
Ultimamente l’Australia è diventata uno dei paesi più “caldi” non tanto dal punto di vista meteorologico, quanto come meta di spostamenti ed emigrazione. Come dicevamo anche nel nostro articolo sui paesi in cui si vive meglio, l’Australia è infatti – assieme al Canada – il paese extraeuropeo con i valori più alti in tutte le classifiche sulla qualità della vita. Anche gli indici economici l’hanno data a lungo come uno degli stati in più rapida ripresa dopo la crisi globale.
Se avete intenzione di trasferirvi dall’altra parte del mondo o anche solo di farvici una vacanza, è meglio però che leggiate qualche dritta sui piatti tipici australiani. Spesso si tratta di pietanze sovrapponibili alle nostre, ma in alcuni casi presentano anche alcune particolarità non scontate.
Come vedrete, forte è l’influenza della cucina anglosassone, anche se essa è adattata il più delle volte agli ingredienti locali e, soprattutto negli ultimi decenni, si è mescolata ad altre influenze sia europee che asiatiche.
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Indice
1. Canguro alla griglia
La venuta dei “cangutariani”
Partiamo con una pietanza che di sicuro non piacerà ai vegetariani, ma che è la più celebre e diffusa nel paese. Infatti, il piatto tipico australiano per eccellenza è la carne grigliata e la carne più particolare presente sul suolo dell’ex colonia britannica è quella di canguro.
Quindi è quasi una semplice addizione matematica che ci ha portati a decidere di cominciare col canguro alla griglia, che viene servito con una gran varietà di condimenti ma, tra tutti, i più frequenti sono forse i funghi.
In realtà le ricette possibili con la carne di canguro sono decine e spaziano dal canguro brasato ai filetti di canguro all’asiatica, dal canguro affumicato al canguro al curry. Però non serve scomodare i grandi cuochi e ideatori di ricette per trovarlo sulle tavole e nel barbecue di qualsiasi australiano.
I mille modi per cuocerne la carne
In particolare la carne di canguro ha la caratteristica di essere molto meno grassa della carne tradizionale. Per questo non c’è bisogno di cuocerla troppo, anche perché così facendo si rischierebbe pure di perderne le proprietà aromatiche. È quindi preferibile una cottura al sangue o al massimo media.
Inoltre bisogna tener presente che la carne di canguro può essere gustata in vari tagli. Sulla griglia vanno benissimo gli hamburger, le bistecche, i filetti, ma può essere cotta anche tagliata alla maniera del kebab. O, meglio ancora, nei cosiddetti kanga bangas, che altro non sono che salsicce di canguro.
Negli ultimi anni, infine, secondo i giornali locali sembra essere nata la moda del “kangatarianism” (traducibile con “cangutarianesimo”). In pratica, ci sono sempre più persone che seguono una dieta vegetariana alla quale aggiungono carne esclusivamente di canguro.
Alla base della loro scelta ci sarebbe il fatto che i canguri australiani vivono allo stato brado, non vengono allevati secondo le tecniche tradizionali e vengono uccisi in maniera “umana”. Inoltre l’allevamento di canguri provoca comunque meno danni all’ambiente rispetto a quello dei bovini.
2. Vegemite su toast
La crema ottenuta dal lievito di birra
Il secondo piatto del nostro elenco, per una volta, fa riferimento a un prodotto commerciale, cioè brevettato e venduto da una multinazionale, nel caso specifico la Kraft.
In genere rifuggiamo da pietanze del genere, soprattutto quando stiamo parlando di cibo tradizionale, ma in questo caso bisogna fare un’eccezione. La Vegemite è infatti una crema talmente popolare in Australia da essere considerata un cibo nazionale e un’icona culturale.
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Per comprendere meglio di cosa si tratta, serve una premessa che ci porti in Gran Bretagna. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, infatti, alcuni scienziati tedeschi e britannici si resero conto che dall’estratto di lievito ottenuto nel processo di produzione della birra era possibile ottenere una crema spalmabile e commestibile.
La Marmite e la sua diffusione in Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica
Il prodotto venne brevettato col nome di Marmite, parola francese che però gli inglesi pronunciano a modo loro, cioè /ˈmɑrmaɪt/. In breve si diffuse rapidamente in tutte le colonie e i paesi del Commowealth, tra cui soprattutto Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda.
Negli anni ’20, però, un imprenditore australiano decise di crearne una variante. Assunse il giovane chimico Cyril P. Callister per trovare una nuova formula utile a smaltire i residui di lievito di birra che gli ritornavano dai birrifici. Nacque così la Vegemite, una crema dal colore scuro, dal sapore salato, un po’ amaro e meno dolce e aromatizzata della Marmite britannica o neozelandese.
La si spalma prevalentemente su toast o comunque su pane, come la nostra Nutella o la marmellata a colazione. È però un prodotto tanto diffuso in Australia quanto ignorato nel resto del mondo. Basti pensare che ogni anno ne vengono prodotti ventidue milioni di vasetti, il 98% dei quali è destinato al mercato interno.
