Cinque cose da sapere sul gioco della dama

Un gioco della dama all'italiana allestita su un barile

Ci sono giochi che qualsiasi bambino impara fin da piccolo, senza bisogno di strumenti particolari. Giochi che, proprio per la loro diffusione, entra a far parte quasi del patrimonio culturale di un popolo. Magari se ne conoscono solo le regole elementari. Magari non si è grado di giocare partite complesse, ma sono comunque parte di noi. In genere questo accade coi giochi di carte, tramandati dai nonni, ma a volte anche con giochi da tavolo.

In particolare, ci pare, sono due i passatempi di questo tipo amati dagli italiani. Da una parte ci sono gli scacchi, che, per la loro complessità, a volte sono considerati un po’ elitari.

Dall’altra la dama, che invece può essere insegnata anche in tenera età. Quest’ultimo è un gioco che ha una storia antichissima, anche se nel corso dei secoli si è evoluto parecchio. E ha anzi modificato le proprie regole a seconda della zona, della lingua, della tradizione.


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Oggi cercheremo di presentarvi le sue regole e alcune particolarità che lo rendono magico. Dedicando anche un certo spazio alle varie alternative o alle diverse tradizioni che si possono incontrare. Ecco quindi cinque cose da sapere sul gioco della dama, per riscoprirlo e praticarlo di nuovo.

 

1. La storia del gioco

Dalla Mesopotamia a noi

Abbiamo appena detto che la dama è un gioco molto antico, anche se in realtà è difficile trovarne una data di nascita. Ad esempio, negli scavi vicino all’antica città di Ur, in Mesopotamia, è stata trovata una damiera che proviene circa dal 3.000 a.C.

In vari musei, inoltre, si trovano scacchiere che provengono dall’antico Egitto o dall’antica Grecia. Non a caso il gioco è citato sia da Omero che da Platone, anche se, a quanto sappiamo, le regole erano in parte diverse da quelle attuali.

Un disegno inglese dell'Ottocento relativo però alla diffusione del gioco della dama nel Medioevo

L’antesignano più prossimo della dama è però probabilmente l’Alquerque. Questo era un gioco originario del Medio Oriente, di cui esistono attestazioni già nel X secolo (ma forse è anche più antico).

Le regole furono esposte per la prima volta in Spagna, nel XIII secolo, in un libro voluto da re Alfonso X di Castiglia. E le norme, a guardarle oggi, erano molto simili a quelle della dama attuale, anche se diversa era la scacchiera.

Dal ‘500 più o meno con le regole attuali

Le regole iniziarono poi a cristallizzarsi attorno al ‘500, venendo diversificate anche da paese a paese. Fu sempre in quest’epoca che nacque anche il nome attuale, che in italiano deriva dalla figura della dama, della signora. Una figura incarnata idealmente nella pedina che arriva al fondo della damiera e si trasforma.

Nel corso del ‘700, infine, iniziarono a comparire i primi libri esplicitamente dedicati a questo gioco, che si era ormai imposto nei vari paesi. Il nome del passatempo è comunque rimasto diverso da lingua a lingua.

Oltre all’italiano, bisogna menzionare l’inglese draughts, che deriva dal verbo to draw (muovere), l’americano checkers (check è lo scacco, il quadrato) e il francese dames, che ha la stessa origine dell’italiano.

 

2. Le regole della dama internazionale

Per i tornei della FMJD

Come detto, esistono regole lievemente diverse a seconda dei paesi. Visto però che il gioco è ampiamente praticato e che nel corso del ‘900 si è tentato di creare delle competizioni internazionali, si è deciso di scegliere delle norme valide per tutto il mondo.

È così nata, nel 1947, la cosiddetta dama internazionale, che si rifaceva inizialmente alla tradizione della dama polacca. L’ente di riferimento, in questo caso, è la Fédération mondiale du jeu de dames (FMJD), la federazione internazionale del settore.

Prigionieri di guerra francesi intenti a giocare a dama durante la Prima guerra mondiale

La dama internazionale si gioca su una scacchiera formata da 100 caselle, 50 bianche e 50 nere. Quelle attive, su cui le pedine si muovono, sono le nere. La posizione della damiera prevede che il giocatore trovi, davanti alla sua posizione, l’angolo in basso a sinistra di colore nero.

