
Cinema e letteratura sono media sostanzialmente diversi che producono risultati diversi e, partendo dalla stessa storia, raccontano in modo diverso.
È sotto gli occhi di tutti che il cinema si sia servito spesso della letteratura, che ne abbia attinto a piene mani e prova di questo sono i numerosi film tratti da romanzi, spesso pallide imitazioni degli stessi, tante volte ottime trasposizioni ma rare, rarissime volte, veri e propri capolavori in grado di superare la fonte originale.
Se poi il film (o, in questo caso, “i film”) sono tratti da un romanzo mitico come Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, il risultato finale può superare le più rosee aspettative o essere il più clamoroso dei fallimenti. Andò bene a Peter Jackson, acclamato regista neozelandese di film come King Kong e Amabili resti, quando nell’ormai lontano 2001 superò le aspettative di chiunque dirigendo la trilogia più premiata della storia del cinema e vero fenomeno di culto globale: Il Signore degli Anelli.
[wpzon keywords=”il signore degli anelli” sindex=”DVD” sort=”relevancerank” listing=”6″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]Sauron, oscuro signore di Mordor, durante la Seconda Era forgiò venti anelli magici. Diciannove di questi li donò alle altre razze che vivevano ne La Terra di Mezzo (sette ai nani, tre agli elfi e nove ai re degli uomini) mentre uno lo tenne per se, il più potente, quello attraverso cui controllarli tutti: l’Unico Anello. Ebbe così inizio un’era fatta di oscurità che vide nani, elfi e uomini uniti contro il signore oscuro nel tentativo di metter fine al suo regno di terrore. Ma fu solo quando l’anello gli venne tolto che Mordor fu sconfitto. Ed è questo quello che ci viene narrato all’inizio de Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello.
L’Unico Anello però non fu distrutto ma cominciò a passare di mano in mano fino a che non arrivò tra quelle di Gollum (l’hobbit Smeagol, corrotto dal suo potere) e poi di Bilbo Baggins, hobbit della Contea che, dopo averlo tenuto nascosto per tutta la vita, il giorno del suo centoundicesimo compleanno decise di consegnarlo al nipote Frodo.
[wpzon keywords=”tolkien” sindex=”Books” sort=”relevancerank” listing=”6″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]L’anello però era dotato di grandi poteri tra cui, soprattutto, quello di irretire chi lo indossava risvegliandone il lato più malvagio. Se ne rese conto Gandalf il Grigio, potente stregone amico di Bilbo, che studiata l’essenza dell’oggetto ne scoprì la vera natura e, soprattutto, la più terribile delle verità: Sauron era ancora vivo, anche se su un piano puramente spirituale, ed era alla ricerca dell’anello per tornare al suo antico splendore. L’unico modo per impedirlo era distruggere l’Unico gettandolo tra le fiamme del Monte Fato.
L’impresa degli hobbit e dei loro compagni
Divenne quindi questo il compito di Frodo che, nella sua avventura, fu accompagnato dagli hobbit Sam, Pipino e Merry, dagli umani Aragorn e Boromir, da Gandalf, dal nano Gimli e dall’elfo Legolas.
L’influenza di Sauron però si era fatta già potente e molti, nella Terra di Mezzo, stavano già prendendo posizione all’interno di due schieramenti. Una nuova guerra era alle porte e, per vincerla, l’anello doveva essere distrutto.
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È questa a grandi linee la storia narrata nei tre film de Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello (2001), Le due torri (2002) e Il ritorno del re (2003). Trilogia che si prende molte libertà rispetto al romanzo da cui è tratta ma che resta e resterà sempre un’opera unica e incredibile, piena di curiosi aneddoti. Ed ecco allora cinque cose da sapere sulla saga cinematografica de Il Signore degli Anelli che forse nessuno vi ha mai raccontato.
Indice
Sean Connery avrebbe dovuto interpretare Gandalf il Grigio
Una scelta poco lungimirante
Il ruolo dello stregone Gandalf, ottimamente interpretato da Sir Ian McKellen, era stato inizialmente proposto a qualcun altro: il mitico agente 007, Sean Connery. Sir Connery però non fu particolarmente lungimirante e rifiutò l’offerta nonostante il cachet milionario (si parla di 450 milioni di dollari tra offerta iniziale e il 15% dei profitti totali dei film) per non dover passare diciotto mesi in Nuova Zelanda, dove i film sono stati girati. Aggiunse poi di non aver mai capito l’opera di Tolkien.
