Cinque cose che ho imparato dal Facebook di Gianni Morandi

Gianni Morandi, ormai maestro di vita

Sembra quasi impossibile a dirsi, ma l’uomo del momento sui social network ha quasi 70 anni e risponde al nome di Gianni Morandi. Il cantante di Monghidoro, idolo delle ragazze dei primi anni ’60, ha infatti da poco superato la simbolica quota di un milione di fan su Facebook, richiamando su di sé l’attenzione degli organi di stampa ma anche dei specialisti della rete, che hanno cercato di capire come sia possibile che un arzillo signore che dovrebbe teoricamente essere alle soglie della terza età riesca con grande facilità in settori in cui loro – giovani e nel loro elemento – fanno una fatica incredibile ad avvicinarsi anche solo a un centesimo dei risultati del cantante.

Il segreto di Gianni Morandi

Qual è il segreto di Morandi? Se lo è già chiesto più di qualcuno, a volte dando pure risposte convincenti e interessanti. Vogliamo però unirci anche noi, ora, al dibattito proponendo una visione meno da social media manager e più da persona della strada e cercando di capire assieme a voi quali cose si possano imparare dalla pagina Facebook in questione.

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Per piacere alle persone devi essere gentile con loro

La bellezza della bontà

Per anni i social network ci hanno abituati a pensare che la via privilegiata per acquisire migliaia di follower fosse la cattiveria: vinceva chi riusciva a trovare la battuta più tagliente, a provocare l’avversario facendogli perdere la pazienza, a sputare sprezzantemente in un occhio ai sempliciotti e agli zoticoni.

Morandi risponde a molti, ma sempre con modestia
Morandi risponde a molti, ma sempre con modestia

Gli account più seguiti erano quelli dei polemisti di mestiere, dei provocatori, o di fake che impersonavano il tal politico da deridere, o ancora di gente che scartabellava apposta tra gli account degli ignoranti, in cerca di qualche post imbarazzante da mettere in mostra.

Mai una provocazione

Gianni Morandi è invece l’esatto opposto di tutto questo. Nei suoi post non c’è mai una provocazione, mai un attacco verso colleghi o persone comuni, mai un litigio. Si sente ripetere migliaia di volte al giorno più o meno le stesse frasi, ma non reagisce – come faremmo noi comuni mortali – prendendo in giro o comunque stigmatizzando chi gli ripete sempre la medesima cosa, ma invece, come Dante, il massimo che fa è non curarsi di loro ma guardare e passare.

Non solo: ogni post di Morandi riceve decine di migliaia di “mi piace” e migliaia di commenti, ma non per questo il cantante emiliano rinuncia ad avere un rapporto diretto coi propri fan, rispondendo molto spesso – nei limiti del possibile – alle loro richieste e curiosità.

 

Il divo è ancora più divo se ti tratta alla pari

La tecnica di Gesù

Vorrei approfondire ora per un attimo quest’ultimo discorso, che secondo me è il più importante sia quando si analizza il successo su internet di Morandi, sia più in generale quando un VIP decide di scendere nell’agone dei social network.

Una delle tante foto da normale turista
Una delle tante foto da normale turista

Morandi è infatti, spontaneamente e senza alcuna malizia, l’emblema di perfetta applicazione di quella che io chiamo la tecnica di Gesù: ogni volta che si fa fotografare mentre lavora nell’orto, ogni volta che commenta una notizia letta sul giornale come si fa con gli amici al bar, ogni volta che, come dicevamo prima, risponde alle domande dei fan come se fosse la cosa più naturale del mondo, Gianni Morandi diventa proprio come Gesù, almeno dal punto di vista dei mass-media, cioè un divo che scende in terra, un dio che si è fatto carne, uomo in mezzo a noi; che si affatica come noi nei lavori di casa, che ricorda ancora i vecchi commilitoni dell’anno di naja, che si fa un selfie artigianale con la moglie senza essersi prima truccato o imbellettato, ma al naturale.

L’antidivo

Sta qui, mi sembra, il cuore della potenza comunicativa di Gianni Morandi: nel suo porsi come una persona perfettamente normale, lontana dal divismo ma anche dal personaggio del cantante di successo. Ad altri musicisti la stessa operazione non è riuscita, né riuscirebbe, perché anche quando si rendono disponibili ai fan sono ormai schiavi di loro stessi e del loro ruolo; devono essere cattivi come cattive sono le loro canzoni, ruvidi come i loro testi, intellettuali come le loro rime.

Morandi, invece, è un personaggio che va al di là di quello che canta, forse anche perché non è un cantautore ma perlopiù un interprete; ha lasciato separate la sua carriera da ciò che lui è, ed è per questo che è così normale, anzi meravigliosamente normale. E non è un caso che i suoi post che ricevono maggiori attenzioni non siano quelli musicali, ma quelli che riguardano la vita di tutti i giorni.

 

Alle critiche bisogna rispondere con autoironia

L’altra guancia di Gianni Morandi

La cosa più straordinaria di tutta la faccenda è che il web in realtà non è mai stato tenero con il cantante di Monghidoro. Anni fa, quando presentava il Festival di Sanremo, non era raro infatti imbattersi in battute – a volte particolarmente pesanti e stupide – di persone che lo accusavano di coprofagia.

Come rispondere ai critici
Come rispondere ai critici

Una persona normale – ed è accaduto finora più o meno a tutti i VIP italiani che hanno raggiunto un grande successo in rete diventando però anche bersaglio di critici e troll – si sarebbe arrabbiata, avrebbe litigato e se ne sarebbe andata sbattendo la porta, facendosi poi ospitare in qualche trasmissione televisiva per sottolineare quanto sia incivile la rete.

