
Artista poliedrico, con una vita difficile finita in modo misterioso, Edgar Allan Poe è uno degli autori americani più influenti della sua epoca, ma non solo. Ancora oggi è famoso per aver contribuito a dare nuova vita alla letteratura dell’orrore, con i suoi magistrali racconti.
Fu anche poeta, critico letterario e giornalista, e scrisse un solo romanzo. Considerava il racconto come la forma ideale di scrittura, e fu maestro indiscusso proprio in questa forma breve.
Vi proponiamo qui cinque tra i più belli e famosi racconti del terrore, che ancora oggi sono capaci di turbare e sconvolgere l’immaginazione di lettori di tutto il mondo.
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Indice
1. Il gatto nero
Questo racconto, narrato in prima persona, è la cronaca di un’ossessione demoniaca così insistente da portare il protagonista alla follia. Egli, infatti, fin dall’inizio ammette di non avere ancora capito del tutto cosa gli è accaduto, ma non vuole essere chiamato pazzo.
Dichiara di aver bisogno di condividere i fatti che si accinge a raccontare per liberarsi l’anima: il suo scopo è quello di presentare al lettore la sua storia così come si è verificata, senza commento alcuno, senza spiegazioni.
Questo era diventato il beniamino del padrone, finché la rovina portata dall’alcol non l’aveva portato a maltrattare anche lui, oltre agli altri animali e alla sua stessa moglie. La “perversità” si impadronisce a tal punto del protagonista che arriva a uccidere il suo gatto.
La confessione di una colpa fa entrare il lettore in un’atmosfera di lento orrore
Immediatamente dopo, un misterioso incendio distrugge la sua casa, lasciando la forma di un gatto sull’unico muro rimasto in piedi.
Insieme alla moglie, si trasferisce altrove, e ben presto un altro gatto entra a far parte della loro vita. Ma una misteriosa macchia sul petto lo inquieta, finché…
Ed è meglio non dire altro, perché il bello dei racconti di Poe è proprio la suspense che cresce lentamente, l’atmosfera inquietante, con quel tipo di terrore sottile e intelligente di cui l’autore americano era maestro e che si realizza magistralmente ne Il gatto nero.
2. La maschera della Morte Rossa
Poche pagine provocano nel lettore una profonda inquietudine
Una terribile epidemia sconvolge il paese, una malattia terribile che si porta via uomini, donne e bambini in un inferno di sangue. Il principe Prospero, tuttavia, decide che vuole continuare a condurre la sua vita di sempre, decide di voler essere felice a tutti i costi. Si trasferisce così in una fortezza insieme agli altri nobili, chiudendo fuori la spaventosa malattia.
Rinchiusi tutti insieme, i nobili vivono divertendosi, senza preoccuparsi di ciò che sta succedendo fuori dalle mura che li proteggono. Un giorno, il principe decide di tenere una festa in maschera. Della festa, l’autore ci dice solo che fu voluttuosa.
Ognuna è decorata in modo diverso, di un colore particolare; anche i vetri sono colorati. La più spaventosa, quella in cui nessuno ha mai il coraggio di entrare, è quella decorata interamente in nero, con le vetrate rosse e un orologio in ebano il cui suono terrorizza e congela per pochi attimi chiunque nel castello.
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Il racconto è brevissimo, e di fatto sembra non accadere nulla. Ma la sinistra descrizione delle stanze crea una sensazione di sottile inquietudine, che mostra come non siano necessarie centinaia di pagine per provocare un brivido di puro terrore.
3. La caduta della casa Usher
Una casa e i suoi abitanti nascondono un mistero oscuro
Il racconto inizia con una lunga descrizione della casa in cui il protagonista sta per recarsi dopo un’impellente richiesta da parte del possessore. Amico di lunga data, ha richiesto la presenza del protagonista perché gli fornisca quel sollievo che da solo non riesce a trovare.