Si riempiono le prime quattro righe con 20 pedine per ciascun giocatore e poi si comincia, con la prima mossa al bianco. Il movimento è, come al solito, in diagonale, rimanendo sempre sulle caselle scure. Le pedine, inoltre, possono muoversi solo di un posto e sempre in avanti.

Il movimento e la presa

Quando si raggiunge la base avversaria, però, la pedina si trasforma in dama. Così può muoversi senza limiti, in avanti e all’indietro, decidendo di quanto proseguire il proprio percorso (ovviamente se la strada è sgombra) o quando fermarsi.

In generale, la presa – cioè il mangiare la pedina avversaria – è sempre obbligatoria quando è possibile effettuarla, e obbligatorie sono anche le prese multiple. Questo rende particolarmente interessanti le strategie che possono essere messe in campo.

La pedina mangia diagonalmente e in tutte le direzioni (anche all’indietro), se la pedina successiva a quella mangiata è libera. Nel caso in cui ci siano due pedine mangiabili, il giocatore deve obbligatoriamente scegliere il percorso che gli dà più prese multiple.

Nel caso in cui invece il numero di prese sia il medesimo, può scegliere quale strada prendere. Le dame, però, mangiano in maniera diversa. Non possono infatti prendere solo il pezzo attiguo, ma qualsiasi pezzo si trovi sulla loro diagonale senza ostacoli in mezzo (fosse anche a 5 caselle di distanza). A patto che ci sia almeno una casella libera al di là di essa.

Come mangia la dama

La dama, però, non “atterra” per forza nella prima casella libera dopo la presa. Il giocatore può infatti scegliere una qualsiasi casella libera dopo quella mangiata (la prima, la seconda, la terza e così via). Anzi, è obbligato a scegliere, se c’è, quella che gli permettere di fare prese multiple.

Proprio per questo, un giocatore può anche sacrificare un certo numero di proprie pedine per portare la dama avversaria dove lui vuole che stia. Anche perché la dama può essere mangiata anche da una pedina qualsiasi.

Ultima nota: si fa dama, come detto, quando si raggiunge la base avversaria. Ma questo si può farlo con una mossa normale oppure anche con una presa che ti faccia atterrare proprio alla fine della damiera.

Attenzione, però: se quando arrivi in fondo devi comunque continuare a prendere perché ci sono altre pedine subito “mangiabili”, devi proseguire il tuo percorso e non ottieni la dama.

 

3. Le regole della dama italiana

Come si gioca dalle nostre parti

Come detto, l’Italia aderisce alla federazione internazionale. Come altri paesi (tra cui Russia, USA e Brasile), mantiene però in parallelo anche le proprie regole nazionali, organizzando tornei distinti.

Pertanto, ancora oggi è praticata la cosiddetta dama italiana, con un campionato nazionale che viene disputato dal 1925. Con un certo orgoglio, spesso si fa risalire l’uso di questo gioco nel nostro paese addirittura ai tempi di Giulio Cesare, anche se, come detto, allora le regole erano probabilmente ben diverse da quelle attuali.


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La damiera nostrana è formata da 64 caselle (8×8), 32 bianche e 32 nere. Le pedine sono 12 per ogni giocatore e occupano le prime tre righe di caselle nere. Ogni giocatore deve avere una casella scura in basso alla sua destra.

Obblighi e non

Le pedine si possono muovere – sempre di una casella per volta – e mangiare solo in avanti, mentre le dame possono fare entrambe le cose anche all’indietro. A differenza delle regole internazionali, però, qui la dama si può muovere solo di una casella alla volta, come una pedina.

Anche in questo caso la presa è obbligatoria, così come la presa multipla. Non possono però essere catturate più di tre pedine in un’unica mossa.

Un gioco della dama all'italiana allestita su un barile

Nel caso in cui ci fossero due possibilità di presa, sia la pedina che la dama devono obbligatoriamente orientarsi per la strada che prevede prese multiple. O, a parità, per quella in cui si può mangiare più dame (o quantomeno mangiarle prima). Altrimenti, in caso di ulteriore parità, la scelta è libera.

Attenzione, però: l’ultima differenza rilevante è che in Italia la pedina non può mai mangiare una dama. Questa può essere invece presa solo da un’altra dama.

