
Diciamocelo: quello dell’avvocato è un mestiere difficile. Denigrato da tutti, odiato forse più perfino di quello dell’arbitro di calcio, è entrato nell’immaginario per identificare loschi figuri che, con l’obiettivo di incassare una consistente quantità di denaro, sono pronti a girare e rigirare la legge a loro piacimento, facendo assolvere i colpevoli anche dei crimini più efferati.
La realtà dei fatti ovviamente non è quasi mai così: per un avvocato senza scrupoli ce ne sono decine di altri che invece svolgono coscienziosamente il loro lavoro e cercano anche di portare un po’ di umanità in situazioni che invece di umano hanno spesso ben poco.
Ma la nomea degli avvocati loschi e affaristi resiste da secoli e credo che qualsiasi avvocato la debba tenere in conto quando decide di intraprendere questa professione.
Proprio a causa di tutti questi motivi, l’uomo di legge è sempre stato un bersaglio molto amato dai comici, che su di lui hanno cercato di riversare le loro frustrazioni ma anche di giocare coi vari luoghi comuni legati alla professione. Vediamo come hanno fatto tramite cinque divertenti aforismi sugli avvocati.
Indice
1. Salva la proprietà
Come vedete dalle date di nascita e di morte che abbiamo scritto di fianco al nome dell’autore della nostra prima citazione, le battute sugli avvocati partono da lontano.
Partono almeno da quell’inizio Ottocento che segna il trionfo della borghesia, ora finalmente in grado non solo di conquistare il potere tramite rivoluzioni come quella americana e soprattutto francese, ma anche di raccontare il proprio mondo e la propria mentalità attraverso libri, saggi, giornali e pubblicistica di vario tipo.
Un avvocato è una persona colta che salva la vostra proprietà dai vostri nemici, e se la tiene.
(Henry Brougham)
Sono gli anni delle prime gazzette, dei racconti e dei romanzi di Charles Dickens, della scoperta del romanzo storico e pure in Italia qualcosa in questo senso si muove, se pensiamo anche solo al caso di Alessandro Manzoni e alla sua invenzione del più celebre avvocato della letteratura italiana, l’Azzecca-garbugli di cui abbiamo già avuto occasione di parlare.
E Henry Peter Brougham fu, guarda caso, proprio un avvocato e un giornalista.
La vita di Henry Brougham
In gioventù in Scozia aveva infatti dato vita alla Edinburgh Review, una importante rivista politica e sociale, per poi aprire uno studio legale a Londra e acquisire rapidamente una certa notorietà, tanto da finire anche per entrare in Parlamento.
Coronò poi una brillante carriera da un lato con l’acquisizione del titolo nobiliare, dall’altro con la nomina a Lord Cancelliere nel 1830, carica da cui operò una profonda riforma del sistema giudiziario britannico. Ma i suoi interessi erano vari.
Una vita così piena di successi e hobby che non stupisce che lord Brougham avesse anche un discreto senso dell’umorismo e dell’autoironia e potesse ridere in pubblico della cupidigia di sé e dei propri colleghi anche con la sagace frase che abbiamo trascritto qui sopra.
2. La giuria e il suo compito
Ci sono citazioni che vengono spesso attribuite alla persona sbagliata e, grazie a internet, si propagano all’infinito portandosi dietro l’errore. La frase che vedete qui sopra, per fare un esempio, la si trova attribuita alle personalità più disparate, e con una certa insistenza anche a Herbert Spencer, noto filosofo di metà Ottocento.
Anche se non è da escludere che Spencer ed altri abbiano detto cose simili, magari con parole solo lievemente diverse, la frase come la vedete qui citata è invece da attribuire (tramite il suo biografo Lawrence Thompson) a Robert Frost, uno dei maggiori poeti americani della prima metà del Novecento.
Una giuria è un gruppo di dodici persone d’ignoranza media, riunite attraverso sorteggio per decidere chi, dell’accusato o della vittima, abbia il migliore avvocato.
