Cinque famosi racconti di George R.R. Martin

George R.R. Martin non ha scritto solo grandi saghe fantasy, ma anche ottimi racconti (foto di Henry Söderlund via Wikimedia Commons)
George R.R. Martin non ha scritto solo grandi saghe fantasy, ma anche ottimi racconti (foto di Henry Söderlund via Wikimedia Commons)

Ecco i cinque migliori racconti di George R.R. Martin secondo noi: vota il tuo preferito e poi leggi l'articolo per scoprirne tutti i dettagli.

 
George R.R. Martin è al momento uno degli autori sulla cresta dell’onda, grazie alla sua fortunata saga fantasy Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Ma ben prima di narrare le vicende che ruotano attorno al Trono di Spade era solito dedicarsi principalmente a opere di fantascienza.

Un talento sviluppato prima de Il Trono di Spade

Nei suoi anni giovanili si è infatti a lungo cimentato nel genere, pubblicando numerosi racconti brevi, riscuotendo un certo successo e vincendo anche diversi premi (tra i quali spicca il prestigioso Premio Hugo). Martin si destreggia tra descrizioni di paesaggi dal fascino misterioso (come in Al mattino cala la nebbia) e angosce esistenziali provate dagli individui immersi nella propria ineluttabile solitudine (come in Solitudine del secondo tipo).

In Italia alcuni dei suoi racconti sono editi da Mondadori in due raccolte (I re di sabbia, 2006, e Le torri di cenere, 2007), che attingono dall’antologia Dreamsongs: A RRetrospective. Ve ne proponiamo qui cinque tra i più famosi, in ordine cronologico di pubblicazione.

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L’uscita per Santa Breta

Un’inaspettata auto sulla strada per Los Angeles

La copertina di Le torri di cenere di George R.R. MartinPubblicato nel 1972, The Exit to San Breta è un racconto di fantascienza dalle venature horror, pervaso da un costante senso di inquietudine che persiste per gran parte della narrazione. La storia è ambientata sul pianeta Terra in un futuro prossimo in cui le automobili così come le conosciamo sono ormai cadute in disuso, divenute mezzi di trasporto di nicchia solo per intenditori, collezionisti e appassionati.

Il protagonista nonché io narrante – del quale non conosciamo il nome – approfitta del periodo di vacanza per guidare con la sua auto sportiva, testimonianza – insieme alle autostrade deserte e in pessime condizioni – di tempi ormai andati. Diretto a Los Angeles, si ritrova a percorrere un’autostrada stranamente in ottime condizioni, ben illuminata e senza nemmeno una buca o una crepa a solcarne il manto stradale. All’altezza dell’uscita 76 per Santa Breta vede comparire all’improvviso un’altra auto, a bordo della quale si trova una famigliola di cinque componenti.


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L’uscita 77

Si avverte fin da subito la stranezza dell’intera situazione. Il protagonista però soffoca con una certa facilità tutti i dubbi e si avvicina incantato all’auto, nonostante i passeggeri non gli prestino la benché minima attenzione. All’altezza dell’uscita 77, però, l’auto sterza di colpo invadendo la corsia su cui transitava il protagonista. In quel momento accade qualcosa che ha un che di straordinario e allo stesso tempo inquietante, tanto da lasciare lo stesso protagonista stordito.

Decide perciò di indagare sulla questione, spinto dalla certezza di essere in pieno possesso delle proprie facoltà mentali e di essere sicuro di ciò che ha visto. Giunge così a conoscenza di una triste e inaspettata verità.

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Canzone per Lya

Due Talenti psichici contro la religione dei suicidi

Copertina di un'edizione americana di A Song for LyaA Song for Lya è stato pubblicato nel 1974. Si tratta di uno dei suoi racconti più famosi, nonché vincitore di un premio Hugo nel 1975 e di un premio Locus nel 1977. Ambientata in un futuro imprecisato, la vicenda ruota attorno a Robb e Lyanna, una coppia di Talenti psichici (in grado di leggere le persone) provenienti da Baldur, contattati dall’amministratore planetario Dino Valcarenghi per risolvere una questione preoccupante.

Sul pianeta Shkea esiste un unico culto religioso – non essendo contemplato l’ateismo –, quello della cosiddetta Unione, che prevede come atto finale il suicidio. Gli Shkee – razza ben più antica rispetto a quella umana – aderiscono a questa religione senza sembrare per nulla turbati. Una volta raggiunto il grado di Congiunti, si apprestano a recarsi all’Unione Finale con inspiegabile gioia.

Un racconto di fantascienza ma religiosamente realistico

Ma ciò che preoccupa davvero Vacarenghi è il fatto che un numero sempre maggiore di umani (più dell’1%, compreso l’ex amministratore planetario Phil Gustaffson) si sia scientemente convertito al culto. Nell’analizzare le motivazioni che spingono un individuo raziocinante a devolvere se stesso all’Unione, andando in questo modo contro qualsiasi istinto di sopravvivenza, Robb e Lyanna prenderanno coscienza del proprio rapporto e della propria singola, imperfetta individualità.

In questo racconto, Martin sonda l’animo umano e in particolare il rapporto dell’individuo – uomo o alieno che sia – con la fede nelle divinità e nella vita dopo la morte, interrogativi onnipresenti nella vita degli esseri umani. La tematica religiosa è qui trattata con un particolare realismo, nonostante l’ambientazione fantascientifica, e verrà riproposta anche in …E ricordati sette volte di non uccidere mai l’uomo.