 

4. Un po’ di matematica

Quando il computer si scontra con la dama

Dopo aver spiegato le regole, parliamo un po’ di strategia. E, soprattutto, di numeri. Come tutti i giochi in cui conta l’abilità del giocatore e non c’è aleatorietà, infatti, la dama è stata ormai da tempo sottoposta allo studio dei computer. Che hanno cercato, come hanno fatto pure per gli scacchi, di delineare le strategie migliori e tutte le possibili mosse.

Non a caso, uno dei primi programmi per computer mai creati era proprio dedicato al gioco della dama. Negli anni ’50, infatti, il pioniere dell’intelligenza artificiale Arthur Samuel ne creò una sua prima versione. Molti passi avanti sono stati fatti da allora, ma i simulatori di dama continuano ad avere un discreto successo.

Il caso di Chinook

Gli studi più recenti, lo diciamo subito, sono stati fatti perlopiù per la dama internazionale o per quella inglese, più diffuse nel mondo rispetto a quella italiana. I dati sono comunque molto interessanti.

Per quanto riguarda la dama inglese, che si gioca su una damiera 8×8 ma con regole lievemente diverse dalle nostre, qualche anno fa un gruppo di studiosi canadesi è riuscito a giocare la partita perfetta.

Alla scoperta di alcune interessanti varianti delle regole della dama

Ovvero una partita disputata senza errori da entrambe le parti, dimostrando che essa non si può concludere che con un pareggio. I canadesi hanno così creato un programma, Chinook, che è letteralmente imbattibile.

A tutt’oggi, la dama (inglese) è il gioco più complesso che un computer sia riuscito a risolvere in maniera definitiva. Per la dama italiana non è però ancora stato effettuato nulla di simile, quindi, almeno virtualmente, il nostro gioco non è ancora stato “sconfitto” dall’informatica.

Si tenga presente, d’altronde, che con una scacchiera 8×8 sono possibili circa 5 miliardi di miliardi di mosse. Non poco, anche per i microprocessori più evoluti.

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5. Alcune varianti originali

Quando la fantasia complica le cose

Concludiamo con alcune varianti al gioco della dama di cui non abbiamo ancora avuto modo di parlare. Alcune provengono da scuole nazionali paragonabili a quella italiana, altre invece sono modifiche più estreme di questo appassionante gioco.

Ad esempio, è molto interessante la dama canadese. Questa particolare versione viene giocata su damiere di 144 caselle (12×12), con 30 pedine per ciascun giocatore. A parte questo, però, le regole sono quelle della dama internazionale.

Oppure bisogna considerare la dama turca, in cui in realtà tutte le caselle hanno il medesimo colore e le pedine si muovono in verticale ed orizzontale. Inoltre in questo caso ogni giocatore ha a disposizione 16 pedine, disposte però sulla seconda e terza riga davanti a sé, saltando la prima.

L’interessante Damath

Ma la fantasia non manca neppure in varianti più estreme. Ad esempio nelle Filippine hanno inventato la Damath, una dama in cui un grande peso viene dato alla matematica. Si tratta infatti di un gioco educativo. Ogni pedina ha un numero associato ad essa, mentre ogni casella presenta una differente operazione matematica.

Quando si mangia un pezzo avversario, bisogna quindi risolvere un’operazione per calcolare il punteggio ottenuto. In ogni caso, ci sono livelli di difficoltà diversi (a seconda dei numeri usati e delle operazioni). E per questo viene giocato sia alle elementari che alle medie.

I numeri usati per la notazione delle caselle nella dama inglese

Inoltre, segnaliamo che in Giappone esiste anche la Dama shogi filosofica. Inventata a fine ‘800 dal filosofo Inoue Enryō, fonde lo shogi (noto anche come scacchi giapponesi) con la dama. Infine, segnaliamo i giochi inventati da Christian Freeling, un celebre creatore di giochi da tavolo olandese.

Lui ha proposto due interessanti alternative alla classica dama: il Dameo e l’Hexdame. Il primo si gioca su una damiera 8×8, in cui però all’inizio le pedine sono disposte a formare un tronco di piramide. Il secondo, invece, si gioca su caselle esagonali che complicano abbastanza le cose.

 

E voi, quale aspetto del gioco della dama preferite?

Ecco cinque cose da sapere sul gioco della dama: vota la tua preferita.

 

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