(Robert Frost)
Per la verità la sua vita non fu particolarmente legata all’avvocatura o segnata da guai giudiziari; anzi, di guai ne ebbe anche parecchi, ma dati da un destino avverso che con lui sembrava accanirsi particolarmente: suo padre morì quando aveva solo undici anni, lasciando in eredità alla famiglia appena 8 dollari.
Sua madre seguì quando Robert ne aveva ventisei, e una ventina d’anni dopo il poeta dovette anche far internare una sorella in un ospedale psichiatrico.
I premi Pulitzer di Robert Frost
Egli stesso soggetto di tanto in tanto a periodi di depressione – da cui non lo risollevavano neanche le glorie letterarie, che gli portarono ben quattro premi Pulitzer per la poesia –, ebbe sei figli, solo due dei quali gli sopravvissero (e una di questi era comunque internata in un altro ospedale psichiatrico, l’ennesimo).
La sua poesia trattava principalmente della vita degli uomini in relazione alla natura e ai paesaggi del New England, sua terra d’origine; paradossalmente, oggi è ricordato non tanto per i suoi libri, quanto per il fatto che una sua celebre poesia – La strada non presa, del 1916 – sia stata citata dal professor Keating ne L’attimo fuggente.
3. Fate che il crimine paghi
Dopo politici e letterati, avviciniamoci ora a chi dovrebbe far ridere di professione, cioè i comici, anche se etichettare Will Rogers semplicemente come un comico può sembrare da un certo punto di vista riduttivo.
Rogers è infatti stato una delle più grandi star degli anni Venti in America, capace di recitare in pellicole cinematografiche, scrivere articoli e libri, compiere imprese da Guinness dei Primati e viaggi mozzafiato, nonostante oggi, almeno in Europa, il suo nome sia sostanzialmente dimenticato.
Fate che il crimine paghi… Diventate avvocati.
(Will Rogers)
Nato nel 1879 in Oklahoma, Rogers era in realtà un cherokee di famiglia benestante che già da giovane dimostrò un notevole talento col cavallo e soprattutto col lazo, entrando appunto nel libro dei record per essere stato capace di prendere, con tre lazi lanciati con un unico movimento, sia il collo che le zampe di un cavallo in corsa, oltre al collo del suo cavaliere.
Will Rogers e il cinema
Un talento quasi circense che gli permise di approdare ben presto al cinema, diventando una star del muto spesso, paradossalmente, in ruoli da cowboy.
Morì ancora relativamente giovane durante uno dei suoi frequenti viaggi, precipitando con l’aereo in Alaska assieme al celebre pilota Wiley Post.
Autore satirico
Ma la sua fama era ormai consolidata anche come grande autore comico, visto che scriveva degli articoli al limite tra satira politica, comicità e analisi sociale.
Erano intitolati Will Rogers Says e pubblicati settimanalmente dal New York Times e poi anche quotidianamente da altri giornali, tanto da essere paragonato all’epoca a Mark Twain e da essere considerato il principale modello seguito successivamente anche da Bob Hope.
Da uno di questi articoli è tratto anche l’aforisma, o sarebbe meglio dire l’invito ai giovani, che abbiamo scelto come terzo punto della nostra cinquina.
4. Non interessati al sesso
Woody Allen è stato indubbiamente uno dei più grandi umoristi del dopoguerra, se non forse addirittura il più grande in assoluto: nel suo repertorio, non a caso, c’è una battuta quasi per ogni situazione della vita, dai problemi sentimentali a quelli psicologici.
Ovviamente non poteva mancare qualche frase pure sugli avvocati, tra le quali abbiamo scelto quella che leggete qui sopra, tratta da Amore e guerra, l’ultimo film quasi esclusivamente comico della sua produzione (il successivo Io e Annie, infatti, avrebbe aperto la strada a film sempre divertenti ma con un retrogusto amaro e più profondo).
