Cinque grandi film ambientati a Chicago

Il cast di The Untouchables - Gli intoccabili, uno dei film ambientati a Chicago al tempo della lotta alla mafia

Quando si pensa al cinema americano, le città che vengono in mente sono in genere due: New York e Los Angeles. Sulla costa est risiedono gli intellettuali alla Woody Allen, gli artisti; c’è Broadway e si possono ambientare le grandi storie metropolitane. Sulla costa ovest, invece, ci sono Hollywood, la ricchezza, il sole, la California. Due città agli antipodi eppure unite dal fatto di essere spesso rappresentate sul grande schermo. Ma esistono anche dei film ambientati a Chicago, la terza città più popolosa degli States?

Amore e pallottole

La risposta è sì, e anche parecchi. Il fatto è che a volte noi italiani, poco avvezzi ai monumenti delle metropoli USA, neppure ce ne accorgiamo. Lasciando da parte il musical Chicago, che sarà venuto in mente a tutti voi, la lista è piuttosto lunga. Pensate ad esempio a film di gangster come Scarface (l’originale degli anni ’30) o La stangata. O a praticamente tutti i lavori di John Hughes, di cui parleremo in parte nell’articolo. O a film romantici come A proposito della notte scorsa… e Il matrimonio del mio migliore amico.

Insomma, la metropoli del Midwest è stata scelta dai registi per vari motivi. Perlopiù, i film ambientati a Chicago o parlano di gangster o sono commedie, e mescolano quindi risate e tensione, sangue e amore. Noi ne abbiamo scelti cinque che ci sembra ben rappresentano la faccia di Chicago, tra passato e presente. Manca il musical del 2002 interpretato da Renée Zellweger, Catherine Zeta-Jones e Richard Gere, perché, francamente, ci sembrava una scelta troppo banale. Ma non resterete delusi.

 

The Blues Brothers

In missione per conto di Dio

Ray Charles tra i Blues BrothersChicago non è solo la città dei gangster degli anni ’30 o di quel vento che le è valso il soprannome di “Windy City”. Chicago è anche la città del blues, oltre che del jazz. Quando questo genere iniziò ad imporsi negli Stati Uniti, infatti, nell’Illinois sorsero i più importanti club. Quei locali cioè capaci di attirare gli artisti che in genere provenivano dal sud degli USA.

Lì suonarono mostri sacri come Muddy Waters, Howlin’ Wolf, Etta James e Willie Dixon. E lì, nel dopoguerra, Chuck Berry compì il passaggio decisivo dal blues al rock, incidendo Maybellene. Non deve quindi stupire che il primo film che abbiamo scelto per rappresentare Chicago sia The Blues Brothers.


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Il film fu diretto nel 1980 da John Landis a partire da una sceneggiatura dello stesso Landis e di Dan Aykroyd. E vedeva un grande contributo di nativi di Chicago, visto che sia Landis che John Belushi provenivano proprio da “Windy City”. La storia, che di sicuro conoscete, prendeva spunto da due bluesman un po’ particolari interpretati da Aykroyd e Belushi al Saturday Night Live, la popolare trasmissione comica della NBC.

Ovviamente il film, ambientato a Chicago, seguiva le vicende di questi due strani personaggi, Jake ed Elwood, che si proponevano di salvare l’orfanotrofio cattolico in cui erano cresciuti. Per questo si proclamavano in missione “per conto di Dio” e iniziavano a suonare rhythm and blues. Incontrando, nel loro percorso, varie leggende del genere come James Brown, Ray Charles, Aretha Franklin, Cab Calloway e altri. E cantando vari classici, come l’immancabile Sweet Home Chicago.

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Risky Business

Con un giovanissimo Tom Cruise

Un giovane Tom Cruise in Risky Business, uno dei più divertenti film ambientati a ChicagoGli anni ’80 furono un decennio molto fertile per Chicago. D’altronde, quello era un periodo di globale rinascita della città. A metà anni ’70 era stato costruito quello che era all’epoca il grattacielo più alto del mondo, la Sears Tower (ora Willis Tower), mentre poco dopo era arrivato l’aeroporto O’Hare. Inoltre era stata eletta la prima sindaca donna, Jane Byrne, e poco dopo arrivò il primo sindaco di colore, Harold Washington.

Insomma, Chicago sembrava una città vivace, in cui investire e in cui crescere. E da rappresentare, perché no, anche al cinema. Così, come vedrete, ben quattro dei film che abbiamo scelto provengono da quel decennio. E il secondo è Risky Business – Fuori i vecchi… i figli ballano del 1983.

Un diciassettenne con la casa libera

La pellicola ebbe un gran successo, perché riuscì ad incassare più di 60 milioni di dollari pur presentando un cast di quasi debuttanti. Ma è ricordata, oggi, per essere quella che lanciò la carriera di Tom Cruise. L’attore, all’epoca appena ventunenne, era al primo ruolo da protagonista, e si aggiudicò però subito una nomination ai Golden Globe. Nel film interpretava Joel, un diciassettenne prossimo a finire il liceo e con la casa vuota per una vacanza dei genitori. Accanto a lui comparivano anche Rebecca De Mornay e Joe Pantoliano.

Nel tentativo di spassarsela, però, il ragazzo si trovava coinvolto in un affare più grande di lui. Prima passava una notte di passione con una bella e giovane prostituta. Poi, però, girando per Chicago si metteva nei guai e causava seri danni alla Porsche del padre. Per ripararla senza doverlo dire ai genitori decideva infine, d’accordo con la prostituta, di trasformare per una notte la propria casa in un bordello.