Gianni Morandi no, Gianni Morandi risponde ai troll con la gentilezza e così facendo in un certo senso li ammansisce: scartabellando all’interno della sua pagina, infatti, mi è capitato di trovare proprio un paio di quei personaggi che anni fa lo sfottevano, ora arruolati tra i Morandi-boys più entusiasti. Com’è stato possibile un cambiamento così radicale? Qual è il segreto di Gianni?

Un’umiltà evangelica

Per quel che riesco a capire (e a leggere dalle sue interazioni), il segreto è un precetto quasi evangelico – ed è per questo che anche prima ho tirato in ballo Gesù –, cioè il “porgi l’altra guancia”: quando qualcuno osa avanzare qualche critica a Morandi, il nostro ha infatti due possibili atteggiamenti: o ignora il tutto (ma può anche darsi che non se ne accorga), o risponde dando ragione all’interlocutore.

A chi scrive che le sue battute non fanno ridere, dice che lo sa e che è per quello che ha deciso di fare il cantante invece del cabarettista; ascolta chi gli dà dei consigli e ammette tutte le sue colpe davanti a chi lo critica; si pone insomma con un’umiltà che è difficile trovare nel dilettante della festa di paese, figuriamoci in un artista che ha venduto milioni di dischi e che ha saputo attraversare le generazioni.

 

Anche su internet è sempre meglio metterci la faccia

Gli autoscatti e i video

Questi sono, a mio avviso, i punti chiave del successo mediatico di Morandi, ai quali però bisogna aggiungere qualche aspetto tecnico, che il cantante, probabilmente da profano, ha saputo però applicare perfino meglio di molti professionisti.

Una delle molte foto – spesso in maglia o camicia blu – che Gianni si fa fare per i suoi fan
Una delle molte foto – spesso in maglia o camicia blu – che Gianni si fa fare per i suoi fan

Il primo è l’uso costante di fotografie e video. Morandi infatti accompagna praticamente sempre i suoi brevi scritti con un’immagine, che sia un selfie (o, come li chiama orgogliosamente lui, un autoscatto) o una fotografia scattata dalla moglie o da qualche amico.

Leggi anche: Le canzoni di Morandi: l’elenco delle più belle

D’altronde, Morandi è cresciuto in un’epoca in cui la musica la si ascoltava soprattutto in tv o addirittura al cinema, acquisendo già negli anni giovanili una buona presenza scenica che l’ha portato anche a un’importante carriera come conduttore televisivo.

Il primo dei runner

Pur non essendo mai stato un bello, Morandi ha insomma sempre saputo metterci la faccia. E su Facebook non fa quindi altro che continuare a fare quello che ha sempre fatto, mostrandosi se possibile in maniera ancora più schietta e sincera, senza trucchi o abito da sera, a volte in tuta da jogging (lui che è stato uno dei primi veri runner italiani), a volte in una semplice tenuta da casa.

 

Nei rapporti personali bisogna trovare il giusto mezzo tra costanza e invadenza

La frequenza di aggiornamento e l’intimità del diario

Ultima nota sulla frequenza degli aggiornamenti che Gianni Morandi rilascia ai suoi fan. In genere chi usa i social network sa bene quanto sia difficile trovare una giusta misura per la frequenza dei propri post: iniziamo scrivendo poco, perché non sappiamo cosa raccontare; poi man mano prendiamo confidenza col mezzo e cominciamo a scrivere sempre di più; e così in generale alterniamo periodi di grande presenza, in cui finiamo perfino per stufare i nostri follower, ad altri di totale assenza, che fanno sì che tutti ci dimentichino.

Il post che ha festeggiato il superamento del milione di fan
Il post che ha festeggiato il superamento del milione di fan

Gianni Morandi, invece, pure in questo campo sembra essere riuscito a trovare il giusto mezzo, con una presenza costante ma mai invadente. In genere posta uno, massimo due messaggi al giorno, perlopiù costituiti da una foto e da una breve riflessione non più lunga di tre o quattro righe.

E per una volta il diario di Facebook diventa un diario vero e proprio: poche righe in cui si descrive quel che si è fatto in quel giorno, a quale evento si è partecipato o, più spesso, cosa si è pensato leggendo il giornale o cosa si è fatto con i propri nipotini, allegando poi anche una fotografia che ricordi il momento.

È anche per questo che si prova questa banale emozione nel leggere quello che scrive l’ex ragazzo d’oro della canzone italiana: perché si entra, in punta di piedi, nella sua intimità, nella sua vita quotidiana, simboleggiata non tanto da quello che dice ma da come è vestito quando lo dice, o da che posa ha. È sempre un modo garbato, familiare, modesto ma insieme presente, che lo fa assomigliare più ad uno zio che ad un cantante, ad un vicino di casa che ad una star.

Il dono della sintesi

E non un parente o un vicino dai quali non ti riesci mai a schiodare, perché Morandi ha anche il dono della sintesi; poche righe, due pensieri al massimo, e poi via, verso la prossima canzone o il pensiero del giorno dopo, lasciando piuttosto ai propri affezionati lettori il compito di riempire righe su righe nei lunghissimi ed interminabili commenti che rappresentano un’Italia non che ha voglia di normalità perché normale lo è già, ma un’Italia che vuole che quella normalità sia mostrata, condivisa, compresa, e che per una volta rubi la scena ai tanti eccessi che riempiono i mezzi di comunicazione tradizionali. E in questo Gianni Morandi è il capofila.

 

Segnala altre cose che si possono imparare dalla pagina Facebook di Gianni Morandi nei commenti.

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