È infatti affetto da una singolare malattia, che lo porta ad una perenne ipersensibilità: non sopporta cibi troppo saporiti, emozioni forti, suoni troppo potenti. La descrizione della casa crea l’atmosfera: tutto, sia dentro che fuori, è inquietante e lugubre, e fa pensare che ci sia un grande mistero da risolvere.
Durante una notte di tempesta, Usher è particolarmente nervoso, tanto che il suo amico cerca di leggergli qualcosa per distrarlo e calmarlo. Ma questa lettura sortirà l’effetto opposto, conducendo la storia verso il catastrofico finale.
Il racconto è celebre per l’efficacia della costruzione narrativa, che associa la casa ai suoi abitanti, e introduce numerosi elementi di mistero senza mai dare una vera e propria spiegazione. È forse uno dei più bei racconti di Edgar Allan Poe.
4. Il cuore rivelatore
Il racconto più famoso e più spaventoso dell’autore americano
Anche nel caso de Il cuore rivelatore, il narratore avverte il lettore di essere in procinto di raccontare una storia che potrebbe farlo sembrare pazzo, preoccupandosi però subito di chiarire che lui pazzo non lo è affatto. Anzi, ciò che lo affligge, la malattia che si è impadronita dei suoi sensi, ha permesso di acuire le sue percezioni, conferendogli quasi dei poteri.
Ossessionato dall’occhio azzurro del vecchio che vive insieme a lui, il protagonista trama di ucciderlo. Il modo in cui Poe descrive le lunghe notti di attesa prima dell’assassinio, e la scena stessa dell’omicidio, sono uno dei momenti di suspense e terrore più riusciti dell’autore.
Una volta ucciso, il vecchio viene smembrato e nascosto sotto le assi del pavimento. L’assassino si crede ormai al sicuro, tanto che, quando degli agenti di polizia vengono a controllare casa sua dopo aver ricevuto la segnalazione di uno strano urlo, li fa accomodare proprio nella stanza dove è nascosto il cadavere.
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Ma un rumore lo sconvolge, lo trasporta oltre i limiti della follia, fino a costringerlo a confessare il delitto commesso. Il cuore rivelatore è un capolavoro, un racconto molto breve, ma capace di tenere il lettore incollato alla pagina e fargli venire i brividi.
5. Il manoscritto trovato in una bottiglia
Il manoscritto trovato in una bottiglia si distingue da quelli più celebri di Edgar Allan Poe per la lunghezza e la maggiore cura dei dettagli.
Mentre, di solito, i suoi testi sono molto brevi e catapultano da subito il lettore in un’atmosfera carica di tensione, in questo caso la successione degli eventi è descritta con più calma, cosicché il tipo di terrore instillato è più sottile, pur rimanendo estremamente efficace.
Il racconto è quello di un viaggio, reso improvvisamente spaventoso da una tempesta terribile, che rovescia la nave su cui il protagonista si stava spostando e lo rende l’unico superstite, insieme a un vecchio svedese.
Una nave trascinata da una tempesta, un mistero che avvolge lentamente
Per giorni e giorni la nave continua a muoversi da sola, sbattuta da una parte all’altra dai venti del temporale. Finché una notte, i due scorgono un’altra nave, enorme e spaventosa, che precipitando su di loro distrugge la loro imbarcazione e uccide il vecchio svedese.
Il narratore si ritrova misteriosamente a bordo di questa terrificante e oscura nave, il cui equipaggio assomiglia in tutto e per tutto a quello di una nave fantasma. Il protagonista decide di tenere un diario, in cui racconta il suo viaggio e la sua terrificante fine.
Diversamente da altri racconti, in questo la suspense si muove lenta e cresce man mano che si aggiungono eventi inspiegabili alla vicenda. Ne Il manoscritto trovato in una bottiglia, il lettore si trova di fronte a una paura antica, quella della solitudine e dell’ignoto.