Cinque esaltanti canzoni sulla felicità

Alla ricerca della felicità

La musica può ispirare tanti sentimenti. Può far piangere e sorridere. Può sollevare da un dolore e può renderlo invece più pesante. A seconda che ascoltiamo canzoni sulla felicità o sulla tristezza, sull’amore o sull’odio, possiamo vederci cambiare la giornata e in certi casi persino la vita.

Certo, canzoni del genere non tutti sanno scriverle. Ci vuole un talento particolare per trasmettere la gioia di vivere, l’allegria, o la tristezza e la malinconia. Un talento che non si può replicare, che non si può neppure spiegare scientificamente, perché arriva da solo, senza preavviso.

Canzoni positive

Oggi ci vogliamo concentrare proprio sulle canzoni positive, su quelle che mettono di buon umore. O comunque, in generale, su quelle che parlano di felicità. Ne abbiamo scelte cinque, di diversi periodi. Si parte dagli anni ’60, quando – prima della contestazione – sembrava che il mondo andasse verso un periodo di successi e progressi inarrestabili.

Si continua poi con la gioia forse più rabbiosa della fine degli anni ’70, una felicità fatta di corse e adrenalina. Ma – oltre ai classici in inglese – c’è spazio anche per qualcosa di molto recente e, soprattutto, per qualcosa di italiano. E allora, iniziamo insieme questo viaggio.

 

1. The Beach Boys – Good Vibrations

In generale, la musica che più spesso ispira felicità è quella pop. Leggera, scanzonata, facile da cantare e da ballare, sembra creata apposta per parlare di cose felici. Se poi la musica pop viene messa in mano a un genio musicale come Brian Wilson, ne nasce sicuramente qualcosa di buono.

I Beach Boys – la band appunto di Wilson – sono infatti considerati per antonomasia il gruppo più solare della scena musicale degli anni ’60. E lo sono a ragione. Fondatori del surf rock, venivano dalla festosa California e avevano un nome che ispirava relax e divertimento.

Nei primi anni della loro carriera avevano messo a segno una serie di successi travolgenti. Surfin’ Safari e Surfin’ U.S.A. li avevano fatti conoscere in tutto il paese. I Get Around, Help Me, Rhonda e soprattutto Barbara Ann li avevano resi delle star internazionali.

Brian Wilson, però, non si accontentava di tutto questo. E voleva sperimentare qualcosa di nuovo. Per questo nel 1966 – non senza varie difficoltà – riuscì a convincere il gruppo a registrare un brano molto diverso dai precedenti. Un pezzo che aveva sì una radice pop, ma quasi sembrava disperderla in un’orchestrazione sinfonica complessa, barocca e ambigua.

La genesi del brano

Nacque così Good Vibrations, un pezzo destinato a fare la storia del rock. La sua produzione costò quasi 75mila dollari, una cifra pazzesca per l’epoca, perché furono effettuati moltissime take, poi mixati in modo originale e inconsueto [1].

I Beach Boys nei primi anni '60: Mike Love è quello al centro, Brian Wilson è invece alla sua destraInoltre, dal punto di vista musicale la classica struttura pop lasciava di tanto in tanto spazio a qualche deriva psichedelica e progressive. Cose che oggi possono non stupire più di tanto, ma che nel 1966 erano completamente inedite. Non è un caso che i Beatles abbiano più volte manifestato una straordinaria ammirazione per questo brano [2].

Brian Wilson e Mike Love

Le parole della canzone non furono scritte dal solito paroliere dei Beach Boys ma da Mike Love, fino ad allora voce principale della band. Nonostante la stretta parentela (i due erano cugini), tra Love e Wilson i rapporti cominciarono però presto ad incrinarsi.

Il primo, infatti, voleva rimanere fedele al sound che aveva fatto la fortuna dei Beach Boys. Il secondo, invece, voleva continuare a sperimentare, in modo sempre più estremo. Questi dissidi portarono presto al fallimento del disco SMiLE, in lavorazione e mai terminato, e ad una irreversibile crisi all’interno del gruppo.

L'autobiografia di Brian Wilson, autore di una delle più belle canzoni sulla felicità

Per questo, Good Vibrations può essere considerato il brano della svolta dei Beach Boys, che da cantanti da spiaggia si trasformarono in innovatori del pop. Ma anche il loro canto del cigno, perché dopo quel successo iniziò la loro parabola discendente.

Ciononostante, a noi rimane un pezzo caratterizzato da una grande positività, semplice nel testo e complesso nella musica. Ve ne riportiamo i primi versi.

