Una cover è una canzone tramite cui un cantante re-interpreta un brano cantato in prima battuta da un altro artista, cercando di rispettare la traccia originaria oppure dandone una versione differente e personale.
Questo tipo di prodotto esiste sin dagli anni ’50, se non prima, divenendo sin da subito una costante dell’ambiente musicale e rimanendo una pratica diffusa ancora oggi.
Se spesso è immediatamente chiaro che una canzone è una re-interpretazione, a volte capita che la natura di una cover – per le più svariate ragioni – non venga percepita dal pubblico e si cada nell’errore di credere che essa sia la versione originale… fino a quando la verità giunge inaspettata.
Qui di seguito trovate infatti cinque celebri canzoni che forse fino a oggi non avevate immaginato potessero essere delle cover.
Indice
1. Respect
Rispetto per Aretha Franklin
Respect è un brano cantato da Aretha Franklin e inciso nel 1967.
La versione originale di questa canzone viene scritta e incisa nel 1965 da Otis Redding. In origine il pezzo deve essere interpretata da una band, gli Speedo Sims, ma poi Redding decide di cantarla personalmente inserendola nel suo terzo album, Otis Blue, ottenendo un buon successo [1].
Due anni dopo, il produttore Jerry Wexler, convinto che Respect possa avere un successo ancora più ampio, porta la canzone all’attenzione di Aretha Franklin, la quale ne registra una cover nel febbraio 1967.
I cambiamenti
Tralasciando i differenti timbri vocali dei due artisti, la cover di Aretha Franklin apporta alcune piccole modifiche al testo originario, che ne ribaltano tuttavia la prospettiva.
Se infatti la versione di Redding è l’implorazione di un uomo che è pronto a dare tutto alla donna che ama chiedendo in cambio solo rispetto, la versione di Aretha Franklin è una dichiarazione di indipendenza da parte di una donna sicura di sé, che pretende rispetto dal suo compagno, così come lei rispetta lui.
Inoltre, il celebre spelling R-E-S-P-E-C-T è del tutto assente nella versione di Otis Redding [2].
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2. I Love Rock’n’Roll
Dagli Arrows ai Blackhearts
I Love Rock’n’Roll è una canzone cantata da Joan Jett & the Blackhearts, incisa nel 1981 e pubblicata nel 1982.
La versione originale di I Love Rock ‘n’ Roll viene scritta e incisa nel 1975 da Alan Merrill e cantata da Merrill stesso insieme alla rock band di cui fa parte, gli Arrows [3].
Nata come B-Side, la versione degli Arrows ottiene grande successo nel Regno Unito e garantisce ai suoi componenti nientemeno che un ingaggio per un programma televisivo che porta lo stesso nome della band.
Nel 1976 la cantante americana Joan Jett si trova in tour in Inghilterra insieme alla sua band dell’epoca, i Runaways, e vede alla televisione gli Arrows interpretare I Love Rock ‘n’ Roll.
Una cover doppia
Conquistata da questo brano, Joan Jett ne incide una prima cover nel 1979 insieme a due componenti dei Sex Pistols, Steve Jones e Paul Cook: così come accaduto con gli Arrows, viene pubblicata come B-Side.
Due anni dopo, insieme alla sua nuova band, i Blackhearts, Joan Jett incide una seconda cover di I Love Rock ‘n Roll [4], che viene pubblicata all’inizio del 1982, divenendo in breve tempo un successo internazionale. Entrambe queste versioni non differiscono troppo da quella degli Arrows, fatto salvo per il timbro vocale più potente e marcato di Joan Jett.
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Ironicamente, sarà proprio su questa versione che altri interpreti, tra cui Britney Spears e Miley Cyrus, si baseranno per dare la loro interpretazione di una canzone destinata a rimanere nella storia.
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3. Girls Just Want to Have Fun
L’insolito debutto di Cindy Lauper
Girls Just Want to Have Fun è una canzone cantata da Cindy Lauper e incisa nel 1983, inserita nell’album d’esordio della cantante, She’s So Unusual.
La versione originale di Girls Just Want to Have Fun viene però scritta e incisa come demo nel 1979 da Robert Hazard [5]. L’artista concepisce la canzone mentre è sotto la doccia e la scrive in una sola giornata: dopo aver inciso la traccia, tuttavia, decide di non portare avanti questo progetto.
Alcuni anni dopo il produttore musicale Rick Chertoff è alla ricerca di materiale per l’album di debutto come solista di Cindy Lauper e incappa nella demo di Hazard, trovandola interessante e passandola alla cantante.
Le ragazze al centro
Cindy Lauper incontra dunque Robert Hazard, il quale accetta sia un cambio di ritmo, considerata la differente vocalità della cantante, che una modifica al testo originario, scritto da un punto di vista maschile (solo il titolo dice tutto), per adattarlo alla prospettiva femminile e indipendente di Cindy Lauper [6].
