13 film horror classici da vedere

Il manifesto de La notte dei morti viventi, uno dei più famosi classici del cinema horror

L’horror, come genere cinematografico, esiste sin da quando esiste il cinema. Questo perché il perturbante fa parte del nostro quotidiano, la paura è un sentimento necessario e la finzione cinematografica ci permette di viverla in tutta sicurezza.

Il primo film horror risale agli inizi del ‘900 ed è, forse, Il golem di Paul Wegener e Henrik Galeen (1915). Ma il sovrannaturale, l’immaginifico, il gotico sono stati sempre ingredienti alchemici della Settima Arte e le prime scene dal sapore horror risalgono all’invenzione della pellicola cinematografica.


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In più di un secolo il cinema dell’orrore si è sviluppato, si è evoluto, si è involuto. Nel corso delle sue trasformazioni, di decennio in decennio, di paese in paese, anche i più grandi autori si sono misurati con questo genere mentre i maestri hanno contribuito a definirne “grammatica”, “sintassi”, linguaggio, vertici e limiti, dirigendo veri e propri capolavori.

Non sono pochi quindi i cosiddetti “classici” del cinema horror, punti di riferimento per i film a venire. Oggi vi parlerò di cinque pellicole in particolare che reputo grandi pietre miliari del genere.

 

1. La maschera del Demonio

Se dovessi scegliere il film horror italiano che più incarna la figura del classico, la scelta ricadrebbe su La maschera del Demonio di Mario Bava, esordio alla regia del maestro che ha dato all’horror europeo una forma autoriale, pur rimanendo strettamente legato al genere.

Stiamo parlando ovviamente di un horror gotico, che trae linfa vitale dalle influenze letterarie del genere stesso. E infatti l’esordio di Bava è tratto dal racconto Il Vij di Gogol’, della prima metà dell’Ottocento.

La maschera del demonio

In un certo senso la controparte filmica semplifica la complessità letteraria e punta sulle atmosfere arcane di questa storia di streghe/vampiri che rielabora la tradizione.

1830: due viaggiatori sulla strada per Mosca risvegliano incautamente la mummia di una strega giustiziata due secoli prima. Si tratta di Asa, vittima dell’inquisizione. Scopo della donna sarà nutrirsi della linfa vitale di Katia, sua discendente. Asa infatti si nutre delle energie degli esseri umani: sarà un bagno di sangue.

L’horror europeo di Mario Bava

La Maschera del Demonio è forse il film horror più importante del cinema europeo. Ha rivoluzionato il modo di fare cinema di genere, impostando la grammatica filmica per quel che sarà il gotico nel vecchio continente.


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Complice l’incredibile successo che ottenne anche oltreoceano, quello del maestro Bava è tuttora esempio di un certo modo di fare cinema, dalla regia alla fotografia, alla scenografia. Un film elegante che ha come obbiettivo spaventare, che va oltre il fantastico ponendo le basi per una diversa riproposizione dei canoni fino ad allora accertati.

Un horror puro che si eleva sul cinema di genere, che vive di atmosfere e che, finalmente, fa davvero paura.

 

2. La notte dei morti viventi

Nonostante questo non sia il primo film sugli zombie, Romero viene definito unanimemente il padre degli zombie movies. Questo perché, effettivamente, il regista americano è stato il primo a parlare dei morti viventi estrapolandoli dal loro contesto originario (le leggende caraibiche, Haiti, il vudù).

Gli zombi, in La notte dei morti viventi, vengono fuori dalle tombe e si gettano sul mondo, rappresentano l’orrore dell’umanità che si riversa su se stessa, un male epidemico, l’essere umano che si nutre di sé, non più strumento o arma ma simbolo di una non meglio specificata apocalisse sovrannaturale.

Nei pressi di un cimitero in Pennsylvania un gruppo di sei persone si ritrova asserragliata in una casa di campagna mentre è in corso un assedio zombi.

I morti infatti sono tornati in vita e sono usciti dalle loro tombe, si nutrono dei vivi e il loro morso trasforma automaticamente i morsicati in zombi. Non si conosce il motivo, si sa solo che queste creature sono inarrestabili.