Certi uomini sono eterosessuali, certi uomini sono bisessuali, certi uomini sono omosessuali, ma certi uomini non sono interessati per niente al sesso… e diventano avvocati
La frase arriva abbastanza all’inizio del film, all’interno di una sorta di delirio in cui il personaggio di Allen, Boris Grushenko, si trascina parlando prima di Socrate, poi degli omosessuali e del fatto che i cosacchi spesso finischino al suo passaggio, per passare infine ai grandi problemi della vita.
La battuta, tra l’altro, non è l’unica che in quel film ambientato durante le guerre napoleoniche Allen riservava agli avvocati.
È famosa infatti quella che viene raccontata da Boris parlando delle sue vicissitudini con la giustizia, quando dice: «Domattina alle sei verrò giustiziato per un crimine che non ho commesso. Dovevo essere giustiziato alle cinque ma ho un avvocato in gamba». La riprenderemo più avanti in questo nostro stesso articolo.
Woody Allen e gli avvocati
D’altro canto, anche nella vita reale Woody Allen ha avuto bisogno dell’avvocato, non certo ai tempi in cui scriveva e dirigeva Amore e guerra, ma dopo.
Come sicuramente saprete, la relazione con Mia Farrow – iniziata nel 1980 e terminata burrascosamente nel 1992 – ebbe infatti pesanti ripercussioni legali sulla vita e la reputazione di Allen, visto che l’ex compagna, durante la causa per l’affidamento dei figli adottivi, denunciò Allen di abusi sessuali nei confronti della figlia Dylan.
Dopo minuziose indagini, sia gli psicologi che i detective della polizia all’epoca giudicarono inesistenti però quegli abusi. La questione rimane ad ogni modo tutt’altro che chiusa, visto che i recenti fatti del #metoo hanno riaperto, almeno sui giornali, quelle vecchie ferite.
5. Come fai a sapere che un avvocato mente?
Ci sono mestieri che la televisione ama in maniera molto particolare: medici, baristi, poliziotti, ultimamente persino fisici vengono infatti rappresentati sul piccolo schermo con una certa frequenza, soprattutto perché – o per il loro lavoro, o per le loro caratteristiche psicologiche – questi lavoratori si trovano spesso in situazioni che forniscono svariati spunti narrativi.
D’altro canto, un medico e un barista incontrano ogni giorno persone diverse, un poliziotto indaga su decine di casi, un nerd ha – o, diciamo meglio, può avere – centinaia di stranezze e paranoie. Tra questi mestieri figura spesso e volentieri anche quello dell’avvocato.
Come fai a sapere che un avvocato mente? Si muovono le labbra!
Da Perry Mason in poi, infatti, abbiamo visto decine di grandi esperti di legge scendere in tribunali televisivi e dare battaglia a pubblici ministeri o prezzolati difensori di parte, ognuno con un modo tutto suo che varia da quello del rustico Matlock a quello del tenace Jack McCoy di Law & Order.
Al cinema, dopo alcune gloriose esperienze del passato, i grandi avvocati sembravano però esser quasi passati di moda, almeno fino a quando non sono arrivati i libri di John Grisham a farli tornare in auge, prima rispolverando il genere del legal thriller, poi direttamente con gli adattamenti cinematografici dei suoi primi romanzi.
L’uomo della pioggia
L’uomo della pioggia, diretto nel 1997 da Francis Ford Coppola ed interpretato da un giovane Matt Damon e da Danny DeVito, è probabilmente uno dei più riusciti film di questo tipo e contiene anche alcune delle più sagaci freddure sull’avvocatura, quasi sempre messe in bocca al giovane Rudy Baylor, che sta imparando a farsi strada nel mestiere.
Oltre a quella da noi scelta, merita una citazione anche la barzelletta che dice: «Che differenza c’è tra un avvocato ed una prostituta? Quando sei morto la prostituta smette di fotterti».
Altre 15 frasi sugli avvocati, oltre alle 5 già segnalate
A dir la verità, le frasi sugli avvocati non sono certo poche. Umoristi, scrittori, gli stessi uomini di legge: tutti si sono sbizzarriti, nel corso dei secoli, cercando di sintetizzare le particolarità di questa strana ma importante professione. Per questo abbiamo a disposizione anche molte altre citazioni per voi. Ecco le migliori.