Il singolo diviene un successo internazionale, un inno al femminismo nell’era reaganiana, lanciando la carriera di Cindy Lauper, ancora oggi sulla cresta dell’onda.
Robert Hazard invece rimane nell’oscurità, incidendo alcuni album musicali di seconda fascia e venendo ricordato solo per essere l’autore di questa canzone, che gli viene chiesto saltuariamente di cantare nella versione modificata in qualche concerto. Muore nel 2008, a causa di un cancro al pancreas.
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4. I Will Always Love You
L’omaggio di Whitney Houston a Dolly Parton
I Will Always Love You è un pezzo cantato da Whitney Houston e inciso nel 1992.
Questa canzone è parte della colonna sonora del film Guardia del corpo (The Bodyguard) [7] dello stesso anno, diretto da Mick Jackson, e che rappresenta il debutto cinematografico della cantante. L’idea di inserirla nella soundtrack ufficiale viene concepita dal protagonista della pellicola, ovvero Kevin Costner.
I Will Always Love You resta una delle canzoni a cui più è associato il nome della sfortunata artista, tanto che quando nel 2012 si diffonde la notizia della sua morte, il singolo torna – venti anni dopo la sua uscita – nella top ten dei dischi più venduti negli Stati Uniti.
La versione originale di I Will Always Love You però viene scritta nel 1973 dalla cantante Dolly Parton e pubblicata l’anno successivo. La canzone rappresenta un commosso addio a un suo mentore e compagno, Porter Wagoner, il quale l’aveva ospitata più volte nei suoi spettacoli televisivi, prima che lei iniziasse a perseguire una carriera da solista [8].
Rispetto alla versione di Whitney Houston, Dolly Parton adotta un timbro di voce più delicato, senza sfruttare gli acuti come invece fatto dalla cantante del New Jersey, e inserendo anche sonorità prettamente country, il genere musicale che l’ha resa celebre.
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5. Torn
Le origini del successo di Natalie Imbruglia
Torn è una canzone cantata da Natalie Imbruglia e incisa nel 1997 [9].
Il brano viene inserito nell’album d’esordio della cantante, Left of the Middle, e diviene in breve tempo una hit internazionale, lanciando la carriera di questa artista.
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In precedenza attrice di soap-opera australiane, grazie a questo insperato successo Natalie Imbruglia diviene una star di primo livello e riesce a perseguire anche una discreta carriera cinematografica.
La versione originale di Torn viene però scritta nel 1993 da Phil Thornalley, Scott Cutler e Anne Preven. La prima incisione, di quello stesso anno, curiosamente è in danese: viene cantata da Lis Sørensen e intitolata Brændt [10].
Dal danese all’inglese
Due anni dopo la canzone viene cantata per la prima volta in inglese dalla band rock Ednaswap, di cui fanno parte anche Scott Cutler e Anne Preven.
Tale versione, venata da influenze del rock alternativo, è del tutto diversa da quella di Natalie Imbruglia, la quale imposta il tutto su un tono vocale più soft, tanto che sembra quasi di trovarsi di fronte a due brani differenti.
L’idea di affidare due anni dopo una nuova versione di questa canzone all’artista australiana, più simile a quella cantata in danese, viene a Phil Thornalley.
Essendo la cover di Natalie Imbruglia uscita in un’epoca in cui Internet è ancora poco diffuso, e considerata anche la scarsa fama degli autori, per molto tempo il pubblico crede che sia una canzone originale (ovviamente nell’ambiente musicale era fatto noto che fosse una cover). La cosa è divenuta di “pubblico dominio” solo in tempi recenti.
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Note e approfondimenti
[1] Questa versione originale la potete ascoltare qui. ↑
[2] Potete riascoltare questa celeberrima versione qui. ↑
[3] In questo videoclip li si può vedere mentre la eseguono nel 1976, un anno dopo l’uscita del brano. ↑
[4] Questa nuova versione, in cui tra l’altro l’apostrofo di “and” è uno solo, si può ascoltare qui. ↑
[5] La canzone di Hazard aveva all’inizio un impianto decisamente rock. La potete ascoltare qui. ↑
[6] Qui potete rivedere il celebre video della Lauper, uno dei più visti degli anni ’80, tanto da diventare un simbolo di quell’epoca (almeno musicalmente parlando). ↑
[7] Il video, con immagini anche del film, può essere visto qui. ↑
[8] Tra l’altro, in questa esibizione live la si può vedere cantare la canzone proprio al programma televisivo che condivideva con Porter Wagoner. ↑
[9] Qui trovate il celebre video ufficiale, con la stessa Natalie Imbruglia in primo piano. ↑
[10] La trovate qui. ↑