Cinque incredibili teorie su film famosi

Il mistero della valigetta di Pulp Fiction e altre interessanti teorie su film famosi

Il cinema è definito come la settima arte e suscita le più svariate sensazioni: dalla gioia alla commozione, anche se a volte può farci sfociare pure nella rabbia. Il cinema è uno dei media più chiacchierati in assoluto, fin dal momento della sua nascita nel 1895. Nei suoi 120 anni di vita, ha così sfornato migliaia e migliaia di pellicole, alcune entrate nella storia, altre presto dimenticate. E ha generato anche qualcos’altro.

Quando il mito dà origine alle interpretazioni

Ci sono film o saghe cinematografiche che trascendono talvolta la loro natura per divenire oggetto di mito. E il mito sfocia nella leggenda. O, come nel nostro caso, in teorie concepite dal pubblico tanto incredibili e surreali da risultare affascinanti, e che puntano il dito su aspetti che forse non abbiamo mai considerato.

Vi andremo ora a elencare cinque di queste teorie che, è giusto sottolinearlo, rimangono semplici ipotesi mai confermate da alcuna persona associata ai film o alle saghe in questione. Non daremo alcuna interpretazione di queste teorie, che possono certo prestare il fianco a delle critiche: lasceremo a voi il giudizio finale.

 

1. Il mio vicino, il Dio della morte

Il mio vicino Totoro, del 1988, è uno dei tanti capolavori del regista giapponese Hayao Miyazaki. In questa pellicola le due sorelle Satsuki e Mei, insieme al padre, si trasferiscono in un piccolo paese di campagna per stare più vicine alla loro madre malata.

Qui le due sorelle fanno la conoscenza di Totoro, uno strano animale che vive in armonia con la natura e che le aiuterà in un momento decisivo della loro vita. A un certo punto infatti Mei, desiderosa di andare a trovare la mamma, si perde nella vasta campagna.

La gente del paese inizia a cercarla e trova in uno stagno un sandalo che sembra appartenere a lei, ma Satsuki dice che non è suo. Chiede dunque l’aiuto di Totoro, il quale invoca il Gattobus, un insolito mezzo di trasporto che porterà infine le due bambine davanti all’ospedale, dove la madre avrà una breve visione delle sue figlie.

La teoria sul capolavoro di Hayao Miyazaki

Se nella realtà Miyazaki con questo film parla di uno dei temi da lui più sentiti, la celebrazione e il rispetto della natura, di cui Totoro è uno dei rappresentanti, nella finzione la vera identità di Totoro sarebbe molto più terrificante: egli sarebbe infatti l’incarnazione del dio della morte.

L’essere infatti potrebbe essere visto solo da persone in procinto di morire e durante il film soltanto Satsuki e Mei riescono a notarlo e a interagire con lui.

Totoro, protagonista di un'inquietante teoria dei fan
Così, quando Mei annega nello stagno, Satsuki mente alle altre persone e oltrepassa le barriere della vita e della morte per riunirsi a lei tramite il Gattobus. Curiosamente solo la loro madre malata le nota per un breve istante all’ospedale (anche il padre è presente, ma non si accorge di nulla) e in una delle ultime scene le due bambine non proiettano alcuna ombra sul terreno.

C’è da dire che questa teoria è stata più volte smentita dalla casa di produzione del film, lo Studio Ghibli. E a dirla tutta non sembra proprio rientrare in quella che è la visione di Miyazaki. Tuttavia ancora oggi questa spiegazione persiste e viene portata avanti.

   

 

2. Il nostro nome è Bond, James Bond

Una spiegazione per l’avvicendarsi degli 007

La saga di James Bond, tratta da una celebre serie di romanzi di Ian Fleming, esordisce nel 1962 col film Licenza di uccidere (Dr. No). Alla data odierna, considerando anche l’imminente Spectre, ne sono state prodotte ben 24 pellicole.

E chiaramente, in un arco temporale di 53 anni, molti attori si sono avvicendati nel ruolo di Bond (nell’ordine: Sean Connery, George Lazenby, Roger Moore, Timothy Dalton, Pierce Brosnan, Daniel Craig). Ognuno di loro con un background differente e che ha saputo dare una diversa interpretazione dell’agente al servizio segreto di sua maestà.

James Bond interpretato da Sean Connery
Se nella realtà i motivi di questo avvicendamento sono evidenti (un attore che decide di non essere più legato al ruolo di Bond, una scelta della produzione o semplice invecchiamento), nella finzione si è voluta ideare una teoria che spiegherebbe perché ci siano state diverse persone col nome di James Bond.

007 ha infatti agito per decenni e continua ad agire, mentre altri personaggi (come Q, ad esempio) sono invecchiati rimanendo sempre la stessa persona.

Questa teoria afferma che James Bond non è un’unica persona, ma un semplice nome in codice che è stato dato nel corso degli anni a più agenti segreti e questo chiarirebbe perché il primo James Bond combattesse la minaccia comunista, mentre l’ultimo gli orrori terroristici post-11 settembre.

