Cinque eventi sportivi del 2013 da ricordare

I più importanti eventi sportivi del 2013

Nelle graduatorie di fine anno ci si concentra sempre su libri, dischi, film, fiction di varia natura, trascurando altri elementi che però entrano comunque nell’immaginario collettivo e che a volte ci appassionano quanto una bella pellicola.

In particolare, tra i tanti ci sembra meritino di essere ricordati alcuni eventi sportivi che hanno segnato quest’annata, che ci hanno fatto scendere una lacrima, urlare di gioia o esultare come se fossimo noi i protagonisti di quel successo.

E tra questi ne abbiamo selezionati cinque tenendo conto non solo della forza e del valore tecnico del gesto in sé, ma anche del cosiddetto “lato umano”, sempre importante nel creare grandi storie di sport. Ecco, quindi, i cinque eventi sportivi del 2013 che secondo noi meritano di essere ricordati.

 

1. Il ritiro di Ferguson e Heynckes

Partiamo, per una volta, dalla fine, e cioè da due addii. È sempre emozionante vedere un grande atleta che si ritira, celebrarne la carriera e ammirare l’omaggio che gli tributano tifosi e colleghi.

Alex Ferguson, storico allenatore del Manchester United (foto di Gordon Flood via Flickr)
Alex Ferguson, storico allenatore del Manchester United (foto di Gordon Flood via Flickr)

Raramente però la stessa sorte è riservata agli allenatori, ben più in ombra anche nel mondo del calcio, dove comunque si è arrivati a forme di protagonismo inedite in altri sport. Quest’anno, però, ci sono stati due addii molto particolari e celebrati: quelli di Alex Ferguson e Jupp Heynckes.

Il primo era preventivato e atteso da anni. Ferguson ha compiuto 72 anni il 31 dicembre scorso e vanta una carriera come poche nel mondo del calcio, visto che in 27 anni al Manchester United ha conquistato tredici scudetti, due Champions League, cinque FA Cup e numerosi altri premi vari, senza contare i trofei vinti all’Aberdeen.

Leggi anche: L’elenco degli sportivi più pagati al mondo

L’addio, rimandato più volte, era prima o poi inevitabile e Ferguson l’ha formalizzato da vincente, dopo la conquista dell’ennesimo titolo nazionale e designando il suo successore, il compatriota David Moyes, che come era prevedibile dopo un cambio del genere ha avuto un inizio stentato in campionato.

I successi di Heynckes

Di minor successo in termini assoluti (tre scudetti, tutti col Bayern, e due Champions) ma non meno importante è stata anche la carriera di Heynckes.

L’allenatore è stato protagonista nella stagione 2012/13 di una delle maggiori serie di vittorie del calcio europeo. Ed è riuscito a conseguirla da pensionando, avendo cioè già annunciato che avrebbe lasciato la panchina del Bayern Monaco al termine della stagione e che sarebbe stato sostituito nientemeno che da Pep Guardiola.

Ciononostante, Heynckes è riuscito nell’impresa del treble, guidando la sua squadra alla conquista dello scudetto, della Champions League e della coppa di Germania, giocando un calcio che non ha lasciato alcuno spazio ai pur degnissimi rivali, dal Borussia Dortmund in giù.

[wpzon keywords=”bayern monaco” sindex=”SportingGoods” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

 

2. Jason Collins fa coming out

Di per sé, il secondo elemento della nostra cinquina non è strettamente sportivo, non riguarda vittorie o sconfitte, ma piuttosto la copertina di una rivista e un memoriale pubblicato in esclusiva.

Jason Collins sulla copertina di Sports IllustratedProtagonisti dell’evento sono Jason Collins – cestista di medio livello in varie squadre dell’NBA, soprattutto New Jersey Nets e Atlanta Hawks – e la diffusissima rivista americana Sports Illustrated, che il 6 maggio 2013 ha dedicato la propria copertina e il proprio pezzo d’apertura alle importanti dichiarazioni di Collins.

