Cinque gol impossibili e bellissimi

Zlatan Ibrahimovic, uno che ha abituato da tempo le platee a gol impossibili (foto di Дмитрий Неймырок via Wikimedia Commons)
Zlatan Ibrahimovic, uno che ha abituato da tempo le platee a gol impossibili (foto di Дмитрий Неймырок via Wikimedia Commons)

Il calcio è uno sport a basso punteggio. Il che vuol dire che il più delle volte dobbiamo aspettare 90 minuti per vedere uno o due gol, spesso pure bruttini. Ci sono dei casi, però, in cui si è particolarmente fortunati e si ammirano reti di pregevole fattura. O addirittura dei veri e propri gol impossibili.

Quando questa strana congiunzione astrale si verifica, quei gol rimangono impressi nella nostra memoria. Magari non ricorderemo più qual era l’altra squadra, o il portiere che ha cercato inutilmente di opporsi al tiro, ma il gol in sé lo ricorderemo eccome.

Abbiamo perciò scandagliato gli archivi e abbiamo tirato fuori cinque reti che hanno tutte le caratteristiche per segnare non solo il risultato ma anche la nostra memoria di appassionati. Ecco dunque la classifica dei cinque gol più impossibili di sempre, partendo dal quinto e risalendo fino al primo.

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1. Leo Messi in Barcellona – Getafe

Il gol che ha fatto partire i paragoni con Maradona

Era il 18 aprile 2007 e Leo Messi doveva ancora compiere vent’anni. A quell’età di solito anche i futuri campioni vengono mandati a farsi le ossa nelle serie minori. Oppure sfruttano piccoli spezzoni di partita che vengono concessi loro dagli allenatori.

Messi, invece, in quel giorno seppe tirare fuori dal cilindro quello che è il suo gol più bello. E, più in generale, uno dei più incredibili della storia recente del calcio. Un gol che avete di sicuro visto e rivisto migliaia di volte in TV, perché lo si ritira fuori ogni volta che il campione argentino è chiamato ad una prova importante.

 
Dopo aver ricevuto un passaggio di Xavi a centrocampo, infatti, il piccolo fuoriclasse partì palla al piede verso la porta avversaria, scartando tutto quello che si muoveva sulla sua strada, portiere compreso. Un gol memorabile, che è diventato il marchio di fabbrica della “pulce”.

E un gol che a molti ha richiamato alla mente quello di un altro argentino, Diego Armando Maradona. Durante la Coppa del Mondo del 1986 la sua Argentina si batté, infatti, contro l’Inghilterra. E, se ricordate, Maradona segnò due gol: uno di mano [1] e uno molto simile a questo.

Ma i paragoni non sarebbero corretti né nei confronti di Maradona, né di Messi. Le due situazioni sono troppo diverse e troppi sono gli anni di distanza. Anni che hanno cambiato il gioco e il modo di difendere, oltre che l’atletismo dei giocatori. In ogni caso, il gol di Messi rimane una gioia per gli occhi.

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2. Zlatan Ibrahimović in Svezia – Inghilterra

Il colpo dell’acrobata

Se vi ricordate, la prima volta che noi tifosi italiani sentimmo parlare seriamente di Zlatan Ibrahimović fu nel giugno del 2004. Durante gli Europei di Portogallo, con la sua nazionale, l’attaccante svedese ci inflisse infatti un gol pesantissimo, realizzato quasi con un colpo da karateka.

E nonostante il suo fisico imponente, l’asso del Manchester United ci ha spesso abituati a numeri da circo. Anche perché è cintura nera di taekwondo [2]. Una capacità che è stata decisiva anche nella partita contro l’Inghilterra giocata il 14 novembre 2012.

In quella gara amichevole, disputata in una pausa dalle qualificazioni ai Mondiali, l’ex attaccante di Juve, Inter e Milan produsse una prestazione memorabile. La sua squadra si impose, in casa, per 4-2. Molti osservatori, però, attribuiscono al solo Ibrahimović il merito della vittoria.

D’altronde, l’attaccante svedese siglò tre reti, l’ultima delle quali in pieno recupero. Ed è questa quella che abbiamo scelto. Su un rilancio lungo, il portiere dell’Inghilterra Joe Hart anticipò sia Zlatan che i suoi difensori, allontanando di testa.

Ibrahimović però non fece nemmeno atterrare il pallone a terra, si voltò ed eseguì una rovesciata acrobatica spedendo il pallone in rete dalla tre quarti campo. E da posizione molto angolata.

Un gol che si è aggiudicato anche il FIFA Puskás Award per il gol più bello dell’anno.

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3. Roberto Carlos in Francia – Brasile

Il calcio di punizione dall’effetto straordinario

Di solito, i grandi gol li fanno gli attaccanti. Soprattutto quelli belli, quelli in cui servono capacità specifiche che altri giocatori della squadra non possono avere. Ci sono però, di tanto in tanto, anche dei difensori che si rivelano particolarmente prolifici.

