
La forza delle sitcom, è indubbio, risiede principalmente nei personaggi che ne sono protagonisti: le situazioni più o meno si rincorrono di serie in serie e perfino le battute, anche quelle migliori, hanno bisogno di una bocca che possa renderle credibili. Così a distanza di anni non è raro sentire la mancanza di questo o di quel protagonista, entrato nel nostro immaginario molto più delle storie a cui ha dato vita.
Indubbiamente, uno dei personaggi più memorabili degli ultimi anni è Barney Stinson: nato come spalla di Ted Mosby, il protagonista di How I Met Your Mother, gli ha presto rubato la scena, grazie da un lato alla convincente interpretazione di Neil Patrick Harris, dall’altro a dei tormentoni e a delle frasi a volte al limite del grottesco ma che hanno finito per creare un personaggio indimenticabile. Mentre negli Stati Uniti sta andando in onda l’ultima stagione della serie, abbiamo quindi deciso di ricapitolare l’avventura televisiva di Barney, scegliendo le sue cinque frasi più divertenti e leggendarie. Eccole.
Indice
Uscire con una vecchia fiamma
dall’episodio 1.04 – Il ritorno della camicia
Partiamo dalla prima stagione, quando Barney non lo conoscevamo ancora bene. Il quarto episodio, sceneggiato da Kourtney Kang – giovane ma abile scrittrice hawaiana da poco promossa a produttrice esecutiva della serie – vede Ted impegnato a tentare di riallacciare i rapporti con alcune vecchie fiamme; fin dall’inizio, però, Barney sembra non vedere di buon occhio l’iniziativa, fedele al suo motto sempiterno del “nuovo è meglio”.
Nella battuta che vi presentiamo, però, c’è da segnalare una infelice traduzione italiana, e per questo è meglio ascoltarla in lingua originale: mentre nella versione doppiata Barney dice «Ci sono solo due motivi per rivederti con una che hai scaricato: 1) tette; 2) tette finte», nell’originale la frase è decisamente più efficace:
There are only two reasons to date a girl you’ve already dated: breast implants.
Quanto vale la pena aspettare per fare sesso
dall’episodio 1.14 – La prima volta
Rimaniamo sulla prima stagione, ma spostiamoci un po’ più avanti e cioè al quattordicesimo episodio, scritto da un’altra donna, Brenda Hsueh (è paradossale che le battute più feroci e maschiliste di Barney escano quasi sempre dalla penna di una donna), per anni collaboratrice della serie sia in veste di scrittrice che di produttrice ed oggi impegnata sul serial Sullivan & son della TBS.
Anche qui la battuta di Barney scaturisce da una discussione al bar con gli amici e il tema è quanto valga la pena aspettare prima di far sesso con una ragazza. Qualcuno propone un mese e la risposta di Barney è geniale, anche se pure qui ve la proponiamo in inglese perché nella versione italiana è stata troncata in un «Si può aspettare di fare sesso solamente se la tua ragazza ha 17 anni e 11 mesi»:
The only reason to wait a month for sex is if the girl is 17 years, 11 months old.
A colloquio con Dio
dall’episodio 4.07 – La festa del non papà
Ad un certo punto della quarta stagione, Barney sembra vedere realizzato il suo peggiore incubo: avere un figlio. Nell’episodio La festa del non papà, sceneggiato dall’ennesima donna, Robia Rashid (oggi co-producer dello show), Barney decide quindi di rivolgersi direttamente a Dio per cercare di porre rimedio al fatto; alla fine il tutto si rivelerà solo un falso allarme e per questo il nostro eroe deciderà di celebrare la festa del non papà.
Epico, però, il modo in cui Barney inizia a rivolgersi al Creatore (e per una volta ben reso anche in italiano):
Signore, sono io, Barney. Come butta? Lo so che noi due non parliamo spesso, anche se molte ragazze invocano il tuo nome grazie a me.
Il curriculum
dall’episodio 4.14 – Nessun limite
Arriviamo finalmente al primo episodio della nostra cinquina sceneggiato da un uomo, Jonathan Groff, solo un omonimo del più celebre attore già visto in Glee nel ruolo di Jesse St. James.
Questo Groff, invece, viene da una lunga gavetta con Conan O’Brien che l’ha portato poi a collaborare con varie serie; per E alla fine arriva mamma ha sceneggiato tre episodi, l’ultimo dei quali è proprio Nessun limite, in cui Barney cerca di aiutare Robin – che avendo perso il lavoro rischia di essere rispedita in Canada – a preparare un curriculum efficace. Inutile dire che il curriculum di Barney è esilarante:
Per tutta la vita ho sfidato i miei limiti per sorpassare il confine del possibile […] più oltre ancora, fino al punto in cui ciò che è possibile e l’impossibile si mescolano e si trasformano nel possimpibile […]. E se posso lasciarvi con una massima, ecco qual è: nella vita niente e ogni cosa è possimpibile.
La regola dei tre giorni
dall’episodio 4.21 – La regola dei tre giorni
Concludiamo con quella che più che una frase è un monologo. Nel ventunesimo episodio della quarta stagione, Barney cerca di spiegare all’amico Ted perché non dovrebbe richiamare subito una ragazza con la quale si è trovato particolarmente bene, e per essere più convincente finisce per tirare in ballo nientemeno che Gesù Cristo.
L’episodio è scritto da Greg Malins, un veterano delle sitcom americane: per Friends ha scritto una quindicina di puntate (tra cui quella del matrimonio tra Monica e Chandler) e ha poi contribuito anche al successo di Will & Grace, mentre recentemente ha creato assieme a Bill Lawrence (l’ideatore di Scrubs) un nuovo serial intitolato Ground Floor, in onda da circa un mese sulla TBS. Ma ecco il monologo di Barney:
Dico sul serio è stato lui [Gesù] a gettare le basi per la regola dei tre giorni. Ha aspettato tre giorni per resuscitare, ottima decisione! Se lo avesse fatto il giorno dopo molti non si sarebbero neanche accorti che era morto: «Ehi Gesù tutto bene?». E lui avrebbe risposto: «Tu che cosa ne dici? Ieri ero più di là che di qua!». E quello: «Oggi però ti vedo in gran forma ragazzo!». E Gesù avrebbe dovuto stare lì a spiegare che era risorto, che era stato un miracolo e l’altro, già me lo vedo: «Oh certo, se lo dici tu, fratello». E notate che non è risorto di sabato, il sabato c’è da fare: pulire casa, lavorare al telaio, regolarsi la barba. No, Lui ha deciso di aspettare un numero di giorni ideale, tre!