Importanti perché per la prima volta un atleta ancora in attività di uno sport di squadra ha sfatato uno dei tabù più duri a morire dello sport professionistico, cioè ha dichiarato la propria omosessualità.

Il tema è delicato e d’attualità: se ne era parlato anche in Italia in relazione al calcio, ma nessuno aveva osato farsi avanti e anzi da molti calciatori erano arrivate parole di stizza e fastidio per il modo in cui il tema li aveva colpiti.

Il primo atleta dichiaratamente gay dello sport di squadra americano

Di fatto, fino a quel momento i coming out si erano limitati agli sport individuali coinvolgendo anche atleti di primo piano o a qualche sporadico atleta di squadra già ritirato (su tutti, si ricorda un altro cestista, John Amaechi).

È ovvio però che il vero passo avanti riguardava un atleta che ancora giocasse in una squadra in cui ci si deve fidare l’uno dell’altro, lavorare insieme giorno per giorno, condividere lo spogliatoio.

Collins non è mai stato un giocatore di primo piano dell’NBA, giocando spesso con le seconde o le terze linee delle squadre in cui ha militato, ma è comunque noto al grande pubblico soprattutto grazie alle due finali disputate quando giocava nei New Jersey Nets.

In passato è stato anche fidanzato con una giocatrice della NBA femminile, Carolyn Moos, che si è detta sorpresa della dichiarazione dell’ex compagno. Elogi e sostegno sono arrivati da personalità del mondo della pallacanestro come Kobe Bryant e David Stern ma anche dal presidente Obama e da Martina Navratilova.

[wpzon keywords=”atlanta hawks” sindex=”SportingGoods” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

 

3. Boston ferita e rinata

Se lo sport ha un valore al di fuori di sé, sicuramente è quello di sollevare le persone dalle angosce e dai problemi del momento, in un effetto a volte quasi catartico. In certi casi, addirittura, è un catalizzatore in grado di tenere unite le persone, di dare speranza e nuove motivazioni.

Così è stato quest’anno anche per la città di Boston, una delle capitali sportive degli Stati Uniti, sede di alcune tra le più importanti squadre professionistiche (i Celtics nel basket, i Bruins nell’hockey, i New England Patriots nel football, solo per citarne tre con una lunga storia di successi alle spalle) ma anche di una celebre maratona.

I Red Sox ricordano le vittime dell’attentato alla maratona

Proprio la maratona è stata colpita, il 15 aprile di quest’anno, da un attentato terroristico causato da due fratelli ceceni che ha fatto tre morti (tra cui un bambino di otto anni) e circa 180 feriti.

I gesti di vicinanza e solidarietà anche nel mondo sportivo sono stati molti: minuti di silenzio su tutti i campi, pagine sui giornali comprate da varie squadre di altre città per dire “oggi siamo tutte squadre di Boston” e così via, ma il gesto più significativo a mio avviso è stato quello dei Red Sox, gloriosa squadra di baseball cittadina.

Dopo aver superato nel 2004 la celebre maledizione di Babe Ruth che li teneva da 86 anni lontani dal titolo, quest’anno si sono aggiudicati di nuovo le World Series, le finali della Major League Baseball, laureandosi campioni del mondo.

E per festeggiare, durante la parata in città (effettuata addirittura su mezzi anfibi) si sono fermati sull’arrivo della maratona, dove è scoppiata una delle due bombe dell’attentato, deponendo il trofeo e una maglietta della squadra col nome “Strong” (che significa “forte”) e il numero 617 (il prefisso di Boston), a ricordare la voglia di vivere della città.

[wpzon keywords=”boston red sox” sindex=”SportingGoods” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

 

4. Le vittorie di Vinci ed Errani

L’anno d’oro è stato probabilmente il 2012, ma il 2013 è stato quello in cui si sono raccolti appieno i frutti: stiamo parlando di Sara Errani e Roberta Vinci, le due ragazze che negli ultimi mesi hanno dato lustro al tennis italiano, sia nel singolo che soprattutto nel doppio, raggiungendo vette che ci mancavano da moltissimo tempo.

