Cinque fantastiche supereroine dei fumetti della DC Comics

Batgirl, Wonder Woman e Supergirl, le tre supereroine più famose della DC Comics

Quello dei supereroi è un mondo quasi del tutto maschile: emblemi della potenza e della forza, fin dagli albori del fumetto hanno incarnato i sogni e le aspirazioni di un pubblico quasi esclusivamente costituito da ragazzi, fornendo loro miti e modelli a volte di virtù fisiche e morali, altre volte di successo.

Dagli eroi invincibili e infallibili degli anni ’30 e ’40 fino a quelli vulnerabili degli anni ’60, i principali personaggi sono stati quasi sempre uomini adulti, a tratti accompagnati da spalle più giovani, intenti a salvare l’imbranata fidanzata di turno dalle minacce del crudele criminale o dello scienziato pazzo.


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Questo lo schema generale, che però ha previsto fin da subito alcune importantissime variazioni. Nel dicembre 1941, ad esempio, lo psicologo americano e teorico del femminismo William Moulton Marston lancia Wonder Woman, la prima supereroina della storia del fumetto, che combatte senza l’aiuto degli uomini e anzi riesce ad essere spesso più efficace di loro; ad essa seguiranno, soprattutto dopo la guerra, molti altri personaggi del gentil sesso, sia in casa DC Comics (l’editore di Superman, Batman e, appunto, Wonder Woman) che Marvel (tra i più celebri, le donne-X Fenice, Tempesta, Rogue e Kitty Pryde oltre alla Donna Invisibile e alla Vedova Nera), che però raramente riusciranno ad ottenere una testata autonoma di buon successo. Ad ogni modo, vediamo cinque supereroine della DC Comics degne di nota.

 

Wonder Woman

Una divinità come emblema del femminismo

Della comparsa nelle edicole di Wonder Woman, nel 1941, abbiamo già brevemente detto: pensata come un emblema del femminismo da uno psicologo comportamentista prestato al fumetto, il personaggio fu creato grazie soprattutto all’editore di Superman, Max Gaines, che nel 1940 aveva letto un’intervista in cui Marston – fino ad allora estraneo al mondo dei comics e famoso soprattutto per i suoi studi sulla macchina della verità – sosteneva che i fumetti non avevano ancora sfruttato tutto il loro potenziale.

Gaines assunse quindi Marston prima come “consulente educativo”, approvandogli poi l’idea di Wonder Woman, che lo psicologo aveva avuto discutendo con sua moglie, Elizabeth Holloway Marston, psicologa anch’essa, e con la sua amante, Olive Byrne, che con la coppia viveva un curioso rapporto di ufficiosa poligamia.

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Wonder Woman, le cui origini sono state più volte riscritte nel corso di questi settant’anni, è in realtà la principessa Diana della stirpe delle Amazzoni, un gruppo di divinità guerriere che vive nell’Isola Paradiso; da qui, all’inizio della sua carriera, lei parte, entrando nel mondo terrestre, in origine per riportare a casa l’americano Steve Trevor, precipitato incautamente sull’isola durante la Seconda guerra mondiale.

Sulla Terra poi l’amazzone assumerà l’identità segreta di Diana Prince e cercherà costantemente di portare giustizia e pace nel mondo grazie ai suoi superpoteri: superforza, velocità, addestramento militare, volo (dagli anni ’60 in poi) e soprattutto le sue armi magiche, cioè il lazo d’oro che obbliga chi ne viene toccato a dire la verità (un omaggio dello stesso Marston ai suoi studi precedenti), i bracciali metallici con cui può respingere proiettili e raggi cosmici e una tiara telepatica.

 

Supergirl

La cugina di Superman e mille altre cose

Il personaggio di Supergirl è sicuramente uno di quelli che riassume meglio i guai di continuity nei quali i fumetti americani – e quelli DC in particolare – tendono sovente a cadere. Fin dagli anni ’40, infatti, gli autori di Superman avevano cercato di affiancargli una donna o una ragazza che non fosse più la solita e indifesa Lois Lane, ma che potesse collaborare con lui nelle varie avventure che si trovava ad affrontare: così in una storia del 1943 la stessa Lois aveva sognato di trasformarsi in Superwoman, nel 1958 Jimmy Olsen evocava, grazie ad un magico totem indiano, la presenza di una Super-Girl, mentre nel 1960 Superboy (la versione giovanile di Superman) veniva momentaneamente trasformato in ragazza.


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All’interno di questi esperimenti si deve porre anche la definitiva creazione di Supergirl, il personaggio che avrà poi successo e che si guadagnerà una lunga carriera nel cosmo DC: nel 1959 Otto Binder e Al Plastino la fecero infatti comparire su Action Comics 252, presentandola come la kryptoniana Kara Zor-El, cugina di Superman e come lui sfuggita dal pianeta natio poco prima dell’esplosione.

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Tale personaggio sopravvisse fino al 1985 – ottenendo nel frattempo anche un paio di sfortunate testate regolari – quando si sacrificò per salvare il cugino in Crisis on Infinite Earths 7, saga che si proponeva di ridefinire e riorganizzare tutta la continuity della casa editrice.

Purtroppo il riordino e la razionalizzazione durarono ben poco: già nel 1988 ricomparve una Supergirl non kryptoniana, chiamata anche Matrice, in realtà una forma di vita sintetica con i ricordi di Lana Lang; nel 1996 Matrice fu fusa con un essere umano, Linda Danvers (nome dell’identità segreta della Supergirl pre-Crisis), dando vita ad una nuova ennesima Supergirl; nel 2003, poi, in una storia di Superman comparve Cir-El, Supergirl del futuro che si proclamava la figlia di Superman e Lois Lane; infine, nel 2004 Kara Zor-El fece il suo rientro nell’universo DC ufficiale, con delle nuove origini (fu ritrovata nientemeno che da Batman) che però richiamavano quelle del 1959.