La grande diffusione della crema Kraft si deve anche al fatto che durante la Seconda guerra mondiale l’associazione dei medici australiani ne esaltò le qualità nutritive e per questo venne inserita nel rancio dei soldati, diventando un alimento consueto nella dieta dei giovani.
3. Chiko Roll
L’involtino all’australiana
Un altro piatto tipico che è diventato nel corso del ‘900 una vera e propria icona del modo di mangiare australiano – ma che è anche ben poco noto fuori dai confini nazionali – è il Chiko Roll.
Il prodotto è stato creato da Frank McEnroe, un quarantenne che vendeva cibo alle partite di football australiano e presto diventato un magnate dell’industria del fast food. Si tratta di una sorta di variante degli involtini primavera cinesi.
L’esterno è costituito da un’impanatura di farina e uovo, che viene fritta e che risulta molto più spessa di quella dei prodotti asiatici e quindi più facile da tenere in mano. All’interno poi si trovano carne di pollo (da cui il chiko, che è un’abbreviazione di chicken), sedano, orzo, riso, carote, cipolla, cavoli, fagiolini e spezie.
Il prodotto, creato apposta per essere mangiato per strada o agli eventi sportivi, acquisì grandissima popolarità negli anni ’60 e ’70, arrivando a vendere anche quaranta milioni di pezzi all’anno. Oggi è molto meno diffuso stante la rivalità di molti altri street food derivanti dalle cucine internazionali. Lo si trova comunque in ogni locale di fish & chips e anche surgelato nei supermercati.
Lo slogan pubblicitario più diffuso è grab a chiko (prendi su un chiko), a indicare quanto sia facile farselo preparare in due minuti (se surgelato, basta buttarlo in friggitrice) e portarselo in giro mentre si passeggia. Il marchio è registrato ed è ora di proprietà di un’azienda americana. Ne esistono però molte varianti dato che la ricetta non è segreta e facilmente riproducibile.
4. Damper
Il pane dei mandriani e degli aborigeni
Il più tradizionale e storico cibo della nostra cinquina, dopo quest’ultimo binomio di prodotti creati nel ‘900, è il damper. E ancora una volta è un prodotto completamente ignoto fuori dall’Australia e dalla Nuova Zelanda.
Si tratta, sostanzialmente, di un pane preparato non con lievito ma con bicarbonato di sodio come agente lievitante e cotto sulle ceneri di un falò.
Diffuso da secoli tra gli aborigeni australiani, è stato riscoperto nel corso dell’Ottocento soprattutto dai mandriani, dagli allevatori e da altre persone che per lavoro erano costrette a viaggiare a lungo. Persone che dormivano all’addiaccio e che per prepararlo avevano bisogno solo di un po’ di farina, un po’ d’acqua e un po’ di bicarbonato.
La procedura è abbastanza semplice. Le ceneri e le braci del falò appena spento vanno appiattite e il primo impasto vi viene posato sopra per una decina di minuti. Dopodiché l’impasto stesso viene ricoperto dalle braci e lasciato a cuocere per quasi un’altra mezz’ora, fino a quanto la crosta, se battuta, non emette un suono sordo. Tradizionalmente poi il damper veniva consumato assieme a carne secca o cotta, o con la melassa.
Oggi questo tipo di pane viene ancora preparato durante i campeggi (spesso inforcato in spiedi che permettono di non dover maneggiare la cenere e le braci calde). Lo si riesce a trovare comunque anche nei panifici.
5. Pavlova
Il dolce conteso tra Australia e Nuova Zelanda
Da sempre Australia e Nuova Zelanda sono paesi fratelli. Entrambi ex colonie britanniche, entrambi dall’altra parte del mondo rispetto alla madrepatria, hanno molte più cose in comune – a livello di tradizioni e costumi – di quante siano invece le cose che li separano. Ciononostante, qualcosa che nella storia dell’ultimo secolo ha diviso questi due paesi c’è stato. E non si tratta di una guerra, di una questione di confini o di un problema economico, ma di una cosa dolce come una torta.
La torta in questione è la pavlova, abbastanza nota anche in Italia. Venne creata attorno agli anni ’20 in onore della celebre ballerina russa Anna Pavlova, che proprio in quel periodo tenne una trionfale tournée in Oceania.
Per decenni, però, è stata al centro di una disputa internazionale su chi ne fosse l’autore, disputa ancora aperta anche se in realtà sembra esserci qualche prova in più a favore dell’ipotesi che sia stata inventata nel 1926 in un hotel di Wellington, in Nuova Zelanda.
Comunque sia, il dolce è un piatto tipico di entrambe le cucine. Costituito da una base di meringa, presenta un ripieno di panna sormontato dalla frutta, in un insieme dal grande effetto scenografico. Anche per questo, oltre che per la sua freschezza, è il piatto tipico nelle feste natalizie – che in Australia arrivano d’estate – anche se ormai lo si prepara praticamente in ogni momento dell’anno.
Rispetto a una meringa tradizionale, la pavlova ha una cornice esterna più dura e croccante e invece è più morbida all’interno, quasi tiramollosa. La frutta che viene posta al di sopra in genere varia tra il kiwi, il frutto della passione e le fragole, ma sono ammesse variazioni.
E voi, quale piatto tipico australiano preferite?