Cinque indimenticabili frasi de Il Corvo

Brandon Lee ne Il corvo

Ci sono alcuni film che si rivelano veri e propri cult assoluti. Non sempre il tempo è galantuomo, ma in alcuni casi è proprio così, e determinate pellicole sopravvivono agli anni acquisendo sempre più valore: alcune vengono riscoperte, altre si confermano successi commerciali anche dopo tanti anni. Un cult è tale, però, a prescindere dalla riuscita artistica dello stesso: non è detto che un bel film (o un ottimo film) possa divenire un cult e non è detto che un brutto film (o un film mediocre) non lo possa divenire mai.

Non sono neanche i pregi o difetti di una certa pellicola a determinarne il successo; certe volte si tratta di eventi accidentali che ne condizionano la riuscita commerciale. Eventi legati alla vita personale di un dato attore, di un determinato regista o che hanno complicato o reso interessante la lavorazione del film stesso.

Un esempio, forse tra i più rappresentativi, è secondo me Il corvo di Alex Proyas, anno 1994. Un lungometraggio tratto dal celebre fumetto americano underground The Crow, disegnato e sceneggiato dall’artista James O’Barr, divenuto famoso per la morte del suo attore protagonista, Brandon Lee, durante le riprese.


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Il musicista rock Eric Draven e la sua bellissima fidanzata Shelly Webster vengono brutalmente uccisi dal boss Top Dollar e la sua banda di criminali durante la notte prima di Halloween, la cosiddetta “notte del diavolo” in cui la criminalità organizzata appicca incendi per tutta la città.

Chi muore in modo così doloroso però non può riposare in pace. Per questo un corvo riporta in vita Eric donandogli poteri sovrannaturali che gli consentiranno di realizzare la propria vendetta e di riunirsi in pace con la sua amata.

Il corvo è un film unico, al di là dei tragici eventi che ne hanno accompagnato la lavorazione. Una pellicola che toccò corde intime e personali di un’intera generazione fondendo l’horror al (melo)dramma e all’action.

Alcune frasi del film di Proyas sono rimaste scolpite nell’immaginario comune coinvolgendo un’intera generazione di adolescenti, facendola piangere, ridere e sognare. Per questo ho deciso di raccoglierne cinque, cioè cinque indimenticabili frasi tratte da un film indimenticabile, anche a più di vent’anni di distanza dalla sua uscita.

 

1. Il corvo traghettatore di anime

La voce narrante ci spiega perché Eric torna in vita

Non sono poche le differenze tra il film Il corvo e il fumetto omonimo da cui è stato tratto (molto, molto liberamente).

È indubbio che l’opera cinematografica appaia edulcorata rispetto alla controparte cartacea, è indubbio che sia stata resa fruibile dalla più ampia fetta di pubblico possibile e questo si nota a partire dall’incipit dello stesso, quando la voce narrante di Sarah, giovane amica di Eric e Shelly, spiega quel che accadrà subito dopo, quando un corvo riporterà in vita Eric per permettergli di “mettere a posto le cose”:

Un tempo la gente era convinta che quando qualcuno moriva, un corvo portava la sua anima nella terra dei morti. A volte però accadevano cose talmente orribili, tristi e dolorose, che l’anima non poteva riposare. Così a volte, ma solo a volte, il corvo riportava indietro l’anima, perché rimettesse le cose a posto.

Tale spiegazione, espressa in modo estremamente poetico, non viene mai data esplicitamente nel fumetto.

 

2. Il Paradiso perduto di Milton

Il male è negli occhi di chi legge

Il fumetto The Crow è estremamente citazionista, a differenza del film che però si concede qualche importante riferimento. Uno dei più belli è sicuramente questo:

Sbalordito il diavolo rimase quando comprese quanto osceno fosse il Bene e vide la virtù nello splendore delle sue forme sinuose… Ma è pornografia!

Pronunciata dal cattivo T-Bird in uno dei momenti clou del film (l’omicidio di Eric e Shelly), questa è una frase tratta dal Paradiso perduto di John Milton e che, in un certo senso, non fa altro che denotare l’idea di male che i malvagi del film incarnano.

Se con questa frase, infatti, il puritano Milton portava un attacco alle istituzioni del suo tempo, nel film T-Bird ne percepisce una lettura sensuale (persino pornografica) che ne mette in risalto l’ambiguità. Ma, come si suol dire, il male è negli occhi di chi guarda (in questo caso, di chi legge)!


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3. Umorismo macabro

Una battuta tra il tragico e il comico

La missione di Eric è quella di uccidere uno per uno i responsabili della morte sua e della sua amata. Nella lista c’è anche Funboy, un tossicodipendente che intrattiene una relazione sessuale con Darla, la madre di Sarah.

Intrufolatosi nella camera dove i due sono a letto, dopo che Funboy gli ha sparato a una mano e dopo avergli mostrato la ferita che si rimargina, all’esclamazione “Cristo!” sfuggita al nemico, Eric risponde con questa battuta:

Gesù Cristo… Conosco una storiella su Gesù Cristo, fermami se già la conosci… Gesù Cristo entra in una locanda… Consegna 3 chiodi al locandiere e gli dice… Puoi sistemarmi per la notte?

Si tratta di umorismo macabro ma pur sempre di umorismo, totalmente assente nel fumetto. Una battuta che fa ridere a denti stretti, tra il comico e il tragico.

 

4. Non può piovere per sempre

La frase più importante dell’intero film

Tra le frasi più rappresentative de Il corvo, una di quelle che sono rimaste nella storia del cinema e non, citata da chiunque, che ha segnato un’intera generazione, forse la più importante dell’intero film, è:

Non può piovere per sempre.

La dice Eric a Sarah citando il verso di una sua canzone, dopo aver salvato la ragazzina da un pirata della strada. La città in cui è ambientato il film è infatti costantemente battuta dalla pioggia, ma “non può piovere per sempre” non ha una semplice valenza meteorologica.

 
Piuttosto si tratta di una metafora: le cose non possono sempre andare male, non si può essere sempre sfortunati o infelici, alla fine arriverà il sereno anche nelle nostre vite. Un inno alla speranza in un mondo dove la speranza sembrerebbe essere sconosciuta a chiunque.

 

5. Il vero amore è per sempre

Una visione romantica della vita

Il corvo si apre e si chiude con la voce narrante di Sarah. Se l’intro si rivela esplicativo, la chiusa sembra quasi evidenziare una morale, permettendo al lieto fine di rivelarsi tale.

Eric ha portato a termine la propria vendetta e non solo, ha dato tutto se stesso per salvare chi gli era caro. Non è solo un vendicatore: è un eroe. Finalmente, dopo tanto tribolare, può riunirsi alla sua amata e lasciare questo mondo in pace. Così, mentre il corvo vola via, Sarah dice:

Se le persone che amiamo ci vengono portate via, perché continuino a vivere, non dobbiamo mai smettere di amarle. Le case bruciano, le persone muoiono, ma il vero amore è per sempre.

Una visione romantica della vita, dell’amore e persino della morte; la speranza che non tutto deperisca, che le cose importanti restino al di là di violenza, dolore e sangue.

Perché l’amore sopravvive a tutto: non solo quello per la propria compagno o compagno, ma quello per tutte le persone a cui vogliamo bene.

 

E voi, quale frase de Il Corvo preferite?

Ecco cinque memorabili frasi de Il Corvo: vota la tua preferita.

 

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