Cinque importanti interpretazioni di Matt Bomer

Matt Bomer

Matt Bomer è sicuramente uno degli attori del momento: la sua straordinaria interpretazione in The Normal Heart – sulla quale avremo modo di tornare più avanti – gli ha permesso recentemente di aggiudicarsi il suo primo Critics’ Choice Television Award e la sua prima nomination agli Emmy, ma in generale sono almeno un paio d’anni che la sua popolarità è ai massimi livelli.

Da un lato infatti il suo inatteso coming out nel 2012 l’ha reso infatti un’icona della comunità gay; dall’altro, il suo indiscutibile fascino ne fa uno dei divi più ammirati e venerati dal pubblico femminile, nonostante le sue preferenze vadano ad esponenti dell’altro sesso.

Un divo anche del web

Così il suo volto è finito in questi mesi un po’ ovunque: sul web spopolano i siti, i blog, i tumblr a lui dedicati, ma Bomer non rinuncia a comparire in televisione e a fare da modello per numerose marche di abbigliamento e non solo.

Al di là degli occhi azzurri e del fisico imponente, Bomer è però nato e continua ad essere un attore, e giustamente nel campo recitativo bisogna giudicarlo. Campo, lo diciamo da subito, in cui i suoi progressi sono sotto gli occhi di tutti: se all’inizio era solo un belloccio da mettere in scena alla meno peggio per attirarsi le simpatie di una parte di pubblico (e non a caso i suoi esordi furono all’interno di varie soap opera), oggi ha dimostrato di meritare ruoli importanti anche per il suo talento. E allora vediamo come questo talento è cresciuto nel tempo tramite cinque importanti interpretazioni di Matt Bomer.

 

Chuck

Il primo ruolo di livello in prima serata

Matt Bomer ovvero Bryce Larkin a colloquio con Chuck, nel suo primo ruolo importante in TVEra il 2007 quando, sugli schermi della NBC, faceva la sua comparsa una delle serie più divertenti – e sottovalutate – degli ultimi anni, Chuck. La storia era quella di un nerd di buon cuore ma incapace di dare una svolta alla propria vita che, apparentemente per caso, si ritrovava trasformato in una sorta di arma informatica della CIA impegnata a combattere le spie di mezzo mondo.

Protagonisti principali della serie erano Zachary Levi e Yvonne Strahovski, cioè la spia suo malgrado e la sua brava e bella addestratrice, ma fin da subito un ruolo di tutto rispetto veniva ritagliato per Matt Bomer e per il suo personaggio, Bryce Larkin, che aveva la funzione di fare da terzo incomodo alla coppia, visto che era l’ex migliore amico di lui e il fidanzato fuggitivo di lei. In particolare, con l’andare delle puntate si scopriva che Larkin, ai tempi dell’università, aveva fatto espellere Chuck da Stanford per salvargli la vita ed evitargli di venire reclutato nella CIA, mentre il suo amore per Sarah Walker, la bella protagonista femminile, rimaneva una costante minaccia sul capo di Chuck, incapace di dichiararsi con la ragazza e sempre umiliato dalla presenza di una spia sicura di sé e capace come Bryce.

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Così nella prima stagione Bomer fu una guest star non sempre presente ma molto importante, anche per l’ambiguità del suo ruolo. Poi, dopo varie apparizioni anche nella seconda stagione, in maniera un po’ improvvisa e rocambolesca fu fatto morire nell’ultimo episodio della seconda serie, un episodio per altri versi molto intrigante, sopratutto nel finale a sorpresa. Quella morte, come si sarebbe capito poi dai successivi impegni lavorativi di Bomer, era semplicemente un espediente per lasciare l’attore libero di dedicarsi al nuovo ingaggio che Chuck gli aveva fruttato: quello di protagonista di una nuova serie, White Collar.

 

White Collar

L’aitante genio della truffa

Matt BomerEvidentemente in Chuck il ruolo della spia doppiogiochista era calzato a pennello addosso a Matt Bomer, perché il ruolo che gli offrirono nel 2009 per White Collar, quello di Neal Caffrey, era praticamente identico: il protagonista della serie trasmessa dal canale via cavo (di proprietà NBC) USA Network è infatti un genio della truffa, un inafferrabile artista dell’imbroglio che per molti anni si è dato alla latitanza, almeno fino a quando il suo acerrimo nemico Peter Burke, un agente dell’FBI, non è riuscito a metterlo in gabbia.

La serie prende avvio proprio da qui, o, meglio, dall’offerta che Neal fa a Peter: poter uscire di prigione in cambio una serie di consulenze speciali all’FBI, utili a catturare tutti gli altri ricercati nel settore della truffa e dei crimini “dei colletti bianchi”, come recita il titolo della serie. In questo modo Caffrey si rimette in gioco dalla parte “dei buoni”, anche se ovviamente intende la legge un po’ a modo suo e le tentazioni per tornare dall’altra parte della barricata sono sempre dietro l’angolo.

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Dopo l’esordio nel 2009, la serie è stata rinnovata di anno in anno per sei stagioni, le prime cinque già trasmesse in Italia su canali satellitari e in parte anche in chiaro. L’ultima stagione, la sesta, partirà negli Stati Uniti la settimana prossima e durerà solamente sei episodi; dopodiché Bomer, ormai richiestissimo su vari fronti e impossibilitato a tenere in piedi una serie tv così impegnativa, si potrà dedicare con maggior tempo agli altri progetti.

