Cinque film sullo skate dagli anni ’80 ad oggi

Una scena di Lords of Dogtown

Lo skateboarding – o skate – è uno degli sport più particolari del mondo: estremo e ostracizzato, dalla grande presa sui giovani ma anche accompagnato da un preciso stile di vita e da una specifica cultura, è qualcosa che va al di là del mero concetto di sport e sfocia facilmente nel sociale.

Un fenomeno che ha iniziato a diffondersi in maniera estensiva tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, prima negli Stati Uniti e poi, a cascata, negli altri paesi occidentali, Italia compresa. Un fenomeno che da allora non ha conosciuto crisi, e che deve la sua popolarità a canzoni, serie TV ma anche a film, che ne hanno propagato gli ideali e l’epica in tutto il mondo. Scopriamo quindi assieme cinque tra i migliori film sullo skate dagli anni ’80 ad oggi.

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Corsa al massacro

Josh Brolin e i Red Hot Chili Peppers

Il primo film ad aver parlato, in maniera importante, della cultura skate americana è stato senza dubbio Corsa al massacro, noto anche col titolo originale americano di Thrashin’. Diretto nel 1986 da David Winters a partire da una sceneggiatura di Paul Brown e Alan Sacks, il film è poco noto in Italia, dove non ha avuto una vera e propria distribuzione ed è stato trasmesso invece da varie emittenti private sul finire degli anni ’80.

Particolare non di poco conto è il ruolo del protagonista, Corey Webster, affidato a un giovanissimo Josh Brolin, che era all’epoca reduce dai fasti de I Goonies, il suo film d’esordio, ma nella pellicola comparivano anche dei giovanissimi Red Hot Chili Peppers, impegnati a suonare la loro Black Eyed Blonde. La storia era quella di un gruppo di ragazzi dell’Indiana che affrontavano un viaggio verso la California per una gara nazionale di skateboard chiamata appunto “corsa al massacro”.

 

California Skate

Quando lo skateboard si tinge di giallo

Altra pellicola di culto, e altrettanto introvabile, è California Skate, titolo italiano di Gleaming the Cube, film americano del 1989 che vantava, nel cast, un giovane Christian Slater appena uscito da tre successi consecutivi come Il nome della rosa, Tucker, un uomo e il suo sogno e Schegge di follia, e soprattutto alcuni skater professionisti come Tony Hawk e Tommy Guerrero, oltre a quelli che lavoravano come stunt.

La trama mescolava azione e giallo: il protagonista, Brian Kelly, era infatti un appassionato di skate che passava i pomeriggi con una banda di amici, ma che rimaneva anche testimone suo malgrado dell’omicidio del fratellastro, omicidio che veniva però fatto passare per suicidio. Cercando di smascherare i colpevoli, il ragazzo maturava assieme ai suoi compagni, correndo anche qualche rischio.

 

Dogtown and Z-Boys

Il documentario sulla rivoluzione degli anni ’70

Non è invece un film narrativo, ma piuttosto un documentario la terza pellicola della nostra cinquina, Dogtown & Z-Boys, scritta e diretta da Stacy Peralta nel 2001. La storia è quella degli Z-Boys che ha ispirato anche il più celebre film di questo genere, di cui parleremo a brevissimo: questa crew era un gruppo di una quindicina di surfisti che negli anni Settanta decise di trovare un passatempo pomeridiano, visto che le onde della California erano adatte per surfare solo nelle prime ore del mattino, e optarono per lo skateboard, rivitalizzandone l’uso.

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Stacy Peralta, il regista, era proprio uno dei membri di quel gruppo che rivoluzionò il modo di usare lo skate dopo che per anni era stato relegato quasi a un gioco per bambini; perciò il documentario ricostruisce dall’ottica proprio dei protagonisti le gesta degli Z-Boys, che entravano di nascosto nelle ricche ville della California per esercitarsi con lo skateboard all’interno delle piscine svuotate dall’acqua.

 

Lords of Dogtown

L’epopea dei ragazzi di Venice Beach

Di nuovo a firma Stacy Peralta è anche la sceneggiatura del film Lords of Dogtown, che racconta gli stessi eventi di Dogtown & Z-Boys ma in una forma più adatta al sistema hollywoodiano e con attori professionisti (oltre che con la direzione di Catherine Hardwicke, già regista allora anche di Thirteen – 13 anni e successivamente del primo capitolo di Twilight); nel cast, infatti, figuravano Emile Hirsch, Heath Ledger, Nikki Reed, Rebecca De Mornay, America Ferrera, Johnny Knoxville ed altri ancora.


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La storia è di nuovo quella dei ragazzi di Venice Beach, che scoprono la possibilità di installare le ruote in poliuretano sui tradizionali skateboard e di usarli quasi come delle tavole da surf sull’asfalto. Il gruppo, che bazzicava spesso anche nei dintorni del negozio di surf Jeff Ho Surfboards and Zephyr Productions, avrebbe dato poi vita a un team pluripremiato, lo Zephyr Skate Team, da cui deriva il nomignolo di Z-Boys. Nel film compaiono, con dei cameo, anche i vecchi membri originali del gruppo e il noto Tony Hawk.

 

Paranoid Park

Tra skateboard e morte

L’ultimo film che abbiamo scelto è nuovamente una pellicola in cui l’amore per lo skate si mescola a una trama più ampia e drammatica. Il film di cui stiamo parlando è Paranoid Park, diretto e sceneggiato nel 2007 da Gus Van Sant a partire da un romanzo di Blake Nelson; un film che, come spesso accade al regista statunitense, è stato molto apprezzato dalla critica, tanto da aggiudicarsi il Premio speciale per il 60° anniversario al Festival di Cannes ed essere eletto film dell’anno dai critici dei Cahiers du cinéma.

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La storia è quella di un sedicenne di Portland, in Oregon, che frequenta appunto il Paranoid Park, un parco amato dagli skater; con un gruppo di questi decide di provare qualche emozione forte e provare a saltare sui treni merci in corsa, ma qui si verifica una tragedia che rischia di sconvolgergli la vita: una guardia accorsa per fermarli viene tranciata in due da un altro treno anche per colpa del ragazzo, e le indagini sembrano in qualche modo convogliare su di lui.

 

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