Cinque consigli su cosa vedere ad Amsterdam

Il Rijksmuseum

Tra tutte le capitali europee, probabilmente Amsterdam è quella che più risulta affascinante per i giovani: la sua tradizione di libertà, la sua tolleranza – anche al di là del ben noto quartiere a luci rosse e dei coffee-shop –, ma anche la sua bellezza e il suo ammirato stile di vita da decenni attirano giovani turisti da ogni parte del mondo, che fanno della capitale olandese una sorta di tappa della loro formazione personale.

Ma il fascino di Amsterdam non si limita ovviamente solo ai ragazzi: come abbiamo spiegato tempo fa, anche le famiglie possono trovarci mille attrazioni, culturali e non, che spaziano dall’arte alla storia, dalla natura alla modernità.

Visto che le opzioni sulle cose da vedere possono essere molte, vediamo quindi di stilare cinque consigli sulle cose che non si possono perdere nella capitale dei Paesi Bassi.

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1. I canali

La rete concentrica creata nel Seicento

La prima cosa che si nota, ad Amsterdam, sono indubbiamente i canali: la città infatti è costruita su una fitta rete di canali artificiali realizzati perlopiù nel XVII secolo, durante il cosiddetto Secolo d’Oro olandese; i tre principali sono l’Herengracht (Canale dei Patrizi), il Prinsengracht (Canale del Principe, intitolato a Guglielmo I d’Orange) e il Keizersgracht (Canale dell’Imperatore, intitolato a Massimiliano I d’Asburgo), che sono concentrici attorno al centro cittadino e sono costeggiati da una serie di edifici storici che vale la pena ammirare.

Il Singel e le sue sponde

Storicamente, il primo canale della città fu però il Singel, di origine medievale; inizialmente fossato cittadino, era costeggiato da edifici che fungevano da magazzini, anche se nel corso del XVII molte facciate furono rifatte. Sulle sue sponde si possono trovare elementi caratteristici della città come il Bloemenmarkt, un mercato di fiori galleggiante che risale al Seicento, il Torensbrug, cioè il ponte più antico e più largo della città, e una serie di edifici storici.

Sull’Herengracht gli edifici sono caratterizzati invece dall’abbondanza di stile Luigi XIV e dalla facciata in arenaria, materiale all’epoca molto costoso: sono infatti perlopiù le vecchie case dei ricchi mercanti e dei costruttori di navi che fecero la fortuna dei Paesi Bassi tra Seicento e Settecento; di particolare interesse sono la Casa Bartolotti, che oggi ospita in parte il Museo del Teatro, il Museo Willet-Holthuysen, una casa-museo costruita nel 1687, e il Museo delle Borse Hendrikye.

Le chiese di Hendrick de Keyser il Vecchio

Nel Prinsengracht, infine, sorgono la Westerkerk, chiesa protestante in stile barocco progettata da Hendrick de Keyser il Vecchio nel 1620, la Casa di Anna Frank (al numero 263), su cui avremo modo di tornare più avanti in questa cinquina, la Noorderkerk, altra chiesa di Hendrick de Keyser il Vecchio a croce greca.

 

2. Il Rijksmuseum

La grande arte fiamminga

Dopo una bella passeggiata lungo le vie e i ponti cittadini, occupiamoci per un attimo di arte, visto che Amsterdam è una città sicuramente viva e vitale, ma anche, da sempre, amante del bello. Il principale museo cittadino è il Rijksmuseum Amsterdam, il Museo Statale che ospita la più grande collezione al mondo di arte fiamminga del periodo d’oro.

Fondato nel 1800 a L’Aja e trasferito ad Amsterdam qualche anno dopo, è stato rimaneggiato più volte anche nella sua struttura; l’ultimo restauro importante risale al periodo tra il 2003 e il 2010, diretto da un paio di architetti spagnoli – Cruz e Ortiz –, ma in generale il percorso espositivo è costantemente rinnovato e la presentazione delle opere rimaneggiata.

Da Rembrandt a Vermeer

I capolavori sono molti: si va da Rembrandt (La ronda di notte, la Lezione di anatomia del Dottor Deyman e la Negazione di Pietro) a Vermeer (Donna in azzurro che legge una letteraLattaia, Stradina di Delft), da Frans Hals (Ritratto di una giovane coppiaL’allegro bevitore) a Bartholomeus van der Helst.

È infine importante anche la collezione di arte asiatica, ospitata in un apposito padiglione progettato sempre dagli architetti Cruz e Ortiz e aperto nel 2013.

 

3. Il Van Gogh Museum

Tutta la carriera del grande pittore olandese

Al di là dei pittori fiamminghi, la grande gloria dell’arte olandese è stato indubbiamente Vincent van Gogh, il pittore che, seppure ignorato in vita, è forse diventato il più ricercato dai collezionisti d’arte e uno degli artisti dell’Ottocento più apprezzati anche dal grande pubblico.

