Cinque cose che forse non sapete sul film Ghostbusters

Scopriamo alcuni particolari poco noti di Ghostbusters, il film di culto degli anni '80

La commistione tra i generi non è semplice, soprattutto in ambito cinematografico. Non è semplice neanche fare ridere senza scadere nel banale o nel volgare, né far paura senza usare i soliti trucchetti. Era il 1984 però quando un giovane regista di nome Ivan Reitman produsse e diresse quello che è divenuto senza dubbio un cult generazionale, un film rimasto nella storia: Ghostbusters – Acchiappafantasmi.

In Ghostbusters c’è un po’ di tutto: la comicità demenziale e quella brillante, l’horror per ragazzi, la fantascienza, un gusto goliardico per la risata e uno naturale per lo spavento innocuo. Se a questa ricetta aggiungiamo poi un trio di attori come Bill Murray, Dan Aykroyd e Harold Ramis e una sempre in formissima (e giovane) Sigourney Weaver, allora il gioco è fatto. Il risultato non poteva che essere uno dei film più di successo mai girati, che spinse i produttori a realizzarne un seguito e che, dopo più di trent’anni, si prepara ad un sequel/reboot tutto al femminile previsto per il 2016. Per questo oggi voglio approfondire il primo e indimenticabile Ghostbusters e parlarvi di cinque cose che forse non sapete su questo lungometraggio, cinque curiosità su un vero e proprio capolavoro di genere.


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Peter Venkman, Raymond Stantz ed Egon Spengler sono tre dottori di ricerca in parapsicologia che studiano i fenomeni paranormali. Gli scarsi risultati dopo tanti anni di studi spingono il rettore dell’Università presso cui lavorano a licenziali, ma un incontro fortuito con un fantasma dà loro l’idea di ad aprire un’agenzia di pronto intervento molto speciale: quella di acchiappafantasmi.

Ovviamente il successo tarda ad arrivare e i fantasmi sembrano, come sempre, restii a farsi vedere in pubblico. Il momento del riscatto arriva però all’improvviso e, trovato finalmente un importante cliente, l’agenzia sembra prendere il volo. Nuove nubi però si affollano all’orizzonte: un’antica divinità sumera sembra stia per tornare in vita e che voglia conquistare il mondo. La prima a farne le spese sarà Dana, una donna alle prese con fenomeni paranormali.

 

La nascita del film Ghostbusters

Ghost Smashers con Dan Aykroyd, John Belushi e Eddie Murphy

John Belushi e Dan Aykroyd nei panni dei Blues BrothersOriginariamente Ghostbusters avrebbe dovuto chiamarsi Ghost Smashers. La sceneggiatura di questo film era stata scritta da Dan Aykroyd e John Belushi, premiata coppia comica che già aveva fatto furore con il film The Blues Brothers. Protagonisti della pellicola avrebbero dovuto essere tre acchiappafantasmi del futuro in grado di viaggiare nello spazio e nel tempo. Aykroyd e Belushi proposero Ghost Smashers a Ivan Reitman, che accettò di produrlo a patto di ambientarlo in epoca contemporanea e a New York. Il progetto includeva anche l’attore Eddie Murphy (nel ruolo di Winston Zeddmore, che fu poi di Ernie Hudson).

Era il 1981, ma nel 1982 John Belushi venne a mancare, Murphy decise di dedicarsi al primo Beverly Hills Cop e il progetto parve naufragare. Fu Reitman a “salvare la baracca” rivolgendosi all’amico Harold Ramis, con cui aveva già scritto Animal House, che rielaborò la sceneggiatura assieme ad Aykroyd e fu scelto poi per interpretare Egon Spengler. Infine fu coinvolto Bill Murray, a cui venne data la parte che avrebbe dovuto essere di Belushi: Peter Venkman.

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Un film ambientato a New York… ma non solo!

Le diverse location di Ghostbusters

La caserma dei vigili del fuocoGhostbusters è ambientato a New York ma non fu totalmente girato a New York. Le riprese a Manhattan durarono circa un mese, le location selezionate furono la New York Public Library, il municipio, la Columbia University, il ristorante Tavern on the Green, Central Park West e il Columbus Circle.

