Cinque famose frasi di Madre Teresa di Calcutta

Alla scoperta delle più belle frasi di Madre Teresa di Calcutta (foto di una mostra tenuta nella Diocesi di Valladolid)
Alla scoperta delle più belle frasi di Madre Teresa di Calcutta (foto di una mostra tenuta nella Diocesi di Valladolid)

Madre Teresa di Calcutta è una delle donne di cui, negli ultimi anni, si è parlato di più. Venuta a mancare nel 1997, è stata prima beatificata e poi santificata molto velocemente, in un processo che si è concluso nel 2016 con papa Francesco. D’altronde, la vincitrice del Nobel per la pace del 1979 è stata a lungo uno dei “volti da copertina” della chiesa cattolica, in quanto la sua vicinanza ai poveri la rendeva la perfetta incarnazione dello spirito evangelico, soprattutto in un’epoca in cui quello stesso spirito veniva a volte disatteso all’interno della chiesa stessa. Per questo, le frasi di Madre Teresa di Calcutta di cui vogliamo parlarvi oggi hanno un significato molto particolare.

Anjezë Gonxhe Bojaxhiu (questo il suo nome all’anagrafe) è stata infatti varie cose. Prima di tutto è stata una missionaria, capace di abbandonare la sua Europa – pur partendo dalla povera Albania – per spostarsi laddove si soffriva di più, cioè nell’India martoriata dalla povertà e dalla lebbra.

È stata, poi, una donna di fede. Una fede devota, profonda, forse addirittura pre-moderna. Il suo appellarsi alla Madonna, la sua sottomissione rispetto alle gerarchie vaticane, il suo rifiuto totale del consumismo ne fanno una donna d’altri tempi, nel bene e nel male.

Ed è stata, d’altronde, anche una figura controversa. O almeno così si è tentato di presentarla negli ultimi anni, con gli scritti di alcuni giornalisti, primo fra tutti il giornalista britannico Christopher Hitchens. Le critiche hanno riguardato vari aspetti del suo lavoro e della sua predicazione, anche se di fatto non hanno scalfito il suo mito.

Le si è rimproverato di amare più la povertà dei poveri, cioè di soccorrere gli ultimi senza però permettere loro di elevarsi socialmente, alleviando le loro sofferenze senza risolverle. Una critica che, però, lascia il tempo che trova: nel senso che per un cattolico il dolore non è casuale, e va quindi accettato.

Allo stesso modo, la santa è stata accusata di avere posizioni assai retrive sull’aborto, contro cui ha avuto spesso parole di fuoco. Ma anche in questo caso, l’accusa di Hitchens denota una scarsa conoscenza del cattolicesimo, dottrina che ritiene – anche indipendentemente da Madre Teresa – che l’aborto sia un crimine grave.

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Infine, la si è accusata di raccogliere fondi in maniera poco trasparente, di avere rapporti anche con dittatori e di non garantire condizioni igieniche ottimali nei ricoveri. Tutte critiche che possono anche avere un fondamento, ma che esulano dal ruolo mistico e di fede per sconfinare nella politica. Un campo che a Madre Teresa è sempre interessato molto poco.

Insomma, di critiche a Madre Teresa e alle sue suore se ne possono muovere molte, se si vuole. Ma sono le stesse identiche critiche che si potrebbero rivolgere a papa Francesco, o alla Chiesa cattolica nella sua interezza, e quindi non toccano più di tanto la figura della santa albanese.

Un nome proverbiale

Per questo e per mille altri motivi, la sua forza ideale e morale rimane ancora una presenza stabile nell’immaginario collettivo. Tanto che il nome stesso di Madre Teresa è diventato quasi proverbiale per indicare una donna che si dedica anima e corpo al lavoro per gli altri.

E allora, se questo esempio è ancora così forte, vale davvero la pena di riscoprire le sue parole, o quantomeno quelle che ci sembra abbiano più cose da dire all’uomo di oggi. Non per essere necessariamente d’accordo con esse, ma quantomeno per interrogarsi sulla loro valenza e sul loro messaggio.

 

1. I poveri

I primi anni in India

Comunque la si pensi su Madre Teresa, non si può negare che la vita della suora cattolica sia stata interamente dedicata ai poveri. Nata a Skopje, oggi in Macedonia, nel 1910, proveniva da una famiglia albanese benestante che però si trovò presto in difficoltà economiche per via della morte del padre.

