Cinque cose da sapere sul comportamento dei gatti in calore

Quando i gatti vanno in calore

Se avete acquistato o trovato da poco un gatto, uno dei principali problemi che vi siete trovati ad affrontare è quello del ciclo riproduttivo che induce atteggiamenti molto particolari nei nostri animali da compagnia. Da sempre, infatti, i gatti in calore preoccupano chi non è abituato a gestirli.

In realtà, però, la situazione è meno drammatica di quanto possa sembrare. Certo, bisogna prendere decisioni e mettere in atto azioni specifiche. Ma non si tratta di nulla di trascendentale. Vediamole insieme.

 

1. Quando e come i gatti vanno in calore

Le differenze tra maschio e femmina

Intanto bisogna prima di tutto distinguere tra gatti maschi e femmine. I maschi, infatti, sono perennemente in calore, 365 giorni all’anno, almeno dal momento in cui raggiungono la maturazione sessuale.

Le femmine, invece, hanno un periodo specifico, ma hanno anche una ovulazione molto particolare che genera in loro un certo malessere.

Quando i gatti vanno in caloreIn entrambi i casi, l’animale diventa sessualmente maturo attorno ai 6 mesi d’età. È infatti da quel momento che diventa capace di avere dei rapporti sessuali – e desideroso di averli – e di riprodursi. In casi più rari questa maturazione può essere anticipata di qualche settimana o posticipata fino anche a 18 mesi, ma quasi sempre i 6 mesi sono una buona media.

A quel punto, il maschio inizia a desiderare la femmina, e manifesta questo suo desiderio con una serie di comportamenti che vi stupiranno e preoccuperanno. Ne parleremo più avanti.

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Nella femmina, invece, il calore arriva ogni anno alle prime avvisaglie della primavera, e dura fino all’autunno, quindi più o meno fino ad ottobre. Per tutto quel periodo la femmina alternerà periodi di agitazione di 3-10 giorni a periodi di pace di 2-3 giorni, a meno che non si accoppi e non rimanga incinta. E questo, però, ci porta a parlare della gravidanza dei felini.

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2. Come funziona la gravidanza

60 giorni prima del parto

La gravidanza delle gatte dura in media 60 giorni. Per essere sicuri che la propria micia sia incinta si può fare un’ecografia già dal ventesimo/venticinquesimo giorno.

È solo la gravidanza a calmare la “calorosità” della gatta, perché solo dopo l’accoppiamento il cervello della gatta riesce a stimolare gli ormoni che danno il via all’ovulazione. Quella dei felini è infatti un’ovulazione indotta, ben diversa da quella dei cani e ovviamente degli esseri umani.

I segreti delle gravidanze dei gattiLa gravidanza, però, non può essere considerata la soluzione al problema del comportamento della gatta in calore. Da un lato, infatti, una volta partorito la gatta tornerà ad avere gli stessi atteggiamenti dopo appena una o due settimane, e quindi i sintomi si ripresenteranno identici.

Dall’altro, le nostre città sono già piene di gattini abbandonati o, peggio ancora, annegati e uccisi appena nati. Pensare di risolvere questo periodo delicato con una serie di accoppiamenti e gravidanze può solo peggiorare la situazione.

Quindi bisogna concentrarsi su altri metodi, che magari richiedono un nostro coinvolgimento maggiore. E, soprattutto, se non si è in grado di prendersi cura dei cuccioli o se non si hanno persone fidate a cui affidarli, è meglio essere responsabili ed evitare che la propria gatta rimanga incinta.

 

3. I comportamenti fastidiosi

Il motivo per cui il calore delle gatte e dei gatti è così problematico sta infatti nei comportamenti che questi gatti assumono. Se ne avete o ne avete avuto uno, sapete benissimo di cosa stiamo parlando.

Animali che fino al giorno prima erano perfettamente pacifici e tranquilli si trovano d’improvviso preda di spinte irrefrenabili. E di comportamenti che, in certi casi, possono anche metterci in seria difficoltà.

Il miagolio

Anche qui, alcuni elementi sono tipici sia dei maschi che delle femmine, mentre altri riguardano solo uno dei due sessi. In generale, tutti i gatti quando vanno (o sono) in calore tendono a miagolare in maniera anche eccessiva, sia che siano di sesso maschile, sia che siano di sesso femminile.

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Questo può essere fastidioso soprattutto di notte, quando cercate di prendere sonno. Il miagolio, soprattutto se effettuato da più gatti, può diventare davvero una dura prova per la pazienza e le orecchie. E togliervi parecchie ore di sonno.

Il miagolio dei gatti in calore può essere fastidiosoI maschi, in più, tendono a marcare il territorio con un’urina che ha di solito un odore fastidiosissimo, difficile a togliersi. Così, non è raro che, al compimento del sesto mese d’età e al raggiungimento della maturazione sessuale, un gatto cominci a disseminare pipì ai quattro angoli dell’appartamento.

