
Il Pitbull è uno dei cani più famosi. Citato nelle prime pagine dei giornali, spesso per motivi nefasti come aggressioni e violenze, è un cane in realtà spesso frainteso o in certi casi addirittura calunniato.
Certo si tratta di un animale forte, di un cane anche aggressivo, selezionato nei secoli per prendere parte a combattimenti di ogni tipo. Sarebbe però riduttivo presentarlo solo così. Perché il Pitbull è questo ma è anche mille altre cose insieme, molte delle quali positive. Scopriamole assieme.
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Indice
L’origine del nome e i combattimenti
Dalla lotta contro i tori a quella contro gli altri cani
Il nome completo di quello che ormai i giornali chiamano abitualmente Pitbull è American pit bull terrier e deriva dal principale motivo per cui questa razza fu creata e selezionata: i combattimenti. Il pit era infatti il recinto entro cui i cani venivano fatti combattere, mentre bull, com’è noto, significa “toro”. Questo suffisso deriva non, come popolarmente si crede, dal carattere del cane, ma dagli animali contro cui veniva fatto duellare.
Le origini del Pitbull infatti devono farsi risalire probabilmente all’Ottocento e forse anche prima, anche se non abbiamo fonti documentarie sicure. In Irlanda, Scozia e Inghilterra, infatti, nel corso dei secoli era stata allevata una nuova razza di fighting dog nata dall’incrocio di vari terrier e del bulldog inglese (o di altri molossoidi).
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Questa nuova razza, dal fisico leggero ed asciutto ma con un’altissima soglia del dolore e una gran forza nervosa, veniva usata per combattere proprio contro i tori. Quella, al tempo, era un’attività molto apprezzata dagli scommettitori e perfino dai macellatori, visto che la carne di toro, riempita di adrenalina, sembrava avere un sapore migliore dopo il combattimento.
Quando questa pratica fu proibita in Gran Bretagna, i possessori di questi cani si spostarono in America, dove per un certo periodo, a cavallo tra ‘800 e ‘900, gli esemplari dei pit bull vennero messi a combattere tra loro. Da qui deriva in buona parte anche la cattiva nomea della razza. Una fama non sempre giustificata perché, come vedremo, la selezione degli allevatori era sì diretta a un cane aggressivo, ma solo contro gli altri quadrupedi e non nei confronti degli uomini. Ma ne parleremo.
Il fisico e la confusione dei mass media
Possente ma anche agile e veloce
Dal punto di vista della morfologia, bisogna sfatare qualche mito. Nell’immaginario collettivo – rinsaldato spesso dalle notizie dei giornali, che tendono a confondere i Pitbull veri e propri con vari meticci, che non ne hanno lo stesso autocontrollo –, questo cane è visto come un esemplare muscoloso, massiccio anche se compatto, pesante perché capace di portare la sua forza d’urto sull’avversario.
Niente di più falso, in realtà. O, meglio, esistono sicuramente anche Pitbull di questo tipo, ma non sono quelli originari e più apprezzati dagli allevatori. Nei registri sono catalogati, per questa razza, almeno due standard (che è un po’ un controsenso, di cui parleremo nel prossimo paragrafo). In generale, però, il peso consigliato è compreso tra i 16 e i 18 chili, fino a un massimo di 27.
Per sopravvivere ai tori
Come detto, questo cane era nato per combattere contro i tori, contro i quali un confronto in base alla stazza era improponibile. Per questo si scelse di sviluppare un cane che fosse forte ma al contempo agile, veloce e potente, un fascio di muscoli in un corpo tutto sommato leggero.
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La faccenda del riconoscimento della razza
I club e il loro atteggiamento nei confronti dei Pitbull
Uno degli elementi di cui più spesso si parla, anche in maniera confusionaria, in relazione ai Pitbull è lo statuto della loro razza. Una visione un po’ superficiale, infatti, vuole che quella dell’American pit bull terrier non sia una razza riconosciuta dagli organismi internazionali. E che quindi i vari esemplari manchino di pedigree e non siano altro che meticci.
La faccenda, in realtà, è parecchio più complessa e investe problemi che non riguardano tanto le razze canine, quanto piuttosto la geopolitica delle varie organizzazioni. L’American Kennel Club (AKC), una delle principali associazioni cinofile al mondo, non riconosce la razza, anche se riconosce l’American Staffordshire terrier, che è sostanzialmente lo stesso cane. L’estromissione della razza, però, si riflette anche in Italia, visto che l’ENCI (l’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana), legato all’AKC, segue la sua stessa politica.