Molti parlano dei poveri, ma pochi parlano con i poveri.

Madre Teresa di Calcutta, in una foto scattata a Roma nel 1985 da Manfredo Ferrari

Lì, comunque, già riceveva notizie dall’India, perché la sua parrocchia era legata alle attività missionarie che i gesuiti tenevano nel Bengala. Così, quando decise di prendere i voti, subito la sua intenzione fu quella di diventare missionaria proprio in Asia.

Arrivò in India nel gennaio del 1929, a diciotto anni e mezzo, stabilendosi a Calcutta un paio di anni dopo. Fino al 1946, però, non conobbe a fondo la dura realtà della città. A quel tempo faceva parte dell’ordine delle Suore di Loreto, che prescriveva alle adepte di rimanere in convento, senza allontanarsene.

Furono solo una serie di scontri seguiti alla fine della Seconda guerra mondiale che spinsero la suora, in cerca di cibo, ad allontanarsi da quell’isola felice che era il convento in cui insegnava. Proprio la presa di contatto con la vera realtà della povertà indiana la spinse nel 1948 a lasciare l’ordine in cui era stata per vent’anni e fondarne, nel 1950, uno nuovo.

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2. Il bene e il male nell’uomo

La nascita delle Missionarie della carità

Il primo vero contatto con l’umanità e con i poveri Madre Teresa lo ebbe dunque piuttosto tardi, quando ormai viaggiava verso i 40 anni d’età. Ma quell’incontro cambiò subito la sua vita, tanto da spingerla, come detto, a lasciare l’ordine a cui era appartenuta fino ad allora.

La sua volontà, infatti, era uscire stabilmente dal convento, e anzi andare a vivere direttamente nelle baraccopoli alla periferia di Calcutta. Un gesto irrituale per una suora, tanto che dovette aspettare mesi prima che il vescovo locale e lo stesso Vaticano dessero il loro benestare alla sua iniziativa.

Ciascun uomo ha pienezza di bene come pienezza di male in sé.

Quando finalmente poté trasferirsi, imparò a conoscere la vita misera di quelle strade, e il male e il bene che si annidavano contemporaneamente dentro alle persone. È a questo che si riferisce anche la frase che avete appena letto qui sopra: perché ogni uomo è tutto, bene e male, e la povertà spesso spinge a questi due estremi.

La sede delle Missionarie della Carità a Calcutta (foto di Hiroki Ogawa via Panoramio)

Anche per questo, quando varie ragazze chiesero di unirsi a lei nella sua pratica, Madre Teresa decise di adottare per loro una veste semplicissima. Optò infatti per un sari bianco a strisce azzurre, molto economico, che richiamava nei colori quelli della casta degli intoccabili, la più misera della società indiana.

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3. Il dolore è un dono

Ovvero: una prova

Nel giro di poco tempo il nuovo ordine di Madre Teresa aumentò sia numericamente, sia per importanza. Visto che pochi si occupavano di malati e ancora meno di lebbrosi, anche le amministrazioni locali (e via via quelle di livello superiore) si affidarono alla piccola suora, concedendole terreni dove impiantare le sue case.

La tomba di Madre Teresa a Calcutta (foto di Ryan Hartman via Wikimedia Commons)
La tomba di Madre Teresa a Calcutta (foto di Ryan Hartman via Wikimedia Commons)

Il suo impegno era sempre rivolto ai poveri, e in particolare ai più poveri e diseredati della società indiana, come appunto i lebbrosi. E – visto che in India il cattolicesimo è sicuramente religione minoritaria – il suo lavoro si rivolgeva sia a cattolici che musulmani e indù.

Il dolore è un dono di Dio per te. Non devi sciupare questo dono ma renderlo fruttuoso. La mia preghiera per te è che tu non disperda il lavoro del Signore.

In genere, ognuno veniva assistito e, quando moriva, gli venivano impartiti i sacramenti della sua religione. Qualcuno ha accusato Madre Teresa di aver compiuto anche battesimi sui morenti ignari, ma si tratta di voci non confermate.

