
L’amore è un tema così diffuso da essere presente in quasi tutti i romanzi, anche in quelli che non ne parlano esplicitamente. Del resto, non sempre i lettori sono appassionati del genere e nemmeno tutti gli autori sono disposti a scrivere su questo argomento come Nicholas Sparks. Eppure, anche in un libro giallo o thriller, capita che i personaggi abbandonino la loro indagine per gettarsi uno nelle braccia dell’altra: basti pensare all’affascinante Robert Langdon, il protagonista creato da Dan Brown, che incontra una nuova partner in ogni avventura.
È comunque una tematica ricorrente perché accomuna ogni lettore: sono così tante le forme di amore esistenti che è praticamente impossibile non averne provata nemmeno una.
Non sempre però vivere una storia d’amore significa uscirne illesi, anzi, è risaputo che solitamente questo sentimento va a braccetto con la sofferenza. L’amore non corrisposto ne è un esempio lampante e solamente pochissimi fortunati non l’hanno mai conosciuto.
Leggi anche: Cinque memorabili storie d’amore nei libri
Spesso non c’è consolazione per un paio d’occhi in lacrime o per un cuore infranto, ma in realtà una storia in cui un protagonista si trova nella stessa situazione può fare miracoli e soprattutto alleviare il senso di solitudine di chi si crede incompreso.
Questa circostanza è stata infatti capace di deludere le aspettative di molti personaggi importanti della letteratura: ecco cinque frasi tratte dai romanzi che al meglio descrivono questa dolorosa esperienza.
Indice
1. L’amore non corrisposto per qualcuno che non esiste
L’infatuazione di Rossella per Ashley in Via col vento
Alla sua pubblicazione, nel 1936, nessuno pensava che sarebbe diventato uno dei romanzi più letti di tutti i tempi. Invece Via col vento, sia per le avvincenti storie d’amore che per il preciso quadro storico statunitense sulla Guerra di secessione, continua ad essere apprezzato in tutto il mondo.
Che dire poi dell’eroina Rossella O’Hara, estremamente coraggiosa e senza scrupoli? Eppure il suo fascino non è mai bastato ad attirare l’attenzione di Ahley Wilkes, l’uomo di cui sin dall’inizio è infatuata.
«Non è mai esistito veramente, se non nella mia fantasia», pensò con tristezza. «Ho amato qualche cosa costruita da me, qualche cosa che è morta con Melania. Ho fatto un bel fantoccio e me ne sono innamorata. E quando Ashley venne a cavallo, così bello, così diverso, gli misi gli abiti del fantoccio e glieli feci portare, gli andassero bene o no. E non ho mai voluto vederlo come era in realtà. Ho continuato ad amare il fantoccio… ma non lui».
Il romanzo si apre infatti con una protagonista sconvolta dalla notizia dell’imminente matrimonio di Ashley con Melania. Naturalmente Rossella ha abbastanza sfacciataggine da dichiarargli il proprio amore, ma le nozze hanno luogo comunque.
Qualsiasi donna si sarebbe arresa, ma lei rimane convinta di poter vivere prima o poi con l’uomo che ama. Ogni sua aspettativa si sgretola quando, alla morte di Melania, Ashley le confessa di non aver mai amato altri che la moglie.
Per lei si tratta di un duro colpo, ma le dà anche la possibilità di rendersi conto di non essersi innamorata tanto di Ashley, quanto dell’idea che si era fatta di lui. Questa scoperta rende Rossella partecipe di una verità di cui il lettore si era già accorto da tempo: mentre lei lottava per il suo amore, lui non muoveva un dito, perché nessun “fantoccio” avrebbe mai potuto corrispondere questo sentimento.
2. Un sentimento che conduce a un gesto estremo
L’amore fatale di Éponine per Marius ne I miserabili
In un’opera poliedrica come I miserabili, romanzo storico e sociale scritto dal francese Victor Hugo e pubblicato nel 1862, non poteva di certo mancare un esempio di amore non corrisposto. Questa volta si tratta di quello sfortunato di Éponine Thénardier per Marius Pontmercy, il quale rimane ignaro di tutto fino alla fine, occupato com’è a pensare a Cosette, la ragazza che a sua volta ama.
Figlia di scaltri truffatori, Éponine rivela una natura ben diversa da quella che accomuna gli altri membri della sua famiglia: non a caso manda all’aria un tentativo di rapina proprio per salvare Marius.
L’amore non ha mezzi termini; o perde, o salva. […] Esso è la vita se non è la morte: culla, ma anche bara.
Dà tuttavia davvero prova del suo amore quando, alle barricate, salva il ragazzo da un proiettile facendogli da scudo con il proprio corpo. Per questo la giovane diventa simbolo di un amore che, anziché rinvigorire, uccide.
Del resto si tratta di un sentimento che qui non conosce sfumature e non ha mezzi termini. Il lettore intuisce che la ragazza non riuscirà mai a conquistare Marius, nel lieto fine non c’è posto per lei né per il suo amore, come se fosse stata scelta unicamente per espiare le colpe dei genitori.
Per questo è commovente la sua timida confessione poco prima di morire: «Sapete signor Marius, credo di essere stata un po’ innamorata di voi».