La trilogia più premiata dall’Academy nella storia del cinema
Diciassette Oscar su trenta nomination
La trilogia de Il Signore degli Anelli è quella che, in assoluto, ha vinto più statuette degli Oscar nella storia del noto premio cinematografico. In totale sono diciassette su ben trenta nomination.
La Compagnia dell’Anello vinse quattro Oscar, Le due torri solo due e Il ritorno del re, da solo, ne vinse ben undici, diventando – a pari merito con Ben Hur e Titanic – il film più premiato di sempre nella storia dell’Academy.
Gli Oscar vinti dalla trilogia spaziano tra quasi tutte le categorie. Tra i tanti quello come miglior colonna sonora originale (di Howard Shore), migliori effetti speciali (della Weta Digital e Weta Workshop, fondate da Peter Jackson stesso), miglior film e miglior regia (andati entrambi a Il ritorno del re). Nessuno degli attori però ne ha vinto uno recitando nei tre film de Il Signore degli Anelli.
Viggo Mortensen non doveva essere Aragorn
Il sostituto di Nicolas Cage
Inizialmente il ruolo di Aragorn sarebbe dovuto andare all’attore Nicolas Cage, che però fu costretto a rifiutare per motivi personali. Fu ingaggiato allora Stuart Townsend che però, prima dell’inizio delle riprese de La Compagnia dell’Anello, fu licenziato da Jackson perché troppo giovane. Solo allora fu contattato l’attore Viggo Mortensen che, in un primo momento, rifiutò la parte per essere poi convinto ad accettare da suo figlio. È leggenda però che a rifiutare prima di lui siano stati attori del calibro di Russell Crowe e Daniel Day-Lewis.
Tra l’altro, durante le riprese, l’attore fu vittima di un paio di incidenti come la scheggiatura di un dente (in La Compagnia dell’Anello) e la frattura di due dita del piede ne Le due torri, tirando un calcio all’elmo di un orco (nella versione originale del film è possibile ascoltare il suo grido di dolore).
Tre parti che sono un tutt’uno
Le scelte degli editori e dei produttori
La trilogia cartacea de Il Signore degli Anelli non fu pensata, inizialmente, come trilogia. A decidere questo tipo di divisione fu l’editore di Tolkien, mentre l’autore aveva sempre inteso la sua opera come “corpo unico”, un singolo racconto diviso in sei libri, due per ogni “capitolo” dell’attuale “trilogia”.
Ovviamente anche la trilogia cinematografica fu divisa in tre film. Inizialmente i diritti per i film furono acquistati dalla Miramax Films, che intendeva sviluppare il progetto in due film per motivi economici. La Miramax però non fu in grado di sostenere la produzione, che finì tra le mani della New Line Cinema. Fu la New Line, infine, a scegliere di sviluppare il progetto in tre film per rispettare (erroneamente) il modo in cui era strutturato il romanzo.
Quanto tempo e quanta fatica per essere perfetti
Lunga lavorazione, grandi introiti
I tre film furono girati quasi in contemporanea in Nuova Zelanda, su set diversi. Le riprese de La Compagnia dell’Anello iniziarono nell’ottobre del 1999 e terminarono nel dicembre del 2000 e durarono circa 247 giorni. Quelle de Le due torri iniziarono contemporaneamente ma durarono un po’ di più e si protrassero fino al gennaio dell’anno successivo. Quelle de Il ritorno del re iniziarono nel 2001 e si protrassero fino all’inizio del 2002.
Anche il lavoro di post-produzione fu lunghissimo, arrivando a superare i due anni per Il ritorno del re. Che tra l’altro è tra i film con più attori in assoluto (e più uccisioni).
Uno sforzo produttivo immenso che portò però tra i più alti incassi nella storia del cinema (Il ritorno del re finì persino nel Guinness dei Primati incassando in tutto il mondo 1.119.929.521 di dollari).