   

 

3. L’ingrediente segreto di Willy Wonka

Nel libro di Roald Dahl e nel primo film originale del 1971, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, cinque bambini vincitori di un concorso – accompagnati dai loro parenti – vengono invitati alla riapertura al pubblico della grande fabbrica di cioccolato gestita dall’elusivo e misterioso Willy Wonka (Gene Wilder).

Un uomo che ha costruito un impero grazie alle sue tavolette di cioccolato, nelle quali è presente un ingrediente segreto. Durante il tour, quattro bambini che manifestano atteggiamenti arroganti scompaiono a causa di alcuni incidenti di percorso, finché alla fine rimane solo Charlie Bucket, un povero ragazzo che erediterà la fabbrica di cioccolato.

E qui arriva la teoria che potrebbe farvi cambiare del tutto idea sul personaggio di Willy Wonka. Il famigerato ingrediente segreto sarebbe(ro)… i bambini stessi!

Come funziona la fabbrica di cioccolato

Prove a supporto? Il concorso è aperto a tutti, ma curiosamente i vincitori sono tutti bambini e un collaboratore di Wonka è presente in ogni luogo in cui il vincitore trova il biglietto dorato che gli garantisce l’ingresso alla fabbrica.

Ogni volta che un bambino scompare, i mezzi di trasporto che portano gli altri al successivo luogo del tour hanno i posti contati, come se Wonka avesse saputo già in precedenza che uno di loro non sarebbe stato presente.

Willy Wonka parla ai bambini, protagonisti di una strana teoria sul significato del film
Inoltre, gli eventi che causano la scomparsa dei quattro bambini appaiono elaborate trappole concepite da Wonka, volte a stuzzicare un loro difetto; infine i famigerati Oompa Loompa hanno una canzone pronta per ogni occasione in cui uno dei bambini svanisce.

Troppo surreale, dite?

   

 

4. La valigetta di Pulp Fiction

Dopo Le iene (Reservoir Dogs) del 1992, Pulp Fiction del 1994 fu la pellicola che lanciò in via definitiva la carriera di Quentin Tarantino, tanto da conseguire la Palma d’oro al Festival di Cannes e l’Oscar per la migliore sceneggiatura.

Il film, diviso in vari episodi, si incentra su una banda criminale capeggiata dallo spietato Marsellus Wallace (Ving Rhames). Nella prima scena dopo i titoli di testa, due dei suoi scagnozzi, Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson), vanno a recuperare una valigetta sottratta da criminali da strapazzo che uccidono senza pietà.


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La valigetta, come viene aperta, emana una aura luminosa come a contenere qualcosa di straordinario. Nel corso del film la valigetta comparirà ancora e chi avrà la fortuna di vederne il contenuto dirà alla fine: «È bellissimo».

Il MacGuffin più famoso del cinema recente

Se nella realtà, come affermato dallo stesso Tarantino, questo è nient’altro che un “MacGuffin” (termine coniato da Alfred Hitchcock volto a definire un oggetto che alimenta la trama del film, indipendentemente dalla sua vera natura e importanza per lo spettatore, che può anche non interessarsi ad esso), nella finzione è stata ideata una teoria secondo cui dentro la valigetta si troverebbe l’anima di Marsellus Wallace.

Prove a supporto: la combinazione della valigetta è 666, il numero della Bestia; lo stupore di chiunque ne ammiri il contenuto.

Il mistero della valigetta di Pulp Fiction e altre interessanti teorie su film famosi
Inoltre quando Marsellus Wallace viene inquadrato di spalle, si può notare come sia presente un cerotto all’altezza sul retro del collo e nella tradizione biblica, quando il diavolo prendeva l’anima di una persona, la prelevava proprio da dietro la testa.

Marsellus Wallace avrebbe dunque venduto la sua anima al diavolo e avrebbe incaricato Jules e Vincent di recuperarla: in pratica i due sarebbero agenti divini. Ricordate tutti Ezechiele 25:17, vero?

   

 

5. Uatu Lee

Le comparsate di Stan Lee nei Marvel Movie

Uno dei momenti più attesi durante la visione di un Marvel Movie è la comparsata di Stan Lee, l’ideatore di Fantastici Quattro, Uomo Ragno e decine di altri eroi.

Dal primo X-Men del 2000 fino al recente Ant-Man, Lee è apparso decine di volte interpretando i ruoli più disparati (una guardia di sicurezza, un postino, un veterano di guerra, un barista… persino sé stesso!) in pellicole che – è giusto ricordarlo – sono state prodotte da più case cinematografiche e quindi si svolgono in differenti universi narrativi.

Stan Lee con Tobey Maguire in uno dei film dedicati a Spider-Man
Se nella realtà questo è solo un omaggio a colui che insieme a grandi disegnatori ha creato la Marvel del passato e i suoi eroi, nella finzione il motivo per cui la stessa persona sia così onnipresente è dovuto al fatto che Stan Lee interpreterebbe il personaggio di Uatu l’Osservatore.


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Costui può scrutare in decine di universi senza interferire in maniera diretta negli eventi e ha il compito di essere il testimone dei momenti più significativi di quegli universi.

   

 

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