Cinque frasi sui ricordi e sul passato

Le migliori frasi sui ricordi e sul passato

La nostra vita si dipana, secondo molti, in un eterno presente. E però il presente non ha molto senso senza il passato e il futuro. Ce l’hanno insegnato psicologi e filosofi, a partire già dall’antichità quando la riflessione sul tempo – e sulla vita in relazione al tempo – divenne uno dei temi preferiti da molti pensatori. Così, già da allora fiorirono frasi sui ricordi e sul passato ma anche aforismi sulle speranze e sul futuro: due poli – in indietro e in avanti – che d’altronde segnano la nostra vita.

Oggi vogliamo concentrarci su uno di questi estremi, e cioè sul passato. I ricordi ci cambiano, ci fanno percepire il passaggio del tempo e allo stesso tempo ci fanno rendere conto di quali sono stati i momenti più importanti della nostra vita, quelli che ci hanno segnato di più.

Alcuni di questi ricordi sono felici, ed è dolce ed appagante rievocarli, di tanto in tanto, anche per rafforzare i legami e gli affetti. Altri sono invece dolorosi, e ogni volta che ci tornano alla mente sembrano infliggerci un altro colpo, come se l’umiliazione si verificasse di nuovo.

D’altronde, il potere dei ricordi e, di conseguenza, del passato è sempre fortissimo, in grado di segnare la nostra vita, il nostro carattere, le nostre scelte.

Vediamo allora insieme come l’hanno descritto alcuni tra i più grandi scrittori moderni. Ecco cinque frasi sui ricordi che non vi lasceranno indifferenti e in cui forse vi riconoscerete.

 

1. L’unica cosa immortale

La riflessione di Cesare Pavese

Molti scrittori hanno affrontato, durante la loro carriera letteraria, il tema del ricordo e del passato. Il maestro, per tutti, è stato probabilmente Marcel Proust con la sua Alla ricerca del tempo perduto, ma anche in Italia abbiamo avuto dei grandi sviluppatori di questo tema.

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La frase con la quale abbiamo deciso di aprire la nostra cinquina viene proprio dal nostro paese. È una citazione di Cesare Pavese, un narratore che aveva il talento del poeta e la profondità di visione del grande romanziere. Un autore che ha sempre avuto la capacità di cogliere il lato umano e drammatico dell’esistenza.

Cesare Pavese

La vita e la morte sono stati, spesso, gli antipodi entro cui si sono mossi i suoi lavori. Ma anche la sua stessa esistenza terrena è spesso oscillata tra un desiderio di vita e vitalità e lo scoramento della depressione, fino anche al tragico suicidio.

L’uomo mortale, Leucò, non ha che questo d’immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia. Nomi e parole sono questo.
(Cesare Pavese)

La citazione viene per la precisione dai Dialoghi con Leucò, una serie di brevi racconti scritti appunto sotto la forma di dialoghi tra il 1945 e il 1947. In essi c’era poca azione e tanta riflessione, grazie all’influenza del mito – che ha sempre un valore di memoria – e delle filosofie esistenzialista e freudiana.

 

2. I ricordi si interpretano

Da Sigmund Freud a Leo Longanesi

Forse il più importante psicologo che ha sottolineato il peso dei ricordi è stato Sigmund Freud. Il padre della psicoanalisi, infatti, nella sua celebre divisione della psiche umana individuò una zona amplissima, l’inconscio, in cui secondo lui si concentravano i ricordi che non siamo in grado di rievocare, quelli di cui non siamo consapevoli.

Questi ricordi, secondo il medico viennese, non erano solo, banalmente, cose dimenticate, ma segni indelebili che influenzavano le nostre pulsioni, i nostri desideri e quindi anche i nostri comportamenti. Portando avanti una riflessione che in quegli stessi anni veniva accennata anche da Henri Bergson, Freud insomma legò i ricordi al comportamento.

Leo Longanesi nel dopoguerra

Ben presto, però, la sua riflessione si spostò dal passato al futuro, in un certo senso, e cioè dai ricordi ai desideri, alle pulsioni. Il vero centro della sua analisi divennero quindi i sogni, in cui si cercava di soddisfare – in maniera camuffata – i propri desideri reconditi. Lo spazio per i ricordi si assottigliava.

I ricordi si interpretano come i sogni.
(Leo Longanesi)

A richiamare, però, l’importanza di questi ultimi è, nella frase che vi riportiamo qui sopra, Leo Longanesi. Un giornalista ed editore che segnò la vita dell’Italia al passaggio tra fascismo e democrazia, ponendosi sempre su posizioni anticonformiste. E che, per il proprio conservatorismo, dava un importante – seppur da interpretare – peso ai ricordi.

 

3. La vita è il ricordo

Il talento di Gabriel García Márquez

Abbiamo citato, in apertura, Marcel Proust, presentandolo come lo scrittore che più di tutti ha dedicato la propria opera al tema del ricordo e al recupero del passato. In molti, però, nel corso degli anni ne hanno seguito l’esempio, anche rimodulandolo sulla base delle loro culture ed esperienze.

