Cinque canzoni da ascoltare quando si è tristi

Le canzoni per tirarvi su il morale quando siete tristi

Sappiamo bene come ci si sente quando si è tristi: voglia di piangere, di rimestare all’interno della malinconia, ma anche di trovare una qualche energia per andare avanti, per mettersi alle spalle l’ultima delusione appena vissuta. In questo senso, un ruolo fondamentale spetta alla musica, che è capace di darci proprio quello di cui abbiamo bisogno quando dobbiamo superare un momento come questo.

Ma quali sono le migliori canzoni da ascoltare quando si è tristi? Noi ne abbiamo scelte cinque, che spaziano, per temi e toni, coprendo vari aspetti: c’è il brano tristissimo che ci incita però ad andare avanti; c’è il pezzo deluso e quasi rassegnato; c’è la canzone che ci invita a sorridere anche davanti alla disperazione. L’ordine con cui le presentiamo è puramente cronologico.


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Fabrizio De André – Verranno a chiederti del nostro amore

«Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?»

Partiamo da un cantautore che la tristezza e il dolore ha saputo raccontarli sempre molto bene come Fabrizio De André. Verranno a chiederti del nostro amore parla, ovviamente, della fine di un rapporto amoroso, con tutti i rimpianti e le recriminazioni del caso. La canzone, scritta da De André assieme a Giuseppe Bentivoglio per il testo e sempre da De André assieme a Nicola Piovani per la musica, era contenuta all’interno di Storia di un impiegato, quarto concept album del cantautore genovese dopo Tutti morimmo a stento, La buona novella e Non al denaro non all’amore né al cielo; un disco che, a differenza dei precedenti, era stato fortemente attaccato dalla critica.


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L’idea era quella di raccontare la vita di un impiegato che, sull’onda della rivolta studentesca, diventava bombarolo, ma l’esito non convinse i più e neppure lo stesso De André, che presto escluse le canzoni dell’album dal suo repertorio live. D’altronde, erano tempi in cui si contestavano non solo le istituzioni ma anche i cantautori di sinistra, e nessuno era esente da una critica che sembrava inflessibile verso tutti e tutto. Verranno a chiederti del nostro amore, che è in un certo senso la lettera che il bombarolo scrive alla propria fidanzata per preannunciarle l’arrivo della stampa dopo il suo gesto estremo, fu composta da De André per la prima moglie, Enrica Rignon, secondo quanto dichiarato in varie interviste dal figlio Cristiano.

 

The Smiths – Please, Please, Please Let Me Get What I Want

«Good times for a change»

Arriviamo d’un sol balzo agli anni ’80 e per la precisione al 1984, quando la band di Manchester degli Smiths fece uscire un nuovo singolo slegato da un album vero e proprio: il disco si intitolava William, It Was Really Nothing e conteneva una canzone che potremmo definire “anti-matrimoniale”, in cui Morrissey invitava il suo amico William (probabilmente Billy Mackenzie, leader degli Associates purtroppo morto suicida qualche anno più tardi) a non prendere moglie. Il brano ebbe un buon successo, ma ancora di più ne incontrò il b-side, cioè il riempitivo che completava il singolo, Please, Please, Please Let Me Get What I Want.

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Il brevissimo pezzo, che durava meno di due minuti, fu incluso in questa posizione di “secondo piano” perché la casa discografica non sembrava avere molta fiducia in una composizione così breve, che appariva incompleta; in realtà era stato lo stesso Morrissey a volerla così breve e tronca, mentre Johnny Marr vi aveva aggiunto quel caratteristico finale strumentale. Il brano divenne uno dei più famosi della band anche perché ben rappresentava il misto di disperazione e grandiosità che era tipico del gruppo.

 

Metallica – Nothing Else Matters

«Forever trusting who we are»

Non serve per forza che le canzoni siano tristi, o parlino di eventi luttuosi, perché possano essere adatte per una giornata in cui si è preda della malinconia; a volte, infatti, anche una canzone d’amore particolarmente intensa può servire bene allo scopo. È questo il caso di Nothing Else Matters, pezzo celeberrimo dei Metallica pubblicato all’interno dell’album che portava il loro stesso nome nel 1992. La canzone è una ballata che, secondo quanto ci viene riportato dalla tradizione, il frontman James Hetfield avrebbe dedicato alla sua fidanzata di allora; tra l’altro avrebbe iniziato a scriverla proprio mentre era al telefono con lei, e questo spiegherebbe l’arpeggio iniziale, tutto suonato su corde vuote e quindi solo con la mano destra.

