
Il fantasy è un genere che ha radici antichissime. Anzi, da un certo punto di vista può essere anche considerato l’antesignano del romanzo moderno. Le favole ambientate in un passato irreale e magico hanno infatti accompagnato il mondo occidentale già da prima che qualcuno decidesse di metterle su carta. E anzi forse hanno aiutato anche il formarsi delle lingue moderne e delle strutture narrative. D’altronde, senza i miti di Re Artù o di Orlando non avremmo buona parte della letteratura che segnò il passaggio dal Medioevo all’Età Moderna.
Al cinema, però, il genere è stato a lungo bistrattato. Esistevano pellicole riconducibili a questa tipologia narrativa già all’epoca del muto, e sono continuate ad esisterne anche nei decenni successivi, ma si trattava perlopiù di casi isolati. Quasi di esperimenti. D’altronde, i motivi di questo scarso interesse possono essere molti. I mezzi di allora erano piuttosto poveri, e non consentivano di ricreare atmosfere sufficientemente “magiche”. L’attenzione del pubblico, poi, era più facilmente rivolta a storie concrete e realistiche. L’ideologia positivista, infine, spingeva al limite più verso la fantascienza che non il fantasy.
La riscoperta del genere fantasy
Tutto è cambiato negli ultimi anni. Oggi infatti assistiamo a un vero e proprio proliferare di pellicole fantasy. Ad aprire la strada sono stati alcuni film d’animazione provenienti dall’Estremo Oriente. Ma poi vi si è accodata Hollywood, che ha scoperto che i faraonici investimenti necessari per finanziare opere di questo genere venivano ampiamente ripagati dal pubblico. Così, se scorriamo l’elenco dei film coi maggiori incassi degli ultimi anni, ci accorgiamo che una buona parte di essi narra proprio di terre desolate e lontane. Ma anche di battaglie tra bene e male, di miti e leggende.
Ma quali sono, tra tutti questi film, quelli veramente irrinunciabili? Quelli cioè che anche i profani devono per forza aver visto, almeno una volta nella vita? Ne abbiamo scelti cinque, in parte recenti, in parte però che affondano le loro radici nel passato. Eccoli.
Indice
La trilogia de Il Signore degli Anelli
Lo sfarzoso adattamento dell’opera di Tolkien
Non possiamo che partire da qui: dalla saga de Il Signore degli Anelli. D’altronde, la trilogia diretta da Peter Jackson dal 2001 è la più colossale opera fantasy della storia del cinema. E, a sua volta, si ispira a quella che è la più colossale opera fantasy della storia della letteratura, quella di J.R.R. Tolkien.
Come saprete, lo scrittore inglese pubblicò questa mastodontica opera a metà degli anni ’50, dopo averci lavorato fin dalla fine degli anni ’30. Ottenne subito un grande successo in tutto il mondo e il cinema pensò di trarne un adattamento. Cosa non semplice, vista la mole dell’opera, la trama complessa e soprattutto il particolare stile di Tolkien. Per molti anni si cimentarono nell’opera vari cineasti, che però presto rinunciavano per il budget eccessivo. Il primo a riuscirci fu Ralph Bakshi, che nel 1978 diresse Il Signore degli Anelli, un film d’animazione che però fece flop al botteghino.
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A metà degli anni ’90 si decise di riprovarci, questa volta con un live-action. A dirigere tutto il progetto fu chiamato il neozelandese Peter Jackson, che divise la trama di Tolkien in tre film, da lanciare uno dopo l’altro nello spazio di tre anni. Le riprese furono assai laboriose, anche perché si fecero le cose in grande.
Gli interpreti
A interpretare la pellicola vennero chiamati attori già affermati ma anche future promesse. Il protagonista Frodo Baggins fu interpretato dal giovane Elijah Wood. Il personaggio di Sam fu affidato a Sean Astin, l’ex protagonista, molti anni prima, de I Goonies. Ian McKellen fu Gandalf, Viggo Mortensen diventò Aragorn e Liv Tyler mise i panni di Arwen. Ma poi c’erano anche Orlando Bloom, Sean Bean, Christopher Lee, Hugo Weaving, Cate Blanchett e tanti altri.
Il riscontro del pubblico fu straordinario. E anche la critica, per la prima volta, apprezzò questo trionfo tolkeniano. Basti dire che i tre film si sono aggiudicati un totale di 17 premi Oscar. L’ultimo capitolo della trilogia, Il ritorno del re, in particolare conquistò ben 11 statuette, eguagliando in questo modo il record di Ben Hur. Insomma, una trilogia che non potete non aver mai visto.