 

Glee

Quando Matt Bomer balla e canta

Matt Bomer in Glee, una delle sue interpretazioni più brevi ma significativeOltre alle serie in cui è stato protagonista o coprotagonista, a partire dal 2011 Matt Bomer ha cominciato ad apparire anche in altri show come ospite d’onore, visto che ormai la sua faccia e il suo nome cominciavano a diventare piuttosto noti al grande pubblico. Nel 2013, ad esempio, ha fatto una memorabile apparizione in The New Normal, serie molto originale trasmessa sempre dalla NBC, ma la puntata per cui lo ricorda probabilmente il grande pubblico è il quindicesimo episodio della terza stagione di Glee, in cui è comparso nel 2012.

Glee, come tutti sapete, è una serie tv ambientata in un liceo americano e in particolare all’interno del club di canto e ballo, in cui i ragazzi più disadattati della scuola cercano una loro ragion d’essere e soprattutto di sopravvivere ai bulli dell’istituto. Grazie alla presenza di Kurt Hummel, ragazzo gay particolarmente dotato dal punto di vista canoro, attorno al gruppo iniziano a gravitare, man mano che passano le stagioni, anche altri ragazzi omosessuali o comunque dalla sessualità incerta, tra cui Blaine Anderson, membro degli Usignoli, il coro rivale delle Nuove Direzioni protagoniste dello show, che in seguito diventa anche fidanzato di Kurt.

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Bomer interpreta proprio il fratello maggiore di Blaine, Cooper Anderson, che arriva al McKinley in un momento molto particolare, visto che Sue Sylvester è di nuovo passata ad allenare il Glee Club; dopo essere riuscito a far colpo sia sull’allenatrice che su molte altre persone, viene chiesto a Cooper di tenere una lezione ai ragazzi sulla recitazione, lui che di fatto è solo un attore dilettante, provocando l’invidia e il rancore del fratello. Interessanti comunque i numeri musicali eseguiti da Bomer: un medley dei Duran Duran e Somebody That I Used to Know di Gotye.

 

Magic Mike

Lo spogliarello dei modelli

Matt Bomer durante uno degli spogliarelli di Magic MikeLa carriera di Matt Bomer ultimamente sta prendendo una piega molto simile a quella di Matthew McConaughey, assieme al quale ha recitato proprio in Magic Mike, il film che abbiamo inserito a questo punto nella nostra cinquina: per molti anni McConaughey è stato infatti considerato esclusivamente un bello, un macho, un palestrato, e di conseguenza gli venivano offerti sempre e solo ruoli di quel genere; è bastato però un solo film fuori dagli schemi, in cui ha saputo spogliarsi del suo fisico e della sua bellezza, per capovolgere tutto, tanto che ora sembra quasi capace solo di ruoli difficili e anomali.

Qualcosa di simile, dicevamo, sta accadendo anche a Bomer: per anni l’attore texano è stato infatti assunto per ruoli forse meno virili di quelli di McConaughey, ma pur sempre per fare la bella statuina o il modello, mentre negli ultimi tempi ha saputo dare una svolta alla propria carriera anche abbruttendosi in un modo di cui parleremo a breve. L’ultimo film in cui ha però messo in mostra tutta la sua bellezza e il suo fisico è stato Magic Mike, pellicola del 2012 di Steven Soderbergh che ha incassato talmente tanto – e con un investimento talmente modesto – da far sì che ne sia già stato varato il sequel, le cui riprese sono in corso proprio in queste settimane e che dovrebbe uscire sul grande schermo l’anno prossimo.

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La storia è quella di uno spogliarellista – il Mike del titolo, interpretato da Channing Tatum, che è il vero ispiratore della trama visto che da giovane aveva fatto proprio quel lavoro – che desidera lasciare il redditizio mestiere e dare una regolata alla propria vita, ma inizialmente non riesce a farlo e deve continuare a esibirsi per le donne del locale in cui presta servizio. Bomer è, assieme ad altri attori e “belli” di prim’ordine come Joe Manganiello, uno degli spogliarellisti, relegato sempre un po’ in disparte ma capace di dare il suo contributo quando c’è da rimanere letteralmente in mutande.

 

The Normal Heart

La tragedia gay

Matt Bomer in The Normal Heart, assieme a Mark RuffaloConcludiamo con la più recente delle interpretazioni del bell’attore dagli occhi azzurri, quella che l’ha visto coprotagonista della megaproduzione HBO The Normal Heart, dove ha recitato al fianco di star come Mark Ruffalo, Julia Roberts, Alfred Molina e Jim Parsons.

Una volta queste produzioni venivano chiamate film per la tv, ma oggi pare un po’ riduttivo affibbiare tale epiteto a questo lavoro, che non ha nulla a che spartire con gli show convenzionali e a basso costo che affollano il piccolo schermo in certi periodi dell’anno. Perché The Normal Heart è un film che sarebbe potuto benissimo uscire sul grande schermo e magari puntare pure agli Oscar, tanta è la qualità messa in campo, come ben sa chi ha avuto modo di vederlo trasmesso qualche settimana fa su Sky.

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La storia – tratta da una pièce teatrale di Larry Kramer del 1985 – è ambientata all’interno della comunità gay di New York nei primi anni Ottanta, quando lo spettro dell’AIDS si sta diffondendo ma l’opinione pubblica e soprattutto i politici fanno di tutto per negare l’emergenza, considerandola solo un problema degli omosessuali. Tra le varie storie che si intrecciano, la principale è quella dell’attivista e scrittore Ned Weeks (interpretato da un convincente Ruffalo) e del suo compagno, il giornalista del New York Times, Felix Turner (appunto Bomer): mentre il primo è fra i più intraprendenti nello sbattere – a volte perfino con troppa foga – la malattia in faccia ai mass media, il secondo si ammala, subendo tutto il dolore e la menomazione che la malattia comporta. Un dolore e una menomazione che il nostro attore ha saputo interpretare al meglio, perdendo addirittura 14 chili per poter essere più convincente nella parte.

 

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