Good Vibrations
I, I love the colorful clothes she wears
And the way the sunlight plays upon her hair
I hear the sound of a gentle word
On the wind that lifts her perfume through the air
 
I’m pickin’ up good vibrations
She’s giving me excitations
I’m pickin’ up good vibrations
(Oom bop, bop, good vibrations)
She’s giving me excitations
(Oom bop, bop, excitations)
Good good good good vibrations
(Oom bop, bop)
She’s giving me excitations
(Oom bop, bop, excitations)
Good good good good vibrations
(Oom bop, bop)
She’s giving me excitations
(Oom bop, bop, excitations)

 

2. The Turtles – Happy Together

Rimaniamo negli anni ’60. Come abbiamo detto in apertura, quel decennio, fin quasi alla fine, fu contrassegnato da un clima felice. L’economia prosperava, il mondo occidentale sembrava in procinto di vincere la sfida col blocco sovietico e i giovani potevano per la prima volta accedere ai consumi, all’università, al benessere.

L’epoca felice

Anche se qualche segnale, sotto traccia, cominciava a mostrare che quell’epoca d’oro era presto destinata a finire, in quel decennio le canzoni sulla felicità furono molte. E spesso notevoli. Oltre a quelle dei Beach Boys, bisognerebbe segnalare i successi iniziali dei Beatles, i brani dei Monkees, i pezzi di Tom Jones.

O, in Italia, Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno [3], i primi successi – scanzonati e irriverenti – di Mina e le canzoni da spiaggia di Edoardo Vianello.

La breve stagione dei Turtles

In quest’ondata di quello che all’epoca si chiamava sunshine pop emersero presto anche i Turtles. Questo gruppo, oggi quasi dimenticato, riuscì a farsi conoscere nella seconda metà degli anni ’60, piazzando in classifica pochi brani, ma epocali.

I Turtles sul finire degli anni '60I sei si sciolsero già nel 1970, interrompendo una carriera che era stata breve ma molto intensa. I due leader vocali – Howard Kaylan e Mark Volman – avrebbero comunque continuato a lavorare nel mondo del pop, fondando il duo comico-musicale Flo & Eddie ed esibendosi spesso con Frank Zappa.

Tra le canzoni che i Turtles incisero in quegli anni ce ne sono due che avete sicuramente sentito. La prima si intitola Elenore e fu importata in Italia da Gianni Morandi col titolo di Scende la pioggia.

Felici insieme

La seconda è invece quella che abbiamo scelto per la nostra lista. Si intitola Happy Together [4] ed è una delle canzoni più famose degli anni ’60. Rilasciata nel 1967, riuscì addirittura a scalzare i Beatles dalla vetta della classifica americana [5].

I Turtles non erano, in realtà, gli autori di quel brano. A scriverlo erano stati infatti Garry Bonner e Alan Gordon, membri di un gruppo chiamato The Magicians. Sicuri del valore della loro canzone, l’avevano proposta a una dozzina di possibili interpreti, che però l’avevano rifiutata.

La copertina di Happy Together

I Turtles furono i primi ad accettare di incidere il pezzo. E lo tramutarono in un successo clamoroso. Tanto che il brano è stato poi utilizzato in decine di film, come Una pallottola spuntata, Il ladro di orchidee, S1m0ne, I Simpson – Il film e Minions [6].

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Numerose anche le cover incise nel corso degli anni. La più famosa è forse quella dei Weezer, ma ne esistono anche dei Simple Plan, degli xx, di Frank Zappa e dei Leningrad Cowboys. In Italia la canzone fu importata già negli anni ’60 da I Quelli [7].

Ecco, anche in questo caso, i primi versi della canzone nell’originale americano.

Happy Together
Imagine me and you, I do,
I think about you day and night, it’s only right
to think about the girl you love and hold her tight,
So happy together.
 
If I should call you up, invest a dime,
and you say you belong to me and ease my mind.
Imagine how the world could be, so very fine,
so happy together.
 
I can’t see me lovin’ nobody but you
for all my life.
When you’re with me, baby the skies’ll be blue
for all my life.

 

3. Queen – Don’t Stop Me Now

Lasciamo ora da parte gli anni ’60 e spostiamoci in avanti di un decennio. Quando una nuova, decisiva canzone sulla felicità fu incisa dai Queen di Freddie Mercury. Quella canzone era Don’t Stop Me Now e aveva un ritmo completamente diverso da quelli di cui abbiamo discusso finora.

L’arrivo del punk

D’altronde, in quei dieci anni la musica era cambiata parecchio. Il rock si era fatto più duro e corposo, grazie al trionfo di band come i Led Zeppelin e i Pink Floyd. E il punk, da poco arrivato sulle scene, aveva notevolmente velocizzato le esecuzioni.

I Queen si erano formati in Gran Bretagna nei primi anni ’70, e attorno alla metà del decennio avevano cominciato la loro marcia verso le parti alte delle classifiche. Nel 1975 era arrivato il capolavoro A Night at the Opera, ma tutto quel periodo era stato carico di successi.