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La saga di Harry Potter
Il piccolo mago di J.K. Rowling
Il Signore degli Anelli mostrò, ad inizio anni ’00, che investire nel fantasy poteva rivelarsi molto fruttuoso. Ma nello stesso periodo un’altra saga stava dimostrando che il genere poteva coinvolgere non solo gli adulti ma anche i bambini. Stiamo parlando di Harry Potter, protagonista di una lunga serie che prese avvio proprio in quel 2001. Anche in questo caso, alla base della storia c’era una serie di romanzi inglesi. Romanzi, scritti da J.K. Rowling, che dovevano molto all’influenza di Tolkien.
Harry Potter è infatti un piccolo orfano che, ad undici anni, scopre in realtà di essere figlio di maghi. Da qui comincia il suo viaggio verso Hogwarts, scuola dove verrà addestrato a gestire i propri poteri. Ma dove stringerà anche varie amicizie. E dove, soprattutto, verrà a conoscenza del suo destino. I suoi genitori, infatti, non sono morti per caso, ma cercando di opporsi a Lord Voldemort, il più potente mago oscuro di tutti i tempi. Che però è stato clamorosamente fermato proprio da un Harry in fasce.
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Il primo libro della saga della Rowling uscì nel 1997. Ed iniziò velocemente ad attirare l’attenzione del pubblico. Man mano che ne venivano pubblicati i capitoli successivi, anzi, si scopriva che la saga non piaceva solo ai bambini, per i quali era stata pensata, ma anche agli adolescenti e agli adulti. Cosa che suscitò subito l’attenzione di Hollywood, che corse ad opzionarne i diritti.
La serie dei film
Nel 2001, come detto, uscì così il primo capitolo cinematografico, quando di romanzi ne erano stati pubblicati solo quattro. Si trattava di Harry Potter e la pietra filosofale, diretto da Chris Columbus. L’anno dopo fu la volta di Harry Potter e la camera dei segreti. Nel 2004 arrivò poi Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, mentre nel 2005 fu la volta di Harry Potter e il calice di fuoco. Harry Potter e l’Ordine della Fenice è datato invece 2007, mentre nel 2009 è uscito Harry Potter e il principe mezzosangue.
Infine, il capitolo conclusivo di tutta la saga – Harry Potter e i Doni della morte – è stato diviso dai produttori in due parti. La prima è stata lanciata nei cinema nel 2010, la seconda qualche mese dopo, nel 2011. Entrando, soprattutto col secondo capitolo, nella top ten dei film con i maggiori incassi della storia del cinema.
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Il labirinto del fauno
Tra la Spagna e un mondo mitico
Chiudiamo gli anni 2000 con un film meno noto di quelli che abbiamo presentato finora, ma non meno bello: Il labirinto del fauno. La pellicola, uscita nel 2006, è frutto di una coproduzione spagnolo-messicana, cosa che di per sé, in genere, non assicura un grande battage pubblicitario. Il regista e sceneggiatore Guillermo Del Toro, però, all’epoca era già famoso per aver diretto Blade II ed Hellboy, horror basati sui fumetti. Inoltre il film venne presentato a Cannes. Gli applausi lì ottenuti gli consentirono di essere esportato più facilmente, sia nei paesi europei che negli Stati Uniti.
La storia è ambientata nella Spagna del 1944. Mentre nel resto d’Europa infuria la Seconda guerra mondiale, il paese è neutrale e quindi in pace. Ma appena cinque anni prima si è conclusa la Guerra civile che ha portato al potere Francisco Franco. Questo clima precario si riflette sulla trama, che viene narrata su due binari paralleli. Da un lato c’è infatti la realtà consueta, in cui la piccola Ofelia interagisce con la madre incinta e con il patrigno, il falangista Vidal. Ma dall’altro lato c’è un mondo magico e mitico.
Il fauno e le creature
Ofelia infatti si addentra anche in un mondo apparentemente fantastico, dominato da uno strano labirinto abbandonato. In questo mondo c’è inoltre un fauno assai misterioso, oltre a una serie di strane e magiche creature. Il tutto ha un significato molto particolare che verrà spiegato con il procedere del film, ma che su pellicola viene reso magnificamente grazie ad un largo uso di effetti speciali.
Il film, toccante, capovolge il senso delle tradizionali storie fantasy. Non ci sono eroi che devono sconfiggere il male, ma una ragazzina che comincia a scoprire il mondo. Più simile ad una favola (moderna) che ad un’epica avventura di guerrieri, il film è stato definito da Del Toro una sorta di parabola, che prosegue i temi già presentati in un suo lavoro precedente, La spina del diavolo. Un film, quest’ultimo, ambientato proprio durante gli anni della Guerra civile. Anche per questo suo spessore e per la bellezza visiva, Il labirinto del fauno si è aggiudicato vari premi, tra cui anche tre Oscar.