Gli zombie di George A. Romero

Per la prima volta lo zombie diventa simbolo, metafora di una critica socio-politica con cui il regista fa a pezzi il sogno americano. La notte dei morti viventi non è solo un film su mostri che si nutrono di carne umana, di morti che si nutrono dei vivi, ma un feroce attacco al concetto di umano.

Pessimista, girato in un economico bianco e nero con pochissimi mezzi, il film di Romero è diventato subito un classico, simbolo di un nuovo modo di fare horror lontano dalla tradizione gotica, dai miti e dalle leggende. Un film ambientato nella quotidianità stravolta di un mondo che conosciamo bene.

 

3. L’esorcista

Film tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty, qui nelle vesti di sceneggiatore, e diretto dal poliedrico William Friedkin, L’esorcista è un’opera che ha segnato non solo l’immaginario horror ma il cinema tout court.

Effettivamente L’esorcista va al di là dei prodotti “di genere”, è un film dal più ampio respiro che usa il tema sovrannaturale come pretesto per parlare di umanità, di dolore, di perdita.

Ha avuto un fortissimo impatto culturale, è forse il film horror più conosciuto di sempre, negli anni ’70 terrorizzò più di una generazione e ancora oggi è in grado di smuovere determinate corde nell’animo umano.

Georgetown: Regan MacNeil è la figlia dodicenne di Chris, attrice divorziata, che un giorno comincia a manifestare i sintomi di una malattia mentale e vari atteggiamenti schizoidi. In realtà Regan non è malata, è posseduta dal demone mesopotamico Pazuzu.

Disperata per i continui fallimenti della scienza medica, sempre più spaventata dai comportamenti violenti e terrificanti della figlia, Chris chiederà aiuto (nonostante sia atea) al giovane padre Karras, prete tormentato, e all’anziano sacerdote padre Merrin che, esperto di esorcismi, proverà a cacciare via il demonio.

Il capolavoro di William Friedkin

Punto di riferimento per la cultura occidentale, L’esorcista è uno dei film più importanti mai girati, divenuto vero e proprio cult, un classico imitato e citato allo sfinimento.

Osannato da critica e pubblico, è tuttora ritenuto uno dei film più spaventosi di sempre. Una paura atavica, suscitata da un lato dal tema della possessione demoniaca, da un altro dall’atmosfera funerea, malinconica e visionaria che pervade la pellicola.


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L’esorcista è un film in grado di toccare un nervo scoperto della società borghese, che da sempre cela – dietro a una coltre di perbenismo, di amore per le scienze e le tecnologie, oltre che per il razionale come unica difesa dall’incomprensibile – la paura per ciò che è invisibile, misterioso e che riguarda l’anima più che il corpo.

Quel che fa veramente paura è l’inspiegabile, verso cui non c’è difesa alcuna.

 

4. Halloween – La notte delle streghe

Nel 1978 il regista John Carpenter girò con un budget di soli 325.000 dollari e in circa venti giorni quello che è sicuramente un capolavoro di genere: Halloween – La notte delle streghe.

Film che, al di là della sua bellezza intrinseca, è considerato unanimemente il primo slasher movie “puro” della storia, capostipite di quel sottogenere horror in cui un killer mascherato (o di cui non si vede il volto) dà la caccia a un gruppo di ragazzi utilizzando armi da taglio per assassinarli in maniera cruenta.

31 ottobre 1948: il piccolo Michael Myers uccide con un coltello da cucina sua sorella maggiore mentre i genitori sono fuori a cena. Dichiarato incapace di intendere e di volere, il ragazzino viene rinchiuso in un istituto psichiatrico.

1963: Michael Myers evade dall’istituto il giorno della vigilia di Ognissanti e si dirige verso Haddonfield, sua città natale. Il dottor Samuel Loomis si mette sulle sue tracce, presagendo un bagno di sangue che sembrerebbe avere come obbiettivo Laurie Strode, inspiegabilmente vittima designata del killer.

Il classico di John Carpenter

Ma Halloween non è solo lo slasher per eccellenza. A rendere un classico questo film è stata la formula proposta e in seguito rielaborata o riprodotta pedissequamente in tanti altri teen movies.