Uno di questi è indubbiamente Gabriel García Márquez, autore di vari capolavori in cui il passato non era più solo quello individuale, ma quello di un’intera famiglia, di un intero villaggio, quasi addirittura di un popolo.

Gabriel García Marquez, autore di una delle più belle frasi sui ricordi (foto di Jose Lara via Flickr)
Gabriel García Marquez, autore di una delle più belle frasi sui ricordi (foto di Jose Lara via Flickr)

In romanzi come Cent’anni di solitudine o L’amore ai tempi del colera, ad esempio, ha saputo recuperare i ricordi personali e quelli dei suoi parenti e amici per costruire un mondo magico, in cui le tradizioni dell’America Latina si mescolano ai sentimenti e alle pulsioni di un intero popolo. E il suo Realismo magico ha fatto scuola.

La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel García Márquez)

D’altronde, la frase qui sopra sottolinea che la vita non è in realtà l’insieme dei fatti, delle esperienze di cui si è stati protagonisti, ma solo il ricordo delle stesse. E, in particolare per un narratore di professione e di talento come lui, la vita è anche come la si racconta, a se stessi e agli altri.

 

4. Speranza e ricordi

I Peanuts di Charles M. Schulz

Non esistono però solo autori che esaltano il ruolo dei ricordi. C’è anche chi, pur essendo affezionato ad essi, tende a ridimensionarne la portata. Perché se è vero che non possiamo vivere spogliandoci completamente del nostro passato, è anche vero che la nostra vita è comunque sempre proiettata in avanti, verso il futuro.

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Forse l’artista che ha saputo meglio combinare questo duplice aspetto è stato Charles M. Schulz, il creatore dei Peanuts, ovvero Charlie Brown, Linus e Lucy van Pelt, Snoopy e molti altri personaggi. Nelle sue strisce ha saputo guardare con un atteggiamento commosso al passato ma anche con speranza verso il futuro.

Charles M. Schulz nel 1956I piccoli protagonisti delle sue storie vivevano in una sorta di tempo immobile, visto che in cinquant’anni di strisce (dal 1950 al 2000, anno di morte di Schulz) non invecchiarono praticamente mai, rimanendo sempre dei bambini. Ma passato e futuro erano comunque presenti in ogni striscia.

Un’intera montagna di ricordi non uguaglierà mai una piccola speranza.
(Charles M. Schulz)

Il passato era infatti rappresentato dal fatto che quei personaggi si ispiravano almeno in parte all’infanzia dello stesso Schulz, che aveva rappresentato in Charlie Brown una sorta di auto-parodia [1].

Il futuro, dal fatto che ognuno di loro aveva una speranza diversa: Charlie Brown ambiva a conquistare il cuore della ragazzina dai capelli rossi; Linus voleva incontrare il Grande Cocomero; Snoopy pubblicare un grande romanzo e così via. E la speranza, per Schulz, batteva i ricordi.

 

5. Il valore di un momento

Le parole di Dr. Seuss

Si dice spesso che siamo nell’epoca della globalizzazione, e che questo si vede anche nella letteratura, tanto è vero che un libro che ha uno straordinario successo in un paese diventa presto un best-seller anche altrove. Tra i motivi, additiamo di solito la vicinanza sempre più netta di gusti, di stili, di riferimenti tra culture teoricamente diverse.

Questo per la verità è vero solo fino ad un certo punto, e il suo principale limite si nota quando si parla di scrittori per l’infanzia. È vero che autori come Roald Dahl o J.K. Rowling sono arcinoti in tutto il mondo, ma è altrettanto vero che altri prodotti più specifici, o legati alle tradizioni locali, non sono arrivati per lungo tempo nel nostro paese.

Ted Geisel, meglio noto come Dr. Seuss
Ted Geisel, meglio noto come Dr. Seuss

Emblematico in questo senso è il caso del Dr. Seuss, pseudonimo dietro a cui si nascondeva Theodor Geisel, scrittore e fumettista che – soprattutto negli anni ’50, ’60 e ’70 – ha segnato l’infanzia di moltissimi statunitensi. Le sue opere, per lungo tempo ignote in Italia, hanno venduto milioni di copie e hanno dato origine a vari cartoni animati.

In certi casi, non saprai mai il valore di un momento fino a quando non diventerà un ricordo.
(Dr. Seuss)

Col suo linguaggio semplice e con la sua grande fantasia Dr. Seuss ha dato vita a personaggi come il Grinch, il gatto col cappello, Ortone e i Chi, che di recente sono finalmente giunti anche nel nostro paese. Ma soprattutto ha portato i bambini a riflettere sul senso dei ricordi e del valore da dare ai vari momenti della vita.

 

E voi, quale frase sul passato e i ricordi preferite?

Ecco cinque frasi sul ricordo e sul passato: vota la tua preferita.

 

Note e approfondimenti

[1] Per approfondire i legami tra Charles M. Schulz e Charlie Brown, potete leggere ad esempio qui.

 

Segnala altre frasi sui ricordi e sul passato nei commenti.

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