Una partenza in salita

Nel 1979, per supportare il loro settimo album in sette anni, i Queen fecero uscire un nuovo singolo. Si intitolava appunto Don’t Stop Me Now. Andò discretamente in classifica, ma meno bene di altri pezzi. In Gran Bretagna si arrampicò fino al nono posto, mentre negli States non andò infatti oltre l’ottantaseiesima posizione.

In compenso, la canzone è cresciuta molto nel corso degli anni, anche grazie alle clamorose performance live che Mercury seppe mettere in scena. Fino ad essere considerata una delle più rappresentative del quartetto.

Don't Stop Me Now dei Queen

Scritta interamente da Freddie Mercury, la canzone si basa sul pianoforte suonato proprio dal cantante. John Deacon e Roger Taylor forniscono solo l’accompagnamento ritmico, mentre Brian May si limita a un assolo di chitarra.

Nonostante fosse impegnato al piano, Mercury riusciva comunque a rendere travolgente la sua voce e la sua interpretazione [8]. Dimostrandosi forse per la prima volta a tutto il mondo come un performer in grado di trasformare in oro quasi qualsiasi canzone

Una canzone che “tira su”

Ma che il brano sia esaltante non lo si capisce solo dal video. Per una volta, sono anche i sondaggi a rassicurarci. Un test condotto su 2.000 persone e diretto da Jacob Jolij, un neuroscienziato cognitivo, ha infatti permesso negli anni scorsi di nominare questa canzone come quella maggiormente in grado di tirar su il morale [9].

Freddie Mercury nel video di Don't Stop Me NowIl professore dell’Università di Groningen, in Olanda, ha infatti trovato una spiegazione scientifica dietro a quella musica trascinante. L’eccitazione che deriva dall’ascolto di Don’t Stop Me Now nascerebbe dalla velocità dell’esecuzione e dalla tonalità in chiave maggiore.

Tra l’altro, vi interesserà sapere che al terzo posto di questa classifica stilata in Olanda si è piazzato un altro pezzo della nostra cinquina, Good Vibrations [10].

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Nella canzone dei Queen, comunque, non si può tralasciare l’importanza del testo. Che è veramente un elemento fondamentale per trasmettere la dirompente felicità di Freddie Mercury agli spettatori.

Don’t Stop Me Now
Tonight I’m gonna have myself a real good time.
I feel alive and the world it’s turning inside out. Yeah!
I’m floating around in ecstasy,
so don’t stop me now, don’t stop me
‘cause I’m having a good time, having a good time.
[…]  
Don’t stop me now,
I’m having such a good time,
I’m having a ball.
Don’t stop me now,
if you wanna have a good time,
just give me a call.
 
Don’t stop me now (‘cause I’m having a good time),
don’t stop me now (yes, I’m having a good time).
I don’t want to stop at all… yeah!

 

4. Lucio Dalla – Felicità

Dopo aver visto canzoni inglesi e americane, concentriamoci per un attimo su un brano italiano. Anche nel nostro paese sono infatti stati scritti dei pezzi importanti che trattano il tema della felicità. Basta citare la celebre Felicità di Al Bano e Romina Power, col suo testo che tutti conosciamo.

Ma le canzoni italiane che avrebbero potuto trovar posto nella nostra cinquina sono varie. Ad esempio Una splendida giornata di Vasco Rossi. O alcuni pezzi di Pino Daniele. Noi però abbiamo optato per una canzone diversa, meno famosa ma non meno bella.

Una canzone italiana

Il quarto pezzo sulla felicità della nostra lista è infatti Felicità di Lucio Dalla. Un brano lento, intimista, che fa da ottimo contraltare alle canzoni fin troppo trascinanti che abbiamo mostrato finora [11]. E che, nel testo, non manca di poesia.

Il pezzo fu scritto in toto da Lucio Dalla e pubblicato nel 1988. Comparve quasi contemporaneamente nella colonna sonora del film Il frullo del passero di Gianfranco Mingozzi [12] e nel disco Dalla/Morandi.

Lucio Dalla e Gianni Morandi negli anni '80Quest’album – come si capisce dal titolo – fu frutto di una collaborazione con l’amico Gianni Morandi. E contribuì, assieme alla vittoria a Sanremo, a rilanciare la carriera di quest’ultimo. Nel disco i due presentavano alcune canzoni nuove, a volte in coppia e a volte in solitaria, oltre a qualche cover. E si scambiavano alcuni successi.

Felicità, però, veniva eseguita dal solo Dalla ed era di certo uno dei brani più forti di tutto il disco [13]. Un pezzo malinconico, in cui la felicità viene salutata, perché passa ma rimane sempre poco. Anche in questo caso vi presentiamo le prime parole del brano e il ritornello.