Voci che comunque non inficiano l’atteggiamento di apertura e accoglienza che ha sempre contraddistinto i ricoveri delle Missionarie della misericordia. E che è stato riconosciuto da varie organizzazioni non cattoliche.

D’altronde, come abbiamo detto in apertura, alcuni giornalisti in tempi recenti hanno criticato anche l’esaltazione del dolore da parte della santa, che emerge anche dalla frase che abbiamo scelto. Questa esaltazione, però, non è nulla di nuovo rispetto al pensiero di tanti mistici cristiani (e non solo). In un mondo segnato dal dolore, anche il dolore è una prova.

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4. Umiltà e santità

La via verso la beatificazione

In breve, il lavoro di Madre Teresa e delle sue suore cominciò ad essere notato in tutto il mondo. Ma, nonostante avesse gli occhi di milioni di persone puntati addosso, la suora continuò la sua umile missione con il medesimo impegno.

La visita di Madre Teresa alla Casa Bianca nel 1985, con Reagan presidente
La visita di Madre Teresa alla Casa Bianca nel 1985, con Reagan presidente

Anche dopo la vittoria del Premio Nobel per la pace, assegnatole come detto nel 1979, mantenne una grande umiltà, nonostante venisse invitata in tutti i luoghi più importanti del globo. Nella foto che vedete qui sopra, ad esempio, è con Ronald Reagan, nello Studio Ovale della Casa Bianca.

L’umiltà è l’inizio della santità.

Fu ricevuta dalle più alte cariche di numerosi stati, tra cui anche il Presidente della Repubblica italiana di allora, Sandro Pertini. Ma in particolare strinse una forte amicizia con papa Giovanni Paolo II, che la ricevette più volte e che andò anche direttamente a trovarla.

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Fu proprio papa Wojtyła a premere per dare avvio in tempi record al processo di beatificazione della suora. Madre Teresa infatti scomparve nel 1997, ma già nel 1999, in deroga alle normali procedure, il papa aprì l’iter, che si concluse nel 2003 [1]. La santificazione è poi stata conclusa nel 2016 da papa Francesco.

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5. Un uomo migliore

Indipendentemente dalla religione

Al di là di alcune sparute polemiche sorte in tempi recenti, e soprattutto post-mortem, in vita Madre Teresa è stata apprezzata da uomini e donne di tutte le religioni. Il suo forte cattolicesimo, nelle sue stesse parole, non è mai stato ostacolo all’incontro con altre fedi.

La sua stessa attività in India, d’altronde, era un’attività prettamente di incontro. Là i cattolici erano e sono ancora oggi pochissimi, circondati da indù, da sikh e a volte da musulmani. Questo non è però mai stato un problema, per la suora. Come dimostrano anche le due frasi con cui vogliamo chiudere il nostro elenco.

Ripeto sempre che dovremmo aiutare un indù a diventare un indù migliore, un musulmano a diventare un musulmano migliore, un cattolico a diventare un cattolico migliore.

Il nostro lavoro è quello di incoraggiare cristiani e non cristiani a fare opere d’amore. E ogni opera d’amore, fatta con tutto il cuore, porta sempre la gente più vicino a Dio.

D’altronde, quando Madre Teresa venne a mancare non furono solo i cattolici a dispiacersene. L’India le tributò, per esempio, funerali di stato, che videro un’amplissima partecipazione popolare. E a quella cerimonia furono presenti anche numerosi capi di stato stranieri.

Una scuola dedicata a Madre Teresa a Saskatoon, in Canada
Una scuola dedicata a Madre Teresa a Saskatoon, in Canada

Le parole più significative, però, arrivarono forse dal primo ministro pakistano, il musulmano Nawaz Sharif: «[Madre Teresa era] un raro e unico individuo che ha vissuto a lungo per più alti scopi. La sua lunga vita di devozione alla cura dei poveri, dei malati e degli svantaggiati è stata uno dei più grandi esempi di servizio alla nostra umanità».

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Ecco cinque famose frasi di Madre Teresa di Calcutta: vota la tua preferita.

 

Note e approfondimenti

[1] Qui potete leggere l’omelia pronunciata in quell’occasione da Giovanni Paolo II.
[-] La foto di copertina deriva da una mostra tenuta nella Diocesi di Valladolid, in Spagna.

 

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