Senza il film di Carpenter non sarebbero mai esistiti lavori come Venerdì 13, Nightmare o il più recente Scream, solo per citare altri imprescindibili del genere.


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Ma i pregi di un’opera di tale portata non si fermano qui, perché Halloween – La notte delle streghe è un saggio sulla paura, un’indagine sul male, una critica spietata alla borghesia e un incredibile lavoro meta-cinematografico. Un film insomma che va oltre la forma per divenire pura e semplice sostanza.

 

5. Hellraiser

Girato sul finire degli anni ’80 e diretto dallo scrittore inglese Clive Barker, Hellraiser è un cult assoluto che si è imposto sulla memoria collettiva per l’incredibile potenza del suo gore e per i suoi personaggi iconici, primo fra tutto il famigerato Pinhead.

Il regista mette su un castello di immagini inquietanti che sfiorano l’hardcore, non elemosina su sangue e scene splatter e lascia poco spazio all’immaginazione dello spettatore. Un’orrore tanto concettuale quanto estetico. Il risultato è un pugno nello stomaco dalle tinte sadomaso che sul finire degli anni ottanta fu facile motivo di shock.

Frank Cotton apre per mezzo di una scatola a forma di cubo una porta che conduce verso un’infernale dimensione parallela dominata dai Supplizianti, demoni Cenobiti il cui compito è quello di torturare per l’eternità chi li ha evocati.

Anni dopo, il fratello Larry si trasferisce assieme alla sua famiglia nella casa dove Frank ha trascorso i suoi ultimi giorni di vita. Frank però non è morto, è ancora lì ed è riuscito a sfuggire alla prigionia dei Supplizianti: farà qualunque cosa pur di non tornare nel mondo di dolore dei Cenobiti.

Il film di Clive Barker che ha segnato gli anni ’80

Hellraiser è stato in grado di condizionare l’immaginario horror mondiale, imponendo non i classici mostri ma veri e propri cultori del dolore che nel dolore scoprono il piacere.

Esseri ambigui che, seppur malvagi, non sono i veri “cattivi” della situazione: gli antagonisti del film non sono infatti i Cenobiti ma gli esseri “umani”. L’orrore raccontato da Barker è quindi sociale, carnale, formale ma, soprattutto, metropolitano.

Se Hellraiser è però assurto al rango di “classico”, ciò è dipeso dall’influenza estetica che ha avuto non solo sul cinema ma su tante forme d’arte e di intrattenimento quali la letteratura, il fumetto e la musica, non solo in Europa ma in tutto il mondo. Tuttora rimane un film importante che ha segnato gli anni ’80 e il modo di fare horror.

 

Altri 8 film horror classici, oltre ai 5 già segnalati

Il genere horror è uno dei più prolifici della storia del cinema. Per questo, fermarsi a solo 5 titoli può essere abbastanza riduttivo. Serve, a nostro avviso, andare anche oltre. Qui di seguito, infatti, trovate altri 8 film che, per qualità ed impatto, hanno influenzato pesantemente il genere.

 

Shining

Shining è uno dei tanti capolavori di Stanley Kubrick, ma l’unico che affronta tematiche horror. A renderlo un classico è soprattutto il clima claustrofobico e isterico che vi si respira, un clima che trasforma il film quasi in una sfida per la mente e la sopportazione.

Se siete tra i pochi che non l’hanno ancora visto, Shining – ispirato a un omonimo romanzo di Stephen King – segue le vicende di Jack Torrance, interpretato da Jack Nicholson. Aspirante scrittore e alcolista, l’uomo accetta di lavorare come sorvegliante di un hotel in Colorado. Ma strane cose cominciano ad accadere.

Psyco

Quando si parla di classici, bisogna spingersi anche indietro nel tempo, avventurandosi nel cinema in bianco e nero. Verso un tempo, quindi, in cui la violenza solo raramente veniva esposta, ed era invece più spesso pensata e temuta. Come in Psyco di Alfred Hitchcock, padre nobile di tutti gli horror psicologici.