Felicità
Se tutte le stelle del mondo
a un certo momento
venissero giù…
Tutta una serie di astri
di polvere bianca scaricata dal cielo
ma il cielo senza i suoi occhi
non brillerebbe più…
Se tutta la gente del mondo
senza nessuna ragione
alzasse la testa
e volasse su…
Senza il loro casino,
quel doloroso rumore,
la terra, povero cuore,
non batterebbe più.
[…]  
Ah, felicità,
su quale treno della notte viaggerai.
Lo so
che passerai,
ma come sempre in fretta
non ti fermi mai.

 

5. Pharrell Williams – Happy

Concludiamo con una canzone molto più recente, ma dotata di una carica di entusiasmo che è difficile trovare anche nei classici. Si tratta di Happy, brano di Pharrell Williams che alla fine del 2013 si è rivelato un successo incredibile. Basti dire che su YouTube il video ufficiale [14] ha al momento quasi un miliardo di visualizzazioni.

La canzone, contrassegnata da una ritmica soul e da un ritornello accattivante, è stata prima proposta nella colonna sonora di Cattivissimo me 2. Poi, Pharrell l’ha inserita nel suo secondo album solista, Girl. Facendo sì che trascinasse il disco fino alla posizione numero 1.

Happy, una delle più belle canzoni sulla felicità

Ma il successo della canzone non è legato solo alle vendite. Williams ha infatti ottenuto anche una nomination agli Oscar e un Grammy Award per la miglior performance pop. Inoltre il videoclip ideato dal direttore creativo Yoann Lemoine ha vinto due MTV Video Music Award e un ulteriore Grammy.

Il videoclip

Proprio il videoclip ha destato grande interesse, perché realizzato in modo molto innovativo. La versione da 4 minuti che vedete solitamente è infatti solo un estratto di un filmato di addirittura 24 ore. In questo lunghissimo film la canzone viene ripetuta in loop, mentre la telecamera gira per le strade di Los Angeles riprendendo la gente che balla a ritmo.

Pharrell Williams nel video di Happy
In quel lungo video Pharrell Williams compare 24 volte, all’inizio di ogni singola ora. Ma sullo schermo si esibiscono anche alcuni altri volti noti, come Kelly Osbourne, Magic Johnson, Sérgio Mendes, Jimmy Kimmel, Steve Carell, Jamie Foxx e altri.

E le parole del testo, sempre opera di Williams, sono un vero e proprio inno alla gioia contemporaneo.

Happy
It might seem crazy what I am about to say.
Sunshine she’s here, you can take a break.
I’m a hot air balloon that could go to space,
With the air, like I don’t care, baby, by the way
 
(Because I’m happy)
Clap along if you feel like a room without a roof.
(Because I’m happy)
Clap along if you feel like happiness is the truth.
(Because I’m happy)
Clap along if you know what happiness is to you.
(Because I’m happy)
Clap along if you feel like that’s what you wanna do.

 

E voi, quale canzone sulla felicità preferite?

Ecco cinque esaltanti canzoni sulla felicità: vota la tua preferita.

 

Note e approfondimenti

[1] Qui potete leggere un riassunto di quella lavorazione, pubblicato in occasione dei cinquant’anni del brano. E qui potete ascoltarlo.
[2] Qui si affronta in modo interessante il rapporto tra Brian Wilson e i Beatles.
[3] Uscita per la verità qualche anno prima, nel 1958.
[4] Qui potete ascoltarla su YouTube.
[5] Il brano al numero 1, tra l’altro, era Penny Lane, un classico del quartetto di Liverpool.
[6] Da notare, inoltre, che il pezzo compare anche nella colonna sonora di Tartarughe Ninja. Ed è una sorta di piccolo divertissement, visto che “Turtles” è sia il nome della band che, appunto, delle tartarughe ninja.
[7] Col titolo di Per vivere insieme, che si può ascoltare qui. Questa versione è poi stata reincisa di recente anche dai Pooh.
[8] Lo si può vedere anche nel video ufficiale realizzato all’epoca.
[9] I risultati dell’indagine si possono leggere qui.
[10] Al secondo c’era invece Dancing Queen degli ABBA e al quarto Uptown Girl di Billy Joel. Questi due brani si possono ascoltare rispettivamente qui e qui.
[11] Lo si può ascoltare qui.
[12] Gli interpreti principali di questa pellicola oggi quasi dimenticata erano Philippe Noiret e Ornella Muti, ma vi compariva anche una giovanissima Sabrina Ferilli.
[13] Gli altri “pezzi forti” erano la canzone d’apertura Vita, scritta da Mogol e Mario Lavezzi, la versione di Gianni Morandi di Chiedi chi erano i Beatles degli Stadio e Emilia, scritta a quattro mani da Dalla e Francesco Guccini.
[14] Che potete vedere qui.

 

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