Come detto, il 2012 si era concluso alla grande. Sara Errani era arrivata in finale al Roland Garros e in semifinale agli US Open, mentre Roberta Vinci aveva raggiunto per la prima volta i quarti di finale sempre degli US Open.

Leggi anche: Le migliori tenniste italiane di sempre

Soprattutto in doppio, però, le due tenniste avevano tagliato traguardi inediti, aggiudicandosi ben due tornei del Grande Slam, quello di Parigi e quello di New York.

La conferma delle donne del tennis

Quest’anno sono ripartite da dove avevano interrotto il discorso l’anno scorso. Subito, a gennaio, si sono aggiudicate in coppia l’Australian Open. Poi hanno continuato inanellando forse meno vittorie del 2012 ma sempre ottimi piazzamenti.

Le ciliegine sulla torta sono state due. In primo luogo, il trionfo alla Fed Cup, dove si sono sbarazzate subito dei temibili Stati Uniti ai quarti e infine in finale hanno regolato le atlete della Russia in un match senza storia conclusosi 4-0.

In secondo luogo, hanno raggiunto il loro massimo finora nella classifica WTA singolare, con la Errani al quinto posto assoluto a maggio (anche se ora è scesa al settimo) e la Vinci all’undicesimo a giugno (ora è quattordicesima).

Nel doppio, invece, sono dal 2012 saldamente in testa alla classifica mondiale.

[wpzon keywords=”tennis” sindex=”SportingGoods” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

 

5. Nibali in trionfo sulla neve

Era dagli anni ’70 che il ciclismo italiano non vantava un corridore in grado di piazzarsi sul podio nei tre più grandi giri d’Europa, quelli di Francia, d’Italia e di Spagna.

C’era riuscito, infatti, per ultimo Felice Gimondi, che i tre giri li aveva vinti tutti (quello d’Italia tre volte più altre sei volte sul podio, quello di Francia una volta più un podio, quello di Spagna una volta) tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70.

Vincenzo Nibali in maglia rosa (foto di youkeys via Flickr)
Vincenzo Nibali in maglia rosa (foto di youkeys via Flickr)

Il lungo digiuno si è interrotto l’anno scorso, quando Vincenzo Nibali è riuscito per la prima volta ad arrivare sul podio del Tour, ma è soprattutto quest’anno, con la conquista del primo Giro d’Italia, che la carriera del corridore messinese è definitivamente decollata.

La conquista del Giro d’Italia

Partito come uno dei favoriti, ha rapidamente guadagnato la maglia rosa, ma è stato alla ventesima tappa che ha imposto il suo sigillo definitivo sulla gara, arrivando primo alle Tre Cime di Lavaredo in quel momento sotto una vera bufera di neve.

Nibali è scattato a tre chilometri dall’arrivo anche se il suo vantaggio in classifica generale gli avrebbe permesso di controllare agilmente la gara, e poi è scivolato via, senza che nessuno riuscisse a riacchiapparlo.

Una prova di forza e di autorità che ha pagato, visto che il corridore ha tagliato il traguardo da solo aggiudicandosi la seconda tappa personale e mettendo le mani definitivamente sul Giro, conclusosi poi nella tappa successiva a Brescia in una vera e propria passerella.

La grande stagione è poi proseguita a fine estate in Spagna, con la Vuelta, che non si è riuscito ad aggiudicare ma dove ha comunque raccolto un importante secondo posto dietro all’americano Christopher Horner, quarantunenne al primo risultato di un certo rilievo in carriera.

[wpzon keywords=”vincenzo nibali” sindex=”Books” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

 

Segnala altri eventi sportivi del 2013 da ricordare nei commenti.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here