3. La forza di reagire ad un inganno
Le sofferenze e il lieto fine di Marianne Dashwood in Ragione e sentimento
Al 1811 risale la prima pubblicazione di uno dei romanzi più acclamati di Jane Austen, Ragione e sentimento che, con le vicende delle sorelle Dashwood, riesce ad attrarre un gran numero di lettori. Eppure, entrambe le eroine devono lottare parecchio prima di raggiungere la felicità e, nonostante siano tutte e due vittima di un malinteso, la strada della secondogenita verso il lieto fine è di gran lunga più tortuosa.
È in circostanze sfortunate, infatti, che Marianne conosce l’attraente John Willoughby, colui che sarà la causa di tutte le sue disgrazie.
Dire che lo dimenticherò presto o che mai lo dimenticherò sarebbe sciocco. Nessun cambiamento di circostanze o di opinioni potrà mai cancellare il suo ricordo. Ma sarà frenato, sarà controllato dalla religione, dalla ragione, da costanti occupazioni.
La giovane vive con slancio quell’amicizia che sembra destinata a trasformarsi in qualcosa di più, ma ogni sua speranza si infrange quando Willoughby parte per Londra e non le dà più sue notizie. Molti mesi dopo la ragazza capisce di essere stata ingannata con false promesse e si ammala gravemente.
Leggi anche: Cinque commoventi film sull’amore impossibile
Lentamente Marianne recupera la salute e con essa guarisce anche il suo cuore infranto. La minore delle sorelle Dashwood comprende di aver dato libero sfogo alla propria emotività e si ripromette per cui di assecondare di più la ragione, seguendo l’esempio della sorella.
Ciò che ancora non sa è che il futuro ha in serbo per lei una piacevole sorpresa che l’aiuterà finalmente a cancellare ogni ferita.
4. Il dramma della “migliore amica”
Il ruolo spiacevole della Silvia di Bianca come il latte, rossa come il sangue
Romanzo d’esordio dello scrittore italiano Alessandro D’Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue (2010) ha spopolato tra i giovani lettori, sia per lo stile scorrevole che per l’attualità delle vicende che hanno come protagonisti gli adolescenti Leo, Silvia e Beatrice. In questo caso le vittime dell’amore non corrisposto sono Silvia, segretamente innamorata di Leo, e lo stesso Leo, infatuato a sua volta di Beatrice.
Mentre la cotta di Leo è palese, Silvia risulta ancora più sfortunata: si ritrova infatti in quella che nel gergo giovanile attuale viene definita friendzone, ossia una situazione in cui si è innamorati di una persona per la quale non si è nulla di più che semplici amici o, ancora peggio, migliori amici.
Senza la tua presenza il mondo si è svuotato. Mi manca tutto di te: la risata, lo sguardo, i congiuntivi mancati, gli SMS, le chiacchierate… Tutte quelle cose insignificanti che valgono tutto per me, perché sono tue.
Quindi non solo alla povera Silvia manca il coraggio di dichiararsi ma, da brava amica del cuore, deve persino aiutare Leo a conquistare la ragazza dei suoi sogni.
La gelosia la spinge tuttavia a cercare di allontanare Leo da Beatrice, anche se poi è sopraffatta dai sensi di colpa.
Convive per mesi con questo segreto, finché non decide di scusarsi, anche se nel momento sbagliato, ovvero quando Leo sta per confessarle di provare per lei qualcosa che va oltre l’amicizia. Sono perciò righe disperate quelle Silvia gli scrive nel tentativo di riconquistarlo, fortunatamente riuscendoci.
5. Il respinto tenace
L’insistenza di Edoardo in L’amore non si dice
Spesso parliamo di amore non corrisposto anche quando in realtà si tratta di un amore non dichiarato perché, forse per paura di un rifiuto, si preferisce non esternare alcun sentimento.
Qualcuno che invece ha davvero a che fare con una ragazza che non vuole assolutamente sapere nulla di lui è Edoardo, il giovane protagonista del romanzo dello scrittore bolognese Massimo Vitali, L’amore non si dice.
Cara Teresa,
perdonami se in queste mie prime lettere farò talvolta qualche digressione, ma sai sono le prime, non è facile parlare d’amore senza lasciare qualche traccia. Mi devo un po’ abituare. Ti amo.
[…] Tranquilla, non userò più questo indirizzo per scriverti delle cose che non vuoi leggere. […]
Pubblicato per la prima volta nel 2010, il libro parla degli stravaganti tentativi del personaggio principale di far colpo su Teresa, la ragazza di cui è innamorato e che si rifiuta categoricamente di frequentarlo. Edoardo è un corteggiatore romantico, che utilizza le lettere cartacee come metodo d’approccio. Si tratta di un gesto capace di intenerire chiunque, ma non l’inflessibile Teresa, che gli vieta di spedirle lettere d’amore.
Naturalmente Edoardo non si dà per vinto: continua a mandarle messaggi, eludendo quelle “cose che non vuole leggere”, ossia parole d’amore.
A partire da questo momento, le buste che Teresa aprirà conterranno quindi lettere dell’argomento più improbabile e significante, come i lavandini o il traffico urbano. Del resto in amore e in guerra tutto è concesso ed Edoardo non è fatto per arrendersi, ma Teresa saprà apprezzare la sua originalità?
E voi, quale frase sull’amore non corrisposto preferite?