
Chi ha studiato un po’ di epistemologia, sa come le scienze umane godano, spesso, di uno status piuttosto incerto. Vengono chiamate scienze, ma lo sono davvero? Le conclusioni a cui arrivano sono condivise? Le metodologie che applicano sono affidabili? Nel corso dei secoli domande di questo genere si sono poste a ripetizione, senza trovare mai una risposta realmente definitiva.
Quanto è difficile spiegare gli uomini
Antropologia, sociologia, psicologia, storia, filosofia: tutte discipline che hanno un’importanza fondamentale nel nostro mondo moderno, ma che raramente sono riuscite a mettere una parola definitiva su un argomento. D’altronde, il compito che si pongono è molto difficile. Un conto, infatti, è spiegare come cade un grave: la fisica ha gioco relativamente facile nel descrivere il comportamento degli oggetti. Ma spiegare come si comporta un uomo, a quali leggi obbediscono le folle, quali meccanismi scattano nella mente delle persone è tutta un’altra faccenda.
Così, quando ci si avventura nel campo della psicologia ci si può imbattere in lavori di diverso tipo. Saggi frutto di esperimenti cognitivi, studi che hanno richiesto anni di lavoro si affiancano a libretti di dubbio livello, più adatti a riviste da spiaggia che a un’editoria seria. E per il neofita è difficile orientarsi. Abbiamo selezionato pertanto cinque volumi di diversi momenti storici e di diversi campi che, pensiamo, potrebbero interessare parecchio a chi si avvicina per la prima volta a questa difficile materia. Alcuni sono ormai dei classici. Altri, probabilmente, lo diventeranno presto.
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Indice
Sigmund Freud – Psicopatologia della vita quotidiana
Il perché delle dimenticanze e dei lapsus
Abbiamo detto che alcuni dei libri che presenteremo sono dei classici, e infatti partiamo da un volume che ha rivoluzionato il modo di intendere la psicologia. Psicopatologia della vita quotidiana uscì nel 1901, in un periodo in cui Sigmund Freud stava rivoltando come un calzino il modo di intendere la psiche umana. Solo pochi mesi prima era uscito L’interpretazione dei sogni, il libro fondante della teoria psicanalitica, e poco tempo dopo sarebbero arrivati Il motto di spirito e il suo rapporto con l’inconscio e Tre saggi sulla teoria sessuale.
Il volume è forse il più divulgativo della carriera del medico viennese, soprattutto perché lascia poco spazio alla teoria e molto più agli esempi concreti. Vi si analizzano, infatti, tutta una serie di atti mancati e azioni sintomatiche e casuali, cercando di trovarne la radice nell’inconscio. Gli esempi sono moltissimi: perché all’improvviso, in certe occasioni, ci dimentichiamo di un nome che dovremmo conoscere benissimo? Perché incappiamo in lapsus che ci fanno dire una parola invece di un’altra? Perché nella nostra mente si formano dei falsi ricordi?
Uno dei fondamenti della psicanalisi
Analizzando casi quotidiani di suoi pazienti o anche tratti dalla propria vita personale, in una sorta di autoanalisi, Freud imbastì un saggio che ebbe una grandissima fortuna fin dal suo esordio e contribuì molto a diffondere le tesi della psicanalisi. E che ancora oggi è godibile e molto interessante.
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Oliver Sacks – L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello
Alle radici del funzionamento della mente
Passiamo ora dalla psicanalisi alla neurologia, con un libro che però deve la sua fortuna allo stesso tono quotidiano e quasi romanzesco usato da Freud nel saggio che abbiamo appena presentato. L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello è infatti una celebre raccolta di Oliver Sacks, uscita per la prima volta nel 1985 e più volte ristampata. In questo libro il neurologo britannico scomparso lo scorso anno descrive una serie di casi clinici che gli sono capitati sotto gli occhi, con uno stile però molto narrativo e ironico.
Il saggio che dà il titolo alla raccolta è famoso, e racconta il caso di un paziente che, per via di una malattia (forse un tumore), perde progressivamente la capacità di riconoscere gli oggetti. La sua vista è intatta, come gli altri sensi, ma di tanto in tanto incappa in gaffe che non gli permettono di comprendere il significato delle cose. E finisce anche, come il titolo anticipa, per cercare di mettersi la testa della moglie sul capo, convinto che sia un cappello.
Cognizione, memoria, percezione
Il volume è però pieno di altri casi di questo tipo, trattati sempre con grande umanità da Sacks. Casi che ci permettono di aprire una breccia sul funzionamento della nostra mente, su come interagiscono gli aspetti cognitivi, la memoria, la percezione. Quattro sono le sezioni principali: “Perdite”, “Eccessi”, “Trasporti” e “Il mondo dei semplici”. E ognuna merita di essere letta e ricordata.
