Cinque divertenti aforismi sulla vita di coppia

I migliori aforismi sulla vita di coppia

Da sempre, il matrimonio e più in generale la vita di coppia sono stati uno degli argomenti preferiti dei comici. E, d’altronde, come avrebbe potuto essere altrimenti? Cresciamo avendo davanti agli occhi una coppia, quella dei nostri genitori; desideriamo anche noi per tutta la giovinezza riuscire a formarne una, anelando un partner con cui condividere emozioni, sensazioni e un po’ di sana fisicità; infine, se tutto va bene, questo partner lo troviamo e con questo partner invecchiamo, affrontiamo la vita e tutto ciò che essa comporta.

Insomma, l’amore è forse la componente più forte di tutta la nostra esistenza, da quando nasciamo a quando moriamo, e, tra aspettative frustrate e idiosincrasie, è inevitabile che i più grandi comici con questo tema ci siano andati – e scusate il gioco di parole – “a nozze”.

Quindi, se avete una coppia di amici che sta per sposarsi o per andare a vivere insieme e volete preparare un bel biglietto che non contenga, però, la classica frase strappalacrime ma sia venato d’ironia, vi proponiamo cinque divertenti aforismi sulla vita di coppia di alcuni dei più grandi umoristi e scrittori della nostra epoca.

 

1. Bigamia e monogamia

Oscar Wilde e il difficile rapporto col matrimonio

Si sa che Oscar Wilde è l’autore perfetto per scovare una frase sarcastica e ironica praticamente per ogni occasione, ma forse proprio riguardo al matrimonio lo scrittore irlandese è riuscito a dare il suo meglio.

Strenuo nemico della banalità dei valori borghesi, trovò nell’unione di una coppia “perbene” uno dei suoi grandi avversari polemici, tanto che non mancò di stigmatizzarne la stupidità anche nelle sue opere maggiori, come ad esempio L’importanza di chiamarsi Ernesto.

La più famosa foto di Oscar Wilde, grande autore di frasi e aforismi (oltre che di romanzi e opere teatrali)

D’altro canto, lo stesso Wilde, per biografia, ebbe un rapporto conflittuale con l’istituzione matrimoniale e più in generale con la vita di coppia: sposato con la bella e intelligente Constance Lloyd, con la quale visse qualche anno di felicità e dalla quale ebbe due figli, le fu però quasi subito infedele, attratto soprattutto da vari giovani uomini che divennero suoi amanti.

La bigamia è avere una moglie di troppo. La monogamia lo stesso.

Sul finire del secolo, poi, si legò sentimentalmente a lord Alfred Douglas, un ragazzo che per tutta la vita manifestò un carattere non proprio equilibrato, che lo convinse a querelare suo padre, che lo aveva accusato con un biglietto di sodomia.

Il processo però prese una piega inattesa, tanto che Wilde fu imprigionato per due anni per oscenità, e cioè a causa della sua omosessualità. L’esperienza gli costò grande dolore, quel poco che restava della sua reputazione, l’appoggio di molti amici e la salute, tanto che morì pochi anni dopo, a Parigi.

 

2. Il miglior marito

Lo humor inglese di Agatha Christie

Sapete bene come funziona sul web: una frase pronunciata da Tizio viene attribuita una volta, magari per un banale errore, a Caio, e da quel momento in poi diventa a tutti gli effetti di Caio, anche se quest’ultimo mai avrebbe pensato qualcosa del genere; il copia-incolla, da questo punto di vista, è la rovina dei filologi, che di sicuro tra qualche decennio faranno una fatica tremenda ad attribuire alle giuste persone le rispettive parole.

La frase che trovate qui sotto, giusto per riportarvi un esempio concreto, è una celebre battuta di Agatha Christie, la regina del giallo: la pronunciò negli anni Cinquanta in seguito al suo matrimonio, nel 1930, con l’archeologo Max Mallowan, mostrando una certa autoironia anche per quanto riguardava la differenza d’età tra i due, visto che lui aveva quattordici anni meno di lei.

Una placca dedicata ad Agatha Christie a Torquay (foto di Violetriga via Wikimedia Commons)
Una placca dedicata ad Agatha Christie a Torquay (foto di Violetriga via Wikimedia Commons)

Nei siti di aforismi italiani (e per fortuna solo italiani, perché in quelli anglosassoni di questo errore non v’è traccia), però, la stessa frase la si trova attribuita addirittura a Ralph Waldo Emerson, filosofo americano dell’Ottocento.

Un archeologo è il miglior marito che una donna possa avere: più lei invecchia, più lui la trova interessante.

Comunque sia, l’aforisma ha una sua indubbia efficacia soprattutto per coppie in cui l’uomo non sia per forza un archeologo, ma quantomeno un appassionato di storia o di cose antiche.

 

3. Davanti a un giudice

Parola di Groucho Marx, il pluridivorziato

Mettiamo da parte ora gli scrittori britannici che teoricamente di mestiere non facevano gli umoristi ed apriamoci ad americani e perfino italiani, per i quali il far ridere – facendo magari anche riflettere – era invece l’occupazione principale.

Partiamo da Groucho Marx, storico e più celebre membro del gruppo comico dei fratelli Marx che furoreggiò prima nella Broadway degli anni Venti e poi nella Hollywood degli anni Trenta.