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Di grandissimo successo anche al di fuori dell’ambiente metal, anche proprio per il suo tono romantico e per la struttura piuttosto tradizionale, la canzone esalta il rapporto tra i due innamorati al di là di quello che pensano o dicono gli altri, dimostrando che non importa quello che gli altri pensano, dicono o credono di sapere, ma solo ciò che i protagonisti sanno. Forse anche per questo clima da “noi contro il mondo” il brano è quindi perfetto per chi si sente rifiutato o non capito, ed è stato reinciso sia dagli stessi Metallica, sia da altre band e cantanti come gli Staind, Macy Gray, Shakira, Lucie Silvas e perfino il nostro Marco Masini.

 

R.E.M. – Everybody Hurts

«When you’re sure you’ve had enough of this life»

Si dice “mal comune mezzo gaudio”; e se anche questa frase ha il suono stantio e consolatorio dei vecchi proverbi, è pur vero che il sapere che molti prima di noi hanno affrontato i nostri stessi problemi, e spesso sono riusciti a superarli agilmente, può esserci in qualche modo di conforto e spingerci a rimboccarci le maniche e andare al di là del momento difficile. Questo è anche il senso di Everybody Hurts, bella canzone dei R.E.M. contenuta in uno dei loro album più importanti, Automatic for the People, pubblicato nel 1992; un brano lento, lontano sotto certi punti di vista dai precedenti della band di Athens, che incita più volte a tener duro («Hold on») davanti ai colpi della vita.

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Ad aver inciso non poco sulle vendite del singolo e sulla sua popolarità è stato anche il video musicale che fu prodotto dai R.E.M. assieme al regista Jake Scott, figlio di Ridley Scott, capace di aggiudicarsi numerosi premi: in esso i quattro membri del gruppo rimanevano imbottigliati in un ingorgo su una strada americana e, come percependo i pensieri negativi delle altre persone in un clima che ricordava certi film di Wim Wenders, iniziavano a scendere dall’auto, dando il via a una sorta di moto di speranza. Anche questo brano è stato oggetto di numerose cover: tra le tante, si ricordano quelle di Patti Smith, Annie Lennox e Alicia Keys, Joe Cocker, Paul Anka, i Corrs e perfino Amy Farrah Fowler, interpretata da Mayim Bialik, con l’arpa all’interno di una puntata di The Big Bang Theory.

 

Gary Jules e Michael Andrews – Mad World

«The dreams in which I’m dying are the best I’ve ever had»

A soffrire, è inutile dirlo, sono soprattutto gli adolescenti, un po’ perché più sensibili e ricettivi davanti alle vicende umane, un po’ perché non hanno ancora fatto “il callo” su certe questioni. Per loro il mondo può apparire a tratti incomprensibile e illogico, dominato dal dolore e da altre forze irrazionali. Questo è anche il concetto che lega Donnie Darko, film di culto scritto e diretto da Richard Kelly nel 2001, e Mad World, canzone dei Tears for Fears contenuta nel loro album d’esordio The Hurting del 1983 ma reincisa, con un nuovo arrangiamento, da Gary Jules e Michael Andrews proprio per la colonna sonora del film.


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La canzone, che già aveva avuto un discreto successo all’interno del movimento new wave all’inizio degli anni ’80, è stata notevolmente rivitalizzata dall’arrangiamento intimista dei due musicisti americani; tra l’altro, questa seconda versione è stata accompagnata da un bel videoclip diretto da Michel Gondry, regista di altri video di successo per Björk, Rolling Stones, Massive Attack, Beck, Foo Fighters, Daft Punk, Chemical Brothers, Radiohead e altri ancora, ma soprattutto di film visionari come Se mi lasci ti cancello, L’arte del sogno e Be Kind Rewind. Per quanto riguarda gli anni recenti, dalla sua uscita la versione di Jules e Andrews è stata usata anche in altri film e soprattutto programmi televisivi, come Brothers & Sisters, Cold Case, C.S.I., Smallville, The O.C., The Mentalist.

 

Ecco le cinque canzoni da ascoltare quando si è tristi che abbiamo scelto: vota la tua preferita.

 

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