Aperto dal 1973, il museo è stato completato solo nel 1999 e contiene la più importante collezione di opere del pittore olandese del mondo. Al suo interno spiccano, tra i tanti quadri dei vari periodi della vita dell’artista, I mangiatori di patateGiapponeseria: Oiran (una famosa riproduzione di stampe giapponesi), la celebre La camera di Vincent ad ArlesLa casa gialla (sempre ambientato nella piccola città del sud della Francia), La sedia di Gauguin, uno dei molti quadri di girasoli e quel Campo di grano con volo di corvi che noi abbiamo scelto tra le migliori opere di van Gogh.

I clamorosi furti

Secondo museo più frequentato d’Olanda forte di 1,4 milioni di visitatori annuali (dietro al già citato Rijksmuseum, che arriva quasi a 2,5 milioni all’anno) e trentacinquesimo al mondo, il Van Gogh Museum è stato nel tempo teatro di vari furti, anche clamorosi.

Nel 1991 furono rubati addirittura venti quadri (tra cui proprio I mangiatori di patate), recuperati appena 35 minuti dopo le prime avvisaglie del furto, abbandonati in un’auto; nel 2002 ne furono poi rubati altri due per un valore stimato attorno ai 30 milioni di dollari: due uomini sono stati condannati per quel crimine, ma i dipinti – nonostante le laute ricompense messe in palio dal Museo – non sono più stati ritrovati.

 

4. La casa di Anna Frank

Il luogo del dolore e della memoria

La visita a una grande città non è fatta solo di belle strade, bei palazzi e grandi musei, ma a volte anche di momenti dolorosi, che non si possono evitare. Ad Amsterdam, il momento doloroso per eccellenza è rappresentato dalla visita alla casa di Anna Frank, l’alloggio segreto in cui la celebre ragazza ebrea si nascose per due anni assieme ai suoi familiari durante l’occupazione nazista dell’Olanda.

La storia di Anna

Nata a Francoforte sul Meno nel 1929 ma trasferitasi in Olanda ancora bambina a causa delle persecuzioni a cui gli ebrei venivano sottoposti nella natia Germania, Anna era la secondogenita di Otto e Edith Frank, esponenti della borghesia imprenditoriale tedesca. Ad Amsterdam, dove si era stabilito appunto negli anni Trenta, il padre Otto aveva infatti due ditte: una, la Opekta Works, che produceva pectina per marmellate; l’altra, la Pectacon, che invece distribuiva sale, erbe e spezie.

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Proprio in una stanza segreta negli uffici della Opekta i Frank si trasferirono nel luglio del 1942, assieme a un dentista di nome Fritz Pfeffer e a una famiglia di dipendenti ebrei della ditta, i Van Pels, il cui figlio Peter, di tre anni più grande di Anna, divenne oggetto di un’infatuazione della ragazza.

La clandestinità durò fino all’agosto del 1944, quando una delazione anonima alla Gestapo portò alla scoperta del nascondiglio e all’invio degli arrestati in vari campi di concentramento: delle otto persone, solo Otto Frank riuscì a ritornare a casa.

La nascita del museo

Dopo la guerra, però, lo stesso Otto venne in possesso del diario che la sua figlia più piccola teneva all’interno del rifugio e lo fece pubblicare, facendo conoscere a tutto il mondo la storia della sua famiglia, delle speranze e del suo tragico epilogo.

Qualche anno più tardi nacque la Fondazione Anna Frank, che nel 1957 acquistò l’edificio che era stato usato come nascondiglio, al numero 263 di Prinsengracht, e nel 1960 vi aprì per la prima volta il museo, che oggi mostra i luoghi in cui si nascosero i componenti della famiglia.

 

5. Il Vondelpark

Il giardino nel centro di Amsterdam

Concludiamo distendendo un po’ i nervi, con una meta riservata esclusivamente al relax: Vondelpark, un parco all’inglese di circa mezzo chilometro quadrato di superficie che sorge nel centro della città. Aperto al pubblico nel 1865, è ovviamente uno dei luoghi preferiti dagli olandesi per passeggiate, jogging e picnic, ma viene usato frequentemente anche per manifestazioni di vario tipo e concerti.

Vari sono i punti di interesse: in primo luogo, tra le statue bisogna segnalare quella dedicata a Joost van den Vondel, il poeta e drammaturgo del Seicento a cui il parco è intitolato, e quella intitolata Il pesce, realizzata da Pablo Picasso nel 1965.

Inoltre non va dimenticato il bel Teatro all’aperto, dove durante l’estate vengono ospitati spettacoli di cabaret, musica e danza ad ingresso gratuito, anche se viene richiesta una donazione volontaria di un euro. Inoltre una menzione la merita anche il Vondelparkpaviljoen, un padiglione in stile neorinascimentale che ha ospitato per molti anni il Museo del cinema.

Manifestazioni e Giorno del Re

Infine, tra le feste e gli appuntamenti ricorrenti bisogna segnalare il Fridaynightskate, cioè l’esibizione di skateboarder che si tiene ogni venerdì sera di fronte al Vondelparkpaviljoen, e i giochi speciali e il mercatino delle pulci che vengono allestiti per il Giorno della Regina o del Re, che dal 2014, con la salita al trono di Guglielmo Alessandro, cade il 27 aprile.

 

Dai altri consigli su cosa vedere ad Amsterdam nei commenti.

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