Groucho Marx

Nato Julius Marx – Groucho era un soprannome che significava “musone” – da una famiglia di professionisti del teatro di varietà, seppe creare una vera e propria maschera – formata da occhiali, baffoni neri e sigaro – talmente memorabile da essere stata citata in pellicole cinematografiche (soprattutto di Woody Allen) e perfino fumetti (nel Groucho di Dylan Dog).

Ma non era solo una questione di immagine: la comicità di Groucho, surreale e sfacciata, fece epoca, rivoluzionando lo stile comico dominante, introducendo il gusto per il non-sense, per il gioco di parole e la beffa verso l’ordine costituito, una beffa però mascherata dietro l’assurdo.

Mi sono sposato davanti a un giudice. Avrei dovuto chiedere una giuria.

Amato dagli intellettuali

Apprezzato dagli intellettuali di tutto il mondo, Groucho e in generale i fratelli Marx caddero nel dimenticatoio negli anni Quaranta, quando lo scoppio della guerra mandò in crisi una comicità così smaccatamente dissacrante; il comico, però, seppe riciclarsi qualche anno più tardi, diventando un sagace presentatore di quiz prima radiofonici e poi televisivi.

Per quanto riguarda la vita di coppia, su cui spesso ironizzò, bisogna dire che si sposò tre volte, ogni volta con ragazze giovani (nonostante lui invecchiasse) e dalle quali ebbe tre figli; una quarta donna, Erin Fleming, gli fece da segretaria e visse insieme a lui negli ultimi anni della vita, tra l’altro influenzandone pesantemente le scelte, cosa che portò a una battaglia legale tra la Fleming e il figlio di Groucho, Arthur.

 

4. La coppia aperta

Dario Fo e Franca Rame

Spostiamoci, come anticipato, in Italia, dove il matrimonio ha tutt’altro peso che non nei paesi anglosassoni, se non altro perché il divorzio fu introdotto nella nostra legislazione solo nel 1970.

Proprio negli anni Settanta, però, da una parte la contestazione dei valori tradizionali e dall’altra lo svecchiamento dei rapporti sociali portarono in Italia alcune nuove tendenze nel rapporto di coppia, decisamente inedite fino ad allora.

Dario Fo, Franca Rame e il figlio Jacopo

Nacque così la “coppia aperta”, una coppia cioè in cui l’infedeltà era conclamata, o meglio ancora non vi era vincolo di fedeltà, sul modello di quanto teorizzato qualche decennio prima da Jean-Paul Sartre riguardo al suo rapporto con Simone de Beauvoir.

Nel 1983 Dario Fo e Franca Rame, forse la più celebre coppia della storia del teatro italiano, decisero di mettere in scena una nuova commedia che sfruttava proprio questa moda per parlare, tra le altre cose, del ruolo della donna, ancora sostanzialmente sottomessa nonostante l’apparente parità raggiunta.

Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta solo da una parte: quella del marito! Perché se è “aperta” da tutte e due le parti c’è corrente d’aria.

La coppia spalancata

La commedia fu intitolata Coppia aperta, quasi spalancata e la battuta cardine di tutta la pièce è quella che vi abbiamo riportato sopra, che vuole sottolineare soprattutto la disparità dei rapporti di forza nella coppia.

Dopo aver lavorato sempre insieme fin dal matrimonio nel 1954, la coppia Fo-Rame si è sciolta solo in seguito alla morte di lei, nel maggio del 2013.

 

5. Lo psichiatra e vostra moglie

L’umorismo corrosivo di Woody Allen

Concludiamo col più grande cantore delle idiosincrasie del rapporto di coppia contemporaneo, e cioè Woody Allen.

Le sue battute sul sesso hanno fatto epoca («L’ultima volta che sono entrato in una donna è quando ho visitato la statua della Libertà», «L’amore è la risposta, ma mentre aspettate la risposta il sesso può suggerire delle ottime domande», «Provo un intenso desiderio di tornare nell’utero… di chiunque» e molte altre), così come quelle sugli psichiatri e la psicanalisi.

Woody Allen e Diane Keaton in "Io e Annie", uno dei film più belli del regista newyorkese

Noi, per non farci mancare nulla, abbiamo deciso di riportarvene una che attacca sia la vita insieme che la psichiatria e che, pur meno nota di altre, ci pare ugualmente gustosa.

Lo psichiatra è un tizio che vi fa un sacco di domande costose che vostra moglie vi fa gratis.

I matrimoni difficili di Woody

D’altro canto, i rapporti con le donne di Woody Allen sono sempre stati molto complicati: sposato ad appena vent’anni con la diciassettenne Harlene Rosen, divorziò dopo sei anni di matrimonio e i suoi sketch comici sulla ex moglie gli costarono anche una denuncia per diffamazione.

Nel ’66 si sposò con Louise Lasser, attrice che comparve in alcuni dei suoi primi film, ma dalla quale divorziò giù nel ’69; appena ottenuto il secondo divorzio, conobbe Diane Keaton, che non sposò mai ma con la quale convisse per tutti gli anni Settanta.

Nel decennio successivo poi si legò, ancora senza sposarsi, a Mia Farrow, rapporto che si interruppe bruscamente e in modo fin troppo pubblico con la scoperta della relazione di Allen con Soon-Yi Previn, figlia adottiva della Farrow, con la quale Allen è ora sposato dal 1997.

 

E voi, quale aforisma sulla vita di coppia preferite?

Ecco cinque aforismi sulla vita di coppia: vota il tuo preferito.

 

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