la Luna sembra suggerire ai cantanti un ritmo particolare, allo stesso tempo sincopato, veloce e confidenziale. Solo che il brano non è più in italiano ma in inglese e diversa è l’epoca.
Non siamo più, infatti, nei ruggenti anni ’50, ma all’inizio dei ’70. Il titolo della canzone, una delle più celebri nel suo genere, è Moondance e il suo autore è il cantautore nordirlandese Van Morrison.
Dopo gli esordi blues con i Them, sul finire degli anni ’60 Morrison cercò di dare il via a una carriera solista. L’impresa gli riuscì molto rapidamente. Il primo album fu Blowin’ Your Mind!, un disco per certi versi ancora interlocutorio che però già conteneva un pezzo come Brown Eyed Girl.
Subito dopo, tra il 1968 e il 1970, fece uscire quelli che sono considerati i suoi capolavori. Ed erano davvero due album prossimi alla perfezione: Astral Weeks e Moondance.
«È una notte meravigliosa per una danza della Luna»
Proprio da questo secondo lavoro arriva l’omonima canzone, che non venne rilasciata come singolo fino al 1977. Pezzo cardine di tutta la produzione di Morrison, il brano mescola rock e jazz, creando, assieme al testo, un’atmosfera magica.
Celebre l’inizio, in cui Van Morrison canta: «Well, it’s a marvelous night for a moondance, with the stars up above in your eyes». Ovvero: «Be’, è una notte meravigliosa per una danza della Luna, con le stelle lassù sui tuoi occhi».
Considerata una delle più belle canzoni di tutti i tempi, compare in numerosi film e serie TV. Tra i tanti, ricordiamo Un lupo mannaro americano a Londra, La musica nel cuore e The West Wing. È inoltre piuttosto nota anche una versione cover incisa da Michael Bublé nel 2003.
3. Lucio Dalla – L’ultima Luna
Ritorniamo in Italia, dove spesso si sono dedicate canzoni alla Luna, direttamente o indirettamente. Tra i cantautori nostrani, quello che l’ha usata più spesso è stato probabilmente Lucio Dalla.
La Luna viene citata infatti in Anna e Marco, nel titolo dell’album Luna Matana del 2001, nel brano Il parco della Luna e in molti altri pezzi. Il cielo notturno, assieme alle sue stelle, ha insomma sempre ispirato il cantautore bolognese.
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La canzone che però più di tutte affronta il tema è sicuramente L’ultima Luna. Fu incisa per la prima volta nel 1979 all’interno dell’album Lucio Dalla, uno dei suoi più grandi successi. Ed è una canzone che è rimasta nel cuore di tutti i fan. Non a caso l’hanno cantata, nel corso degli anni, vari altri autori, come di recente Dimartino o i Thegiornalisti.
Le immagini e la speranza
Il pezzo, che apriva l’album e che era interamente firmato da Dalla, presenta un ritmo scandito da un basso elettrico e dalla voce del cantante. Il testo presenta un climax discendente, visto che si parte dalla settima Luna fino a retrocedere alla prima.
Le immagini presentate da Dalla sono quasi apocalittiche, piene di paradossi. E vanno ad indagare un mondo strano che sembra un incrocio tra un Luna park e un manicomio pieno di morte.
Come a dire che il mondo verrà salvato da chi arriverà dopo di noi. Mentre la Luna, imperterrita, continuerà a scandire lo scorrere del tempo.
4. Loredana Bertè – …E la Luna bussò
Con la quarta canzone rimaniamo non solo in Italia, ma rimaniamo anche all’anno 1979. Fu infatti in quei mesi che Loredana Bertè, allora all’apice della carriera, incise …E la Luna bussò, brano che doveva trainare l’uscita del suo quarto album, Bandabertè.
Un traino che effettivamente riuscì, visto che il disco rimase in classifica per 29 settimane, conquistò un disco d’oro e lanciò definitivamente l’astro della sorella minore di Mia Martini.
Il brano, che apriva anche il lato A del disco, era firmato da Daniele Pace e Oscar Avogadro per il testo e da Mario Lavezzi per la musica. L’arrangiamento invece fu firmato dallo stesso Lavezzi (che nella registrazione originale suona la chitarra) e dallo scozzese trapiantato a Roma Tony Mimms.
Ottimi furono i riscontri commerciali anche del singolo, visto che il 45 giri salì fino alla posizione numero 6 e fu presentato anche al Festivalbar, diventando uno dei tormentoni di quell’estate.
Il reggae di fine anni ’70
L’arrangiamento risente di una forte influenza reggae, genere che in quegli anni andava per la maggiore grazie al successo di Bob Marley e di altri cantanti americani. Una musica che d’altronde ben si intonava con la voce roca e forte della Bertè di allora.
Solo un paio d’anni prima, d’altra parte, era uscito TIR, che l’aveva portata al premio di “rivelazione dell’anno”, mentre nel 1976 era arrivato il successo di Sei bellissima, che le aveva dato la prima notorietà nazionale.
Da tutti questi luoghi viene però cacciata via, come se non ci fosse più spazio per la poesia, la natura, l’amore romantico o qualunque altra che vogliamo vedere simbolicamente dietro al nostro satellite.
5. Toploader – Dancing in the Moonlight
Concludiamo facendo un balzo in avanti e spostandoci all’inizio degli anni 2000. In quei mesi infatti cominciò a girare nelle radio (prima inglesi e poi mondiali) un brano che aveva in realtà un’origine piuttosto vecchia, ma che molti avevano dimenticato.
Si tratta di Dancing in the Moonlight, un pezzo originariamente registrato dai King Harvest nel 1972 e ritirato fuori proprio nel 1999 dai Toploader.
Né i King Harvest né i Toploader sono però gruppi di cui avete probabilmente sentito parlare. I primi erano dei ragazzi americani capitanati da Sherman Kelly che nei primi anni ’70 si trasferirono a Parigi e lì crearono un gruppo, pubblicando qualche singolo ma sciogliendosi già nel 1974.
I secondi sono invece un gruppo britannico formatosi sul finire degli anni ’90, che trovarono un repentino successo coi primi due dischi ma che poi furono a lungo dimenticati.
Dai King Harvest allo spot televisivo
Dancing in the Moonlight fu scritta proprio da Kelly nel 1968, ma venne presentata al gruppo solo qualche anno più tardi.
Venne registrata in una forma abbastanza minimalista, basando gran parte dell’accompagnamento su un piano elettrico Wurlitzer, cosa piuttosto rara al tempo che le diede però una certa originalità. Il pezzo fu un grande successo, riuscendosi a piazzare al quinto posto della classifica americana, ma i King Harvest non riuscirono a dargli un seguito.
A mantenerne vivo il ricordo ci pensarono però altri artisti come Liza Minnelli o Johnny Rivers, che ne realizzarono delle cover.
Anche in questo caso il singolo andò molto bene, arrivando fino al settimo posto in Inghilterra e ben figurando anche in Italia, grazie al suo utilizzo all’interno di uno spot televisivo. Il brano, d’altronde, è un inno alla gioia e ispira positività, grazie anche all’immagine ricorrente che vede tutte le persone ballare al chiaro di Luna, calde e luminose.
E voi, quale canzone sulla luna preferite?