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…E ricordati sette volte di non uccidere mai l’uomo

Un umano dalla parte del nemico

La copertina di Analog in cui fu pubblicato il racconto di George R.R. MartinCon And Seven Times Never Kill Man (pubblicato nel 1975) viene descritta la situazione sul pianeta Corlos. Lì ogni giorno si svolge un’acre contrapposizione tra gli indigeni – gli Jaenshi, creature dal pelo grigio, grandi occhi dorati e dotate di coda – e i cosiddetti Angeli d’Acciaio, umani che hanno dato vita alla propria colonia edificando una città in pietra rossa dotata di mura fortificate.

Convinti che gli abitanti originari del pianeta altro non siano che semplici bestie prive di intelligenza, gli Angeli d’Acciaio, capitanati dal Censore Wyatt, sterminano tutti gli Jaenshi, grandi o piccoli che siano. Ne appendono poi i corpi esanimi alle mura della città, affinché siano da monito al resto della loro specie.

Le vicende di Arik

Il protagonista del racconto, Arik neKrol, umano che ha posto la sua base mercantile e casa sul pianeta Corlos, cerca di far ragionare gli Angeli sul fatto che in realtà gli Jaenshi siano creature pensanti, dotate di una propria intelligenza. Infatti hanno anche sviluppato una religione – erigono infatti delle piramidi per venerare i propri dei –, un linguaggio e addirittura una propria arte. Lo stesso neKrol baratta infatti con loro del sale in cambio di sculture jaenshi, in modo da poterle vendere a probabili acquirenti.

Ma gli Angeli sono un popolo guerriero di fanatici adoratori di Bakkalon, raffigurato come un fanciullo che impugna una spada. L’unico modo per poter offrire ai miti jaenshi un’unica, timida speranza di sopravvivenza sembra esser quello di rifornirli di armi per poter combattere una battaglia alla pari.

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La via della croce e del drago

Il racconto breve che vinse l’Hugo e il Locus

La prestigiosa rivista Omni nel 1979Pubblicato per la prima volta nel 1979 sulla rivista fantascientifica Omni, The Way of Cross and Dragon vince nel 1980 il Premio Hugo nella categoria Racconto breve e nello stesso fortunato anno ottiene anche un Premio Locus.

La storia, sempre di ambientazione fantascientifica, si snoda brevemente all’interno di due pianeti: Vess e Arion. Nonostante ciò, Martin inserisce qualche rimando al periodo medioevale delle Inquisizioni, dipingendo un futuro nel quale la Chiesa Cattolica, una volta aperte le porte del clero anche alle razze aliene grazie ad un decreto papale, è intenta a debellare i pianeti conosciuti dalla minaccia di eresie.


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Un’eresia cattolica dal futuro

Protagonista del racconto è padre Damien Var Heris, incaricato dall’arcivescovo di Vess – un alieno di razza ka-Thane – di recarsi sul pianeta Arion, popolato da umani. Lì deve occuparsi di una nuova e sempre più preoccupante eresia, la quale ha santificato la figura di Giuda Iscariota e assunto quale testo sacro il singolare libro La via della croce e del drago.

Una volta giunto a destinazione, padre Damien conosce Lukyan Judasson (un tempo padre Lukyan Mo), il Primo Letterato di questa setta. Questi è disposto a svelargli tutta la verità inerente al culto. Tra segreti taciuti e menzogne rivelate, padre Damien si lascerà trasportare dalle parole del suo affabile interlocutore. Tanto da arrivare al punto di rimettere in questione se stesso e ciò in cui ha sempre creduto.

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I re della sabbia

Quando l’uomo diventa Dio

Copertina de I re di sabbia di MartinVincitore di un Premio Nebula (1979), un Premio Hugo (1980) e un Premio Locus (1980), Sandkings – pubblicato nel 1979 – è un racconto diviso tra due generi coesistenti, fantascienza e horror. Simon Kress abita sul pianeta Baldur nella città di Asgard, arroccato in un ranch isolato tra le montagne. Lì trascorre la propria solitaria esistenza attorniato da strane creature e animali esotici.

Chiamato improvvisamente per una questione di lavoro, l’uomo è costretto ad assentarsi da casa per un lungo periodo. Al suo ritorno gli animali sono quasi tutti morti. Coglie dunque l’occasione per recarsi in città alla ricerca di nuove interessanti creature di cui potersi poi vantare con la propria cerchia di amici.

Un negozio misterioso

Imbattutosi in un negozio mai visto prima dalle vetrine parzialmente oscurate da una curiosa nebbia che dona al tutto un aspetto alquanto misterioso, Simon entra e conosce una dei due proprietari. Si tratta di una certa Jala Wo, la quale annuncia di avere proprio ciò che può fare al caso suo.

Così Simon si trova di fronte a nuove e inquietanti creature mai viste prima, i cosiddetti Re della sabbia, minuscoli esseri che a prima vista potrebbero sembrare innocui insetti. In realtà si tratta di animali che vantano una certa complessità e intelligenza, tanto da arrivare a ricreare vere e proprie guerre di dominio e stipulare alleanze più o meno temporanee per far fronte comune contro lo stesso nemico. Inoltre, adorano il proprio padrone come un dio, scolpendone il volto sopra la torre più alta dei propri castelli di sabbia. Sta al padrone stesso decidere se essere un dio benevolo o maligno.

Fiero del proprio acquisto, Simon decide di organizzare delle feste per allietare i propri amici e conoscenti, sfruttando quale attrazione principale le guerre inscenate dai re della sabbia. Finisce però per cadere in un vortice di cieca onnipotenza dalle inarrestabili e orribili conseguenze.

 

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