Uno di questi è stato Roberto Carlos, ex terzino brasiliano oggi allenatore del South Melbourne, in Australia. In passato ha vestito le maglie del Palmeiras, dell’Inter e del Real Madrid, realizzando in totale più di 80 gol in carriera [3].

Quella che è rimasta più impressa nella memoria dei tifosi è però probabilmente la rete realizzata il 3 giugno 1997 durante la gara inaugurale del Torneo di Francia. In quell’occasione, infatti, i francesi decisero di organizzare una sorta di prova generale del Mondiale che si sarebbe tenuto un anno dopo. E invitarono Brasile, Italia e Inghilterra.

La prima partita, Francia-Brasile (che, per ironia della sorte, sarebbe stata anche la finale un anno dopo), finì 1-1. Per i francesi segnò Marc Keller, per i brasiliani appunto Roberto Carlos con un prodigioso calcio di punizione. La palla, colpita con le tre dita esterne del piede sinistro, si diresse fortissima verso la porta, curvando in un effetto che non si era mai visto prima.

 

4. Oleksandr Alijev in Ucraina – Turchia under-20

Segnare da centrocampo ad appena vent’anni

Se la punizione di Roberto Carlos di sicuro l’avevate vista tutti, quella di Oleksandr Alijev forse no. Il giocatore ucraino, infatti, ha avuto una carriera discreta ma molto meno rilevante di quella del terzino brasiliano.

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Cresciuto tra lo Spartak Mosca e la Dinamo Kiev, ha giocato sempre e solo tra Ucraina e Russia, imponendosi in particolare proprio con la Dinamo Kiev e col Lokomotiv Mosca. Trequartista, è dotato di un tiro potentissimo che gli ha permesso di segnare anche sei reti con la Nazionale maggiore [4].

Il gol che abbiamo scelto per la nostra selezione è stato però realizzato con la maglia dell’Ucraina under-20. Nel 2005 si svolse in Olanda il Mondiale di categoria, in cui avrebbe trionfato l’Argentina di Messi. L’Ucraina riuscì ad arrivare fino agli ottavi di finale, dove fu eliminata dalla Nigeria poi finalista.

Alijev, però, si fece comunque notare, conquistando il secondo posto della classifica marcatori (dietro Messi e alla pari di Fernando Llorente) e siglando una rete memorabile. Il 17 giugno la sua squadra affrontò la Turchia in una partita decisiva per il passaggio del turno. E lì lui segnò quasi da centrocampo la sua straordinaria rete.

 

5. Mauricio Cataldo in Universidad de Concepción – Universidad de Chile

La sorprendente rabona dal lato dell’area

Ricordate il golden goal? Quella regola, introdotta dalla FIFA tra il 1993 e il 2004, secondo cui durante i supplementari la prima squadra che avesse segnato si sarebbe aggiudicata l’incontro? L’idea della federazione era quella di stimolare un gioco più offensivo, spingendo le squadre a non aspettare passivamente i rigori.

In realtà si ottenne, però, l’effetto opposto, visto che tutte le formazioni temevano di subire un gol irrecuperabile. Quella sudden death, comunque, risultò decisiva in alcune competizioni importanti, ma anche in tornei minori [5].

In Cile, il golden goal più famoso è quello segnato da Mauricio Cataldo durante i playoff del campionato 2003. Il calciatore, noto solo a livello locale, era infatti uno specialista della rabona, quel particolare gesto tecnico che consiste nel colpire la palla facendo passare il piede calciante dietro a quello d’appoggio [6].

In una gara della sua Universidad de Concepción contro l’Universidad de Chile, si esibì in una rabona dal limite destro dell’area, sorprendendo il portiere avversario ed entrando nella leggenda.

 

Ecco cinque gol impossibili e memorabili: vota il tuo preferito.

 

Note e approfondimenti

[1] La celeberrima mano de Dios, che fa ancora discutere, a più di trent’anni di distanza.
[2] Qui un video in cui Ibrahimović viene premiato con la cintura nera di taekwondo.
[3] Ha inoltre giocato per Fenerbahçe e Corinthians, mentre come allenatore lo si è visto finora solo in campionati minori, come quello turco, quello arabo, quello indiano e quello australiano.
[4] Nel suo palmares ci sono due campionati ucraini e due Coppe d’Ucraina, oltre a quattro Supercoppe, sempre d’Ucraina.
[5] Come l’Europeo vinto dalla Germania contro la Repubblica Ceca (col gol di Oliver Bierhoff) e quello vinto dalla Francia purtroppo contro di noi. Purtroppo contro la nostra Nazionale segnò David Trezeguet: se volete rivivere quel dolore, potete vederlo qui.
[6] Qui trovate una guida a questo particolare e spettacolare gesto tecnico. Un gesto che tra l’altro nacque proprio in Sud America, visto che gli europei lo scoprirono solo nel 1930, quando gli argentini la eseguirono durante la prima edizione del Campionato del Mondo in Uruguay.
[-] La foto di copertina di Zlatan Ibrahimović è di Дмитрий Неймырок.

 

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