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Il mago di Oz
Un capolavoro datato 1939
Dopo aver visto alcuni classici recenti, andiamo ai classici veri e propri. Quei film, cioè, che arrivano dal passato e che probabilmente (se siete giovani) non avete ancora visto, ma che hanno fatto la storia di questo genere. E se di classici vogliamo parlare, non si può non partire da Il mago di Oz. Cioè dal film che, fino a qualche anno fa, era indubbiamente il film fantasy di maggior successo di sempre.
Anche in questo caso, però, siamo di fronte ad una storia che deve maggiormente alla tradizione favolistica che a quella tolkeniana. Il film uscì, d’altronde, nel 1939, vari anni prima che lo scrittore britannico desse alle stampe le sue opere più famose. Alla base della trama c’era quello che all’epoca era un celebre romanzo per ragazzi, Il meraviglioso mago di Oz, pubblicato nel 1900 dall’americano L. Frank Baum. Una storia incentrata su una ragazzina del Kansas, Dorothy, che assieme al suo cane Toto si trovava catapultata in un mondo fatato.
I kolossal MGM
Il libro era, forse, una sorta di parabola sull’economia americana di fine ‘800, ma fu apprezzato fin da subito per il suo carattere avventuroso e pieno di invenzioni fantastiche. Gli stessi caratteri che i produttori della MGM cercarono di riportare su pellicola nel 1939. E quell’anno, per la major americana, fu d’altra parte fondamentale. Oltre a questo film uscì infatti un altro kolossal a colori, Via col vento, che con Il mago di Oz condivideva anche in un certo senso la regia.
Nonostante la pellicola sia accreditata a Victor Fleming, durante la lavorazione si alternarono infatti vari registi. Ma il segreto del successo del film fantasy è da ricercare in altri fattori. Ad esempio, nella presenza di Judy Garland, all’epoca all’apice della carriera nonostante avesse appena 17 anni. O nella straordinaria colonna sonora, che comprendeva anche Over the Rainbow, che sarebbe diventato un classico. E nel fantastico Technicolor, una novità nel cinema di quegli anni. Anche per tutto questo, la pellicola merita di essere rivista ancora oggi, a quasi 80 anni d’età.
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La storia fantastica
Cappa, spada, amore e risate
Concludiamo ritornando alle atmosfere più tradizionali del fantasy. E cioè a cavalieri, lande desolate, guerrieri, buoni e cattivi, onore e tradimento. Tutti elementi che risaltano in La storia fantastica, film del 1987 diretto da Rob Reiner. Se conoscete questo attore e regista, sapete però che le sue storie hanno spesso una componente comica al loro interno; e così è infatti anche per questo film.
Il bello di La storia fantastica è infatti la sua capacità di mantenersi in equilibrio tra avventura, azione, dramma, romanticismo e commedia. Una capacità che era propria anche del libro da cui è stato tratto, La principessa sposa, romanzo scritto nel 1973 da William Goldman, autore tra l’altro anche della sceneggiatura del film. E che Reiner ha saputo mantenere con l’aiuto di attori come Cary Elwes, Robin Wright, Mandy Patinkin, Billy Crystal e Peter Falk.
Westley e Bottondoro
La storia è quella di un servitore, Westley, che cresce di fianco a una principessa, Bottondoro. Lui le obbedisce rispondendo sempre «Ai tuoi ordini», e pian piano se ne innamora. Una volta cresciuti, anche lei comincia a provare affetto per il ragazzo, ma lui sa di non poterla sposare per via delle sue umili origini. Per questo decide di partire in cerca di fortuna. Poco dopo, però, si sparge la voce che sia morto, ucciso dal pirata Roberts. Cosa che getta Bottondoro nello sconforto e, dopo qualche tempo, la convince ad accettare la proposta di matrimonio del principe Humperdinck.
Prima delle nozze però Bottondoro viene rapita da tre sgherri dello stesso Humperdinck. Questi, infatti, voleva fin dall’inizio simulare il rapimento per provocare una guerra col paese vicino. A salvare la ragazza interviene però il già citato pirata Roberts. E la storia presto si evolve tra risate, colpi di scena e ancora un po’ di sano romanticismo. Il film, adatto ai ragazzi ma anche agli adulti, è considerato uno dei più divertenti e appassionanti di questo genere cinematografico. Non a caso, è stato da poco inserito nella lista dei film da preservare della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
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Willow, fine anni ’80, secondo me molto bello. 😊