Cinque imperdibili RPG per Android e iPhone

Ravensword: Shadowlands e altri fantastici RPG per Android e iPhone

I cellulari non sono nati per essere delle piattaforme di gioco. All’inizio, se siete abbastanza vecchi per ricordarlo, i giochi mancavano proprio del tutto; poi sono comparsi passatempi tipo Snake (un must su Nokia) e puzzle-game in stile Bejeweled (o, per usare un paragone più recente, Candy Crush Saga); infine, quasi come un fulmine a ciel sereno, sono arrivati iOS e Android a complicare tutto, introducendo grafiche molto più appariscenti, processori più potenti, comandi al tocco e virtualmente infiniti.

Da cellulari a console

Ciononostante, anche in quest’ultimo caso i cellulari, o sarebbe meglio dire gli smartphone, non erano nati per essere piattaforme di gioco: servivano a tenere traccia degli appuntamenti, a prendere appunti, a navigare sul web, a leggere giornali e libri, oltre che ovviamente a telefonare e a spedire messaggi. Però, anche se non erano nati come piattaforme di gioco, col tempo lo sono diventati: come dimostrano sia le intenzioni di Google che di Apple, da qui ai prossimi anni gli smartphone si connetteranno sempre più facilmente ai televisori di ultima generazione, in modo da diventare delle vere console attraverso cui sfidare amici dal vivo o conoscenti online.

Anche per queste prospettive, il settore dei videogiochi per mobile negli ultimi anni si è notevolmente rafforzato, col porting di molti titoli del passato ma anche con la creazione di complessi giochi ex novo; tra questi, particolarmente interessanti mi sembrano quelli RPG, dei quali vi vado ora a presentare i cinque che a mio avviso si sono segnalati, in questi anni, come i migliori.

 

Zenonia 4

Per impedire il dominio dell’oscuro signore

Partiamo da una saga che è cominciata nel maggio 2009 ma che a mio avviso ha raggiunto il suo apice nel dicembre di due anni dopo, quando è stato rilasciato Zenonia 4: si tratta di una saga di ruolo e d’azione sviluppata da Gamevil inizialmente per una gamma piuttosto ampia di dispositivi portatili (iOS, Android, Windows Mobile, PSP e altri) ma che poi, con l’uscita delle versioni successive, si sono ridotti solamente agli smartphone con sistema operativo di Apple e di Google.

Tramite un d-pad virtuale si prende possesso di Regret, il protagonista del primo episodio del 2009, che ora però è intrappolato nella cosiddetta Terra dei Caduti, cioè una specie di limbo tra la coscienza e la morte: qui viene avvicinato da un versione di se stesso proveniente dal futuro che lo mette in guardia riguardo alla minaccia rappresentata da un oscuro signore, che porterà la distruzione a Zenonia; per questo dovrà intervenire, finché sarà ancora in tempo, per cambiare il futuro con l’aiuto della fata Anya.

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Dotato di una grafica in HD molto convincente e curata, il gioco prevede ovviamente lo sviluppo di una trama centrale, ma anche di quest “laterali” in cui il giocatore può immergersi a piacimento; inoltre si può scegliere il proprio stile di gioco (da quello più votato al combattimento a quello più “progettuale” e strategico), mentre facilitazioni sono concesse dagli Zen, la valuta corrente all’interno del gioco che si acquista anche con soldi veri tramite gli in-app purchases (ma il gioco in partenza è gratuito) e che consente di comprare potenziamenti, ingredienti e così via. Online si può giocare 2 contro 2 o 1 contro 1.

 

Inotia 4

Grande avventura hack and slash, ma solo in inglese

Alla versione 4 è arrivato anche Inotia, un altro RPG di ottimo livello sviluppato per Android e iOS e uscito tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, ma ancora ovviamente disponibile sui rispettivi store. Il gioco – anche in questo caso gratuito ma con una serie relativamente ampia di possibili acquisti in-app – è un classico hack and slash (cioè un gioco che enfatizza i combattimenti corpo a corpo tra i partecipanti) che presenta le avventure di Kiyan, il “virtuoso” della Tribù delle Ombre, e Eara, l’influente Canale della Luce, che dovranno affrontare goblin, orchi ed altri mostri scegliendo tra diverse classi di combattenti (Cavaliere Nero, Assassino, Stregone, Prete e Ranger) e radunando dei mercenari al proprio servizio.

I punti di forza del gioco sono indubbiamente l’ampiezza della mappa, non così comune tra i rivali realizzati per smartphone e tablet, la presenza – come d’altronde anche in Zenonia – di quest secondarie e laterali rispetto alla trama principale, e la fluidità del gameplay; qualche problema, invece, può sorgere in alcuni sistemi per piccoli problemi di stabilità e soprattutto per la lingua che, essendo disponibile solo in inglese (e in un inglese da gioco di ruolo, quindi un po’ particolare), coreano, cinese o giapponese, può dare qualche difficoltà a chi è alle prime armi.

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Molto apprezzato dalla critica e ancora di più dal pubblico, è sviluppato da Com2uS, una software house sudcoreana che da poco è entrata in affari con Gamevil – proprio quelli di Zenonia, che hanno acquisito un 21% della società – e che in passato ha sviluppato anche Ace Fishing e Slice It!, solo per citare le app di maggior successo.