Alla faccia della prescrizione
La prima frase che abbiamo scelto di proporvi in questa seconda parte del nostro articolo ben si sposa coi tempi attuali, in cui si discute spesso dei tempi della giustizia e in particolare della prescrizione. Il suo autore è Evelle Jansen Younger, procuratore generale della California dal 1971 al 1979.
Un avvocato incompetente può far rimandare un processo per mesi o anni. Uno bravo può farlo rimandare in eterno.
(Evelle Jansen Younger)
Parlare chiaro
Alessandro Manzoni non è stato solo un grande scrittore e il più importante narratore del nostro Ottocento. È stato, a tratti inaspettatamente, anche un sagace fustigatore dei nostri costumi. Abbiamo già citato, d’altronde, la figura dell’Azzecca-garbugli, ma ecco un’altra sua perla sulla professione degli avvocati.
Bisogna sempre dire chiaramente o francamente le cose al proprio avvocato, ci penserà lui, poi, a imbrogliarle.
(Alessandro Manzoni)
Un avvocato in gamba
Abbiamo già raccontato come Woody Allen abbia spesso ironizzato sugli avvocati. In generale, però, il grande cineasta americano non ha mai risparmiato battute su nessuno, neppure su se stesso, mettendo al centro dei film le proprie idiosincrasie. In particolare anche l’incapacità di essere fortunato nella vita, come emerge anche da questa citazione.
Domattina alle sei sarò giustiziato per un crimine che non ho commesso. Dovevo essere giustiziato alle cinque, ma ho un avvocato in gamba.
(Woody Allen)
Ogni tre domande
Esistono molte battute strutturate sul modello di quella che vi citiamo qui di seguito. Qui però la formula classica è adattata al contesto degli avvocati, avendo gioco facile davanti alla presunta avidità degli stessi. Una sola nota sull’autore: Michael Rafferty è in realtà un personaggio, avvocato protagonista della vecchia serie TV australiana Rafferty’s Rules.
– Scusi, avvocato, a quanto ammonta la sua parcella per una consultazione?
– Cinquanta dollari ogni tre domande.
– Non le sembra una tariffa molto cara?
– Sì. Ora mi faccia pure l’ultima domanda.
(Michael Rafferty)
Colpo di scena
Oscar Wilde non ha mai avuto problemi a colpire nel segno con le sue frasi. I suoi aforismi sono famosi per sferzare la società tardo-vittoriana, e ovviamente tra i suoi bersagli non potevano mancare neppure gli avvocati, con cui suo malgrado si trovò pure a interagire più volte, anche per accuse gravi che lo portarono in carcere.
Si sa che gli avvocati hanno strappato a riluttanti giurie trionfanti verdetti di non colpevolezza per i loro clienti anche quando questi clienti, come spesso accade, erano chiaramente e indiscutibilmente innocenti.
(Oscar Wilde)
Satana e gli avvocati
John Wing Jr. è un comico canadese piuttosto famoso negli Stati Uniti. Educato in una scuola cattolica, ha spesso creato dei monologhi irriverenti sul rapporto con la religione, e proponendoli poi anche in televisione. È stato più volte ospite, infatti, di talk show come The Tonight Show with Jay Leno e ha scritto numerosi libri.
E Dio disse: “Che sia Satana, così la gente non darà la colpa di tutto a me. E che siano gli avvocati, così la gente non darà la colpa di tutto a Satana”.
(John Wing Jr.)
Questione di conoscenze
Coluche è stato, invece, uno dei più grandi comici francesi, anche se pure lui era in qualche modo legato all’Italia. Il suo vero cognome era infatti Colucci e il padre era un immigrato proveniente dalla zona di Frosinone. Ad ogni modo, col suo gusto per la battuta irriverente segnò la scena francese negli anni ’70 e ’80, prima di morire tragicamente in moto.