Un’infinità di associazioni diverse
Diverso l’atteggiamento di altre sigle. La United Kennel Club (UKC) accoglie sia l’American pit bull terrier che il quasi omologo American Staffordshire terrier. Inoltre gli allevatori che rifiutarono a suo tempo di dover cambiare nome ai propri esemplari e rinnegarne la storia si ritrovarono, sempre in America, all’interno dell’American Dog Breeders Association, l’ADBA. L’associazione italiana di riferimento per questa razza è, infine, l’ACCP (Associazione culturale cani da presa), che collabora direttamente con l’UKC.
L’aggressività: sì verso i cani, no verso l’uomo
Una razza contro cui si legifera parecchio
Arriviamo al punto chiave, all’elemento di cui parlano tutti e che è giusto chiarire: l’aggressività. Il Pitbull è un cane aggressivo? È pericoloso? Rispondere in modo univoco non è semplice né consigliabile, perché – lo sapete bene – nell’atteggiamento di un cane singolo incidono, oltre alla razza, anche l’educazione e la sua storia, il tipo di padrone che ha avuto e la sua intelligenza. Noi, comunque, ci proviamo.
Intanto, guardando all’evoluzione storica, bisogna rimarcare che la razza è stata selezionata proprio per la sua aggressività, perché lo scopo principale per cui veniva un tempo utilizzata erano ovviamente i combattimenti. Ma, allo stesso tempo, questa aggressività doveva essere rivolta verso gli altri cani e non verso l’uomo. Bisogna infatti ricordare che gli allevatori non volevano tenersi in casa un possibile assassino. Inoltre, durante gli scontri erano spesso costretti a intervenire per separare i cani, e non potevano certo rischiare di venire a loro volta attaccati o sbranati.
Il problema dei meticci
Il Pitbull, quindi, è in genere litigioso e aggressivo verso gli altri cani – quantomeno quelli che non conosce, quantomeno da adulto – mentre è docile nei confronti degli esseri umani. Certo però la cattiva nomea di questi animali e, a volte, alcuni casi di cronaca nera che hanno visto protagonisti meticci o Pitbull allevati in maniera errata hanno portato spesso i governi a legiferare contro la razza.
In Gran Bretagna, ad esempio, i Pitbull vanno registrati e castrati. Anche in Italia per un certo periodo sono stati inseriti nella lista dei cani pericolosi. In generale, secondo l’esperto David Alderton, il Pitbull è il cane contro cui è stato emesso il maggior numero di leggi nel mondo.
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Lavoratore e adatto alla pet therapy
La forza e la dolcezza
Che i Pitbull non siano solo cani da lotta lo dimostrano i molti utilizzi a cui si sono prestati da quando i combattimenti sono stati vietati un po’ dappertutto. L’estrema forza e tenacia della razza, la sua fedeltà al padrone, il coraggio e la testardaggine ne fanno infatti un lavoratore indefesso, forse il più solido e forte collaboratore dell’uomo.
Alcuni esemplari hanno fatto registrare dei record importanti per quanto riguarda ad esempio lo spostamento e il traino dei pesi. Ma Pitbull sono utilizzati anche nella ricerca di persone scomparse grazie ad un fisico pressoché instancabile che lo porta a stare sul campo anche per 20 ore consecutive senza particolari problemi.
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Il lavoro però più inatteso è quello di cane da pet therapy. Come probabilmente saprete, questa è una forma di terapia che fa largo uso degli animali per integrare o rafforzare le cure tradizionali. In essa può essere benissimo utilizzato anche il Pitbull, come dimostrano numerosi esempi portati all’attenzione dell’opinione pubblica.
Il bellissimo caso del Pitbull di nome Elle
Il più celebre, di cui si sono occupati anche diversi organi di stampa, è quello di Elle, cane del Nord Carolina che nel 2013 è stato eletto cane più eroico degli Stati Uniti. L’esemplare di Pitbull, che vanta al momento in cui scriviamo più di 218mila fan su Facebook, è utilizzato per aiutare i bambini affetti da particolare timidezza ad imparare a leggere in pubblico, facendo da uditorio scodinzolante durante i loro allenamenti.
In generale il Pitbull si presta però volentieri anche a dimostrazioni di pubblica sicurezza, manifestazioni all’aperto, lezioni con i vigili del fuoco, servizio negli ospedali psichiatrici e nei manicomi criminali. Addirittura, in questi ultimi luoghi è l’unico cane ammesso, proprio in virtù del suo autocontrollo. Segno che, oltre all’aggressività, c’è anche molto di più.
il mio cane pitbull non e cattivo mi lecca e da i baci a mia figlia di 7 anni