Subito dopo il cast si trasferì presso i Burbank Studios, vicino Los Angeles, dove John De Cuir (lo scenografo) aveva allestito numerosi set, tra cui quello del tempio sul tetto (dove è stato ambientato il finale del film), così grande da richiedere una fornitura di energia per illuminarlo pari a 50.000 ampere. Sempre a Los Angeles furono utilizzati una caserma dei vigili del fuoco (gli interni del quartier generale dei Ghostbusters), il MacArthur Park, il Biltmore Hotel e un ranch dove fu riprodotta la facciata del palazzo in cui abita Dana (interpretata da Sigourney Weaver).

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La voce del regista Ivan Reitman

Storia di una partecipazione non accreditata

Slimer, il fantasmino doppiato da Ivan ReitmanIl regista Ivan Reitman partecipò attivamente al film, anche se non volle essere accreditato. Sua è infatti la voce di Zuul, servitore di Gozerl, e sua è quella del fantasmino verde a cui, è bene specificarlo, non era stato dato alcun nome ufficiale (la troupe lo chiamava “testa di cipolla”) e che solo in seguito divenne conosciuto come Slimer.


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Fantasma che divenne, tra l’altro, un non voluto omaggio a John Belushi. L’idea, in particolare, venne a Danny Aykroyd, grandissimo amico dell’attore scomparso tragicamente e prematuramente, a cui Slimer finì per ricordare Bluto, il personaggio interpretato da Belushi in Animal House. Scherzando, Aykroyd lo definiva “il fantasma di Bluto” e quindi, in un certo senso, il fantasma del mitico John.

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Una pubblicità fuori dal comune

“Who you gonna call?”

Il manifesto originale del film GhostbustersPer pubblicizzare Ghostbusters i produttori ebbero alcune idee a dir poco geniali. La prima fu di attaccare per tutta New York gli adesivi con il marchio del film già un anno prima dell’uscita dello stesso. Il simbolo era stato ideato inizialmente da Dan Aykroyd, ma poi fu rinnovato da un amico di quest’ultimo e da Michael Gross, direttore artistico della rivista satirica National Lampoon. La Harvey Comics però citò in giudizio la Columbia affermando che il fantasma del logo era identico a Fatso, uno degli zii del fantasmino Casper. La causa, inutile dirlo, fu vinta dalla Columbia: quanti modi ci sono per disegnare un fantasma, in fondo?

La seconda fu uno spot pubblicitario in cui veniva indicato il numero di telefono ufficiale degli Acchiappafantasmi, realmente attivo, che registrò la bellezza di mille chiamate l’ora per sei settimane. Allo stesso numero, poi, nella pellicola, fu cambiato il prefisso, che da 555 divenne 1-800. Ad ogni chiamata rispondevano le voci di Aykroyd e Murray in segreteria che pressappoco dicevano: «Ciao! Siamo a caccia di fantasmi ora». Who you gonna call?

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Un successo incredibile e inaspettato

Il record nei box office e il franchising

Il cartone animato "The Real Ghostbusters"Il film si rivelò un successo a livello mondiale, forse il più grande successo del 1984, incassando 434.286.000 di dollari. Rimase al numero uno del box office statunitense per cinque settimane e fece registrare ben 23 milioni di dollari solo nella prima settimana. Il successo fu tale da permettere poi che venisse realizzato un sequel, Ghostbusters 2 del 1989 (che però non si attestò sugli stessi livelli e non ebbe il successo sperato) e una serie animata, The Real Ghostbusters (il “the real” fu necessario per differenziare la serie da quella omonima della Filmation). Per non parlare poi del franchising di giochi, giocattoli e gadget vari che aumentarono a dismisura le entrate commerciali.


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Il film fu premiato e osannato anche dalla critica, ricevendo recensioni positive su Newsweek da David Ansen e sul Chicago Sun-Times da Roger Ebert. Nel 1985 ricevette persino due nomination agli Oscar: una per i migliori effetti speciali e una per la migliore canzone, quella scritta da Ray Parker che poi fu citato per plagio da Huey Lewis, che affermò fosse identica ad una sua canzone del 1983 dal titolo I Want a New Drug. Sempre nel 1985 vinse il Saturn Award per il miglior film fantasy.

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