Questa pellicola, realizzata nel 1960, non era certo la prima a occuparsi di un serial killer (pensate a M – Il mostro di Düsseldorf di Fritz Lang, ad esempio), ma lo fece con uno straordinario equilibrio tra thriller e orrore. Ed entrò nel mito.

 

Alien

Al ritorno da una missione interplanetaria, un equipaggio di astronauti capta un SOS da un pianeta. Rispondendo alla richiesta di aiuto, gli uomini caricano inavvertitamente a bordo della nave una forma di vita aliena che ha istinti di sopravvivenza violenti e letali.

Diretto da Ridley Scott nel 1979, Alien è uno strano ibrido tra fantascienza e horror che ha avuto un notevole successo e ha dato origine a una lunga serie di pellicole. Protagonista assoluta è stata Sigourney Weaver, che vide la propria carriera decollare proprio grazie a questo film.

Non aprite quella porta

Di Non aprite quella porta abbiamo già avuto modo di parlare in vari articoli dedicati al cinema horror, e in particolare in quello in cui abbiamo presentato i più terrificanti serial killer di celluloide. D’altronde, non avremmo potuto farne a meno: Leatherface è uno dei personaggi più memorabili della storia del cinema.

Nell’agosto 1973, cinque ragazzi si fermarono vicino alla sua dimora e uno a uno vennero trucidati, perché i loro resti venissero serviti come pasto alla sua famiglia dalle tendenze cannibali. Solo una di loro sopravvisse, ma per lo shock precipitò in uno stato di catatonia da cui non si riprese mai più.

 

La cosa

La cosa è un film del 1982 diretto da John Carpenter, con un giovane Kurt Russell come attore protagonista. La storia, però, non era nuova: si tratta infatti del remake de La cosa da un altro mondo, film del 1953 con la regia di Christian Nyby e Howard Hawks.

In una base in Antartide, una spedizione scientifica capitanata da R.J. MacReady precipita nel caos quando si scopre che una creatura aliena ha invaso la struttura. Il problema, infatti, è che tale creatura può replicare perfettamente qualsiasi forma di vita, ed è indistinguibile da ogni altro essere umano.

Nightmare – Dal profondo della notte

Nightmare – Dal profondo della notte è il primo capitolo di una delle saghe horror di maggior successo degli anni ’80. Il film è infatti anch’esso celebre per aver lanciato uno dei personaggi più inquietanti della storia del cinema, quel Freddy Krueger caratterizzato dalla pelle ustionata e dal guanto artigliato.

Scritto e diretto da Wes Craven – che al cinema dell’orrore ha contribuito anche con Le colline hanno gli occhi, Scream e altre pellicole –, comparve nelle sale americane nel 1984. Nonostante il budget ridotto, esibiva però un gusto dell’orrore completamente nuovo (e un giovanissimo Johnny Depp).

 

Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York

Rosemary’s Baby è forse il più riuscito film di Roman Polanski, un regista che in carriera si è confrontato con diversi generi. Basato su un forte clima di tensione psicologica, si concentra su Rosemary, una giovane ragazza rimasta incinta, su cui però aleggia un problema.

La donna infatti comincia a sospettare che i vicini di casa, in combutta col marito attore, abbiano ceduto in qualche modo suo figlio al diavolo, firmando un patto in cambio del successo. I protagonisti della pellicola – tratta da un romanzo di Ira Levin – furono Mia Farrow e John Cassavetes.

Suspiria

Concludiamo ritornando ad una pellicola italiana, molto importante per lo sviluppo del genere e ancora oggi molto apprezzata all’estero: Suspiria di Dario Argento. Si tratta del primo film horror del regista e del primo capitolo della “Trilogia delle tre madri”, continuata poi con Inferno (1980) e La terza madre (2007).

Susy Benner è una studentessa americana dell’Accademia di Danza di Friburgo. Appena arrivata nella città tedesca, deve però fare i conti con gli strani avvenimenti e le inquietanti sparizioni che affliggono il palazzo della sua scuola. Inoltre sembra ci sia uno spietato assassino che si aggira da quelle parti.

 

Ecco cinque film horror classici: vota il tuo preferito.

 

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