Cinque frasi di Oscar Wilde effettivamente pronunciate da lui

La più famosa foto di Oscar Wilde, grande autore di frasi e aforismi (oltre che di romanzi e opere teatrali)

Ecco le cinque frasi di Oscar Wilde che ci piacciono di più: vota la tua preferita e poi scopri la sua storia leggendo l'articolo.

 
Oscar Wilde è uno degli autori preferiti di molti, nell’Italia di oggi. D’altronde, il suo stile ben si adatta ai nostri giorni, forse addirittura di più di quanto non si adattasse ai suoi, di tempi. Sagace, provocatorio, capace di frasi brevissime e lapidarie, sarebbe stato una perfetta twitstar. E di sicuro nei nostri tempi avrebbe avuto meno problemi di quanti non ne ebbe con la società bacchettona che lo mandò perfino in prigione per sodomia.

Un dandy adatto per i nostri tempi

Certo, non è detto che al nostro tempo avrebbe avuto il risalto e la fama che conquistò sul finire dell’Ottocento. Perché oggi i suoi atteggiamenti dandy non spiccherebbero ma si confonderebbero, visto che li esibiscono in molti. Probabilmente gli sarebbe più difficile emergere e farsi notare. Nell’Irlanda e nell’Inghilterra del suo tempo, invece, il compito fu relativamente facile.

Non si deve però pensare che Oscar Wilde sia stato solo un furbo e brillante provocatore. Dietro a questa patina satirica, infatti, le sue opere manifestano una profondità di pensiero che è difficile trovare in altri autori coevi. E lo stesso si può dire delle sue frasi, che sembrano semplici ma in realtà riescono ad essere allo stesso tempo intelligenti, divertenti e acute. Scopriamone insieme cinque, che sicuramente Oscar Wilde ha pronunciato. Quelle apocrife, invece, le trovate altrove sul web.

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Il pompelmo e il limone

Il sarcasmo pungente di Oscar Wilde

L’abbiamo detto: Wilde era uno scrittore che amava la battuta arguta. Una capacità che gli aveva permesso di conquistarsi un certo successo in società. L’Inghilterra vittoriana era infatti un mondo estremamente puritano, in cui le cose si potevano pure fare, ma era meglio non dirle. Wilde, in questo ambiente, ci andava a nozze, perché scandalizzava, provocava e sconvolgeva, lasciando però sempre aperta la porta allo scherzo, come se le sue frasi potessero essere facilmente esorcizzate.

Definizione di pompelmo: un limone cui si è presentata un’occasione e ha saputo approfittarne.

La citazione con cui abbiamo scelto di aprire la nostra lista manifesta tutto questo. Gioca su due agrumi – il limone e il pompelmo – per suggerire un giudizio molto più sagace sulle persone, uomini e donne, della Gran Bretagna del suo tempo.


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Le donne non si comprendono

Il rapporto con il gentil sesso

La seconda frase è una delle più famose mai scritte da Oscar Wilde. Una frase che di sicuro piacerà alle donne, perché riesce a cogliere perfettamente il segno dell’enigma che esse rappresentano per gli uomini. Un enigma che si può risolvere in un solo modo: tramite l’amore.

Le donne non si comprendono, si amano.

Wilde ebbe rapporti particolari con l’elemento femminile. La sua omosessualità, infatti, non gli proibì di amare anche alcune rappresentanti del gentil sesso, tra le quali pure sua moglie. A Constance Lloyd volle sempre bene, ricambiato. Sia lei che lui morirono prematuramente, e dopo gli scandali sessuali non tornarono più a vivere assieme, ma si tennero in contatto, con lei che lo manteneva cercando allo stesso tempo di obbligarlo a lasciare l’amante.

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Il cinismo

Un’accusa che veniva spesso rivolta a Wilde

Wilde non pubblicò mai, in vita, una raccolta di suoi aforismi, forse semplicemente perché non aveva pensato che potessero avere un mercato. Ci pensarono però i suoi amici, che già quando la sua situazione personale precipitò si premurarono di dare alle stampe alcuni volumi. I proventi dovevano servire, infatti, per sostenere economicamente le spese legali che Wilde si trovava ad affrontare, e per ripagare i suoi debiti.

Il cinismo è semplicemente l’arte di vedere le cose come sono, non quali dovrebbero essere.

Proprio da una di quelle raccolte è tratta la frase che leggete qui sopra, sul cinismo. Un tema non infrequente negli scritti dell’irlandese, anche perché quella di essere un cinico era l’accusa che gli veniva mossa più spesso. Un’accusa da cui voleva a tutti i costi difendersi, non negando di esserlo, quanto spiegando la nobiltà della sua posizione.


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Perdere i genitori

Da L’importanza di chiamarsi Ernesto

L’importanza di chiamarsi Ernesto non è solo una delle commedie più riuscite e famose di Oscar Wilde, ma in generale una delle più divertenti dell’intero teatro anglosassone. Al centro vi è Jack Worthing, un ragazzo che in campagna mantiene uno stile di vita integerrimo, ma quando arriva in città inventa un nome falso – Ernesto – e comincia a fare i propri comodi.

Perdere un genitore è sfortuna, ma perderli entrambi è sbadataggine.

Come si viene a scoprire durante la commedia, Worthing, orfano di padre e di madre, è stato trovato da bambino all’interno di una grande borsa di cuoio abbandonata a Victoria Station. Quando questo dettaglio emerge, sul finire del primo atto, tutto si apparecchia per la battuta pungente, che gioca anche col non-sense.

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Le tentazioni di Oscar Wilde

I molti vizi dello scrittore

Chiudiamo con la frase che è in assoluto quella che viene riportata più spesso. Di sicuro Oscar Wilde la scrisse – con alcune leggere varianti – in più di un’occasione, anche perché lo rappresentava pienamente. Prendiamo, ad esempio, la questione dell’omosessualità. È vero che nell’Inghilterra puritana dell’epoca esisteva una legge vergognosa sull’argomento (che sarebbe purtroppo sopravvissuta a lungo), ma è vero anche che Wilde avrebbe potuto facilmente evitare tutte le questioni legali se avesse usato qualche banale cautela.


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Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni.

I suoi amori, invece, erano sfrenati, come i suoi vizi. Si attorniava di ragazzini, che spesso non facevano nulla per evitare lo scandalo. Ma anche nelle sue scelte di vita quotidiane Wilde dava prova di non sapersi contenere. Quando, dopo il matrimonio, trovò un lavoro in una rivista femminile, dovette lasciarlo dopo pochi mesi perché non riusciva a stare nell’ufficio per più di un’ora al giorno, forse per il bisogno di fumare. Insomma, non deve stupire che quella frase la si ritrovi sia ne Il ventaglio di Lady Windermere che ne Il ritratto di Dorian Gray.

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