E il problema è non solo che l’odore rimane, ma che il gatto – anche se dopo viene sterilizzato – ritornerà molto facilmente a fare i suoi bisogni in quegli stessi punti. Insomma, una volta che il territorio è marcato tende a rimanerlo per sempre.

Per quanto riguarda la femmina, infine, è frequente che inizi a strusciarsi per terra, a contorcersi, a graffiare. E, soprattutto, ad attirare maschi e a cercare di fuggire con loro, scappando di casa. Già i gatti tendono ad essere un po’ vagabondi, ma in queste circostanze bisogna stare attenti a dove il proprio animale finisce.

Qualche rimedio tradizionale

Ci sono tante leggende metropolitane su come si possa alleviare tutto questo fastidio. Si suggerisce di solito di far sedere la gatta su un asciugamano bagnato con acqua calda o su una borsa dell’acqua calda. Oppure di farle mangiare l’erba gatta. O ancora di usare dei prodotti omeopatici.

Un’efficacia da testare

Al di là dell’omeopatia, su cui abbiamo qualche riserva, le altre procedure possono effettivamente rivelarsi efficaci, in certi casi. Il calore può facilmente alleviare il fastidio che l’animale prova, ma è comunque sempre un rimedio momentaneo, che non risolve davvero il problema.

Inoltre, si tratta di metodi che a volte funzionano e a volte no. Come per gli esseri umani, non tutti i gatti e le gatte sono uguali, e possono reagire in maniera diversa davanti a questi rimedi. L’unica cosa da fare è provarli e variarli, fino a quando non si trova quello che sembra avere successo.

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4. I rischi per il gatto e per la gatta

Lotte e malattie

Tra l’altro, il periodo del calore non è esente da rischi per la vita e la salute dei gatti. Partiamo ad esempio dai maschi: la loro innata e irrefrenabile voglia di accoppiarsi, infatti, tende a renderli aggressivi nei confronti dei possibili rivali d’amore e a rischiare anche la vita.

Se avete avuto dei gatti maschi sapete che in questi periodi possono tornare a casa ridotti come un vecchio pugile. Ovvero con tagli, graffi, morsi e segni di lotta che, se non curati e disinfettati adeguatamente, possono anche degenerare in guai più seri.

Un duello all'ultimo sangue tra gattiCi sono poi delle malattie virali che si trasmettono sessualmente anche nel mondo dei felini, come ad esempio la FIV.

Per quanto riguarda esclusivamente la gatta è inoltre provato che la mancata sterilizzazione e il continuo andare in calore di fatto rende più possibili alcuni tipi di tumore. Tra questi ci sono il tumore alle mammelle – che è il terzo più diffuso tra le gatte – e all’utero e alle ovaie [1].

 

5. La sterilizzazione

Quando farla e perché

Affrontiamo ora un tema delicato che abbiano finora solamente accennato: quello della sterilizzazione. Un tema particolare, perché è normale avere dei dubbi su una scelta del genere, soprattutto se non si hanno mai avuto gatti.

Se vogliamo far vivere i nostri animali domestici “al naturale”, è ovvio che la sterilizzazione va contro i nostri principi. Allo stesso tempo, però, questa è di fatto una buona soluzione se non si è in grado di prendersi cura di tutti i gattini che la propria gatta potrebbe produrre durante i suoi periodi di calore.

La sterilizzazione nei gatti

Come sempre quando si ha a che fare con gli animali, è insomma una questione di responsabilità. Non sterilizzare una gatta femmina significa prepararsi ad avere dei cuccioli. Si è in grado di gestirli e accudirli? Perché, se la risposta è no, è meglio prevenire il problema alla radice [2].

Per quanto riguarda i maschi, è bene fare l’operazione prima del compimento del sesto mese, in modo da evitare il problema dell’urina. Per quanto riguarda le femmine, invece, non c’è una particolare indicazione di questo tipo ma è da tener presente che durante il calore l’operazione è un po’ più difficile e rischiosa.

In genere interventi di questo tipo hanno un costo che varia notevolmente da città a città e da medico a medico. In ogni caso, quelli sulla gatta sono un po’ più costosi e difficilmente scendono al di sotto dei 100 euro.

 

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Note e approfondimenti

[1] Ad esempio, se si sterilizza la gatta prima del primo calore, quindi entro i 6 mesi, c’è il 91% di possibilità che non sviluppi tumori mammari. Mentre dare farmaci per bloccare il calore aumenta il rischio. Qui ulteriori informazioni.
[2] Qui, in ogni caso, trovate un approfondimento sui pro e sui contro della sterilizzazione.

 

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