 

Batgirl

Una donna per mettere a tacere le voci

Se Superman dalla fine degli anni ’50 aveva una cuginetta che ogni tanto gli dava una mano e serviva a catalizzare non tanto il meccanismo di identificazione dello scarso pubblico femminile quanto gli ormoni in subbuglio degli adolescenti maschi, Batman, l’altro pezzo da novanta della DC Comics, non poteva certo essere da meno.

Anche perché il personaggio creato da Bob Kane doveva a tutti i costi respingere le accuse – mosse nel 1954 dallo psichiatra Fredric Wertham – di costituire un inno all’omosessualità ai limiti della pedofilia, visto che Bruce Wayne e il suo giovane pupillo Dick Grayson vivevano assieme, senza l’ombra di una donna in casa. Per questo sul finire degli anni ’50 comparvero prima una Batwoman (alias Kathy Kane), poi una Batgirl (Betty Kane) e addirittura un batcane, Asso, trasformando il cupo eroe mascherato quasi in una macchietta, in un clima pittoresco che pervadeva anche la successiva serie televisiva dedicata a Batman.

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Le cose cambiarono, nei fumetti, a partire dal 1964, quando Julius Schwartz prese in mano le redini del personaggio, cancellò sia Batwoman che la vecchia Batgirl e ne introdusse una nuova, quella che poi sarebbe divenuta la più popolare, cioè Barbara Gordon, la figlia del commissario che spesso collaborava con l’uomo-pipistrello.

La Gordon rimase in attività fino al 1988 quando, nella graphic novel The Killing Joke scritta da Alan Moore, non fu resa paraplegica da Joker. Da allora molte altre donne hanno vestito i panni di Batgirl: Helena Bertinelli, Cassandra Cain, Charlotte Gage-Radcliffe, Stephanie Brown e poi di nuovo Cassandra Cain.

 

Power Girl

La più sexy tra le cugine di Superman

C’è una Supergirl di cui, due paragrafi sopra, non abbiamo parlato: Power Girl, probabilmente l’eroina più procace e sexy di tutto l’universo fumettistico mainstream americano. Creata da Gerry Conway e Ric Estrada su All Star Comics 58 del 1976, Power Girl è in realtà in origine la cugina del Superman di Terra-Due, un universo parallelo dove esistono gli stessi eroi dell’universo ufficiale ma con qualche differenza.


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Anche lei kryptoniana e dotata degli stessi poteri della Supergirl ufficiale, Kara Zor-L – questo il suo nome da aliena – continuerà ad apparire saltuariamente fino a metà degli anni ’80, destando spesso scandalo per il suo costume, che offre un ampio squarcio sul seno, particolare che la rende ancora oggi unica nel panorama editoriale americano.

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L’arrivo della già citata Crisis on Infinite Earths la farà rinascere con le stesse fattezze ma con un’origine diversa (non è più kryptoniana, ma deve i suoi poteri alla magia), anche se recentemente è stata ristabilita la sua nascita kryptoniane.

A parte una miniserie sul finire degli anni ’80, quando raggiunse una certa popolarità come membro della Justice League International, Power Girl ha avuto la sua prima serie regolare solo tra il 2009 e il 2011.

 

Black Canary

Indipendenza in calze a rete

Concludiamo con un’eroina che, almeno in parte, racchiude alcuni degli elementi che finora abbiamo visto sparsi in più personaggi: da un lato, l’indipendenza e la forza tipiche della donna moderna, dall’altro la sensualità a cui comunque i personaggi di carta non vogliono rinunciare.

Black Canary, presentata un tempo in Italia anche col nome di Canarino Nero, è infatti una delle eroine forse più bistrattate dell’intero universo DC (gliene sono successe, negli anni, di tutti i colori), ma anche una delle più amate dai fan, capace di coniugare un look aggressivo con tanto di calze a rete alla decisione di lasciare il supereroico partner davanti ai tradimenti di lui.

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Anche in questo caso, la storia ci presenta due differenti Black Canary, unite però da un legame molto stretto: l’eroina degli inizi, creata nel 1947 da Robert Kanigher e Carmine Infantino su un albo di Flash, era infatti Dinah Drake Lance, mentre la Black Canary dei giorni nostri è la di lei figlia, la pressoché identica Dinah Laurel Lance; la prima era una donna senza superpoteri, ma abilissima come detective e nello scontro fisico, mentre la seconda a tutte le abilità marziali ha aggiunto il cosiddetto “urlo sonico”, che le permette di colpire i nemici a distanza.

A questa seconda versione, come detto, la DC non ha risparmiato colpi bassi: innamorata del collega Green Arrow, lo lasciò per frequenti infedeltà di lui; rapita e torturata, subì inoltre dei danni agli organi interni che le tolsero la possibilità di avere figli e l’uso dell’urlo ultrasonico. Le cose, comunque, sono migliorate negli ultimi anni: assieme alla già citata Barbara Gordon, ex Batgirl, ha fondato le Birds of Prey, un gruppo di supereroine donne che ha avuto anche una trasposizione televisiva, mentre un redivivo Green Arrow si è fatto perdonare gli errori del passato e ha chiesto e ottenuto di sposarla.

 

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