Esistono due tipi di giustizia: gli avvocati che conoscono bene la legge e gli avvocati che conoscono bene il giudice.
(Coluche)
A cosa serve la legge
Raymond Chandler, a differenza degli ultimi autori che abbiamo presentato, non ha nulla a che vedere con la comicità. Anzi, le sue opere sono tese e drammatiche, spesso tragiche. Lo scrittore americano è stato infatti un abile giallista, esponente della scuola hard-boiled e inventore del personaggio di Philip Marlowe.
La legge serve soltanto a dare lavoro agli avvocati.
(Raymond Chandler)
Per vincere le cause
Anche Patrick Murray non è una persona vera, ma piuttosto un personaggio. È stato infatti uno dei personaggi ricorrenti della sitcom britannica Only Fools and Horses, andata in onda con grande successo sulla BBC per tutti gli anni ’80.
Un avvocato farebbe qualsiasi cosa per vincere una causa. Direbbe persino la verità.
(Patrick Murray)
Avvocati e ladri
A proposito di artisti capaci di colpire nel segno con le loro parole, la citazione che trovate qui di seguito arriva addirittura da Totò. Il comico e attore italiano, il cui vero nome era Antonio de Curtis, è stato uno dei più grandi protagonisti del nostro cinema e della nostra commedia.
Gli avvocati difendono i ladri. Sa com’è… tra colleghi.
(Totò)
Un ambiente di lavoro ostile
Se si parla, però, di stand-up comedian, uno dei maestri del settore è stato sicuramente George Carlin. Nato a New York nel 1937 e scomparso in California 71 anni più tardi, è stato uno dei comici più irriverenti (e a suo modo volgari) ma anche amati che l’America abbia avuto.
Il vero motivo per cui non si possono avere i Dieci Comandamenti in un tribunale: non si può scrivere “Non rubare”, “Non desiderare la donna d’altri”, e “Non dire falsa testimonianza” in un edificio pieno di avvocati, giudici e politici. Creerebbe un ambiente di lavoro ostile.
(George Carlin)
Come fare le cose
Secondo alcuni studiosi, J.P. Morgan è stato il più grande manager di tutti i tempi. Fondatore di una celebre banca che esiste ancora oggi, abile finanziatore di progetti arditi che centravano spesso l’obiettivo, fu uno degli uomini più ricchi del mondo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. E fu anche, ovviamente, spregiudicato.
Non voglio un avvocato che mi dica quello che non posso fare. Lo assumo perché mi suggerisca come fare quello che voglio.
(J.P. Morgan)
Medici e avvocati
Anton Čechov visse appena 44 anni, tra il 1860 e il 1904, ma nel breve lasso di tempo che ebbe a disposizione riuscì a creare alcune delle opere più importanti della sua epoca, sia nella forma del racconto che in quella del dramma teatrale. E, dopo aver letto la frase qui di seguito, vi stupirà sapere che era anche medico.

I dottori sono simili agli avvocati; la sola differenza è che gli avvocati ti derubano soltanto, mentre i medici ti derubano e per di più ti uccidono.
(Anton Čechov)
Aver ragione
David Lloyd George fu forse l’ultimo grande politico liberale della storia britannica. Dopo una lunga carriera come ministro, divenne capo del governo nel 1916, nel bel mezzo della Prima guerra mondiale, riuscendo a traghettare il suo paese verso la vittoria. Fu poi una figura di spicco anche durante le trattative per la pace.
Un vero avvocato è la persona che spenderebbe fino al tuo ultimo centesimo per dimostrarti che ha ragione.
(David Lloyd George)
Chi difendere
Proviene dalla Francia anche Philippe Bouvard, l’ultimo autore del nostro elenco. Autore di numerosi libri, giornalista per diverse testate, è diventato famoso presso il grande pubblico francese soprattutto grazie alla conduzione di fortunate trasmissioni televisive già a partire dagli anni ’70.
Alcuni avvocati sono così pigri che preferiscono difendere gli innocenti piuttosto che i colpevoli.
(Philippe Bouvard)