 

Ravensword: Shadowlands

Una sorta di The Elder Scrolls su cellulare

Un anno e mezzo fa, all’incirca in contemporanea con Inotia 4, un altro gioco ha sconquassato il settore, tanto è vero che dopo l’iniziale rilascio per iOS e Android è recentemente giunto anche su Steam: si tratta di Ravensword 2: Shadowlands, un gioco che ricorda molto da vicino la serie di The Elder Scrolls, ed in particolare il suo quinto capitolo, quello Skyrim che abbiamo annoverato tra i migliori videogiochi fantasy di sempre, anche se bisogna pur sempre considerare che la potenza del processore e della memoria di un cellulare non è certo paragonabile a quella della PlayStation o di un PC.

Anche qui tutto si gioca sull’ampiezza del mondo da esplorare – non a caso, questo gioco potrebbe benissimo rientrare nella categoria degli open world che vi abbiamo presentato solo qualche settimana fa – tramite una visuale sia in prima che, dall’alto, in terza persona (anche se in qualche caso questi grandi spazi si rivelano sostanzialmente dei deserti in cui non si può far altro che camminare), ma anche sulla cura dei dettagli e sulle possibilità di personalizzare l’esperienza di gioco tramite armi, oggetti, abilità e stili disponibili in grande abbondanza.

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Venduto attualmente a poco più di 5 euro, ha il difetto di essere esclusivamente in inglese, di bloccarsi, a quanto riportano alcuni giocatori, con certi dispositivi Android magari non molto performanti e di non supportare completamente i controller esterni.

 

Soulcraft

Un’app che pare prendere la strada richiesta dai giocatori

Torniamo al genere hack and slash con Soulcraft, gioco molto interessante per diversi motivi realizzato questa volta in Europa dai tedeschi di MobileBits – società solo omonima della ben più nota compagnia americana di advertising sul web – e forse anche per questo ampiamente localizzato in italiano. I motivi di interesse sono parecchi: in primo luogo la grafica è molto bella e curata, soprattutto considerando i supporti su cui opera; in più un punto a favore è dato dall’economicità, visto che il gioco è di per sé gratuito ma anche gli acquisti in-app si mantengono su prezzi più che accettabili; inoltre l’applicazione è ancora ampiamente in fase di sviluppo e, a sentire i responsabili, le future implementazioni dovrebbero tenere conto anche delle opinioni e delle richieste dei primi giocatori, cosa che non è mai un difetto in questo settore.

Oltre ai punti a favore, ci sono però anche delle pecche: in molti lamentano poca fluidità nel gameplay e la presenza di un numero eccessivo di bug, così come può dar fastidio la presenza di molta pubblicità a compensare la gratuità del gioco. Ultima nota: da pochissime settimane è disponibile sui vari store anche Soulcraft 2, che a una prima occhiata sembra tenere in piedi tutti i pregi del primo capitolo e anche qualcuno dei difetti che abbiamo appena finito di elencare; per il momento abbiamo pensato che è un po’ presto però per inserirlo nella nostra cinquina, più che altro perché va “verificato sulla lunga distanza”, ma in generale potrebbe benissimo valer la pena di provare direttamente questo secondo capitolo, se non avete già acquistato il primo.

 

Final Fantasy V

Un inedito con vent’anni di ritardo

Se si parla di RPG non si può prima o poi non tirare in ballo anche Final Fantasy, che tanto ha contribuito nel tempo allo sviluppo di questo settore. Devono averlo pensato anche alla Square Enix, game developer di cui abbiamo parlato spesso negli scorsi mesi sia per quanto riguarda i migliori capitoli della saga proprio di Final Fantasy, sia per il rilancio di Tomb Raider da poco operato, sia per le belle cover dei suoi giochi: infatti, dopo aver lavorato a lungo a proporre sempre nuove versioni per console del loro gioco di punta, negli ultimi anni alla software house hanno capito che si poteva cavalcare l’onda del successo degli smartphone per riproporre versioni aggiornate ed adattate dei loro vecchi giochi.

Sono così usciti, nello spazio di poco tempo, tutti i principali capitoli di Final Fantasy fino al sesto, sia per iPhone che per cellulari con sistema operativo Android; e se appunto il sesto è uscito appena prima dell’estate, e quindi – come dicevamo per Soulcraft – ci sembra prematuro inserirlo in questa classifica, possiamo però parlare del quinto capitolo, Final Fantasy V: lanciato originariamente nel 1992 per Super Nintendo ma solo in Giappone, il gioco è stato periodicamente riproposto per PlayStation, Game Boy Advance e appunto smartphone, mantenendo pregi (ottima giocabilità e il miglioramento del job system che fece fare passi avanti da gigante alla serie) e difetti (una trama molto approssimativa e abbastanza banale, con personaggi che non riescono a risaltare).

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Giocarci sul telefono è oggi un’esperienza particolare e interessante: da un lato, il fatto che a suo tempo il gioco non fosse uscito in Europa lo rende quasi un inedito; dall’altro, l’aggiunta di una nuova interfaccia pensata proprio per i cellulari rende facile e intrigante districarsi tra le avventure della saga, non lasciando a bocca asciutta né i vecchi estimatori, né i neofiti.

 

 

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