Cinque cose imparate dalle favole Disney ma che forse era meglio evitare

Le principesse Disney – qui assieme addirittura a Frida Kahlo – sono protagoniste di favole che non sempre ci aiutano

Ecco le cinque cose che era meglio non imparare dalle favole Disney: vota la tua preferita e poi leggi l'articolo per scoprirle in dettaglio e farti due risate.

 
Ci siamo cresciuti tutti con le favole Disney, le abbiamo adorate, amate, prese come esempi di vita… il punto è che finché si è piccoli va tutto bene, ma quando poi si cresce ti rendi conto che forse tante cose le hai fraintese. Quindi, dopo alcuni anni di attente analisi e numerosi “mainagioia”, sono giunta ad alcune conclusioni.


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Vissero felici e contenti

Il lieto fine e la sua parte mancante

Be’ sì, ciò che accomuna tutte le storie Disney – oltre alla firma di Walt – è sicuramente il più classico dei lieto fine: «E vissero per sempre felici e contenti». Sì, certo. Solo che nessuno ha mai detto “insieme”. Ci sarebbero stati sicuramente meno fraintendimenti. Se la formula fosse stata «E vissero per sempre felici e contenti, ognuno al proprio castello, ci si becca in giro ogni tanto e ciao…», sarebbe stato diverso.

Pocahontas ci insegna che si può vivere sì felici e contenti, ma anche lontani

 

Se non ci salva lui, non lo farà nessuno

E i principi Disney che senza le loro principesse sarebbero stati persi

Tra tutte le cose che potevamo imparare, questa è sicuramente la peggiore, a mio parere. Per quanto mi riguarda una principessa è definibile tale solo se si sa salvare da sola. E poi, diciamocelo, è stata la Bestia a essere salvata da Belle e non viceversa. Se non avesse conosciuto lei sarebbe rimasto con le sembianze di una bestia per sempre, in quel castello da solo a parlare con un candelabro e un orologio a pendolo.

Stessa cosa anche per La bella addormentata nel bosco. Voglio dire: prima che si incontrassero, Filippo stava vagando da solo per un bosco vestito con una calzamaglia… se non avesse incontrato lei, Dio solo sa che fine avrebbe potuto fare lui.

Quel bislacco tipo del principe Filippo, coprotagonista di una delle più famose favole Disney

Quindi dai, per favore, basta con questa cosa che vogliamo essere salvate. Ok, ci potete aprire i vasetti di sottaceti quando non riusciamo, vi lasciamo controllarci l’olio della macchina e vi facciamo uccidere i ragni quando vi chiamiamo urlando, ma perché serve a voi tanto quanto a noi.

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Non seguire e non accettare caramelle dagli sconosciuti

Il probabile risveglio di Alice

Se ad un certo punto ci ritroviamo a parlare con animali o altri oggetti non identificati come in una delle favole Disney, allora forse sarebbe meglio sospendere le bibite. Se troviamo, per esempio, in giro boccette con scritto “Bevimi” o “Mangiami” non è che dobbiamo proprio farlo per forza.

Certo, ad Alice è andata bene, ha conosciuto lo Stregatto e il Brucaliffo e visto posti fantastici… ma mica vi dicono in che condizioni si sia svegliata il giorno dopo, però. Poi non vi lamentate se la mattina seguente, aprendo Facebook, vi ritrovate taggate in foto dove ballate con Pincopanco e Pancopinco. In condizioni imbarazzanti.

Il mal di testa di Alice, sia dentro il suo cartone che il mattino dopo

 

La bellezza non conta

Ma solo se vivi in un castello

Esatto, è la bellezza d’animo quella che conta. Ma se sei bello anche fuori meglio. Prendete Quasimodo, per esempio: ha salvato il culo a tutti, ma Esmeralda è andata via comunque con il “bello”. Poi, ovvio, la bella e la bestia ci hanno insegnato il contrario… ma vorrei ricordarvi in che popò di casa viveva la bestia.

La biblioteca della bestia


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Belle avrebbe avuto una libreria delle dimensioni del Canada e un armadio che sceglieva i vestiti al posto suo al mattino. Eh… ricordatevelo. Anche nei cartoni Disney, dove non arriva la bellezza, arriva la pecunia. E dove non arriva nemmeno la pecunia, allora, in quel caso, forse, ma non sempre, arriva l’Amore.

Una salone piccolo piccolo

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E vissero per sempre amici e contenti

Fiabe che sottovalutano l’amicizia

Ad un finale così avrei creduto molto di più, sia che fosse una friendzone, sia che fosse un’amicizia di quelle vere. Troppo peso all’amore e troppo poco alle amicizie, in queste favole a cartoni animati.

Quell’ingrata di Biancaneve mollò 7 nani una volta trovato il principe. Ariel abbandonò perfino la famiglia per seguire lui. Non si fa. È così che nasce il problema delle coppie che una volta fidanzate spariscono. Credo esista un universo parallelo dove vivono tutte assieme, queste coppie, probabilmente lo stesso universo dove sono finiti tutti i miei accendini e le mie forcine per i capelli. Sì, insomma, l’amore è importante, ma le amicizie lo sono molto di più.

 
D’accordo basta, troppo cinismo non fa mai bene. È solo che a saperlo prima forse ci saremmo risparmiate un sacco di docce fredde.

In conclusione, comunque, la cosa da tenere sempre presente – e sulla quale io e il vecchio Walt siamo d’accordo – è che, sia nelle favole che nella vita reale, le vere protagoniste rimaniamo sempre e solo noi.

Dove andranno a finire le ciglia finte?

 

Segnala altre cose imparate dalle favole Disney che forse era meglio evitare nei commenti.

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