
Mancano cinque giorni a Natale e i ristoranti e le tavole delle nostre case si stanno preparando ad accogliere i festeggiamenti. Festeggiamenti che di solito trovano il loro culmine nel luculliano pranzo natalizio. Da un po’ di tempo a questa parte, però, la crisi economica porta con sé anche alcuni “tagli” alle spese, e quindi a volte si cerca di cucinare in casa ciò che un tempo si comprava fuori.
Per questo abbiamo deciso di dedicare una cinquina al pasto più amato dai più piccoli, il dolce. Qui vi daremo, infatti, un po’ di storia e vi segnaleremo le migliori ricette di dolci di Natale della nostra tradizione, in modo che i bambini e i parenti possano festeggiare anche con la pancia piena.
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Indice
Panettone
Dalla ricetta tradizionale a quella di Iginio Massari
Dolce tipico di Milano e prodotto dolciario che ormai per eccellenza contraddistingue le feste natalizie, il panettone ha un’origine che sembra perdersi nella notte dei tempi. Secondo l’illuminista Pietro Verri già nel IX secolo c’era la consuetudine di mangiarlo a Natale, mentre altre fonti, invece, lo fanno risalire al periodo rinascimentale del governo di Ludovico il Moro.
[wpzon keywords=”panettone” sindex=”Grocery” sort=”relevancerank” listing=”6″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]La preparazione in casa non è semplice e va suddivisa in diverse fasi, in cui fondamentali sono le pause per la lievitazione. L’impasto impiega difatti un minimo di dieci ore per lievitare a puntino, senza contare la lavorazione vera e propria. Tra tutte le ricette che potete trovare in rete, a noi piacciono quelle di Ricette della nonna e del celebre chef Iginio Massari, raccolta da lui stesso in un file PDF, oltre al video di The Italian Taste che trovate qui di seguito.
Pandoro
Il dolce tipico di Verona
Se il panettone è il dolce tipico lombardo, il pandoro è il suo corrispettivo veneto e in particolare veronese. Qui fu addirittura brevettato, nel 1894, da quel Domenico Melegatti la cui azienda ancora oggi ne è una delle principali produttrici.
[wpzon keywords=”pandoro” sindex=”Grocery” sort=”relevancerank” listing=”6″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]Anche in questo caso l’origine è però incerta, o meglio si accavallano diverse tradizioni e leggende. C’è chi lo vuole già noto agli antichi romani, in particolare a causa di una citazione trovata in Plinio il Vecchio, e c’è chi invece lo vuole inventato nel 1277 per celebrare l’investitura dei Della Scala a Verona. Più probabilmente, esso si sviluppò nel corso del XIX secolo come evoluzione da un lato del Nadalin, dolce – questo sì – creato per i Della Scala, dall’altro di un particolare tipo di pane viennese derivato dalla brioche francese. Anche qui, tra tante ricette che si possono oggi reperire per prepararlo in casa, ve ne segnaliamo un paio che ci hanno colpito: quella di Misya.info e il video di Viva la focaccia.
Croccante
Il dolce delle fiere
Dopo aver visto alcuni dolci tipici del vecchio lombardo-veneto, spostiamoci verso sud, dove incontriamo il Croccante, dolce di semplice preparazione ma tipicamente invernale, diffuso nelle fiere e nelle sagre paesane. L’origine è, pare, medievale. Se ne parla, ad esempio, in un testo spagnolo della metà del ‘400, ma la tradizione vuole che sia nato qualche secolo prima nel sud della nostra penisola, forse in Sicilia. Secondo quest’ipotesi, deriverebbe da un simile dolce arabo, più speziato.
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Si è diffuso poi in tutta Italia, dove ha assunto particolari caratteri locali (esiste, per dirne una, il croccante artigianale di Modena, con tanto di marchio registrato). Viene citato perfino da Pellegrino Artusi nel suo celebre La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene, con cui a fine ‘800 si faceva una summa della tradizione culinaria italiana. Tra le tante, qui vi segnaliamo la ricetta di Dissapore (che a sua volta la ricava proprio dall’Artusi) e quella di PourFemme (con anche qualche accorgimento per chi vuole usare il Bimby), mentre sul lato video ci affidiamo a Giallo Zafferano.
Struffoli
Un piatto greco virato alla napoletana
Ancora più antichi dei dolci presentati finora sono gli struffoli, dolci tipici napoletani che però provengono addirittura dall’epoca della dominazione greca. Gli antesignani, infatti, sembrano essere i loukoumades, dolci ancora presenti nella tradizione ellenica, poi modificati e divenuti un elemento tipico della cucina partenopea. La loro presenza nel pranzo di Natale pare però essere piuttosto recente.
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La preparazione è tutto sommato semplice. Si creano delle palline con farina, uova, strutto e zucchero e le si frigge, presentandole poi avvolte nel miele con pezzetti di frutta candita e/o zucchero. Tra le ricette vi segnaliamo quella di Strufoli.it e quella col Bimby, mentre tra i video vi presentiamo quello di Nonna Anna.
Tronchetto di Natale
Una tradizione perduta
Concludiamo il nostro percorso con un dolce che non è originario dell’Italia ma della Francia, anche se ormai è diffuso pure da noi nel periodo natalizio. Stiamo parlando del tronchetto di Natale o bûche de Noël, alla francese. Nella tradizione non solo francofona ma anche nordeuropea e italiana (tracce sono presenti pure in alcune espressioni toscane), infatti, esisteva l’usanza nella notte di Natale di bruciare un grosso ceppo di legno nel camino. La combustione di questo ceppo doveva essere lenta e durare per giorni, addirittura fino all’Epifania. Su di esso venivano anche pronunciate delle benedizioni dal capofamiglia, venivano versati a seconda delle zone del vino o del miele e venivano espressi dei desideri.
[wpzon keywords=”tronchetto natale” sindex=”Kitchen” sort=”relevancerank” listing=”6″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]Tale tradizione, di origine medievale, è andata perduta nel corso del XIX secolo e in particolare con l’introduzione di nuovi riti più “commerciali”. Nei paesi francofoni ne è rimasta però traccia nel dolce del Tronchetto di Natale, che ricorda nella forma proprio quel ceppo rituale. Tra le varie ricette, vi consigliamo quella de La cucina imperfetta e quella di Gustissimo, mentre sul versante video ci affidiamo alla ricetta di Allrecipes.