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Una pazza giornata di vacanza

Per le strade di Chicago con Ferris

Ferris Bueller e i suoi amici in Una pazza giornata di vacanzaÈ un liceale adolescente che vive a Chicago anche il protagonista di Una pazza giornata di vacanza. Solo che non si tratta di Tom Cruise, ma di un attore che all’epoca, nel 1986, pareva addirittura più promettente del futuro divo. Lui era Matthew Broderick e il personaggio che interpretava si chiamava Ferris Bueller.

Il film, scritto e diretto da John Hughes, è una commedia scolastica molto divertente, una delle più riuscite del suo genere. Ferris è infatti un ragazzo che ha deciso di saltare scuola, intenzione che comunica subito anche al pubblico, parlando direttamente in camera e infrangendo così la cosiddetta “quarta parete”. Dopo aver fatto credere ai propri genitori di essere malato, si mette in contatto con l’amico Cameron. L’obiettivo è convincerlo a fare un salto in città, portando con loro anche la fidanzata di Ferris, Sloane.


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Il problema è che Sloane, a differenza dei due ragazzi, non è a casa ma a scuola. E bisogna quindi ordire un piano per imbrogliare il tremendo preside, il signor Rooney. Queste premesse danno vita a un film che coniuga le due anime di John Hughes: quella interessata ai rapporti interpersonali tra gli adolescenti (che aveva trovato la sua vetta l’anno prima in Breakfast Club) e quella invece più comica, che l’avrebbe portato qualche anno dopo a scrivere la sceneggiatura di Mamma, ho perso l’aereo.

Costato 5 milioni di dollari, il film ne incassò 70. Ed è considerato il più forte atto d’amore di Hughes alla città di Chicago. Ferris e i suoi amici, infatti, la attraversano a lungo, visitandone ad esempio il prestigioso Art Institute e la Sears Tower. D’altronde, come dichiarò lo stesso regista, «Chicago è ciò che sono».

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The Untouchables – Gli intoccabili

Uno dei più grandi film ambientati a Chicago

Il cast di The Untouchables - Gli intoccabili, uno dei film ambientati a Chicago al tempo della lotta alla mafiaAbbiamo detto che però Chicago, nell’immaginario collettivo, è nota soprattutto per il suo passato. Per le sue bande di gangster, per i traffici dei suoi mafiosi, per l’era del proibizionismo. E soprattutto per Al Capone, il più famoso boss della mafia italoamericana, che a proprio a Chicago aveva il suo regno.

La vicenda della caccia e del suo arresto è stata descritta, nel 1987, dal film The Untouchables di Brian De Palma. Una pellicola che non è interessante solo perché descrive un pezzo importante della storia della città, ma per vari motivi. In primis perché raggruppava un cast veramente stellare, formato da un Kevin Costner nel suo momento di massima popolarità, da Sean Connery, da Andy Garcia e da Robert De Niro.

La scena della scalinata alla Union Station

La pellicola però è celebre anche per la straordinaria colonna sonora di Ennio Morricone – che ottenne una nomination agli Oscar e ai Golden Globe e vinse un BAFTA – e per i virtuosismi registici di De Palma. Emblematica, in questo senso, la scena girata sulla scalinata della Union Station, omaggio esplicito a La corazzata Potëmkin di Sergej Ėjzenštejn.

La storia è quella dell’agente del Tesoro Eliot Ness, che – nonostante la rete di connivenze che proteggeva Capone – riuscì a mettere in piedi una squadra per arrestarlo. Alla fine, sia nel film che nella realtà, l’unico modo per farlo condannare fu accusarlo di evasione fiscale. D’altronde, il film romanza qualcosa, ma è basato sull’autobiografia dello stesso Ness. De Niro, forse, convinse meno che in altri ruoli, ma rimane celebre la sua battuta finale: «Sei solo chiacchiere e distintivo».

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Alta fedeltà

La musica, Nick Hornby e John Cusack

John Cusack e Jack Black in Alta fedeltàConcludiamo con un film realizzato all’alba del nuovo millennio, che porta alcune novità nel nostro discorso. Alta fedeltà può infatti sembrare legato, in qualche modo, alle pellicole che abbiamo già visto. Vi ha un ruolo importantissimo la musica – il protagonista è un appassionato collezionista di dischi, oltre che proprietario di un negozio – e, in quanto a genere, rientra nel filone delle commedie romantiche. Ma il film è in realtà molto più originale di quanto possa sembrare.

In primo luogo perché è profondamente legato a Chicago, pur essendo tratto da un libro inglese. Il romanzo di Nick Hornby, infatti, era ambientato a Londra, come quasi tutti quelli dello scrittore. Trasportarlo in un’altra città non era affatto facile, perché era intriso di humour inglese, di musica inglese, di atteggiamenti inglesi.

Da Londra a Chicago

L’operazione invece riuscì a pieno. A compierla fu in primis, guarda caso, un regista britannico, Stephen Frears. Ma la si deve soprattutto agli sceneggiatori, ovvero John Cusack e i suoi “Chicago friends”, D.V. DeVincentis e Steve Pink. L’attore, che ricoprì poi anche il ruolo del protagonista, è infatti nativo dell’hinterland di Chicago. A lui e ai suoi collaboratori è spettato l’onere di trovare i legami musicali e ambientali col romanzo di Hornby.

Il film si concentra, come anticipato, sulle vicissitudini amorose del proprietario di un negozio di dischi, Rob. Con lui lavorano due aiutanti, il timido Dick e il fin troppo estroverso Barry, mentre il protagonista valuta la propria vita e i propri fallimenti cercando, al contempo, di riconquistare la sua vecchia fiamma Laura. Alta fedeltà è stato giudicato il migliore tra i film ambientati a Chicago dal mensile che porta lo stesso nome della metropoli ed ha anche lanciato la carriera di un allora sconosciuto Jack Black.

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