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Daniel Kahneman – Pensieri lenti e veloci
Lo psicologo che ha vinto il Nobel per l’economia
Non sono solo i medici e gli psicologi di professione ad occuparsi della mente. Il tema, infatti, è talmente importante per la nostra vita che di tanto in tanto anche specialisti di altre discipline tentano di dire la loro sull’argomento. E, per riflesso, ci sono molti psicologi che vengono interpellati in campi che sembrano lontani dalle loro competenze. Così non è raro imbattersi in specialisti della mente all’interno di aziende, spesso chiamati a collaborare con i dirigenti. O ai vertici delle istituzioni statali dove vengono prese decisioni importanti per il futuro di tutti noi.
Daniel Kahneman è uno di questi. Se ci leggete spesso, probabilmente avrete già sentito questo nome, visto che qualche settimana fa l’abbiamo annoverato tra i più importanti economisti viventi. Ma lo studioso israeliano è arrivato all’economia solo di riflesso, partendo dalla psicologia cognitiva. Nel 2002 infatti gli è stato conferito il Premio Nobel – assieme al collega Vernon Smith – per i suoi studi sui meccanismi decisionali in situazioni d’incertezza.
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I due sistemi di pensiero
Parte dei suoi studi trova una sintesi accessibile in Pensieri lenti e veloci, un bestseller uscito piuttosto di recente anche in Italia. In questo volume Kahneman analizza i nostri processi decisionali, sostenendo – statistiche alla mano – che esistono due sistemi che ci portano a scegliere: uno, veloce e istintivo, che si appella a motivazioni primordiali, e uno, più lento e riflessivo, che ci porta invece a decisioni più ponderate. A volte questi due sistemi sono in contrasto, anche nelle situazioni quotidiane, e Kahneman ci aiuta ad accorgercene e a gestirli.
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Daniel Goleman – Intelligenza emotiva
Il saggio che ha aperto la strada a un nuovo modo di relazionarsi nel lavoro e con gli altri
Rimaniamo nel campo dell’applicazione della psicologia in ambiti non propriamente psicologici con Intelligenza emotiva. Il libro, pubblicato in America nel 1995 e tradotto in italiano due anni più tardi, è scritto da Daniel Goleman e ha avuto un grade successo anche in ambito aziendale. L’idea di fondo è quella di indicare il modo in cui gestire e governare le emozioni proprie e altrui, in tutti gli ambiti della vita.
Il concetto di intelligenza emotiva in realtà non è un’invenzione di Goleman ma dei professori Peter Salovey e John D. Mayer, che lo citarono per la prima volta in un articolo del 1990. Da lì in poi, però, ha avuto notevole fortuna, tanto che è stato applicato ai problemi più disparati. Oggi troviamo libri sull’intelligenza emotiva applicata all’educazione dei figli e ai problemi di coppia, al marketing e alla motivazione professionale, allo studio e alla politica.
Gli esempi pratici
Il volume di Goleman è interessante perché definisce bene il campo di questo nuovo tipo di intelligenza, ne descrive le caratteristiche e poi ne mostra l’applicazione pratica. L’empatia, il dominio delle passioni, la conoscenza di sé e degli altri diventano elementi fondamentali del rapporto lavorativo ed educativo, superiori anche all’intelligenza propriamente detta. E Goleman mostra come migliorarli.
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Paul Watzlawick – Istruzioni per rendersi infelici
Il libro ironico per reindirizzare la nostra vita
Concludiamo la nostra rassegna con un libro molto particolare e diverso da quelli mostrati finora. Istruzioni per rendersi infelici è infatti il saggio forse più famoso di Paul Watzlawick, filosofo e psicologo austriaco venuto a mancare una decina d’anni fa. Uno studioso autore di ricerche complesse che trovano il loro punto più alto in Pragmatica della comunicazione umana, ma anche di libri leggeri e divulgativi, che fanno in un certo senso il sunto ad uso e consumo di chi non è uno specialista.
Istruzioni per rendersi infelici è esattamente questo. Un saggio ironico e godibile in cui Watzlawick tenta di farci capire come tante volte i nostri comportamenti non ci portano verso la felicità, come ci piace sperare o pensare, ma l’infelicità. Le istruzioni con cui lo psicologo cerca di mostrarci la via verso una splendida infelicità sono infatti molto spesso quelle che mettiamo già in pratica senza rendercene conto.
Intelligenza e ironia
A differenza di tanti manuali di auto-aiuto, che proliferano di questi tempi in libreria, il volumetto dello psicologo costruttivista ha poi il vantaggio di una scrittura elegante e intelligente, oltre che di una profondità di pensiero molto più acuta. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che il saggio sia un best-seller internazionale e sia stato ristampato più volte anche in italiano.
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